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francesca97
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giovedì 4 giugno 2020
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innovativo...
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Difficile lasciare una opinione a caldo... ma la
presentazione di Mereghetti si è parlato di film cult ed è difficile
pensare che Favolacce non lo possa diventare. Il pur ottimo Terra dell'abbastanza non arrivava a creare nello spettatore questo tipo di sensazioni così varie. L'unico difetto è che finisce troppo presto, come un libro (o un diario?) che non vorresti mai chiudere!
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cinenicolo
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giovedì 4 giugno 2020
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da far vedere nelle scuole
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Opprimente, hopperiano, educativo nella sua rappresentazione senza sconti dell'Italia di oggi. Andrebbe fatto vedere nelle scuole. Se parlassimo ai nostri ragazzi delle rovine lasciate da noi adulti potremmo sperare in un rinnovamento dei giusti valori.
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il-divo
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giovedì 4 giugno 2020
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disturbante ma audio disturbato
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Il coro unanime di consensi con cui lo ha accolto la stampa mi ha convinto subito a vederlo in streaming nonostante sapessi che la versione online ha l’audio fallato. Certe battute non si capiscono proprio ed è incredibile. Non tanto perché non sia possibile che abbiano caricato una versione errata, quanto per il fatto che la notizia giri da giorni e le piattaforme di streaming non si preoccupino di sostituirla.
La prima impressione che hai è che non sia un film italiano. La fotografia è americanissima, l’ambientazione rende la periferia romana più simile al Texas di quanto ti immagini. Harmony Korine e Terrence Malick aleggiano nelle lunghe scene metafisiche (la vera parte bella del film) e nei volti strambi e inquietanti di questi bambini protagonisti.
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Il coro unanime di consensi con cui lo ha accolto la stampa mi ha convinto subito a vederlo in streaming nonostante sapessi che la versione online ha l’audio fallato. Certe battute non si capiscono proprio ed è incredibile. Non tanto perché non sia possibile che abbiano caricato una versione errata, quanto per il fatto che la notizia giri da giorni e le piattaforme di streaming non si preoccupino di sostituirla.
La prima impressione che hai è che non sia un film italiano. La fotografia è americanissima, l’ambientazione rende la periferia romana più simile al Texas di quanto ti immagini. Harmony Korine e Terrence Malick aleggiano nelle lunghe scene metafisiche (la vera parte bella del film) e nei volti strambi e inquietanti di questi bambini protagonisti.
I D’Innocenzo hanno il pregio di aver messo in scena un film veramente scomodo, disturbante, che asfalta la lirica italico-mucciniana da Mulino Bianco. Non c’è lieto fine, non c’è salvezza. I D’Innocenzo mettono in scena una tragedia e lo fanno usando un linguaggio (fotografia e regia) che più che evolversi dall’epica italiana si avvicina a quella già esplorata da Garrone e Sorrentino. Il film merita già l'etichetta di cult per quanto riguarda storia e regia ma l'audio soffre e costringe spesso a tornare indietro.
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beppeclint
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giovedì 4 giugno 2020
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film pretenzioso cupo e noioso
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Sono pienamente daccordo con la recesione di Luciano Sibio. Aggiungo solo che, di quello che hanno biascicato in romanesco per tutta la durata del film, avrò capito si e no la metà. Quindi, se non siete del lazio e zone limitrofe lasciate perdere.
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mar rosso
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giovedì 4 giugno 2020
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diabolica perfezione
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La diabolica perfezione di questo film è da applausi.
La materia trattata poteva rivelarsi un campo minato, ma fortunatamente i due gemelli sanno come raccontare e mettere in scena con mezzi squisitamente cinematografici (vedasi l'uso geniale delle ottiche anamorfiche vintage), mantenendo sempre un equilibrio espressivo che per me ha del miracoloso.
Da vedere e rivedere, senza dubbio.
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mauridal
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martedì 2 giugno 2020
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i terribili fratelli
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Un film scritto e diretto da due fratelli, situazione che ha illustri precedenti e direi una storia lunga nella cinematografia. A partire dai Lumiere, passando per i Coen , per i fratelli Taviani, ancora per i Vanzina, , per finire con i Manetti Bros appunto. I due fratelli D Innocenzo , sono una conferma quindi di come una identità di singoli fratelli possa esprimersi nell’arte della cinematografia , che però coinvolge e si rivolge non tanto ai singoli individui ma alla comune identità collettiva di più persone estranee ,sconosciute tra loro ma accomunate contemporaneamente dalla visione di un film.
