|
|
lucia majer
|
mercoledì 29 luglio 2020
|
noiosissimo
|
|
|
|
Film di una noia mortale. Pretenzioso, non raggiunge lo scopo che si è prefissato. Assai poco credibile.
|
|
|
[+] lascia un commento a lucia majer »
[ - ] lascia un commento a lucia majer »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
massimiliano santucci
|
lunedì 27 luglio 2020
|
niente favole e carezze
|
|
|
|
La mancanza di una trama ed un sonoro (spero) volutamente sgranato non fanno venir meno il messaggio dolente e potente, quasi uno strale, lanciato nei confronti dei genitori, di tutti i genitori. Perchè se quelle raccontate in questa "favolaccia" costituiscono le estreme e poco probabili conseguenze del male di vivere adulto mal digerito da adolescenti tristi, non di meno dobbiamo ricordare che "I bambini ci guardano" (film di De Sica del '44). Guardano le nostre miserie, la nostra irrisolutezza, le nostre insoddisfazioni, la nostra aggressività non sempre repressa. Fingono, a volte, di non capire. Non ci vogliono ferire ma ci giudicano con lo sguardo. Nella peggiore delle ipotesi, come in questo bel film noir, "non val medicina, non giova la China, non si può guarire, bisogna morire" ed è sulle note di "Passacaglia della vita" che si chiude l'ultima sequenza del film.
[+]
La mancanza di una trama ed un sonoro (spero) volutamente sgranato non fanno venir meno il messaggio dolente e potente, quasi uno strale, lanciato nei confronti dei genitori, di tutti i genitori. Perchè se quelle raccontate in questa "favolaccia" costituiscono le estreme e poco probabili conseguenze del male di vivere adulto mal digerito da adolescenti tristi, non di meno dobbiamo ricordare che "I bambini ci guardano" (film di De Sica del '44). Guardano le nostre miserie, la nostra irrisolutezza, le nostre insoddisfazioni, la nostra aggressività non sempre repressa. Fingono, a volte, di non capire. Non ci vogliono ferire ma ci giudicano con lo sguardo. Nella peggiore delle ipotesi, come in questo bel film noir, "non val medicina, non giova la China, non si può guarire, bisogna morire" ed è sulle note di "Passacaglia della vita" che si chiude l'ultima sequenza del film. Non c'è spazio per l'ottimismo e la rinascita, lo spettatore è colpito e affondato. il film ottimamamente riuscito.
Mi potrei dilungare con riflessioni socio politiche ma risulterei fazioso nell'affermare che questi adulti irrisolti sono figli del berlusconismo e oggi quasi sicuramente votano Meloni o simpatizzano per Casa Pound ("zecca comunista" è l'epiteto che il vicino di casa assegna ad Elio Germano, salvo poi condividere con lo stesso farfugliatissimi apprezzamenti a sfondo machistico-sessuale nei confronti di una delle mamme alla festa di compleanno della figlia). Tra i due, lo si capisce subito dopo, non c'è contrapposizione ma solo disperazione e rabbia, rabbia che si riversa su di una piscina di plastica, su di un soffocamento mancato, su di un figlio troppo acuto.
L'energia elettrizzante ma negativa del film è sostenuta da un sempre eccellente Elio Germano (ma non sono da meno gli attori ragazzini), da primi piani pasoliniani e da un uso spietato ed efficace del fuori campo. Grande ritorno al cinema realista per un film che di certo non può piacere a tutti, specialmente a coloro che dal grande schermo si aspettano favole e carezze.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a massimiliano santucci »
[ - ] lascia un commento a massimiliano santucci »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
lizzy
|
sabato 25 luglio 2020
|
la realta'' supera sempre la fantasia!
|
|
|
|
Ho sempre pensato che spesso un regista qualunque potrebbe fare un ottimo film solo prendendo non solo gente dalla strada, ma mettendo in scena fatti di sconcertante quotidianità.
Io, personalmente, negli ultimi decenni ne ho sentite veramente di tutti i colori e quindi la visione del film non mi ha lasciato un ottima impressione per la trama in se, ma per il coraggio di girare il film e per come è stato sceneggiato e recitato, semmai.
