Titolo originale | Umami |
Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia, Giappone |
Durata | 105 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Slony Sow |
Attori | Gérard Depardieu, Kyozo Nagatsuka, Pierre Richard, Rod Paradot, Sandrine Bonnaire Eriko Takeda, Akira Emoto, Bastien Bouillon, Zinedine Soualem, Kyôko Koizumi, Antoine Duléry, You, Mame Yamada, Assa Sylla, Alexander Schuster, Léopold Bellanger, Claire Sermonne. |
Uscita | giovedì 31 agosto 2023 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,05 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 22 agosto 2023
Dopo aver sfiorato la morte, lo chef migliore di Francia si lancia alla ricerca del sapore massimo che ha confuso la sua vita dal momento in cui fu battuto, da giovane, da una scodella di noodles di un cuoco giapponese. In Italia al Box Office Il sapore della felicità ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 70 mila euro e 1,6 euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Gabriel Cravin è uno chef pluristellato che ha però perso il gusto per la vita. Nulla di ciò che lo circonda in famiglia lo rende felice e anche il lavoro, nel suo prestigioso Chateaux ristorante, non gli dà più la soddisfazione di un tempo. In seguito a un attacco cardiaco, che richiede una complessa operazione, la sua visione del mondo sembra ulteriormente peggiorare. Gli torna alla memoria anche una sconfitta subìta quarant'anni prima, in un concorso internazionale, da uno chef giapponese che aveva vinto con degli spaghetti in brodo. Su suggerimento di un amico decide allora di andare a cercare quello chef per farsi rivelare il segreto del famoso Umami. Il viaggio non sarà privo di sorprese.
Alla seconda collaborazione con la star francese, dopo un cortometraggio del 2011, Slony Sow realizza un menu cinematografico con una molteplicità di ingredienti.
In questo sta il rischio di una riuscita che avrebbe potuto essere anche superiore, considerate le attese che suscita nella prima parte. Finisce però con il prevalere nello chef cinematografico Sow il desiderio di fare uscire dal locale i clienti contenti. Forse troppo. Perché a partire dal filo conduttore la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, si trova a disposizione una materia interessante: l'Umami codificato nel 1908 dal giapponese Kikunae Ikeda come un quinto sapore che va oltre l'aspro, l'amaro, il dolce e il salato. Per Gabriel finisce con l'essere un tutt'uno con la motivazione di quell'antica sconfitta. Forse ritrovare dopo quattro decenni l'avversario può consentirgli di comprendere l'essenza del per lui misterioso Umami. Gerard Depardieu, ormai da molto tempo ha fatto letteralmente di necessità virtù esibendo una fisicità sempre più smisurata e mettendola al servizio dei personaggi che accetta di interpretare. In questo film lo fa dall'inizio in una sauna in cui si apre la storia che viene narrata in giapponese (debitamente sottotitolato) da un altro essere umano che si trova a fare un bilancio della vita simile al suo. Da lì prende, si può dire, corpo il suo Gerard indisponente, portato al bere e quasi incapace di percepire le esigenze altrui. A partire da quelle del figlio maggiore, che vorrebbe essere il suo braccio destro in cucina venendo costantemente frustrato dalle sue eccessive esigenze.
Da lui prende le mosse quello che appare come una sovrabbondanza di sub plot. Abbiamo in parallelo la storia della nipote dello chef giapponese che si trova in una stato di depressione di cui scopriremo la causa nel sottofinale e, di conseguenza, la madre che vorrebbe gestirne a distanza le giornate. C'è poi il narratore che non ha più rapporti con una figlia a suo tempo trascurata. Sul versante francese la seconda moglie di Gabriel è dibattuta tra sentimenti contrastanti mentre il figlio minore sta in equilibrio instabile tra l'amore per il padre e la ribellione nei confronti della madre. Tutte queste vicende vengono portate, talvolta un po' troppo programmaticamente, a conclusione. Resta però valida la descrizione della scoperta, da parte di un europeo, di un mondo culturalmente distante come quello giapponese che troppe volte si tende a confondere con altre società asiatiche. La battuta, rivolta dallo chef nipponico al collega ("Le avrebbe fatto piacere se le avessi detto che Obelix è tedesco?") è di quelle che vanno ricordate e meditate.