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Un film scritto e diretto da due fratelli, situazione che ha illustri precedenti e direi una storia lunga nella cinematografia. A partire dai Lumiere, passando per i Coen , per i fratelli Taviani, ancora per i Vanzina, , per finire con i Manetti Bros appunto. I due fratelli D Innocenzo , sono una conferma quindi di come una identità di singoli fratelli possa esprimersi nell’arte della cinematografia , che però coinvolge e si rivolge non tanto ai singoli individui ma alla comune identità collettiva di più persone estranee ,sconosciute tra loro ma accomunate contemporaneamente dalla visione di un film. Un mistero dunque di come possa nascere in due fratelli , addirittura gemelli come nel caso di Fabio e Damiano D’Innocenzo, una coincidente visione della realtà da raccontare , a favore di un pubblico di spettatori non certo soltanto parenti o amici degli autori, ma sicuramente amici fraterni del cinema . Da qui forse il mistero si chiarisce , nella visione del film favolacce , poiché la storia narrata non è la realtà vissuta direttamente dai due autori, ma un richiamo di storie ascoltate , anche immaginate nella mente di ragazzini , di adolescenti anche bambini che osservano, ascoltano il mondo degli adulti, che sono i genitori, per primi, e poi tutta la varia umanità buona o cattiva, malvagia o docile con cui vengono in contatto. Dunque più che una favolaccia, si racconta una storiaccia di genitori che non lo sono, in senso affettivo, educativo o di buon esempio per la vita di future generazioni. Il film è una dichiarazione di sfiducia verso gli adulti genitori falliti o mancati, sfiducia tragicamente poi dimostrata da figli bambini , oppure adolescenti che lasciati soli si auto distruggono e dunque scompaiono . Intanto il linguaggio narrativo non è un realismo verista, ma direi più onirico e immaginario , poiché il racconto si svolge come un diario di una ragazzina che appunto descrive le storture e le violenze familiari. Intanto è probabile che i registi abbiano tratto dai loro ricordi di infanzia o adolescenziali, le storie narrate , ma sicuramente il film procede per immagini come un collage di situazioni ,personaggi , luoghi volti non necessariamente legati in successione . Il dialetto romanesco parlato ,farfugliato non sempre aiuta il racconto ,ma l’esperimento narrativo è interessante, il ritmo si allunga nel finale per chiudere nel silenzio del volto dell’unico attore che recita sul serio, Elio Germano ,efficace nel personaggio di padre incapace, inadeguato a crescere i figli. Un film che non pretende di essere una denuncia o un racconto psicologico, consegna al pubblico una rimessa narrativa di immagini e storie liberate dai due registi, fautori di una probabile novella corrente del cinema italiano. (mauridal)
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lunedì 1 giugno 2020
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pretenzioso
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L'abbiamo noleggiato sull'onda delle ottime recensioni e siamo rimasti profondamente delusi. Oltre che dall'ormai insopportabile romanesco biascicato e veramente incomprensibile, la delusione scaturisce dal susseguirsi di scene lunghe girate con una leziosità priva di senso, un esempio: la ripresa sott'acqua di un numero interminabile di tuffi. Ci sono momenti anche intensi, l'ultima scena di Elio Germano è strepitosa, ma tutti affastellati senza un nesso, senza il crescendo indispensabile all'epilogo. E poi, ultima ma non ultima, la spaventosa banalizzazione e ridicolizzazione del ruolo della scuola.
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pietro deluca
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venerdì 29 maggio 2020
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cult
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Non ci troviamo in una periferia problematica ma in un contesto suburbano abbastanza variegato seppur piccolo, chiuso e soffocante; uno scenario ibrido tra Desperate Housewives e la Dogville di Lars Von Trier dove si sperimenta un narrazione american gothic in un contesto italianissimo.
Favolacce non è dunque solo una fiaba dark contemporanea ma un malessere, una critica, un’espressione di rabbia che nonostante porti sotto i riflettori l’indifferenza, non lascia allo spettatore lo stesso sentimento. Cult istantaneo delle nuove generazioni.
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v.zera
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venerdì 29 maggio 2020
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orgoglio italiano
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Orso d'oro a berlino, 9 candidature ai nastri, tutto meritato per questo capolavoro italiano.
Finalmente un film che non si accontenta di raccontare quello che sappiamo già.
Cast stellare, miglior film dell'anno fino a adesso.
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foffola40
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venerdì 29 maggio 2020
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fim a tesi
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I due registi nuotano (vedi anche la terra dell'abbastanza) nel momdo esistente del degrado dell'umanità siano adulti o giovani è lo stesso nessun barlume: solo istinti, brutalità, paolacce cattive: Le botte di Elio Germano al figlio Denis mi sono rimaste negli occhi pari a quelle dei poliziotti americani contro i neri. Le riprese sono anche efficaci e la musica adatta allo sconforto che assale lo spettattore. Comunque va visto ma non su Googleplay come è successo a chi scive. Orribile e faticosa la ricerca e le mille richieste anche dopo aver pagato il canone di noleggio. Meno male che doveva essere il sistema per chi sta a casa cioè gli anziani ..
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I due registi nuotano (vedi anche la terra dell'abbastanza) nel momdo esistente del degrado dell'umanità siano adulti o giovani è lo stesso nessun barlume: solo istinti, brutalità, paolacce cattive: Le botte di Elio Germano al figlio Denis mi sono rimaste negli occhi pari a quelle dei poliziotti americani contro i neri. Le riprese sono anche efficaci e la musica adatta allo sconforto che assale lo spettattore. Comunque va visto ma non su Googleplay come è successo a chi scive. Orribile e faticosa la ricerca e le mille richieste anche dopo aver pagato il canone di noleggio. Meno male che doveva essere il sistema per chi sta a casa cioè gli anziani ...foffola40
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