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Ultimo aggiornamento venerdì 16 novembre 2018
La squadra speciale Red Zone deve portare a termine una missione letale e pericolosa: proteggere un informatore a conoscenza di segreti che potrebbero sventare attacchi terroristici. In Italia al Box Office Red Zone - 22 Miglia di Fuoco ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 927 mila euro e 548 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Jimmy Silva è un agente dell'intelligence statunitense con un problema di controllo della rabbia. Quando lui e il suo team sono a caccia di una partita di cesio radioattivo nel sud-est asiatico, si consegna a loro Li Noor, disposto a consegnare il cesio in cambio di asilo politico.
Il binomio Berg-Wahlberg arriva al quarto film realizzato insieme e la questione, come e più che nei casi precedenti, si fa etico-politica. Fino a che punto è possibile prescindere da un punto di vista disturbante come quello adottato?
È indubbiamente insolito assistere a una celebrazione esplicita della capacità invasiva delle telecamere piazzate ovunque o della potenzialità distruttiva dei droni, quando utilizzati per far esplodere un bersaglio ostile. Ma il fatto che siano punti di vista inconsueti non li rende più accettabili. Il problema è che, pur provando ad analizzare Red Zone - 22 miglia di fuoco rimanendo imparziali, pur provando ad accettare la logica dell'action movie duro e puro, con le sue regole e le sue priorità, la disinvoltura di Peter Berg spesso conduce lo script oltre l'intelligibilità.
Si attende fino all'epilogo di capire meglio la vicenda e chi muove i fili, ma è come se mancassero dei ganci tra i diversi segmenti del film: non è una questione di limitare al minimo le spiegazioni su plot e moventi, sembra più disinteresse nel rendere gli avvenimenti comprensibili (salvo arrivare a una spiegazione pretestuosa dopo 30 minuti di film, in cui il personaggio di John Malkovich riepiloga quanto avvenuto fino a lì).
Di certo non aiuta un montaggio talmente frenetico e ipercinetico da rendere le mosse di silat di Iko Uwais flash subliminali, anziché immagini da esperire nella loro pienezza. La scena in cui il personaggio di Uwais si libera di due assalitori travestiti da dottori è sacrificata sull'altare dell'editing, laddove Gareth Evans, regista di The Raid, avrebbe preservato la purezza del gesto. E qui si arriva al punto. The Raid: Redemption e The Raid 2 - Berandal, per molti ridefinizione del genere action, sono un evidente punto di riferimento, per la volontà di destrutturazione della canonica ripartizione in tre atti del film hollywoodiano, insieme all'estetica di Sicario, che include una violenza "illegale" in faccende di spionaggio e doppiogiochismo. Ma ai personaggi è difficile affezionarsi - che eroe è Jimmy Silva, cosa giustifica il suo atteggiamento collerico nei confronti dei colleghi? - e la rivelazione sulla natura monca di Red Zone, impossibile da concepire senza l'ausilio di un sequel, completa la sensazione di artificiosità dell'intera operazione.
Con Red Zone Peter Berg gira forse il suo film migliore. Il regista rinuncia alla spettacolarità tonitruante e all'esasperata leggibilità delle scene d'azione che erano diventate il suo marchio di fabbrica, concentrandosi sulla perfetta tenuta di 94 tesissimi minuti. Magnifica performance di un John Malkovich qui in veste di caratterista di lusso, rossocrinito e in sneaker. Vai alla recensione »
La presenza di due attori di grosso calibro come Mark Wahlberg e John Malkovich non salva la mediocrità di questo film che mi ha profondamente deluso. muttley72 ne ha descritto solo una parte delle negatività, come "telecamere (troppo) nervosamente "sballottate" nelle scene...effetto "mal di mare" per lo spettatore ecc.
Spinto da un eccitante Trailer (visto al cinema prima dell'inizio di un altro film) e dal fatto che M. Wahlberg, in genere, partecipa a film d'azione (o di guerra) decenti, ieri sono andato a vedere "Red Zone-22 miglia di fuoco", un film dichiaratamente d'azione. La trama è abbastanza semplice e viene svelata persino nel trailer e nel titolo del film: un agente [...] Vai alla recensione »
Sono a dir poco perplesso con alcuni commenti, ma ovvio, ognuno...solo che davvero mi appaiono esagerati, in senso negativo. Credo che per esaminare un film bisogna prima di tutto coglierne LO SCOPO. Lo scopo non e' principalmente fare un film tecnicamente ineccepibile, per cio meglio vedersi IL COLORE VIOLA o simili....che appunto hanno pero altro SCOPO.
Co-prodotto dal regista e da Wahlberg,un thriller action di ottima resa spettacolare con sparatorie e combattimenti a suon di arti marziali belli frenetici e vorticosi.Non si cerca originalità,situazioni e personaggi sono quelli soliti come i temi del sacrificio e del dovere,ma ritmo e tensione non mancano mai c'è più di una sequenza visivamente notevole(il prologo,il combattimento [...] Vai alla recensione »
Le uniche cose belle sono le scene di sparatore, agguati e combattimenti, come in tutti i film di questo genere. ma in questo la trama è incomprensibile. Solo per dirne una: cosa succede alla fine sull'aereo che sta portando via il soggetto conteso?
Una squadra speciale della CIA dislocata in Indonesia, deve proteggere un importante informatore al fine di sventare dei letali attacchi terroristici. Attraverso le infuocate 22 miglia che separano l'informatore dall'agognata salvezza, prende vita un caotico action movie che racconta la guerra al terrorismo tramite l'occhio clinico di un drone ultra moderno.
Niente di particolarmente innovativo, ma una buona confezione di genere. Un inaspettato colpo di scena e una conclusione in sospeso lasciano aperta la strada ad un sequel di cui in realtà nessuno sente il bisogno.
Questa volta c'è da sperare che il cinema non sia profetico: perché sullo schermo (vedi anche Hunter Killer, attualmente nelle sale) è tornata a deflagrare la Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti. Che poi tanto fredda non è. In Red Zone la combatte Jimmy Silva, bipolare agente americano che deve intercettare un quantitativo di cesio 139. La scena è un paese del sud-est asiatico; dove il misterioso [...] Vai alla recensione »
Prima avvertenza: tappatevi gli orecchi. Per novanta minuti bazooka e bombe fanno un frastuono infernale. Ma appena prendono fiato, lasciano spazio a sentenze pseudofilosofiche di irresistibile comicità. Involontaria, beninteso. Il tutto sotto gli occhi bovini dell'agente speciale della Cia James Silva, chiamato a scortare a Giacarta per le 22 miglia del titolo originale, un informatissimo spione. Vai alla recensione »
Prima la diplomazia, poi i militari. Dove falliscono le due opzioni, scatta la terza: loro, la Red Zone, gente che neanche esiste, ma possono cambiare i destini del mondo. Già sentito? Uff, quante volte! 007 è il nonno con la barba bianca. La cosa buffa (involontariamente) è che l'avventura della squadra di Wahlberg, raccontata al ritmo di un'inquadratura al secondo, sembra la costola di un più complesso [...] Vai alla recensione »