beppe65
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giovedì 28 maggio 2020
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non mi è piaciuto. per niente.
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Posso dire che il film non mi è piaciuto senza passare per un incompetente? Bene, lo dico, perché questo film ha esattamente tutto quello che non mi piace di un film. Non mi è piaciuta la regia, davvero lenta e spezzettata, frammenti di famiglie che si fa fatica a seguire, non mi sono piaciuti i dialoghi, davvero insignificanti e inframmezzati da silenzi troppo lunghi che conciliano assai bene il sonno, non mi sono piaciute le scene troppo spesso fini a loro stesse e di una noia mortale, confesso di aver visto il film fino alla fine per cercare di giustificare le oltre quattro stelle decantate da Mymovies ma la fine del suddetto film l'ho vissuta come un'autentica liberazione.
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Posso dire che il film non mi è piaciuto senza passare per un incompetente? Bene, lo dico, perché questo film ha esattamente tutto quello che non mi piace di un film. Non mi è piaciuta la regia, davvero lenta e spezzettata, frammenti di famiglie che si fa fatica a seguire, non mi sono piaciuti i dialoghi, davvero insignificanti e inframmezzati da silenzi troppo lunghi che conciliano assai bene il sonno, non mi sono piaciute le scene troppo spesso fini a loro stesse e di una noia mortale, confesso di aver visto il film fino alla fine per cercare di giustificare le oltre quattro stelle decantate da Mymovies ma la fine del suddetto film l'ho vissuta come un'autentica liberazione. Non mi ha lasciato niente, nonostante Elio Germano mi piaccia parecchio come attore ma se questo è il nuovo neorealismo... preferisco decisamente il vecchio, quello di Rossellini, di De Sica, Germi, Pasolini e Visconti.
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marione
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giovedì 28 maggio 2020
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brutto, inutile, noioso
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So di essere una voce fuori dal coro, ma non mi è proprio piaciuto per niente. Girato malissimo, la telecamera grida vendetta per come è stata umiliata e martoriata, la storia è inutile e noiosa, non c'è alcun significato degno di nota, i dialoghi a volte non si percepiscono con un volume basso, veloci in accentuato romanesco.
Un brutto film con l'aggravante di essere arrogante perchè presentato come un opera autoriale dai profondi significati (del tutto assenti).
Ma soprattutto la noia regna sovrana, accompagnata dalla triste consapevolezza di perdere tempo a guardare una cosa inutile. Consiglierei ai gemelli D'Innocenzo di coltivare altri talenti e lasciar perdere il cinema, chi fa un film così come "Favolacce" sembra proprio negato.
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So di essere una voce fuori dal coro, ma non mi è proprio piaciuto per niente. Girato malissimo, la telecamera grida vendetta per come è stata umiliata e martoriata, la storia è inutile e noiosa, non c'è alcun significato degno di nota, i dialoghi a volte non si percepiscono con un volume basso, veloci in accentuato romanesco.
Un brutto film con l'aggravante di essere arrogante perchè presentato come un opera autoriale dai profondi significati (del tutto assenti).
Ma soprattutto la noia regna sovrana, accompagnata dalla triste consapevolezza di perdere tempo a guardare una cosa inutile. Consiglierei ai gemelli D'Innocenzo di coltivare altri talenti e lasciar perdere il cinema, chi fa un film così come "Favolacce" sembra proprio negato.
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stefano capasso
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lunedì 25 maggio 2020
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il mondo degli adolescenti
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Nella torrida estate della periferia romana una piccola comunità di vicini si incontra per trascorrere insieme momenti di svago. Li accomuna il fatto di avere dei figli adolescenti che frequentano la stessa scuola. Dietro un apparente clima di cordialità si nascondono le tensioni dei singoli individui e dei gruppi famigliari che finiscono per avere i ragazzi come capro espiatorio.
I fratelli d’Innocenzo mettono in scena una fiaba macabra che racconto il disagio esistenziale degli adulti e degli adolescenti. La recitazione estraniata, a volte grottesca, la stessa messa in scena che ricalca queste tendenze, sembra voler porre il racconto dalla parte dei ragazzi. D’altra parte è proprio dal diario di uno di loro che nasce la storia, condotto dalla voce fuori campo di chi ha ritrovato quel diario.
