fabiofeli
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giovedì 25 giugno 2020
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la malattia di vivere si cura morendo
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Qualcuno trova un diario dove fatti di ogni giorno si affastellano insieme dipingendo un poco memorabile posto come può essere Spinaceto; lo sfoglia pigramente con l’intento di proseguire nel riempire le pagine che si interrompono. Ma i fatti che vengono narrati sono meritevoli di essere ricordati? Non si direbbe: cosa c’è di particolare in una festa di compleanno filmata in un video? Oppure nella lettura delle pagelle di due bambini monotonamente costellate di 10, nonostante lo scarso genio dei genitori. Neanche una piscina gonfiabile che diventa il luogo degli scherzi e dei giochi d’acqua di tutti, senza bisogno di recarsi in spiaggia qualche chilometro più in là, può essere qualcosa di speciale, addirittura una specie di status symbol, se si esclude che in certi periodi, grazie alla vicinanza promiscua, ci si possono scambiare i pidocchi.
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Qualcuno trova un diario dove fatti di ogni giorno si affastellano insieme dipingendo un poco memorabile posto come può essere Spinaceto; lo sfoglia pigramente con l’intento di proseguire nel riempire le pagine che si interrompono. Ma i fatti che vengono narrati sono meritevoli di essere ricordati? Non si direbbe: cosa c’è di particolare in una festa di compleanno filmata in un video? Oppure nella lettura delle pagelle di due bambini monotonamente costellate di 10, nonostante lo scarso genio dei genitori. Neanche una piscina gonfiabile che diventa il luogo degli scherzi e dei giochi d’acqua di tutti, senza bisogno di recarsi in spiaggia qualche chilometro più in là, può essere qualcosa di speciale, addirittura una specie di status symbol, se si esclude che in certi periodi, grazie alla vicinanza promiscua, ci si possono scambiare i pidocchi. In quel caso il rimedio è il taglio totale dei capelli e il mascheramento con una parrucca, oppure l’utilizzo di un insetticida come il Malathion, un organothiofosfato ultimamente dichiarato sospetto agente cancerogeno. In quel modo si guastano le amicizie e non resta che bucare la piscina gonfiabile. Altra cosa è l’avvenimento di qualcuno che prende il morbillo ed allora si fanno stare i bambini vicini se c’è qualcuno che non l’ha ancora preso. Niente di memorabile, anche se un uomo vive con il figlio in una roulotte ed è felice di avere due ingressi; ma la vera felicità di questo uomo esplode quando scopre che il taciturno figlio, magro da far spavento perché quasi non mangia, guida il pick up come fosse Hamilton impegnato in un circuito con mille curve. Piccoli flirt tra i ragazzi con innamoramenti improvvisi. Una ragazza un po’ più grande, sui 16 anni, non sa che rispondere alla domanda diretta di un bambino chiaramente affascinato che le chiede se voleva veramente avere il bambino che porta in grembo; e lei si infuria. Ma il malessere creato da domande dirette esplode anche dove sembra che tutto funzioni … Il primo film dei fratelli D’Innocenzo, gemelli con meno di 32 anni, La terra dell’abbastanza non aveva convinto appieno: una vicenda priva di una bussola morale, ma con spunti interessanti che si concludeva tragicamente. La collaborazione con Garrone in Dogman ha maturato le loro qualità cinematografiche di sceneggiatori e registi. Non è solo merito della grande bravura di Elio Germano se il loro film ha raccolto l’Orso d’argento a Berlino, perché la recitazione di tutto il gruppo, segnatamente gli adolescenti, fila liscia come l’olio verso la drammatica conclusione, perché la malattia di vivere si cura e si vince solo morendo. L’augurio ai due gemelli è di continuare con la stessa bravura il loro sodalizio, già carico di frutti. Un film duro, asciutto da seguire sequenza per sequenza. Valutazione **** FabioFeli
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zoja91
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mercoledì 24 giugno 2020
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un capolavoro che resterà
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Già con LA TERRA DELL'ABBASTANZA i fratelli d'innocenzo ci avevano immersi in un mondo impossibole
ma pieno di bellezza e sfumature. Qui si ripetono ma con una grandezza cinematografica ancora maggiore, con ancora più rischi e una lontananza abissale dal 'vecchio' cinema italiota. Evviva FAVOLACCE evviva il vero grande cinema.
