Salvatores ritrova le sue radici e si reinventa in un road movie potente, girato con grazia ed empatia, felicemente a briglia sciolta. Recensione di Paola Casella, legge Francesco Buttironi.
di A cura della redazione
Vincent ha 16 anni e un disturbo della personalità con cui sua madre Elena convive. Col tempo ad aiutare Elena è arrivato Mario, che ha adottato il ragazzo. Ma quando sulla scena irrompe Willi, padre naturale del ragazzo, l'equilibrio si rompe, e il ragazzo trova una via di fuga: si infila nel furgone di Willi, cantante da balere diretto a una tournée nei Balcani.
Per Salvatores Tutto il mio folle amore è un ritorno al road movie, suo genere del cuore, e al recupero di una libertà espressiva che, come in passato, prende la forma del viaggio iniziatico.
Salvatores racconta questa "fuga in avanti" con grazia ed empatia, col genuino entusiasmo di un regista che, alle soglie dei 70 anni, ritrova le sue radici cinematografiche e si reinventa, lasciandosi anche lui trascinare dalla fame di vita di Vincent.
In occasione dell'uscita al cinema di Tutto il mio folle amore, Francesco Buttironi interpreta la recensione di Paola Casella.