Thirty

Film 2019 | Drammatico 120 min.

Titolo originaleDreissig
Anno2019
GenereDrammatico
ProduzioneGermania
Durata120 minuti
Regia diSimona Kostova
AttoriHenner Borchers, Övünç Güvenisik, Pascal Houdus, Raha Emami Khansari, Misha Lukashuk Kara Schröder.
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Simona Kostova. Un film con Henner Borchers, Övünç Güvenisik, Pascal Houdus, Raha Emami Khansari, Misha Lukashuk. Cast completo Titolo originale: Dreissig. Genere Drammatico - Germania, 2019, durata 120 minuti. Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 28 novembre 2019

Un gruppo di amici passa la notte tra le strade di Berlino.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
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Un'opera a basso budget che indaga con determinazione una generazione ai margini della propria vita.
Recensione di Paola Casella
martedì 3 dicembre 2019
Recensione di Paola Casella
martedì 3 dicembre 2019

Cinque amici si incontrano a Neukölln, quartiere “alternativo” di Berlino, per festeggiare il compleanno di uno di loro: non un compleanno qualsiasi, ma quei trent’anni che dovrebbero sancire il passaggio definitivo all’età adulta. Peccato che nessuno dei cinque abbia ancora una vita stabile, professionalmente o personalmente: sono tutti single, dopo che due di loro - l’espatriato francese Pascal e l’attrice di origini mediorientali Raha, che indossa una t-shirt con la scritta “refugees welcome” - si sono appena lasciati. Pascal ha un buon lavoro ma sogna di trasferirsi a Tokyo; Raha fa l’attrice ma non ha ancora sfondato. Quanto agli altri, Kara è arrabbiata e confusa, Henner maschera dietro alla sua esuberanza clownesca una dark side che non tarderà a mostrarsi, e Ovi, il festeggiato, è uno scrittore in piena crisi da pagina bianca.

È proprio da un piano sequenza su Ovi che parte la narrazione di Thirty, opera prima di Simona Kostova, regista e sceneggiatrice bulgara trapiantata in Germania, e il virtuosismo di quella prima scena è il tallone d’Achille di un film impegnato soprattutto a mostrare ciò che Kostova ha imparato nelle scuole di cinema tedesche.

La sua notevole abilità dietro la cinepresa è messa in bella mostra, ma interferisce con una narrazione esile come le vite dei personaggi che racconta. Kostova ha una buona capacità di gestire la luce (e il buio: si pensi alla scena dell’illuminazione progressiva delle candeline sulla torta di compleanno di Ovi), il colore e i primi piani, ma spesso indugia sulle inquadrature oltre il necessario. Il suo studio di una generazione in preda all’horror vacui rischia lo stesso compiacimento narcisistico che manifestano i cinque protagonisti (che hanno gli stessi nomi propri dei loro cinque interpreti), creando un’aderenza fra forma e contenuto forse non del tutto volontaria.

Il mondo boho chic di questi Peter Pan, cui si aggiungerà una ragazza meno problematica e onanista nel corso della serata, è fatto di vernissage modaioli e scatole cinesi che contengono il nulla, ma anche Thirty soffre di una simile inconsistenza, e la pretenziosità di certe situazioni e affermazioni (“Possiamo influenzare il nostro destino o è tutto già predefinito?”) diventa quella del racconto filmico stesso.

Così se da un lato la regista fotografa accuratamente uno spaesamento esistenziale che appartiene a molti giovani neotrentenni, attratti da una città giovane e multiculturale come Berlino, ma incapaci di tenere il passo con la sua velocità (anche se la attraversano in fretta, in bici o di corsa), dall’altro si attarda nella descrizione insistita della loro giornata a scapito di una storia che possa coinvolgere il pubblico.

Forse l’elemento più interessante, cinematograficamente parlando, è la gestione del sonoro: un aspirapolvere sopra i titoli di testa, un frullatore che ottunde una conversazione (pseudo) esistenziale. Resta la capacità di Kostova di indagare i volti e i corpi dei suoi soggetti ai margini delle loro vite, l’agilità con cui passa dai primissimi piani ai campi lunghi (e viceversa) la determinazione a stare dentro la storia che racconta: per un film girato in 8 giorni con un budget di 5000 euro, è già qualcosa.

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martedì 3 dicembre 2019
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