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goldy
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domenica 21 giugno 2020
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aggiorniamo il grido di munch
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Temo possa diventare il film simbolo per le generazioni future. Didascalico nel'analizzare cosa sono diventati i rapporti tra umani. Tutto è scarnificato e quali sono gli
"Ossi di seppia "che rresistono ? l'aggressività, il machismo, la rabbia, la violenza, la mancanza di senso, il grugnito che sopravvive al dialogo. Favola dark? Tutt'altro. Storia vera verissima. E' la nuova realtà, l'aggiornamento del grido di Munch,
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dariobersani88
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giovedì 18 giugno 2020
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rivisto al cinema è ancora meglio
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E lo rivedrò una terza volta. Ogni visione aggiunge qualcosa alla precedente...
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irepop
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mercoledì 17 giugno 2020
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da rivedere al cinema!
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L'ho rivisto già tre volte. Continuo ad avere voglia di rivederlo. Ora che arriva al cinema non mi farò mancare la visione in sala. Di questo film amo le tematiche, la sceneggiatura, l'essere un film Italiano nuovo e coraggioso, il poter dire "questo film parla anche di me". Ma più di tutto la Fotografia. La profondità di campo è usata sapientemente, quasi in maniera simbolica, per dividere il modo dei bambini da quello degli adulti. La mia inquadratura preferita si conferma, anche alla terza visione, quella della madre al telefono. Adoro il movimento della mdp che transita da un mezzo busto, a un primo piano a il dettaglio di un solo occhio nitido. È potente. Non rinunciate alla visione, ve ne pentirete!
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giusen
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martedì 16 giugno 2020
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una favola nera che colpisce come un pugno
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Un film che ti resta addosso e sui cui temi ho meditato molto nei giorni dopo averlo visto.
Registicamente curatissimo ti immerge in un'atmosfera tanto reale quanto tinteggiata da sapori d'inferno che personalmente mi ha fatto venire in mente, naturalmente con le dovute differenze tematiche e stilistiche, lo svelamento della realtà di provincia di Velluto Blu di Lynch.
La sceneggiatura lascia molte interpretazioni aperte, ma sfrutta le inquadrature come veri e proprio punti di vista sulla vicenda, passando dai genitori ai bambini allo sguardo distante di un lontano narratore.
La storia del film affronta di petto il disagio della provincia romana, che rappresenta tutte le provincie d'Italia e tutti noi, nello stanco trascinarsi della vita che spesso ci inghiotte.
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Un film che ti resta addosso e sui cui temi ho meditato molto nei giorni dopo averlo visto.
Registicamente curatissimo ti immerge in un'atmosfera tanto reale quanto tinteggiata da sapori d'inferno che personalmente mi ha fatto venire in mente, naturalmente con le dovute differenze tematiche e stilistiche, lo svelamento della realtà di provincia di Velluto Blu di Lynch.
La sceneggiatura lascia molte interpretazioni aperte, ma sfrutta le inquadrature come veri e proprio punti di vista sulla vicenda, passando dai genitori ai bambini allo sguardo distante di un lontano narratore.
La storia del film affronta di petto il disagio della provincia romana, che rappresenta tutte le provincie d'Italia e tutti noi, nello stanco trascinarsi della vita che spesso ci inghiotte.
Interpreti magistrali, a partire da Elio Germano fino ai bambini che regalano al film un sapore straniante e struggente.
Da vedere assolutamente!