Ho visto il film all'aperto in una di queste sere caldissime e l'ho trovato piuttosto lungo e un po' scontato. Bravissimo DEPARDIEU e anche gli altri attori ma la trama non mi ha convinto. A parte il finale forzatamente a lieto fine ci sono nel film lati troppo drammatici per essere una commedia: temo che il desiderio tipico di certo film americano di stupire e mettere di tutto un po' [...] Vai alla recensione »
Il sapore? È un viaggio! Ma forse è solo un sogno, facilitato dall'ipnosi (in questo caso). Parla di gusto, di sapore, ma anche di tante altre cose (forse un po' troppe) questo «Il sapore della felicità», diretto da Slony Sow e interpretato da un gigantesco Gérard Depadieu, che in originale si intitola semplicemente «Umami». Gira infatti tutto intorno al cosiddetto «quinto sapore», cioè, appunto l'umami, [...] Vai alla recensione »
Chef pluristellato, a capo di un ristorante esclusivo realizzato dentro un castello, non trova più soddisfazione - né sul la- voro, né in famiglia. Gabriel Cravin, anziano e corpulento come Gérard Depardieu che lo interpreta, è colpito da un gra- ve attacco cardiaco: dopo l'operazione chirurgica, egli si rende conto che il cedimento del cuore non riguarda solo l'organo, bensì la sfera degli affetti. [...] Vai alla recensione »
Lo si vede bene ne Il sapore della felicità, il nuovo film di Slony Sow, da oggi nelle sale italiane. Nel lungometraggio, il cui titolo originale è Umami, Depardieu è Gabriel Carvin, più famoso chef di Francia e tra i maggiori al mondo. Carvin ha perso l'ispirazione, e la frustrazione che si porta dentro lo conduce a una vita di eccessi, alimentari in primis, che presto mettono a repentaglio la sua [...] Vai alla recensione »
La ricetta di tanti kitchen movie, girati a latitudini vicine o lontane da quella che i nazionalisti alimentari (esistono purtroppo anche questi) imbastiscono come la cucina migliore del mondo, consente poche variazioni rispetto ad una norma che negli anni si è fatta sempre meno spontanea: protagonisti problematici solitamente trovano la causa e l'uscita dai loro malesseri in mezzo a fornelli più terapeutic [...] Vai alla recensione »
Lo chef più bravo del mondo, battuto al fotofinish da un collega giapponese, va a caccia dell'umami, ovvero il segreto dei segreti nell'ambito della culinaria. Realtà o immaginazione? Lo scoprirà il pubblico in un film che pesa meno del protagonista Depardieu, ma è un fritto misto di tante cose in cui entrano bullismo e revenge porn, amori delusi e malattie.
A prima vista, non manca niente. Viaggi, cucina, esotismo vs. Vecchio Continente, il divismo piegato dal tempo (e dalla vita) di un vecchio, folle leone del cinema. Malinconia e desiderio di rinascita, amore in formato famiglia. Il sapore della felicità, regia di Slony Sow, nelle sale italiane dal 31 agosto 2023 per Wanted Cinema, ha le idee chiare sulla ricetta, gli ingredienti e il dosaggio.
È una creatura bizzarra, Il sapore della felicità, a dispetto di quanto possano indurre a credere materiali promozionali e titolo italiano (telefonato e un po' appiattito, rispetto al più laconico originale Umami): c'è Gérard Depardieu, burbero e debordante come ormai di consueto, che fa il mestiere più cinegenico del mondo (il cowboy? L'agente segreto? Macché: lo chef stellato, naturalmente), e se [...] Vai alla recensione »
Quando al cinema ci sono di mezzo gli chef stellati, è difficile che le cose procedano in modo tranquillo (pensiamo, giusto per fare un esempio recente, a The Menu). Di fatto i film sui grandi chef rappresentano una variante del film d'artista: genio e sregolatezza, creatività e follia, competenze straordinarie da un lato e autismo dall'altro. Non fa eccezione al riguardo il film del regista franco-giappon [...] Vai alla recensione »
Il sapore della felicità è il secondo lungometraggio di Slony Sow - titolo originale, Umami. Arriva dopo una serie di corti e la buona accoglienza ricevuta nel 2015 dal precedente film, Parisiennes. Di questo nuovo lavoro Sow cura la regia, la sceneggiatura, il montaggio e la produzione. Sceglie poi di affidarsi a una coppia di attori coi quali ha già lavorato.
Gabriel Carvin (Gérard Depardieu) è il protagonista di uno dei numerosi film dedicati al complesso mondo degli chef: qui, tuttavia, l'amore per la cucina e la grande competitività ad essa associati, diventano il mezzo per raccontare una storia di incontro tra culture e mondi differenti, riprendendo un tema già trattato dal regista Slony Sow nel precedente cortometraggio Grenouille d'Hiver (2011) sempre [...] Vai alla recensione »