Se di Elio Germano tutti ne conosciamo bravura e capacità invece è proprio dei "benemeriti sconosciuti" che ci possiamo meravigliare.
I ragazzi stessi, fin troppo nella parte da non sembrare manco attori, ma i reali protagonisti della storia.
[+]
Ho sempre pensato che spesso un regista qualunque potrebbe fare un ottimo film solo prendendo non solo gente dalla strada, ma mettendo in scena fatti di sconcertante quotidianità.
Io, personalmente, negli ultimi decenni ne ho sentite veramente di tutti i colori e quindi la visione del film non mi ha lasciato un ottima impressione per la trama in se, ma per il coraggio di girare il film e per come è stato sceneggiato e recitato, semmai.
Se di Elio Germano tutti ne conosciamo bravura e capacità invece è proprio dei "benemeriti sconosciuti" che ci possiamo meravigliare.
I ragazzi stessi, fin troppo nella parte da non sembrare manco attori, ma i reali protagonisti della storia.
Sicuramente la trama non è l'albero motore del film, ma le quotidiane umane meschinità si.
Di padri come il Germano (nel film) quanti ne conosco, di donne del genere delle protagoniste pure...
Sicuramente si può passare sopra certe leggerezze interpretative (tipo il poco "scalmazzo" dovuto alla scoperta delle bombe e di chi le ha create, come il non incriminare subito il professore carnefice reo di aver fatto il lavaggio del cervello ai suoi alunni.
Ma su tutto quel che ho apprezzato, forse ancora di più del contesto e del tema stesso dell'opera, spicca la rocambolesca colonna sonora e gli effetti audio.
Brani e musiche (e suoni e rumori vari) che non possono non metterti un certo brivido nel corpo, per finire nell'apoteosi del titolo di coda: "Passacaglia della vita", qua nella incredibile versione (che, colpevolmente, non conoscevo) eseguita da Rosemary Standley e Dom La Nena...
Non avrei potuto immaginare miglior conclusione per tutto il film.
In conclusione: un perfetto contraltare (romanesco) a "La Grande Bellezza" e vicino al quale conserverò questo capolavoro.
Bellissimo. Altro che Fellini!
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a lizzy »
[ - ] lascia un commento a lizzy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
fedenisi
|
mercoledì 22 luglio 2020
|
oltre il cinema
|
|
|
|
Struggente opera ... la struttura classica della favola viene distrutta da quelle che sono le atmosfere fanciullesche e magiche. Con una regia strepitosa e aliena, vengono proposti colori caldi ma mai accoglienti, vista l'angoscia che ci viene trasmessa dalla visione. Grazie alle interpretazioni accattivanti di ogni singolo attore (che direzione degli attori anche bambini!), l'essere di tutti i personaggi viene reso ben chiaro sin dall'inizio con poche azioni. Sapiente il modo in cui ci viene fatto capire lo stato d'animo instabile dei ragazzi di cui si parla, a volte causato dai genitori, altre dai propri errori.
[+]
Struggente opera ... la struttura classica della favola viene distrutta da quelle che sono le atmosfere fanciullesche e magiche. Con una regia strepitosa e aliena, vengono proposti colori caldi ma mai accoglienti, vista l'angoscia che ci viene trasmessa dalla visione. Grazie alle interpretazioni accattivanti di ogni singolo attore (che direzione degli attori anche bambini!), l'essere di tutti i personaggi viene reso ben chiaro sin dall'inizio con poche azioni. Sapiente il modo in cui ci viene fatto capire lo stato d'animo instabile dei ragazzi di cui si parla, a volte causato dai genitori, altre dai propri errori. Il finale è letteralmente straziante, a tratti disturbante, lasciando spazio ad una riflessione riguardante ciò che accade. Fofi l’aveva scritto, questo film va oltre il capolavoro... come dargli torto?
