Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Robert Guédiguian |
Attori | Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Anaïs Demoustier Robinson Stévenin, Lola Naymark, Grégoire Leprince-Ringuet, Angelica Sarre, Pauline Caupenne, Yann Trégouët, Mathilde Ulmer, Diouc Koma, Adrien Jolivet, Karine Angeon, Ferdinand Verhaeghe, Simohamed Bouchra, Wilda Philippe, Maximilien Fussen, Sophie Payan, Cathy Darietto, Géraldine Loup, Syrus Shahidi, Kamel Kadri, Pascal Reneric, Julien Breda, Mostéfa Stiti, Alice Lombard, Jonathan Lippman. |
Uscita | giovedì 13 maggio 2021 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Parthénos |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,92 su 28 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 maggio 2021
Una famiglia si riunisce per la nascita della nuova arrivata e per discutere di affari. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Gloria Mundi ha incassato 41,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Marsiglia a Mathilda e Nicolas è nata una bambina, Gloria. Mathilda ha un lavoro precario e Nicolas sta cercando di mettersi in proprio come autista privato. Mathilda ha un padre, Daniel, che quasi non conosce, perché è in carcere da più di vent'anni, ed è stata allevata dalla madre, Sylvie, e dal suo nuovo compagno Richard. Un giorno Daniel, scontata la pena, si presenta in famiglia per conoscere la nipote.
Robert Guédiguian torna ad affrontare i temi che da sempre gli stanno a cuore e che riassume così: "Per parafrasare Marx: ovunque il capitalismo è riuscito a regnare ha distrutto l'amicizia fraterna e le relazioni di mutuo sostegno lasciando come unico legame tra le persone il freddo interesse e il denaro. Ha annegato tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoista".
Come spesso gli accade questo assunto viene declinato attraverso le relazioni che intercorrono in un nucleo familiare. Questa volta però si avverte una fragilità non solo dei personaggi ma della scrittura della storia. Invece di inserire il nucleo centrale del contendere in una fase sufficientemente iniziale del film la sceneggiatura procede per aggiunte progressive utilizzando gli attori feticcio del regista (Ascaride, Meylan, Darroussin) che sono come sempre capaci di offrire verità ai personaggi che interpretano.
Si trovano però a dover agire all'interno di una sceneggiatura che in più di un'occasione si presenta come prevedibile e, in qualche caso, con accenti mèlo distanti dal Guédiguian che conosciamo. Sia la figura del carcerato pronto ad intenerirsi per la nipote e per le problematiche familiari sia quella della sua ex moglie nel momento in cui rivela vicende del suo passato di neo madre sbilanciano la narrazione. Purtroppo non sono le sole.
Le vicende della quotidianità non mancano. Si va dal contrasto tra chi è assunto con paghe che non sono degne del lavoro che fa e chi invece è costretto ad aggrapparsi anche a quel po' di salario che gli viene garantito all'assoluta indifferenza alle sorti altrui. Un futuro che si presenta sempre più deprivato di diritti per tutte le Gloria che vengono al mondo, la giungla selvaggia di alcuni settori lavorativi... sono solo alcuni degli argomenti affrontati lasciando però una sensazione di déjà vu un po' di maniera che da Guédiguian (che resta comunque un artista che fa un cinema necessario) non ci si aspettava.
“Eravamo diventati adulti. Disillusi e cinici. Un po' amari, anche. Non avevamo niente. Nessun futuro. Solo la vita. Ma la vita senza futuro è meno di niente.” Jean-Claude Izzo (scrittore marsigliese) Sta nascendo la piccola Gloria. Attorno alla culla della neonata si riunisce la famiglia della giovane mamma Mathilda.
Una mia amica ha definito questo regista il Ken Loach francese. È vero che in questo film Robert Guédiguian evidenzia la problematica di una classe sociale messa bene in luce negli ultimi due film dal regista britannico. E come nei film di Loach le nuove generazioni dei figli dei proletari non sono certo meglio dei genitori, anzi, sono viziate e consumiste.
