I Miserabili |
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Un film di Ladj Ly.
Con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djibril Zonga, Issa Perica.
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Titolo originale Les Misérables.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Francia 2019.
- Lucky Red
uscita lunedì 15 giugno 2020.
- VM 14 -
MYMONETRO
I Miserabili
valutazione media:
3,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se Victor Hugo arriva in banlieu
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Ogni tanto succede. Entriamo in un film convinti di trovarci su un terreno familiare, ma poco a poco perdiamo ogni riferimento. Fino a riesaminare tutto ciò che credevamo di sapere. Premio della giuria a Cannes, questo film formidabile (in sala dal 12) espugna il genere a cui appartiene per farne qualcosa di radicalmente nuovo. Mai visto le banlieue parigine filmate con tanto amore e tanta spietatezza. Mai incontrato tre "flic" diversamente odiosi ma tutti umanissimi come i protagonisti di questo thriller nato da un corto a sua volta ispirato a un documentario dello stesso regista, Ladj Ly. Che a forza di riprendere il sobborgo in cui è nato e cresciuto, la Montfermeil già cara a Victor Hugo (di qui il titolo), nel 2008 filma un violento pestaggio della polizia scatenando un putiferio.
Questa la scintilla iniziale. "I miserabili" però va ben oltre.
Come in tanti thriller Usa il punto di vista è quello di tre poliziotti, due veterani rotti a tutto, un bianco e un nero, e un novellino diciamo garantista. Ecco dunque la ronda nel quartiere. Ecco scherzi pesanti e giochi di potere, contro il novellino e contro gli indigeni, pure loro non sempre dei santi. Ma senza mai abbandonare una dimensione a suo modo comunitaria (il film si apre sui festeggiamenti a Parigi per la vittoria della Francia ai mondiali del 2018, e nella gioia non c' è differenza di pelle o di classe che tenga). Fra capiclan senza scrupoli, ex-delinquenti convertiti all' Islam e zingari furiosi perché è sparito il leoncino del circo, tira una brutta aria. Ma l'ago della bilancia, non sorprenda nell' anno di Greta, sono i ragazzini, specie quel magrolino occhialuto (figlio di Ladj Ly ironicamente) che con il suo drone armato di videocamera curiosa un po' troppo. E finirà per far esplodere, letteralmente, le contraddizioni del quartiere in un tutti-contro-tutti che evoca "L' odio" di Kassovitz o lo Spike Lee di "Fa la cosa giusta" ma con una durezza e insieme una finezza, una capacità di non giudicare, una quantità di dettagli di prima mano (i tre poliziotti sono straordinari ma dietro ogni porta, ogni volto, ogni svolta del racconto, c' è una sorpresa), che scuotono e conquistano. Classe 1980, figlio di immigrati del Mali, cresciuto in un Paese che il cinema lo insegna a scuola, Ladj Ly prova che la Francia è malata ma produce anticorpi. Potremmo dirlo anche noi?
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