I giochi di alcuni bambini prendono una piega pericolosa... Espandi ▽
Un conturbante thriller in cui i sadici carnefici sono soltanto dei bambini. Eskil Vogt, il leggendario sceneggiatore di Joachim Trier, stavolta dietro alla macchina da presa, costruisce un film di una crudeltà inenarrabile, e non è tanto l’efferatezza delle azioni compiute da queste piccole pesti a generare il disagio nello spettatore, quanto più la serena accettazione dell’assassinio, la calma serafica con la quale soffocano vite altrui. C’è da dire che per quanto violento e crudo, The Innocents è contemporaneamente anche un film che sa prendersi il suo tempo (forse fin troppo), sviscerando a fondo il disagio esistenziale di questi bambini di periferia, cresciuti a pane e cemento. Un film scritto da un grande sceneggiatore, ma che forse non possiede ancora lo scatto in avanti per diventare anche un grande regista. Recensione ❯
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Stéphane vive una vita tranquilla come chef ma quando decide di conoscere Soo, una misteriosa donna coreana di cui si è innamorato su Instagram, intraprenderà un avventuroso viaggio pieno di scoperte. Espandi ▽
Stéphane, uno chef di successo circondato dall'affetto dei figli e dal supporto della ex moglie, ha tutte le ragioni per sentirsi realizzato. Eppure l'unica cosa che lo fa sentire vivo è Soo, una giovane donna coreana che ha conosciuto su Instagram. Parlano di arte e di ciliegi in fiore e sembrano capirsi l'un l'altra nonostante la lingua, la distanza e le barriere culturali. In uno slancio emotivo, Stéphane decide di partire per Seoul per conoscere Soo. Nonostante la promessa della donna di incontrarlo all'aeroporto, Soo non si presenta. Stéphane inizia così a vagare per l'aeroporto e per la città, dove la ricerca di Soo lo porterà a riscoprire se stesso. Riusciranno finalmente a conoscersi? Recensione ❯
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Guédiguian torna ad affrontare temi a lui cari lasciando però un'inaspettata sensazione di déjà vu. Drammatico, Francia2019. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una famiglia si riunisce per la nascita della nuova arrivata e per discutere di affari. Espandi ▽
Marsiglia a Mathilda e Nicolas è nata una bambina, Gloria. Mathilda ha un lavoro precario e Nicolas sta cercando di mettersi in proprio come autista privato. Mathilda ha un padre, Daniel, che quasi non conosce, perché è in carcere da più di vent'anni, ed è stata allevata dalla madre, Sylvie, e dal suo nuovo compagno Richard. Un giorno Daniel, scontata la pena, si presenta in famiglia per conoscere la nipote. Recensione ❯
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Un'investigazione filosofica inquadrata come un dipinto d'epoca. I protagonisti pulsano di una passione senza tempo. Drammatico, Italia, Francia, Argentina2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo mandato in esilio in Argentina dedicherà la sua vita a cercare un prezioso tesoro. Espandi ▽
Alessio Rigo de Righi (di per sé un cognome da epopea) e Matteo Zoppis, entrambi classe 1986, esordiscono alla regia e sceneggiatura di Re Granchio. Un film che nella versione internazionale è intitolato The Legend of King Crab ad evocare La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi e che aveva per protagonista un uomo intento a ribadire la sua estraneità alle cose del mondo alzando il gomito. Anche in Re Granchio ogni inquadratura è un quadro, ogni sequenza la tappa di una via Crucis lungo un percorso di pentimento e redenzione, narrato a metà fra il racconto del cantastorie e l'elegia pastorale. Ma Rigo de Righi e Zoppis hanno anche la visionarietà (e la sensibilità contemporanea) del Lisandro Alonso di Jauja di cui riproducono la vertigine spaziotemporale, quella sospensione sul baratro di un passato che coesiste con la modernità, giacché la leggenda di Luciano viene rievocata dagli abitanti attuali del borgo, in fondo anche loro incastrati nella Storia. Recensione ❯
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Un film tutto di scrittura e recitazione, con lo charme immediato, naturale, travolgente di Anais Demoustier. Sentimentale, Francia2021. Durata 98 Minuti.
Una giovane donna è divisa tra diverse passioni. Espandi ▽
Che cosa vuole davvero Anaïs? Vuole vivere pienamente, intensamente. Vuole l'amore: magari, rubandolo. Un film sapientemente sospeso fra leggerezza, dolore e desideri.
