Il bel film d'esordio di Christina Choe è lo studio di un personaggio smarginato, indefinibile perché sempre in fuga da se stesso. Da giovedì 12 dicembre al cinema.
di Ilaria Ravarino
Nancy Freeman ha una madre malata, grandi aspirazioni da scrittrice e un'esistenza digitale più movimentata di quella reale. Sul web gioca a interpretare altre persone, inganna gli utenti che le scrivono, organizza persino incontri cui si prepara nei minimi dettagli, pur di sostenere le proprie bugie. Ma quando sua madre muore, in Nancy si spezza qualcosa. Colpita dall'intervista rilasciata in tv da Leo e Ellen, una coppia che trent'anni prima ha smarrito la figlia, Nancy si convince di essere la loro bambina. E bussa alla porta dei due genitori, nella speranza che la riconoscano.
Se c'è qualcosa che persiste di Nancy, anche molto tempo dopo la prima visione, sono gli occhi rotondi e inquieti di Andrea Riseborough, e quello sguardo liquido che sembra sempre sull'orlo di qualcosa. In procinto di piangere, di tradire, di tradirsi o di fare qualcosa di terribile. A se stessa o agli altri.