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Verdict, il ritratto viscerale di una società patriarcale esasperante

Una storia ignobile raccontata a distanza ravvicinata. Premio della Giuria nella sezione Orizzonti di Venezia 76. 
di Paola Casella

venerdì 13 settembre 2019 - Mostra di Venezia

Joy è una giovane donna di Manila con una figlia di sei anni, Angel, e un marito ubriacone e tossicodipendente, Dante, per cui ogni scusa è buona per picchiare la moglie, spesso davanti alla bambina. All'ennesima gragnola di calci e pugni Dante colpisce anche la piccola Angel, e Joy tira la linea: fugge dalla polizia e denuncia il marito, come non aveva osato fare durante le tante segnalazioni precedenti. Da quel momento inizia per moglie e marito un iter burocratico interminabile, irto di difficoltà tanto per il colpevole (che naturalmente si dichiara innocente) quanto per la vittima.
La famiglia di Dante deve indebitarsi per pagare un avvocato senza scrupoli che chiede una parcella esorbitante e si riserva il privilegio di ritirarsi davanti all'eventuale mal parata, e Joy viene assistita da un pubblico ministero che si barcamena all'interno di un sistema giudiziario fortemente maschilista.
Il reperimento dei testimoni si rivela per Joy un altro ostacolo a causa dell'omertà che vige nel suo quartiere degradato, e la donna si trova a subire continue pressioni da parte delle autorità di polizia che la invitano a "riconciliarsi" e a "pensare al bene di sua figlia" e ritirare la denuncia.

Il fatto positivo che esista nelle Filippine un reparto esplicitamente dedicato alla Violenza contro le donne e i bambini è controbilanciato da un sistema giudiziario e sanitario e da forze di polizia che minimizzano i crimini contro i membri più esposti di una società, delegittimando le vittime e favorendo i maschi adulti in ogni circostanza. Quel che è più avvilente è che Joy e Dante sono messi in condizione di condividere continuamente gli spazi angusti e sovraffollati delle aule di polizia o di tribunale, e dunque messi sullo stesso piano e avvicinati in modo che Joy continua ad avvertire fisicamente la presenza minacciosa di Dante.

Il regista e sceneggiatore Raymund Ribay Gutierrez ha 26 anni coma la protagonista di Verdict, con cui esordisce sul grande schermo, ma ha già una mano sicura e una narrazione fortemente empatica.

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