Un riuscito spaccato familiare che sa commuovere con generosità. Online fino al 30 aprile grazie a Festival Arkadiko.
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di Tommaso Tocci
Il tredicenne Ramin vive provvisoriamente in una cittadina della Finlandia, dove la famiglia si è rifugiata scappando dal nativo Iran. La famiglia rimane però in attesa, nell’incertezza di sapere se la domanda di asilo permanente per restare in Finlandia verrà accettata. Nel frattempo, il ragazzo affronta le difficoltà dell’adolescenza.
Come i suoi personaggi, Hamy Ramezan è nato in Iran ma alle porte dell’adolescenza si è ritrovato in Finlandia. Ed è naturale che per il suo primo lungometraggio di finzione si sia rivolto a una delle esperienze che più hanno segnato la sua vita. È questo calore, che viene inequivocabilmente dal vissuto, a infondere Any Day Now di un pathos tangibile, meno cronachistico rispetto a opere simili che affrontano il tema di immigrazione e accoglienza. In una storia che rifiuta i grandi gesti drammatici e le convenzioni abituali, si trova la passione dei piccoli gesti e l’importanza dei valori umani anche quando non sono risolutivi.