Titolo originale | Calcutta. Tutti in piedi |
Anno | 2018 |
Genere | Musicale, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Giorgio Testi |
Attori | Calcutta, Frances Ascione, Francesco Bellani, Dario Brunori, Chiara Calderale Paolo Carlini (II), Giovanni De Sanctis, Daniele di Gregorio, Francesca Michielin, Francesca Palmidessi, Alberto Paone, Pierluigi Pardo, Giorgio Poi, Francesco Sarsano, Valeria Svizzeri. |
Uscita | lunedì 10 dicembre 2018 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,01 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 dicembre 2018
Un vero e proprio viaggio intimo all'interno del mondo artistico e privato di Calcutta, fatto di canzoni, amicizie, ricordi, collaborazioni
CONSIGLIATO SÌ
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6 agosto 2018. Il cantautore che si esibisce davanti a 13mila fan è un nerd di Latina con i pantaloni sformati e il cappelletto a visiera di ordinanza, che rivolge al pubblico domande imbarazzanti come: "Vi piace il concerto?" Ma il suo pubblico lo ama così, perché questo è Calcutta, al secolo Edoardo D'Erme: un ragazzo di provincia di nemmeno trent'anni che canta la quotidianità dei Millennial, quelli che "la cantina buia dove noi" di battistiana memoria "non l'hanno avuta mai". Calcutta - Tutti in piedi è il live di quel concerto, a suo modo epocale, e ci fa entrare nel mondo del musicista pontino che scrive non solo per se stesso ma anche per cantanti più celebri come Francesca Michielin e Nina Zilli, Fedez e J-Ax. Uno che, giusto a confermare la sua fama di star nascente del pop contemporaneo, ha ricevuto gli endorsement di Jovanotti e Selvaggia Lucarelli.
Giorgio Testi, regista romano diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia ed esperto in live di artisti famosi (dagli Stones agli Oasis a Amy Whinehouse), si cala nell'universo ruspante di Calcutta e lo illustra per la generazione Youtube: la grafica è naif e colma di icone kawaii, di finestre pop up e screen shot da cellulare, di meme e manga, di piccioni e di gabbiani (cioè di fauna selvatica metropolitana).
Ci sono anche le pubblicità fasulle (un solo sponsor, poiché Calcutta è orgogliosamente indie) fa marchette in tutte le lingue, ma con accento italiota. Ci sono i video di Francesco Lettieri, cui il Festival di Pesaro ha dedicato una retrospettiva, e Giacomo Laser, i collage di Gio Pastori, le animazioni di Andrea Chronopulos: tutta roba orgogliosamente "fatta in casa".
Calcutta si muove in questo universo di camerette del territorio, cita Fondi e Sabaudia (di cui restituisce le tracine, non i villoni), con la soddisfazione di chi ce l'ha fatta ma non dimentica che l'altroieri era un signor nessuno, e continua a raccontare di sfigatelli lasciati dalla ragazza, che per richiamare la sua attenzione la sfidano: "Voglio vedere se mi stai ascoltando". La voce è il contrario di "poca ma 'ntonata", perché è potente ma ogni tanto sfiora la stecca: l'interpretazione però renderebbe fiero Nino Manfredi, perché si fa ambasciatrice di quell'habitat laziale piccolo borghese che può diventare frattale del Mondo. Un mondo in cui una tipa "spreme limonata e non ce la fa più" e in cui un ragazzo innamorato può dirle impunemente "inventerò un gelato con il tuo sapore". In cui il pop si accompagna al surreale, sfiorando la parodia. E il suo interprete può chiedere al pubblico: "Trovate voi il senso".
Il pubblico risponde a quel coetaneo che canta la faccia bella della sua generazione, e Giorgio Testi inquadra tante belle facce (soprattutto femminili) facendoci notare che sono pulite, aperte, teneramente innamorate: ai concerti di Calcutta non ci si bacia per la kiss cam, ci si bacia perché si ha voglia di farlo. In mezzo a loro, Edoardo D'Erme canta come nella doccia di casa, ma si circonda di musicisti di prim'ordine (in particolare, il batterista Alberto Maria Paone, che "spacca") e duetta con la Michielin e Dario Brunori, sapendo che le loro voci, più professionalmente impostate, rendono ancora più godibili le sue canzoni.