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a fedenisi »
[ - ] lascia un commento a fedenisi »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tommaso1
|
domenica 19 luglio 2020
|
inguardabile
|
|
|
|
ho resistito solo 1 ora, Ditemi cosa significa e cosa c'è di interessante in una donna che strizza una tetta e bagna un biscotto che mangerà. Senza storia, senza senso, primi piano che vorrebbero essere significativi. Film come questi porteranno alla morte del cinema.
|
|
|
[+] lascia un commento a tommaso1 »
[ - ] lascia un commento a tommaso1 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
salcat
|
sabato 18 luglio 2020
|
italian beauty
|
|
|
|
Il film radicalizza l'incolmabile vuoto della società contemporanea portandolo a conseguenze estreme e poco credibili. Da qui (forse) il titolo "favolacce" e tutto l'incipit iniziale. Il tema è già stato oggetto di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, una su tutte "American Beauty". L'errore sta proprio qui: voler ripercorrere quel sentiero con conclusioni ancor più spiazzanti. Ottima la regia... ma lo stesso messaggio poteva "passare", a parer mio, con una storia un po' più credibile e meno metaforica. Molto probabilmente, oggi, abbiamo bisogno di una "favola" per comprendere gli aspetti negativi della nostra società.
[+]
Il film radicalizza l'incolmabile vuoto della società contemporanea portandolo a conseguenze estreme e poco credibili. Da qui (forse) il titolo "favolacce" e tutto l'incipit iniziale. Il tema è già stato oggetto di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, una su tutte "American Beauty". L'errore sta proprio qui: voler ripercorrere quel sentiero con conclusioni ancor più spiazzanti. Ottima la regia... ma lo stesso messaggio poteva "passare", a parer mio, con una storia un po' più credibile e meno metaforica. Molto probabilmente, oggi, abbiamo bisogno di una "favola" per comprendere gli aspetti negativi della nostra società. Peccato.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a salcat »
[ - ] lascia un commento a salcat »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
venerdì 17 luglio 2020
|
carver
|
|
|
|
Duro.... Ho trovato un bel po’ di Carver/ Villette stile America ( anche nell’inquadratura dall’alto..), Motel, vendita oggetti fuori casa, neonata muore cadendo..... o no?
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
effepi57
|
lunedì 13 luglio 2020
|
questi sono dei geni
|
|
|
|
Non ricordo l'ulrimo film che mi ha lasciato un'impressione così positiva. Senz'altro si pone nel filone realista del grande cinema italiano (ma si può trovare anche un po' di Wenders e un po' di fratelli Cohen) , con un linguaggio moderno nei tempi, e con un accompagnamento musicale - che definirei: "suoni" - anch'esso destrutturato, come il rapporto tra genitori e figli. Questi ulitmi sono senz'altro la parte positiva (anche nella stupenda recitazione) nel film e nella società, più maturi dei genitori anche senza una loro guida. Forse un po' didascalica la denuncia che neanche la scuola riesca a dare riferimenti culturai certi.
[+]
Non ricordo l'ulrimo film che mi ha lasciato un'impressione così positiva. Senz'altro si pone nel filone realista del grande cinema italiano (ma si può trovare anche un po' di Wenders e un po' di fratelli Cohen) , con un linguaggio moderno nei tempi, e con un accompagnamento musicale - che definirei: "suoni" - anch'esso destrutturato, come il rapporto tra genitori e figli. Questi ulitmi sono senz'altro la parte positiva (anche nella stupenda recitazione) nel film e nella società, più maturi dei genitori anche senza una loro guida. Forse un po' didascalica la denuncia che neanche la scuola riesca a dare riferimenti culturai certi. Bravi, non riesco a immaginare come farete a restare all'altezza di questo capolavoro.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a effepi57 »
[ - ] lascia un commento a effepi57 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
vanessa zarastro
|
sabato 11 luglio 2020
|
charlie brown a spinaceto
|
|
|
|
“Favolacce” è uno squarcio di mondo della periferia sud romana con tipologie diverse dell’abitare, viste con gli occhi dei bambini. Una sorta di “Peanuts” dove il milieu però è ben diverso da quello della tranquilla middle class americana narrata da Charles M. Schulz.