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danielemanche
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lunedì 15 giugno 2020
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conquistato
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I cineasti D’Innocenzo (classe 88’), nei 95 minuti del racconto, percorrono molti nodi complessi: un paese distrutto e scoraggiante, l’infanzia privata (nel senso di rubata), le noie di adulti troppo stanchi per cambiare le cose. Il cinema dei fratelli gemelli è pura scrittura in versi e quel loro modo di girare (apparentemente a vuoto) porta il nostro sguardo in giro per il racconto, ora congelandolo e ora rendendolo sincopato, alternando momenti strategici ad esplosioni di sentimento; ecco che il sentire interiore delle figure si stratifica per poi uscire con forza, ecco che il represso si agita sotto la superficie e all’improvviso deborda.
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I cineasti D’Innocenzo (classe 88’), nei 95 minuti del racconto, percorrono molti nodi complessi: un paese distrutto e scoraggiante, l’infanzia privata (nel senso di rubata), le noie di adulti troppo stanchi per cambiare le cose. Il cinema dei fratelli gemelli è pura scrittura in versi e quel loro modo di girare (apparentemente a vuoto) porta il nostro sguardo in giro per il racconto, ora congelandolo e ora rendendolo sincopato, alternando momenti strategici ad esplosioni di sentimento; ecco che il sentire interiore delle figure si stratifica per poi uscire con forza, ecco che il represso si agita sotto la superficie e all’improvviso deborda.
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virgiliovhs
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lunedì 15 giugno 2020
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il miglior film del 2020!
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Rapidamente il film che il cinema italiano aveva bisogno. Toccare la cosa più importante di questo stato in questo modo è pura critica senza mezzi termini! Il film ha una storia impeccabile raccontata con le giuste figure retoriche, i bimbi e elio germano innalzano il tutto su un altro livello con le loro interpretazioni allucinanti
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antonellasegre
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sabato 13 giugno 2020
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consigliatissimo
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Capolavoro! Pensavo di sapere cosa aspettarmi ma è stato comunque inaspettato. Un pugno ferrato sui denti! Uno spaccato realista ma anche surreale e grottesco. Un'occhio, di bambino, indagatore intimo ed inquietante, su personaggi fuoriusciti dalla traballante piccolissima borghesia romana: arrivisti, "moralmente, eticamente, civilmente fragile, insicura, frastornata" e infantile. Adulti ancora in fasce e bambini di cui forse si esige una crescita. Come una favola c'è anche una dimensione spensierata (inaspettata), ma il tutto è pervaso da inquietudine ansiogena, che forse è la dimensione adulta che emerge dal narratore. Infine un pifferaio suona una danza macabra nella testa di topolini in gabbia alla ricerca d'una via d'uscita.
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Capolavoro! Pensavo di sapere cosa aspettarmi ma è stato comunque inaspettato. Un pugno ferrato sui denti! Uno spaccato realista ma anche surreale e grottesco. Un'occhio, di bambino, indagatore intimo ed inquietante, su personaggi fuoriusciti dalla traballante piccolissima borghesia romana: arrivisti, "moralmente, eticamente, civilmente fragile, insicura, frastornata" e infantile. Adulti ancora in fasce e bambini di cui forse si esige una crescita. Come una favola c'è anche una dimensione spensierata (inaspettata), ma il tutto è pervaso da inquietudine ansiogena, che forse è la dimensione adulta che emerge dal narratore. Infine un pifferaio suona una danza macabra nella testa di topolini in gabbia alla ricerca d'una via d'uscita. Consigliatissimo: crudo ma senza sangue.
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dariobersani88
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mercoledì 10 giugno 2020
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senza fiato nè parole
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Non ho nessuna recensione perché tutti i miei pensieri e le sensazioni si sono cucite nella mia anima e hanno scosso il mio corpo e non credo che sarà facile trasformarle in parole... Grazie per questo capolavoro
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