Titolo originale | Fireball: Visitors From Darker Worlds |
Titolo internazionale | Fireball: Visitors From Darker Worlds |
Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Werner Herzog, Clive Oppenheimer |
Attori | Werner Herzog, Clive Oppenheimer . |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,42 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 16 novembre 2020
Un documentario sulle meteore e le stelle e il loro impatto sulla Terra.
CONSIGLIATO SÌ
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L'uomo convive da sempre con la presenza di micro o macro frammenti di meteoriti, lasciti di materiale extraterrestre piovuto sulla Terra ad altissime velocità. Werner Herzog, voce narrante, e il vulcanologo Clive Oppenheimer, intervistatore visibile davanti alla macchina da presa, si recano in luoghi differenti per interloquire con alcuni personaggi-chiave sull'analisi e sulle teorie scientifiche elaborate attorno ai meteoriti piovuti sul suolo attraverso i millenni.
A 78 anni, dopo una carriera lunga e ricca di opere in grado di reggere agevolmente l'ingombrante termine-etichetta di "capolavoro", Werner Herzog è divenuto gradualmente altro: affabulatore, personaggio capace di farsi notare davanti e dietro la macchina da presa, divulgatore scientifico.
Eccentrico lo è stato sin dal primo giorno (vedere per credere Werner Herzog Eats His Shoe), ma l'etichetta di impegnativo regista d'autore o i feroci duelli con Klaus Kinski sembrano appartenere a un tempo lontanissimo. Herzog del terzo millennio è un artista coltissimo, che gioca sapientemente con la diffusa percezione della sua personalità, fino a interpretare un cameo in una serie tv dell'universo di Star Wars (The Mandalorian), strappando consensi unanimi in un milieu dove riuscirci è tutt'altro che scontato.
Tutto questo come premessa al terzo film in un anno girato da Herzog, un documentario per Apple Tv+ che si muove da basi scientifiche per indagare su temi misticheggianti. Senza didascalismi da Discovery Channel o sparate pseudo-scientifiche da Peter Kolosimo o, per meglio dire, collocandosi esattamente a metà strada tra i due poli; dosando la giusta quota di nozioni da somministrare allo spettatore che vuole uscire dalla visione arricchito e la giusta quota di fascino affabulatorio che incatena lo sguardo, inducendo a credere che si nasconda sempre qualcosa di misterioso sotto la superficie.
Assistiamo a luoghi dove il passaggio dei meteoriti non reca più tracce visibili - il luogo in Yucatan dove 66 milioni di anni fa è caduto il bolide interplanetario responsabile della fine dei dinosauri - o ad altri dove il cratere è tuttora più che evidente, ad analisi rivelatrici del mistero di questi corpi e del loro possibile legame con la nascita della vita stessa, al legame mistico con stagioni ed eventi della storia terrestre (il 1492, la Kaaba conservata alla Mecca ma impossibile da analizzare).
Attraverso questo processo Herzog gioca con le nostre aspettative e i nostri pregiudizi (il passaggio sulla Kaaba e l'utilizzo di immagini riprese dagli smartphone di fedeli musulmani), levandosi lo sfizio di passare davanti alla macchina da presa pur di pronunciare una battuta ("Non sono fatto di polvere di stelle, sono bavarese") o di lanciare una stoccata contro la visione tipica delle scuole di cinema, che avrebbero tagliato una scena rea di violare diverse regole sulla regia di un documentario.
Herzog prima le infrange, includendo la scena, e poi dice perché, proseguendo la sua opera di costruzione di un discorso sul significato di fare cinema oggi, sotto le sembianze del film di interesse scientifico. È interessante accostare la visione di Fireball a quella di Fata Morgana per comprendere come siano mutati approccio e finalità di Herzog nei confronti del cinema del reale. A rimanere costante è l'impossibilità, qualunque sia il livello narrativo dell'operazione di nostro interesse, di raccontare qualcosa che non sia degno di tutta la nostra attenzione di spettatori.
Il primo incontro tra Werner Herzog e il vulcanologo inglese Clive Oppenheimer risale al 2007, anno in cui il regista bavarese realizza Encounters at the End of the World, affascinante "ritratto" della vita alla base di ricerca McMurdo in Antartide da parte degli scienziati coinvolti nel progetto (tra i quali lo stesso Oppenheimer). I cinque mesi spesi allora al Polo Sud sono stati galeotti di un'amicizia [...] Vai alla recensione »
Fra le cose belle di questo 2020 volto al termine, ci sono sicuramente le enunciazioni del canale meteo di David Lynch e non di meno il documentario di Werner Herzog e Clive Oppenheimer, Fireball: Visitors From Darker Worlds. Due prodotti completamente diversi a livello formale ma connessi per altre vie, una delle quali potrebbe essere l'esplorazione instancabile di nuovi spazi, l'uso da parte dei [...] Vai alla recensione »
C'è una cosa che continua a dare energia e bellezza al cinema di Werner Herzog, anche da quando la sua figura è diventata una sorta di marchio, una voce inconfondibile, una scritta sui muri («I believe in Werner Herzog»!), un corpo (The Mandalorian). Questa cosa è, e resta, lo stupore. In Fireball - Messaggeri dalle stelle, realizzato ancora con il professore di Cambridge Clive Oppenheimer (già in [...] Vai alla recensione »