Raccontato in prima persona da Dennis (con la voce di Max Tortora) un ragazzino che apparentemente ha solo 11 o 12 anni, “Favolacce” evidenzia il disagio dei giovani nei diversi rapporti con i genitori in quel tipo di famiglie.
[+]
“Favolacce” è uno squarcio di mondo della periferia sud romana con tipologie diverse dell’abitare, viste con gli occhi dei bambini. Una sorta di “Peanuts” dove il milieu però è ben diverso da quello della tranquilla middle class americana narrata da Charles M. Schulz.
Raccontato in prima persona da Dennis (con la voce di Max Tortora) un ragazzino che apparentemente ha solo 11 o 12 anni, “Favolacce” evidenzia il disagio dei giovani nei diversi rapporti con i genitori in quel tipo di famiglie. Dalla villetta bifamiliare dove Dennis (Tommaso Di Cola), vive con la sorella e la madre, mentre l’aggressivo e frustrato padre (un bravissimo Elio Germano) gonfia una piscina di gomma nel giardino, alla baracca prefabbricata nel verde dove vive Geremia (Justin Kurovnin) con suo padre Amelio (Gabriel Montesi). Lì vicino, sempre a Spinaceto, abita una loro amica, Viola (Giulia Melillo), che ha qualche difficoltà di apprendimento e anche, una ragazza incinta in attesa del fidanzato.
La scuola unifica ma solo apparentemente: per i bambini è il luogo di socializzazione, ma senza essere livellati.
Lo spazio architettonico di una città è spesso considerato nella sua accezione di macrocosmo organizzato che rappresenta il territorio su cui insiste, un vasto sistema di segni e forme che dà vita ad un tessuto connettivo riconoscibile e riproducibile. Questo quartiere di periferia, invece, è un microcosmo che non riesce a unificare le esperienze, dilata le percezioni di chi vi risiede e non diventa mai uno spazio misurabile e vivibile, ma solo un luogo d’incontro/scontro delle esperienze quotidiane.
La vicenda narrata coralmente si svolge durante tutta un’estate romana, tra la chiusura della scuola e la sua riapertura. Sotto un’apparenza di vita usuale si celano ipocrisie, rivalità e invidie, ed esistenze che vanno avanti per forza d’inerzia.
Così come era stato per “La terra dell’abbondanza” le persone che vivono in queste zone non sono né buone né cattive, sono persone primarie che vivacchiano così il quotidiano, senza ideali né valori etici. Il film appare mono-tono nel senso che qualsiasi cosa succeda, dall’azione giornaliera ripetuta alla tragedia inaspettata, viene vissuta sempre con la stessa gradazione.
Questo cinema di realismo allucinato può essere considerato uno spietato ritratto anti-narrativo in senso tradizionale, mentre sono le stesse immagini a essere pura narrazione, commentate dal sonoro delle assordanti cicale.
I Fratelli D’Innocenzo, vincitori per la sceneggiatura dell’Orso d’argento al Festival di Berlino 2020 (già coautori anche della sceneggiatura di “Dogman”), in questo secondo lungometraggio da registi, usano un linguaggio visivo estremo di pasoliniana memoria - dai primissimi piani dei protagonisti, ai dettagli apparentemente insignificanti - e storpiano, talvolta, le immagini per farle apparire come incubi ad occhi aperti. Sono inoltre maestri del fuori campo, infatti nessuna violenza si consuma davanti agli occhi dello spettatore, talvolta è allusa, percepita nello sguardo inorridito del protagonista.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
olivettigiorgia
|
mercoledì 8 luglio 2020
|
miglior film dell’anno
|
|
|
|
Miglior film e miglior sceneggiatura dell'anno... I Nastri D'argento premiano i gemelli D'Innocenzo, autori di un'opera folgorante e seducente. L'Italia dovrà tenerseli stretti o l'America, come per Sorrentino e Guadagnino, ce li porterà via troppo in fretta
|
|
|
[+] lascia un commento a olivettigiorgia »
[ - ] lascia un commento a olivettigiorgia »
|
|
d'accordo? |
|
|
|