Tierra de Mujeres - Intrecci di vite

Gala, una sofisticata esperta di vini di New York, è costretta a fuggire con sua madre Julia e sua figlia Kate a La Muga, un piccolo paese nel nord della Spagna, dopo che il marito accumula ingenti debiti con la criminalità. La serie segue le tre donne mentre cercano di ricostruire le loro vite in un ambiente completamente nuovo, affrontando segreti del passato, conflitti intergenerazionali e sfide personali. Con il tempo, scoprono nuove parti di sé e rafforzano i loro legami familiari, il tutto immerso nella pittoresca campagna spagnola e intrecciato con il mondo del vino.

È davvero bello trovare a giugno un'inaspettata chicca come Tierra de mujeres; la nuova dramedy che riporta in scena Eva Longoria, disponibile su Apple Tv+, è davvero avvincente e brillante, grazie a un mix perfettamente equilibrato di dramma e commedia.

Longoria, famosa per il suo ruolo in Desperate Housewives, interpreta qui una Gala che richiama alcune caratteristiche di Gabrielle Solis, ma con una transizione al nuovo personaggio che risulta efficace e funzionale alla narrazione. A differenza di altre attrici e di altri attori - come accade nel caso di Elisabeth Moss in The Veil - Longoria non mira con questo personaggio a un riposizionamento, ma utilizza le affinità con il suo vecchio ruolo per arricchire la storia. Innanzitutto, la compartecipazione di Carmen Maura: pur essendo Eva Longoria la protagonista, l'icona del cinema spagnolo è così imponente e ingombrante che non può non condividere lo status con lei; ed ecco che uno degli elementi essenziali del suo ruolo da casalinga disperata torna, e viene abilmente reintegrato: la coralità.

Carmen Maura interpreta Julia con una maestria che dimostra la volontà della produzione di creare un ponte tra le tradizioni narrative statunitensi e il ricco panorama cinematografico spagnolo. La sua interpretazione è magistrale. Gli occhi dello spettatore diventano dei cuoricini quando scopriamo che, da giovane, l'inarrestabile Julia ha fatto - parole sue - "sesso con la metà delle persone di questa città, e anche di altre", e incarna una profondità narrativa, ben sviluppata dai creatori della serie, Ramón Campos e Gema R. Neirache, che rimanda direttamente al cinema spagnolo, e soprattutto ad Almodóvar, elevando l'intero progetto.

Un aspetto cruciale della serie è la rappresentazione della transizione di genere di Kate (interpretata dalla messicana Victoria Bazua, qui al suo debutto) trattata con molta sensibilità. La caratterizzazione di Kate si sviluppa attraverso le dinamiche con le altre protagoniste, senza mai definirla in contrapposizione ai comportamenti transfobici che incontra. Questo crea una rappresentazione sfumata e complessa, che risuona per la sua profondità emotiva e soprattutto conferisce al tema, al personaggio e alla serie stessa, di conseguenza, un carattere di fortissimo realismo.

Tierra de mujeres si distingue anche per la sua eccellente integrazione culturale, che valorizza le diverse origini etniche dei personaggi, rispecchiando le derivazioni narrative (quella seriale americana e quella cinematografica spagnola) e dimostrando una piena maturità nel modo di osservare e rappresentare altre culture e tradizioni, spostando così il baricentro della narrazione statunitense e abbracciando una visione più globale.

La serie è abilissima, inoltre, nell'ibridare diversi generi, combinando dramma, commedia, crime e mistero in modo davvero armonioso. La trama legata ai debiti del marito di Gala, sebbene a tratti possa sembrare una sottotrama minore, si intreccia efficacemente con la narrativa principale, incontra il romance con le serpeggianti e saltellanti storie d'amore delle tre donne, raggiunge la spy story, si sposta verso il racconto di formazione grazie a Bazua, verso il melodramma grazie a Maura, verso la soap opera grazie a Longoria. Insomma, la serie si fa multidimensionale, e soprattutto in funzione di un'esplorazione intersezionale e profonda dei rapporti di genere e della coesione femminile, mettendo in luce come si possano unire le diverse e divergenti forze in campo se il contesto è ostile.

Il vigneto gestito interamente da donne diventa il simbolo di una resistenza e della collaborazione intergenerazionale, rispecchiando la forza e la determinazione delle tre protagoniste. La loro crescita personale e collettiva diventa un potente motore narrativo, dimostrando che la solidarietà e il supporto reciproco possono fare la differenza, proprio come un buon bicchiere di vino spagnolo a tavola. 