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Nella torrida estate della periferia romana una piccola comunità di vicini si incontra per trascorrere insieme momenti di svago. Li accomuna il fatto di avere dei figli adolescenti che frequentano la stessa scuola. Dietro un apparente clima di cordialità si nascondono le tensioni dei singoli individui e dei gruppi famigliari che finiscono per avere i ragazzi come capro espiatorio.
I fratelli d’Innocenzo mettono in scena una fiaba macabra che racconto il disagio esistenziale degli adulti e degli adolescenti. La recitazione estraniata, a volte grottesca, la stessa messa in scena che ricalca queste tendenze, sembra voler porre il racconto dalla parte dei ragazzi. D’altra parte è proprio dal diario di uno di loro che nasce la storia, condotto dalla voce fuori campo di chi ha ritrovato quel diario. La visione del mondo proposta è quella mai abbastanza rassicurante che è tipica degli adolescenti: ogni cosa può essere un pericolo, o fonte di disagio; vivere le esperienze che la vita ogni giorno propone è spesso faticoso, e la mancanza di un appoggio sicuro, come quello che dovrebbe essere degli adulti, finisce per far precipitare definitivamente i ragazzi nel loro mondo fatto di incubi
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andrea pilotti
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domenica 24 maggio 2020
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un'umanità soffocata dalla disperazione
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Ieri ho visto Favolacce, un film che arriva dritto come un pugno allo stomaco, non per tutti, sicuramente non adatto a chi vuole vedere un film per distrarsi.
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Ieri ho visto Favolacce, un film che arriva dritto come un pugno allo stomaco, non per tutti, sicuramente non adatto a chi vuole vedere un film per distrarsi. Lo stile narrativo è quello di una favola raccontata in terza persona, la sostanza è un'umanità rabbiosa che vive permeata dalla disperazione, il nichilismo materialista ha oramai consumato le anime, fino a togliere ogni speranza, non solo agli adulti, ma addirittura ai bambini....
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paola
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domenica 24 maggio 2020
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una storia atroce senza ironia
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Stilisticamente perfetto, e di sicuro impegnato nella denuncia di una società gretta e consumistica, con attori aderentissimi alla realtà tanto che non sono riuscita a capire mezza parola del romanesco (forse ci vogliono i sottotitoli), per me il film manca di una leggerezza che ne farebbe si un grande film. I bambini bravi seri e composti son già morti prima della fine. Comunicare tristezza in un momento storico come questo è davvero crudele, ma certo chi poteva prevedere?
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giorgiapiricci
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domenica 24 maggio 2020
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seconda volta ancora meglio
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Visto due volte in due giorni! La seconda volta ti stupisce ugualmente nonostante già si conosca l'epilogo... Ancora meglio. Ho letto e ascoltato favolacce paragonato a Polanski e Lynch ed è vero... senza spoiler però! Consigliatissimo
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francescofacchinetti
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domenica 24 maggio 2020
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capolavoro italiano.
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Eh sì, they did it again, anzi, they did it better. “Favolacce” è un pugno, è un urlo, è crudo ma elegante come solo il bel cinema sa essere. I Fratelli D’Innocenzo tornano dopo 2 anni da “La Terra Dell’Abbastanza” e cambiano le regole del gioco parlando a cuore aperto come quasi nessuno ormai fa più. Il pugno è per tutti quelli che di solito si girano dall’altra parte, che nel loop angosciante delle proprie vite ci sguazzano e che, per dargli una parvenza di normalità, ci trascinano pure gli altri. L’urlo, invece, è da parte di chi in quel loop ci si trova senza averlo scelto, i bambini, occhi (e menti) superiori, cuori non ancora viziati, sogni non ancora spezzati, sguardi che pesano addosso perché puri, e pure incazzati, da sentirsi giudicati senza bisogno di parole.
