Memories of the Alhambra

Film 2018 | Fantascienza

Regia di Gil Ho Ahn. Una serie Da vedere 2018 con Shin-Hye Park, Hyun Bin, Min Jin-Woong, Park Hoon, Seung-Jun Lee, Eui-sung Kim. Cast completo Titolo originale: Memories of the Alhambra. Genere Fantascienza - Corea del sud, 2018, - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 1 - EPISODI: 

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Ultimo aggiornamento venerdì 26 luglio 2019

Le azioni di un videogioco cominciano a defomare la realtà e tutti quelli che ci sono a contatto.

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Una stimolante storia cyberpunk che offre una riflessione illuminata sul tema della Realtà Aumentata.
Recensione di Lorenza Negri
venerdì 26 luglio 2019
Recensione di Lorenza Negri
venerdì 26 luglio 2019

Il CEO di un'azienda che sviluppa videogame, Yoo Jin-woo, si reca in Spagna a caccia del giovane sviluppatore di un gioco in realtà aumentata talmente immersivo da garantire di rivoluzionare per sempre il settore. Quando Jung Se-joo risulta irreperibile, il risoluto e cinico manager ne rintraccia la sorella maggiore Jung Hee-joo, proprietaria di un ostello a Granada, per appropriarsi dei diritti di distribuzione del gioco - un'avventura medievale ambientata nella suggestiva cornice dell'Alhambra - prima che lo faccia il suo ex socio e rivale Cha Hyung-seok. Quando Yoo si rende conto che le azioni compiute nel videogioco si ripercuotono nella vita vera è troppo tardi: in ballo ci sono la sua sanità mentale e la vita.

Memories of the Alhambra (traduzione di Recuerdos de la Alhambra, celeberrima composizione alla chitarra che risuona a ogni sessione di gioco) ha debuttato in Italia su Netflix - e poco prima in patria sul canale Tvn - a inizio anno, una delle serie più viste della Storia della Tv via cavo sudcoreana.

Sedici episodi (la lunghezza standard per gli show prodotti da questo Paese) con una trama orizzontale che inizia e si risolve in un'unica stagione incentrata su un soggetto all'avanguardia e un protagonista ostico che guida un piccolo esercito di personaggi altrettanto negativi e prevaricatori. Il fondatore della futuristica J one Yoo Jin-woo è tutt'altro che un eroe positivo: egoista, ingannatore e bugiardo, colleziona divorzi e non ha remore nel tentare con ogni mezzo di sottrarre i diritti di Alhambra ai legittimi proprietari e al rivale.
Quest'ultimo, Cha Hyung-seok è stato cacciato dall'azienda dal padre che gli ha preferito l'amico; Cha Byung-jun, professore universitario e mogul della J One, è un genitore arido e un uomo che non esita a rovinare l'esistenza di chiunque metta a rischio la solidità della sua potente zaibatsu; infine la seconda moglie di Jin-woo Ko Yoo-ra è un'attrice fedifraga, ipocrita e arrivista.

Inaspettatamente, optare per una figura antagonistica in una posizione normalmente riservata all'eroe e circondarlo di comprimari altrettanto discutibili innesca un'involontaria affezione per questi personaggi, molto più simili a noi spettatori di quanto vorremmo ammettere. Tanto più che la protagonista femminile, la timida, passiva e arrendevole Hee-joo (già docile eroina della serie teen Heirs), innamorata dello scaltro Ceo, risulta il carattere meno interessante della storia.

Un altro elemento che rompe gli schemi della narrazione seriale sudcoreana è la scelta di mettere in secondo piano il romance, la storia d'amore immancabile nei k-drama - perlopiù sviluppati intorno a un intreccio amoroso - qui inserita solo per esigenze di format. Flebile, inutile e un po' meschina (lui si avvicina a lei solo in un momento di prostrazione) è la parte meno digeribile di Memories of the Alhambra, che invece è da vedere come stimolante storia cyberpunk che offre una riflessione illuminata sul tema della AR (Augmented Reality) e delle sue conseguenze sulla psiche umana.

Nel corso della serie Yoo Jin-woo, "villain" sulla via della redenzione e sorta di Elon Musk asiatico, è preso totalmente dalla foga di superare i livelli sempre più ardui del gioco e perde gradualmente il contatto con il mondo che lo circonda e la capacità di distinguere tra reale e virtuale; in stato di allerta costante (i "nemici" possono manifestarsi in qualsiasi momento), raggiunge un livello di esaurimento psicofisico esasperante. È un esito verosimile di un futuro vicinissimo e possibile che l'autrice Song Jae-Jung intuisce e descrive con coinvolgente precisione. Merito anche degli effetti speciali, nettamente superiori alla media delle altre serie coreane (basti pensare ai risibili SFX del fantasy epico Korean Odissey), specialmente nella ricreazione degli ambienti virtuali e dell'ologramma Emma.

Memories of the Alhambra è stato girato per buona parte in Europa - tra Granada, Barcellona e Girona - secondo una tendenza sempre più popolare di investire in esose location esotiche (lo stesso vale per Descendants of the Sun e Legend of the Blue Sea), che per il pubblico occidentale è invece un modo per sentire più familiari le produzioni del lontano Oriente.

Memories of the Alhambra è un altro k-drama reperibile su Netflix, come il seminale Mr. Sunshine, confezionato con una qualità e uno sforzo produttivo alla stregua dei cugini americani. La Corea del Sud, da vent'anni a questa parte, ha sfornato centinaia di serie generate dalla Hallyu, la nouvelle vague locale che coinvolge anche la musica e il cinema: per la stragrande maggioranza realizza show basati su temi soggetti variegati e spesso piuttosto originali, in controtendenza rispetto alle produzioni americane ed europee prevalentemente incasellate in format di genere (sitcom, medico legale, procedurale...).

L'autrice di Memories of the Alhambra è Song Jae-Jung, già creatrice di W: Two Worlds Apart anch'esso ambientato tra due realtà - la nostra e quella dei fumetti - nonché una dei numerosi autori donna del panorama seriale sucoreano (e una delle poche di quello internazionale appalto per lo più maschile, valga l'esempio degli USA). Nel cast brilla il Hyun Bin visto nei film Love Me, Love Me Not e Late Autumn (entrambi presentati al Festival di Berlino) e nella serie Secret Garden, attore che non teme di addossarsi un ruolo poco lusinghiero senza lesinare sull'antipatia. Il destino del suo personaggio si risolve in un finale aperto, molto alla (William) Gibson che sotto gli auspici migliori (e improbabili) potrebbe evolvere in una seconda annata di stampo hard scifi.

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venerdì 26 luglio 2019
Lorenza Negri

Dalla Corea un'acuta visione della contemporaneità. Disponibile su Netflix. Vai all'articolo »

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