La prima cosa che salta agli occhi, nel film, è questa figura leggera, da nouvelle vague, attorno a cui sembra avvitarsi tutta l'opera, come se inseguisse i suoi movimenti - i primi piani sequenza, vertiginosi - le sue indecisioni, le sue bugie, il suo potere di sedurre chiunque con un vestitino da tre soldi, le gambe nude, e un talento per dribblare ogni domanda.
Equilibrato fra commedia - a un certo punto c'è anche un lèmure in overdose - dramma e viaggio sentimentale, Gli amori di Anaïs è un film tutto di scrittura e di recitazione. La regia ti fa essere lì, e quando è necessario ti fa anche sentire - con alcuni primissimi piani - la delicatezza della pelle di Anais, il rossore sul collo di Bruni Tedeschi. Ma per la maggior parte del tempo ti fa "essere lì", ed è ciò che conta. La musica, firmata da un fuoriclasse come Nicola Piovani, non invade: per apparire magari prepotente all'interno del racconto, quando Valeria Bruni Tedeschi e Anaïs Demoustier ballano, in una luce di crepuscolo in cui ogni equilibrio sembra più fragile, sulle note rauche di "Bette Davis Eyes" di Kim Carnes. Recensione ❯
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Judith conduce una doppia vita tra la Svizzera e la Francia. Poco a poco, questo equilibrio fragile fatto di menzogne, segreti e andirivieni va pericolosamente in frantumi. Espandi ▽
Sotto le apparenze del thriller convenzionale, La doppia vita di Madeleine Collins esplora un’identità doppia fino al punto di rottura. Ma questa volta non si tratta di gestire un’esistenza domestica e un’altra clandestina, il film di Antoine Barraud pratica nel genere un sottogenere più incline alla follia, quello in cui i protagonisti coniugano alla luce del sole due famiglie e due identità pubbliche appoggiate sulle sabbie mobili e i pretesti professionali. Ma mentire non è cosa da poco e la traiettoria dell’eroina, in movimento permanente, tradisce progressivamente il suo squilibrio. La vernice si crepa e l’angoscia risale la superficie, la libertà permessa dall’identità plurale diventa una trappola. Sofisticato e discreto, il film di Barraud articola il suo soggetto interrogando con l’identità di una donna i mostri interiori. Recensione ❯
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Un film che riscrive le coordinate dell'horror contemporaneo con una tensione meno fisica e più allucinata. Horror, Spagna, Francia2021. Durata 100 Minuti.
Una ragazza raggiunge la nonna malata ma il soggiorno si trasforma in un incubo. Espandi ▽
Susana, una modella spagnola di 24 anni, vive da sei a Parigi. A una festa ha appena conosciuto un celebre fotografo che le potrebbe far fare il definitivo salto di qualità. All’improvviso però riceve una telefonata. Sua nonna Pilar, a cui è molto legata e che si è presa cura di lei fin da bambina dopo che i genitori sono morti in un incidente d’auto, ha appena avuto un ictus. La ragazza deve così tornare di corsa a Madrid per prendersi cura di lei e trovare qualcuno che possa assisterla.
Il tempo si ferma all’improvviso. Passato e presente si confondono, i corpi della nonna e della nipote finiscono per sovrapporsi e potrebbero essere uno la reincarnazione dell’altro.
Paco Plaza riscrive le coordinate del genere puntando a una tensione meno fisica ma più allucinata. Il regista costruisce un elaborato e riuscitissimo lavoro sull’illusione della visione, sulla bellezza e decadenza del corpo. Recensione ❯
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Una coppia di registi trascorre l'estate nei luoghi amati da Bergman. Espandi ▽
Bergman Island, il nuovo e luminoso film di Mia Hansen-Løve, è girato sotto l’influenza dell’autore svedese ma elude qualsiasi rischio, facendo un uso saggio della sua figura tutelare. Perché l’isola dove Ingmar Bergman ha vissuto e lavorato, dove i suoi personaggi dimoravano, si fa risorsa viva, riconfigurata incessantemente da una moltitudine di temi e scarti drammatici che rilanciano la narrazione. Mia Hansen-Løve prosegue il suo cinema di emozioni e di relazioni ‘in minore’. Girando intorno, senza che questo sia un difetto, e infilando loop temporali, rifiuta il terrore di esistere e firma un film più sensuale che cerebrale. Con uno sguardo personale, così generoso da diventare universale, ci rimanda ai nostri sogni, ai nostri desideri, alle nostre scelte e al potere incandescente del nostro immaginario. Lontano dall’essere convitato di pietra, statua sepolcrale, Bergman ritorna sulla terra e balla sul singolo irresistibile degli Abba. Recensione ❯
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Un on the road che fa riscoprire il valore dell'amicizia e del sapere affrontare le difficoltà con leggerezza. Commedia, Francia, Svizzera2021. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un racconto commovente sul valore inestimabile dell'amicizia, la ricerca della felicità e la volontà di vincere. Espandi ▽
Louis, uomo riservato e silenzioso, dirige un'impresa di pompe funebri mentre Igor, quarantenne amante della filosofia, a causa di una paralisi celebrale è rimasto disabile a vita. I due non si conoscono ma per una serie di coincidenze i compiono un viaggio insieme verso il sud della Francia, viaggio in cui impareranno a sentirsi finalmente spensierati, anche grazie al nascere di una nuova splendida amicizia.
