Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Gabe Polsky |
Attori | Wayne Gretzky, Jerry Rice, Pelé, Ken Robinson (III), David Epstein Muhammad Alì, David Bowie, Tom Brady (II), Roger Federer, Michael Jordan, Alan W. Watts, Richard Williams (II), Serena Williams, Venus Williams. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 maggio 2020
Documentario che svela i segreti dello sport attraverso la testimonianza dei più grandi atleti di tutti i tempi. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Writers Guild Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Un documentario che si chiede cosa renda tali i campioni dello sport, quali siano le qualità che li rendono in grado di trascendere i limiti e le regole della loro stessa disciplina, e se la loro crescita, istruzione e metodi di allenamento possano in qualche modo spiegare il loro essere unici. Il brasiliano Pelé, miglior calciatore del ventesimo secolo, il canadese Wayne Gretzky, leggenda dell'hockey su ghiaccio, e Jerry Rice, detentore di vari record nella NFL, sono tra i personaggi che raccontano la loro storia di atleti fuori dall'ordinario.
Il genio, più che la grandezza, è lo sfuggente oggetto d'indagine nel documentario del regista Gabe Polsky.
Il regista sceglie lo sport come campo d'azione ma spesso allude a dinamiche ancora più ampie, con incursioni nell'arte e nel pensiero creativo. La struttura piuttosto semplice è basata su cinque interviste principali, con il giornalista David Epstein e lo studioso Ken Robinson a dare prospettiva ai racconti di Gretzky, Rice e Pelé. Questa intrigante disquisizione su cosa caratterizza davvero l'eccellenza umana, e su come essa si possa favorire e studiare, è animata da uno spirito spesso più aneddotico che analitico, come a confermare che la materia non è in fondo conoscibile ma soltanto ammirabile.
Per il pubblico italiano, abituato a una cultura - sportiva e non - che da sempre celebra il guizzo artistico e il gesto trascendente, sarà interessante il confronto con una prospettiva statunitense che deve invece impegnarsi più duramente per slegare l'idea di eccellenza da risorse misurabili, allenabili, ingrandibili. Con stupore si guarderà quindi a istituzioni come il NFL Scouting Combine, manifestazione annuale con cui la federazione di football analizza le caratteristiche fisiche delle reclute più promettenti, come fossero pezzi di bestiame. Polsky la utilizza come punto di partenza, per noi forse è un punto esclamativo che dice già tutto.
Nel mezzo, soprattutto Gretzky sembra mettere in mostra una consapevolezza quasi letteraria del suo personaggio (il proverbiale "campione nella testa" prima che nel fisico) e una capacità di scomporne la mitologia. Tra gli interessanti dibattiti educativi sul ruolo della libertà e dell'assenza di pressione nella crescita di bambini più creativi oltre che - si spera - più sani, In search of greatness fila via piacevolmente e si sofferma su vari altri classici esempi di genio e sregolatezza nello sport, da Muhammad Ali fino a John McEnroe. È ironico che proprio McEnroe sia al centro di un altro film recente (L'impero della perfezione), paradigma di quella grandezza inaspettata che In Search for Greatness si sforza così tanto di comprendere senza poterla raggiungere.
Presentato al festival cinematografico di Chicago nel novembre 2018, esce in questi giorni presso diverse piattaforme In Search of Greatness, il quarto documentario di Gabe Polsky, regista quarantenne di origine russa, anzi bisognerebbe dire sovietica, emigrato a tredici anni negli Stati Uniti. Il suo secondo film, intitolato Red Army, era stato presentato fuori concorso nel 2014 al Festival di Cannes. [...] Vai alla recensione »