Dopo avere visto Gloria Mundi (in Concorso) è ancora chiara la poetica dell'armeno-francese Robert Guédiguian, condensata nelle strette dinamiche familiari o nella piccola comunità di quartiere o addirittura del cortile di quartiere. Una fitta rete di sentimenti, crocevia della sopravvivenza, ancora di salvataggio nei momenti più difficili della vita.
In quel di Marsiglia, la coppia formata da Sylvie e Richard conduce una vita segnata da occupazioni alienanti: lei fa la donna delle pulizie e lavora soprattutto di notte, lui il conducente di bus; di conseguenza si incrociano solo la mattina. Delle due figlie, Mathilda fa la commessa ed è sposata con Nicolas, autista privato, con cui ha appena avuto una bambina , Gloria.
Gloria è una bambina che nasce a inizio film ed è ovviamente un simbolo di speranza in un mondo che sia migliore di oggi, già abbondantemente peggiore di quello di ieri. (Sic transit) Gloria mundi è altrettanto l'evidente e risaputa locuzione sulla fragilità di ogni cosa effimera, in questo caso l'ossessione per il successo, per il denaro, per i valori che il capitalismo alimenta in una società destinata [...] Vai alla recensione »
Mentre le piattaforme streaming ci abituano ahinoi a considerare il nome del regista un optional, alcuni grandi autori continuano ostinatamente a fare il loro cinema riconoscibilissimo e insieme sempre diverso. Tra questi Robert Guédiguian, padre armeno, madre tedesca, radici marsigliesi, occupa un posto d' onore anche perché usando sempre gli stessi meravigliosi attori ha creato con solo venti titoli [...] Vai alla recensione »
Melodramma a forti tinte ambientato in una caotica Marsiglia, "Gloria Mundi" racconta gli effetti potenzialmente devastanti su una famiglia allargata, e in particolare sui giovani, del mercato odierno del lavoro fondato sulla "Gig Economy", il precariato dei lavoretti e del falso mito liberista dell'imprenditoria per tutti. L'impietoso spaccato sociale illustra la deriva in cui si trovano coinvolti [...] Vai alla recensione »
Durante il lungo periodo di chiusura delle sale si è sentita la mancanza del cinema francese, solo in parte compensata da qualche escursione su Mubi e da qualche film filtrato sulle altre piattaforme di streaming. Uno dei film che ci è mancato è Gloria mundi di Robert Guédiguian, presentato in concorso a Venezia nel 2019, che senza pandemia sicuramente avremmo visto nella primavera del 2020.
Il cineasta marxista Robert Guéduguian, classe 1953, vede sempre più nero sui destini sociali della Francia. Già si capiva vedendo "La casa sul mare", del 2017, ma con "Gloria Mundi", che fu in concorso alla Mostra di Venezia del 2019, il marsigliese propone forse il suo racconto più pessimista. Diceva nelle note di regia: "Il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, [...] Vai alla recensione »
Continua a esplorare il presente e le sue contraddizioni, Robert Guédiguian, con uno sguardo che ora si concentra su microcosmi forzatamente racchiusi in uno spazio delimitato (come nel precedente La casa sul mare), ora si estende, come in questo Gloria Mundi, a rappresentare un'aspirazione alla stabilità - esistenziale prima che sociale - che nella società odierna ha assunto sempre più i connotati [...] Vai alla recensione »
Daniel, che ha ucciso un uomo per difendere un amico, esce di prigione e torna a Marsiglia dopo aver scontato una lunga pena. La sua ex moglie Sylvie, che nel frattempo si è rifatta una vita, lo informa che è diventato nonno: la loro figlia Mathilda infatti ha dato alla luce una bimba di nome Gloria. Facendo visita alla piccola l' uomo scopre però una famiglia che ogni giorno lotta disperatamente per [...] Vai alla recensione »
Daniel, uscito di prigione, torna a Marsiglia. Vuol rivedere Sylvie, la sua ex moglie, e Mathilda, la figlia che ha appena partorito Gloria. L' uomo si accorgerà, ben presto, che la sua famiglia, che si è rifatta una vita, vive nella povertà, tra ingiustizie, licenziamenti, tradimenti, lavori sfruttati. Guédiguian, cantore della sua Marsiglia, regala un altro ritratto sconvolgente e magnifico della [...] Vai alla recensione »
Robert Guédiguian in sala. Il grande regista marsigliese di Marius e Jeannette (1997) e Le nevi del Kilimangiaro (2011) torna con Gloria Mundi a cantare Marsiglia ma stavolta la voce è amara e caotica. Una bimba nasce quando il nonno esce di galera. Lei si chiama Gloria, lui Daniel. Attorno a loro una famiglia feroce con figli avidi, cocainomani e nichilisti.