Un classico on the road, in cui i protagonisti iniziano il loro viaggio in un modo e alla fine di questo, sono due persone completamente diverse. Un film sul valore dell'amicizia, e primo fra tutti, ha il pregio di esser davvero ben scritto, di farsi forte di una sceneggiatura che fila dritta e senza intoppi.
Il film francese infatti compensa la sua prevedibilità con la capacità di mostrarci determinate dinamiche, legate soprattutto alla disabilità, con estrema semplicità e con straordinaria delicatezza, restituendoci una sensazione di genuina verità. Recensione ❯
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Il ritratto intrigante della vita (sospesa) tra le nuvole di un'assistente di volo. Commedia, Belgio, Francia2021. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cassandre, assistente di volo, vive un'esistenza all'insegna del presente e della ricerca della libertà. La sua routine viene però interrotta da un imprevisto che mette in crisi la sua visione della vita. Espandi ▽
La prima regia nel lungometraggio per il duo formato dai francesi Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre è uno spaccato di vita contemporanea su un soggetto originale. L’esistenza sospesa di una generazione di assistenti di volo, e in particolare nel tritacarne delle linee low-cost, viene raccontata dagli autori con dovizia di particolari, mettendo in fila ogni dettaglio al fine di trasmettere allo spettatore tutte le sfaccettature tediose e vuote di questa vita. In un registro che è per scelta piatto e ripetitivo, dal taglio quasi documentaristico, Adèle Exarchopoulos nel ruolo della protagonista è un’iniezione di star power, una presenza magnetica che aiuta a non perdersi nel senso di straniamento evocato dalla storia. La sua Cassandre è una ragazza ormeggiata in un porto lontano, il cui senso di provvisorietà si calcifica in uno scorrere insostenibile. Un ritratto generazionale che si applica agli scenari contemporanei della gig economy ma che in realtà la precede, visto che il mito degli spostamenti low-cost in giro per l’Europa catturava le menti dei più giovani già un paio di decenni fa. Recensione ❯
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Una donna si risveglia senza memoria in un'unità criogenica. L'ossigeno sta per finire e se vuole sperare di sopravvivere, dovrà ricordare chi è. Espandi ▽
Una donna si risveglia in preda al panico all’interno di una capsula, intrappolata in una rete, collegata a degli elettrodi, con aghi e sonde che la alimentano artificialmente. Dove si trova? E chi è, dal momento che non ricorda nulla? Dialogando con il computer di bordo, la donna scopre di chiamarsi Elizabeth Hansen, di essere una scienziata e di trovarsi in una camera criogenica. Il solo modo per capire cosa le è successo è risalire alla sua storia, ma il danno subìto dalla camera, responsabile del suo risveglio, ha ridotto drasticamente le riserve di ossigeno. Elizabeth è così costretta a correre contro il tempo per non morire soffocata. Recensione ❯
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Un film sulla materia del cinema, sospeso tra passato e futuro, dove la parte più sperimentale lo rende affascinante. Drammatico, India, Francia, USA2021. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
La storia di Samay, un bambino indiano di nove anni che, conquistato dalla magia del cinema, muoverà mari e monti pur di inseguire i suoi sogni in 35 mm. Espandi ▽
Samay è un bambino di nove anni che vive in un remoto villaggio dell'India. Aiuta il padre che ha un chiosco che vende il tè nei pressi di una stazione ferroviaria. Un giorno va con la famiglia al cinema e ne resta folgorato. Da quel momento trova ogni pretesto per non andare a scuola, prendere il treno e raggiungere la sala. Quando viene scoperto senza biglietto e buttato fuori dal cinema, trova un accordo con il proiezionista; Samay potrà guardare i film gratis in cabina di proiezione in cambio dei buonissimi piatti cucinati dalla madre.
