Anton Giulio Onofri
Close-Up
I 'nuovi' miserabili (il riferimento a Victor Hugo è palesato dall'esergo che compare prima dei titoli di coda: 'Non esistono erbe cattive, né uomini cattivi; ma soltanto cattivi cultivateurs', cioè coltivatori, ma anche educatori) sono la fauna umana che popola le profonde banlieues parigine, dove la vita scorre secondo codici antichi e tribali, e dove ridotta al minimo è l'autorità di un Stato incapace di gestire e regolamentare un'integrazione etnica sempre più problematica. Fare un film sull'argomento pone senz'altro delle scelte di tipo ideologico, ma più che politico meglio sarebbe dire 'cinematografico': Ladj Ly, nato a Parigi ma di origine africana (Mali, per la precisione) ha optato per un 'urban western' dalle tinte forti e dai toni grevi, virando questo suo Les Misérables più verso un cinema popolare e di facile impatto (è sufficiente prestare ascolto all'ovvietà delle suggestioni della colonna musicale) a scapito di un'autorialità che magari non gli interessa o non gli appartiene - nonostante un paio di sequenze eccellenti tutt'altro che rare nei prodotti di una cinematografia in discreta salute come quella francese - insinuando nei festivalieri più esigenti parecchie perplessità sul suo inserimento nel concorso ufficiale. [...]
di Anton Giulio Onofri, articolo completo (2311 caratteri spazi inclusi) su Close-Up 16 maggio 2019