In galera, Daniel ci è finito dritto come un fuso, dopo quella maledetta rissa in cui ci era scappato pure il morto. Di responsabilità da scontare ne aveva, insomma. Però, un delinquente, lui non lo è stato mai. E in cella ha scoperto una passione. Scrivere haiku. Pensieri in poesia. Soffici voli pindarici per sognare un presente lontano dall'incubo di giorni grigi.
Daniel, che ha ucciso un uomo per difendere un amico, esce di prigione e torna a Marsiglia dopo aver scontato una lunga pena. Sylvie, la sua ex moglie, che nel frattempo si è rifatta una vita, lo informa che è diventato nonno: la loro figlia Mathilda infatti ha dato alla luce una bimba di nome Gloria. Facendo visita alla piccola, l'uomo scopre una famiglia che ogni giorno lotta disperatamente per restare [...] Vai alla recensione »
Gloria Mundi inizia con una nascita. Robert Guédiguian omaggiaVita di Artavazd Pelešjan e rende concreto l'interrogativo retorico di questi anni: «Cosa sarà dei nostri figli?». Ebbene eccola, una nostra figlia, la piccola Gloria partorita sul Requiem di Verdi, neonata e incosciente che viene portata in giro per il film e il racconto, attraversando così i movimenti delle sue problematiche figure.
Il film di Guédiguian condivide con il Joker di Todd Phillips una visione molto cupa del mondo in cui viviamo, della sua capacità di schiacciare e umiliare gli individui fino al punto di spingerli alla violenza. Daniel esce di prigione dopo una lunga condanna e non si trova a suo agio nella quotidianità, anche se ha l'opportunità di rendersi utile alla famiglia allargata di cui fa parte.