Last Film Show, scelto per rappresentare l'India agli Oscar 2023, a prima vista potrebbe essere visto come l'esempio di un cinema da esportazione per farsi piacere dal pubblico occidentale. Forse in parte è vero, però è proprio la sua natura sperimentale che gli consente di essere più affascinante che furbo.
C'è anche una riflessione spietata da parte di Nalin sulla 'spietatezza' del progresso: la cabina di proiezione che cambia aspetto e diventa asettica dopo il passaggio dalla pellicola al digitale, il treno che non ferma più nella stazione dove il padre del protagonista vende il tè, i vecchi proiettori distrutti. Recensione ❯
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Una regia fluida e armoniosa accompagna con grazia la storia di una riscoperta e della progressiva presa di coscienza della propria sessualità. Drammatico, Francia2021. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ahmed si innamora di Farah scoprendo insieme a lei un corpus di letteratura araba erotica. Benché sconvolto da questo desiderio, cerca in tutti i modi di resistere. Espandi ▽
È la parola poetica la terza protagonista di Una storia d’amore e desiderio, ed è attraverso la parola che due ragazzi di origine nordafricana scoprono che la loro cultura un tempo accoglieva la sensualità maschile e femminile e non condannava la ricerca del piacere o dell’ebbrezza, compresa quella dopo un bicchiere di vino. Ma mentre Farah, proveniente da una città di mentalità più aperta come Tunisi e da uno strato sociale economicamente più avanzato, è felice di quella scoperta, Ahmed, di famiglia modesta e circondato da coetanei conservatori, prova un rifiuto che ha anche che fare con una scarsa dimestichezza con la propria sessualità. Più che una storia d’amore, il film di Bouzid è la storia della presa di coscienza della propria sessualità da parte di un maschio che non vuole darle spazio, e che invece la regia “sessualizza” alla stessa maniera dei personaggi femminili del passato. Una storia d’amore e desiderio è un racconto imbevuto di tensione sessuale, aumentata da quel diniego e quella ritrosia che un tempo, anche cinematograficamente, erano esclusivo appannaggio femminile, e che invece qui fano capo ad un giovane uomo al picco della propria “riproduttività”. Recensione ❯
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Un bell'esordio che esplora uno spazio domestico in cui due donne si sostengono l'un l'altra. Drammatico, Francia2019. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di due donne in fuga che dovranno unire le loro forze. Espandi ▽
In attesa di un figlio concepito fuori dal matrimonio, Samia gira tra le strade di Casablanca cercando lavoro e alloggio. Tra i vari rifiuti che la giovane donna riceve c'è anche quello di Abla, una vedova che vende pane dalla sua abitazione e che vive con la figlia Warda. Ma nel vedere Samia pronta a trascorrere la notte in strada proprio davanti alla sua finestra, Abla si convince a darle riparo per qualche giorno. La decisiva e adorabile mediazione di Warda, assieme alla bontà della rziza fatta in casa da Samia, porteranno Abla ad aprirsi un po' e a elaborare il suo lutto, mentre Samia si prepara a partorire e a confrontarsi con la decisione di dare il figlio in adozione. Recensione ❯
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L'amicizia tra due nemici per natura è l'occasione per misurarsi con leggerezza con un argomento poco esplorato nel cinema per bambini. Animazione, Avventura, Commedia - Repubblica Ceca, Francia2021. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Dai creatori de La mia vita da Zucchina, l'amicizia tra una topolina e una volpe in una colorata animazione in stop motion. Espandi ▽
A lungo l’animazione per bambini ha nascosto sotto il tappeto l’argomento della morte, ma da qualche tempo pare aver puntato l’obiettivo su quell’ambito inesplorato e rimosso il tabù. Alla sofferenza di La mia fantastica vita da cane, recente animazione della romena Anca Damian, Lizzy e Red preferisce un tono dinamico e fiabesco, meno sperimentale dal punto di vista della tecnica impiegata, ma più vicino alle dinamiche narrative dell’animazione per ragazzi tradizionalmente intesa. Andare in paradiso, per Denisa Grimmová e Jan Bubenicek, significa in realtà scoprire un mondo, trovarsi fra le mani un territorio ancora tutto da inventare e provare a farlo in maniera personale e non scontata. A partire da un libro di Iva Procházková, ne hanno fatto un mondo a misura di bambino, dove puoi divertirti ma anche riabbracciare chi non c’è più, giusto il tempo perché quella persona (o quel topo) ci ricordi che in realtà c’è sempre stato, vicino vicino, nel nostro cuore. Recensione ❯
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