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Eh sì, they did it again, anzi, they did it better. “Favolacce” è un pugno, è un urlo, è crudo ma elegante come solo il bel cinema sa essere. I Fratelli D’Innocenzo tornano dopo 2 anni da “La Terra Dell’Abbastanza” e cambiano le regole del gioco parlando a cuore aperto come quasi nessuno ormai fa più. Il pugno è per tutti quelli che di solito si girano dall’altra parte, che nel loop angosciante delle proprie vite ci sguazzano e che, per dargli una parvenza di normalità, ci trascinano pure gli altri. L’urlo, invece, è da parte di chi in quel loop ci si trova senza averlo scelto, i bambini, occhi (e menti) superiori, cuori non ancora viziati, sogni non ancora spezzati, sguardi che pesano addosso perché puri, e pure incazzati, da sentirsi giudicati senza bisogno di parole. Non voglio raccontare niente, ma a distanza di ore lo stomaco è ancora coinvolto, tanto quanto il cuore e il cervello, la sceneggiatura è un puzzle, è come la vita, la scopri a pezzi, la metti insieme a morsi, la comprendi tutta solo alla fine, quando ormai è troppo tardi. Orso d’Argento alla Berlinale, gioiello e orgoglio italiano, “Favolacce” è una fotografia sudore su tela di una vicenda di fantasia manco per il cazzo.
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giorgiapiricci
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sabato 23 maggio 2020
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straordinario
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Film non per deboli di cuore. Mi è stato consigliato e a mia volta lo consiglio. Come mostrare la realtà emozionando come se fossimo davanti a un film di fantascienza. Attori, regia, colori, tutto a regola d'arte. Mai visto un film italiano così! Forse c'è lo zampino della Svizzera che infatti ha prodotto il film chissà! Cinque stelle, capolavoro, consigliatelo a un pubblico non troppo giovane o impressionabile!
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felicity
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venerdì 22 maggio 2020
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un film che attrae e allontana allo stesso tempo
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Un prodotto di difficile fruizione che attrae e allontana allo stesso tempo e che lascia quel senso di vuoto e amarezza che solo i grandi autori riescono ad imprimere ai loro titoli.
Storia corale di una piccola borghesia di un villaggio laziale dove serpeggia una rabbia sopita, un malessere sotterraneo. Una minaccia silenziosa avanza tra villette bifamiliari che sono un non luogo, potrebbe essere ovunque. Non si tratta di come un luogo forma un personaggio, ma il contrario.
Quella gente siamo tanti di noi, la mancanza di comunicazione dei genitori, la paura di perdere un ruolo auto-assegnato.
L’assuefazione all’infelicità e il ricamo dei beni illusori e consolatori, l’intolleranza, la crisi che grava sulle spalle di tutti.
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Un prodotto di difficile fruizione che attrae e allontana allo stesso tempo e che lascia quel senso di vuoto e amarezza che solo i grandi autori riescono ad imprimere ai loro titoli.
Storia corale di una piccola borghesia di un villaggio laziale dove serpeggia una rabbia sopita, un malessere sotterraneo. Una minaccia silenziosa avanza tra villette bifamiliari che sono un non luogo, potrebbe essere ovunque. Non si tratta di come un luogo forma un personaggio, ma il contrario.
Quella gente siamo tanti di noi, la mancanza di comunicazione dei genitori, la paura di perdere un ruolo auto-assegnato.
L’assuefazione all’infelicità e il ricamo dei beni illusori e consolatori, l’intolleranza, la crisi che grava sulle spalle di tutti.
Elio Germano (il protagonista) è uno dei tanti, mentre i vicini di casa un lavoro decente lo hanno, lui è un disoccupato col Suv, ha un pezzo di giardino dove cuocere carne e una piscina di plastica grande come una vasca.
La storia di Favolacce si svolge in un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo dei padri e la rabbia dei figli, diligenti e disperati, incapaci di farsi ascoltare mentre le conversazioni dei genitori sono coperte dai tg serali. Il punto di vista è quello del villaggio, la trama scorre come dei flash di disperazione assoluta dei figli che non riesce a tramutarsi in richieste di soccorso.
Una favola nera in un mondo di mezzo apparentemente normale.
Sicuramente Favolacce non è per tutti, eppure è un film che merita di essere visto perché ha dalla sua la capacità di generare una riflessione, nel bene o nel male.
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rossella
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mercoledì 20 maggio 2020
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favolacce nel cinema italiano
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Sensazionale film che non sembra affatto provenire dall'Italia. Coraggioso e giovane, brutale ma poetico e finalmente senza mode alla quale rispondere. Una gemma (unico peccato, non essere uscito al cinema per il coronavirus...) Vivamente consigliato a tutti i padri...
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