Dalle ginocchia divaricate di una donna appare una testa biancastra: sta nascendo un bambino. Una messa da requiem di Toscanini unita a un battito cardiaco trascina le immagini in un tripudio di vita originaria, esemplare, primitiva. Così apre Gloria mundi, che nel cartello dei titoli di testa viene preceduto dall'inizio della celebre locuzione latina, in carattere più piccolo, sic transit gloria mundi [...] Vai alla recensione »
In «Gloria Mundi» di Robert Guédiguian la famiglia è invece un bene assoluto da preservare per il gitano Daniel, che esce di prigione dopo essere diventato nonno e apprende che la figlia fatica a sbarcare il lunario, nonostante l'appoggio della sua ex moglie e del nuovo compagno di lei. Alla ventunesima regia, il 65enne regista di Marsiglia gioca con una locuzione latina («sic transit gloria mundi») [...] Vai alla recensione »
Eh, niente. Dopo la prima settimana di fanfare, trombe, clacson, il Concorso stagna in una medietà a volte rassicurante, a volte deludente. Se la discesa è stata frenata, la risalita ai livelli dei primi giorni non c'è stata. E a un giorno dalla fine della competizione, il risultato è altalenante. Non aiuta certo questo recupero l'ultimo film del francese Robert Guédiguian ("Gloria mundi"), che ci [...] Vai alla recensione »
Il Lido da qualche giorno si è decompresso, pubblico nelle sale ma meno folla in giro in attesa del week end con Roger Waters (Roger Waters Us+Them) e Mick Jagger nel film di chiusura The Burnt Orange Heresy. Le piogge annunciate non sono mai arrivate, è cambiata l'aria, «l'estate sta finendo» - parafrasando - la Mostra pure. Sabato la giuria del presidente Lucrecia Martel rivelerà il Leone d'oro, [...] Vai alla recensione »
Con Gloria mundi Guédiguian, come altri autori del Lido, ha realizzato un film che non aggiunge molto al suo percorso. Siamo a Marsiglia, con una famiglia vittima della crisi economica: i vecchi sconfitti (un autista, una donna delle pulizie, uno appena uscito di galera), i giovani invece succubi delle ideologie del successo. Il tutto è piuttosto dimostrativo, ma con la consueta simpatia degli attori [...] Vai alla recensione »
E per la verità, se della selezione concorso Herdade è la nota stonata, Gloria Mundi ne rappresenta una nota debole. Per carità, il film porta in pieno la firma del marsigliese Robert Guediguian, che della sua città ha fatto luogo emblematico delle contraddizioni di un capitalismo selvaggio dominato dalla differenza di classe e dal razzismo, ponendo al centro del quadro la dura quotidianità della gente [...] Vai alla recensione »
Marsiglia, una famiglia festeggia la nascita della piccola Gloria. Nonostante la gioia del momento, i tempi sono duri: i genitori della bambina sono lavoratori precari, i nonni cercano di dare una mano ma non sempre ne sono in grado, la sorellastra della neomamma Mathilda è invidiosa ed egoista. In un contesto già fragile, il vero padre di Mathilda esce dal carcere dopo più di 20 anni e desidera conoscere [...] Vai alla recensione »
Sic transit Gloria mundi, e che abbia in testa Robert Guédiguian lo rivela nelle note di regia: "Parafrasando Marx: ovunque regni, il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone, se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico".
Ancora Marsiglia, sempre Marsiglia, città che in Guédiguian definisce l'universo intimo del regista e al tempo stesso il mondo intero, i suoi cambiamenti e i suoi conflitti. Dell'Eustache in Gloria Mundi non v'è traccia, solo quartieri dormitorio e vie del centro invase da insegne; e pure i lavoratori hanno dimenticato ogni forma di lotta o condivisione.
Marsiglia, come sempre. La città ha ancora la sua bellezza lancinante: la luce mediterranea, il bagno al porto vecchio, le terrazze sul mare. Ma il tempo è scardinato. Una famiglia modesta, tutt'altro che semplice, è alle prese con la vita di ogni giorno. L'affanno dei soldi e del benessere, il lavoro che non c'è o, se c'è, è un massacro. Nasce una nipotina, Gloria, e tutto sembra una promessa.
Non è certo il miglior film di Guédiguian di questi ultimi anni Gloria Mundi. Forse è persino uno dei meno riusciti in assoluto. Eppure la poetica, i temi, i personaggi, le situazioni narrative tipiche del cinema più politico e personale del regista marsigliese (due caratteristiche che per lui vanno sempre di pari passo), rendono impossibile derubricare questo lavoro alla categoria di opera minore. [...] Vai alla recensione »
Dice Robert Guédiguian che "la grande vittoria del capitalismo è essere riuscito a distruggere quello che due secoli di lotte avevano costruito": stiamo vivendo "una regressione immane". Lo incontro con la sua compagna di vita e lavoro da sempre, Ariane Ascaride, ancora fresca del colpo al cuore di Gloria Mundi, il film che portano in concorso a Venezia.