Paolo Quaregna ricorda con fermezza e pacatezza che le barriere non sono mai una soluzione. Dall'8 luglio al cinema.
di Giancarlo Zappoli
Il film, seguendo il cammino della famiglia Stea, da Sannicandro di Bari, prima minatori in Belgio nell'immediato dopoguerra, poi lavoratori occasionali a Toronto e a Montreal, infine lavoratori nelle miniere di ferro di Schefferville, nel Grande Nord canadese, offre i ritratti di nove "migranti economici" e dei loro figli che hanno saputo adattarsi a una nuova vita, attivando nuove radici, senza perdere il legame con la loro "italianità".
In tempi in cui il solo pronunciare il sostantivo 'migranti' fa scattare reazioni che spesso hanno molto poco di razionale e che spingono verso polarizzazioni che non si confrontano con la realtà quotidiana non sarà mai sufficientemente ringraziato chi ci invita a ricordare che noi, quegli italiani che per una facile propaganda vengono 'prima', siamo venuti 'prima' nel tempo anche per quanto riguarda proprio quel termine.