Il film sorprende con una regia sicura e una perfetta sincronia tra le due protagoniste. Disponibile su MioCinema.
di Tommaso Tocci
Il rapporto tra Vika e Asia, figlia diciassettenne e madre di origine russa immigrata a Gerusalemme, si fa più complicato di quanto sarebbe lecito aspettarsi quando a Vika viene diagnosticata una malattia degenerativa che attacca rapidamente le funzioni respiratorie e motorie. Le tensioni finora latenti tra Asia e la ragazza vengono rapidamente in superficie, squarciando quel velo di piccole bugie e malcelate distanze tra le due. Asia, trentacinquenne single con un duro lavoro da infermiera a spezzettarne le responsabilità materne, conserva un giovanile senso di indipendenza che sua figlia, sempre meno autonoma e più indebolita, dovrà necessariamente mettere in crisi.
È una sorpresa il bell’esordio della regista israeliana Ruthy Pribar, che mette in scena un canovaccio classico intessuto di toni drammatici con una nettezza di osservazione particolarmente potente e un dettagliato lavoro sulle prove attoriali. Le due protagoniste Alena Yiv e Shira Haas rendono madre e figlia dei personaggi sfaccettati dalle varie sfumature di originalità.