pie9701
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giovedì 12 ottobre 2017
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non male, anzi...
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Non all'altezza del precedente ma davvero molto bello. Se non fosse stato fatto prendendo spunto da quello del 1982, lo si potrebbe considerare un capolavoro,ma essendo sulla falsa riga 4 stelle vanno bene. Da vedere assolutamente.
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previsit
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giovedì 12 ottobre 2017
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che noia!
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Ho trovato il film noioso, ma di un noioso che mi sembrava di vedere una moviola. Secondo me il regista diceva agli attori di muoversi al rallentatore, anche il minimo movimento era esageratamente lento! Ho trovato anche alcuni buchi nella sceneggiatura, il cane che significava? Che fine fa? Scontato il fatto che se il figlio non fosse stato lui non avrebbe potuto essere che la ragazza, insomma, sarei uscita volentieri a metà film, ma non è nelle mie abitudini. Capisco di esprimermi in parole povere, ma questa è l'essenza delle mie sensazioni. Ho trovato molto noioso anche Arrival comunque.
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(di rudy_50)
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misterwinter
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giovedì 12 ottobre 2017
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sogniamo ancora pecore elettriche......
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La fascinosa distopia di “Blade Runner” mi rapì trent'anni fa in un cinema di seconda visione delle periferia milanese (già allora distopica …...la periferia intendo) abbacinandomi di visioni futuristiche, intrigandomi con le sue atmosfere hard boiled (Rick Deckard, un Philip Marlowe del terzo millennio), trascinandomi nell'onirismo neogotico della sua narrazione intessuta di oscura romance, abissali suggestioni filosofiche e deflagrazioni di autentica poesia (il monologo finale di Roy). La potentissima cifra filmica di quell'opera resta, ad oggi, inarrivabile sicché, con una certa cautela, ho approcciato il sequel (o reboot ?) di “Blade Runner 2049” nel timore di ricavarne una delusione cosmica che, diciamolo subito, non c'è stata.
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La fascinosa distopia di “Blade Runner” mi rapì trent'anni fa in un cinema di seconda visione delle periferia milanese (già allora distopica …...la periferia intendo) abbacinandomi di visioni futuristiche, intrigandomi con le sue atmosfere hard boiled (Rick Deckard, un Philip Marlowe del terzo millennio), trascinandomi nell'onirismo neogotico della sua narrazione intessuta di oscura romance, abissali suggestioni filosofiche e deflagrazioni di autentica poesia (il monologo finale di Roy). La potentissima cifra filmica di quell'opera resta, ad oggi, inarrivabile sicché, con una certa cautela, ho approcciato il sequel (o reboot ?) di “Blade Runner 2049” nel timore di ricavarne una delusione cosmica che, diciamolo subito, non c'è stata. Il film si riaggancia coerentemente all'originale costruendo un plot credibile ed efficace intorno all'inquietudine esistenziale del protagonista, il replicante cacciatore di replicanti agente K6-D3R (un adeguato Ryan Gosling) alle prese con un'indagine in grado di sovvertire definitivamente il fragile equilibrio della Los Angeles post apocalittica che è, essa stessa, protagonista del racconto cinematografico con le sue architetture di straordinario impatto visivo (grazie al virtuosismo fotografico di Roger Deakins), la sua piovosa cupezza, il fascino torvo e perverso della sua affollata desolazione. Non mancano citazioni e riferimenti che non potranno non essere apprezzati dai cultori del primo capitolo: ritornano vecchi personaggi (il cameo dell'invecchiatissimo Edward James Olmos), si ritrovano familiari totem (il cavallo giocattolo di legno ricorda l'unicorno/origami di Gaff), la “creatrice di ricordi” è l'alter ego femminile di J.F. Sebastian di cui condivide la fragile inquietudine e, last but not least, Rick Deckard “il vecchio cacciatore, con la sua magia” (per citare il capitano Bryant, decisamente più credibile, quello, di “Madame” interpretata da un'algida Robin Wright) eremita confinato in un allucinato deserto urbano presidiato da giganti di pietra, custode del segreto intorno al quale orbitano l'indagine dell'agente K (o “Joe”?) e la segreta aspirazione di quest'ultimo a scoprirsi “umano” o, forse, più umano dell'umano.
Blade Runner 2049 conserva la stessa matrice “freudiana” dell'originale, riproponendone – con ancor maggiore intensità visionaria – i temi portanti e regalandoci un'imponente affresco dalle tonalità cyberpunk capace di fondere, con sofisticatissima maestria registica, spettacolarità ed introspezione.
Rispetto al capostipite di Scott, manca, a mio parere, in BR 2049, un certo spessore nella caratterizzazione dei personaggi (specie quelli femminili) e si sconta una certa mancanza di fluidità nella seconda parte dove l'incontro tra K/Joe e Deckard avrebbe potuto essere gestito, a livello di script, con maggiori efficacia e concisione.
Ci aggiriamo, in ogni caso, nei territori della grande cinematografia, quella capace di creare atmosfere e vertigini, di stupirci con “incantesimi, spari e petardi” (per citare Paolo Conte) e di farci ancora sognare, dopo tre decadi, pecore elettriche.
Da vedere e rivedere.
Jan Kantos
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amarolucano
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giovedì 12 ottobre 2017
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piacevolmente smentito
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è sempre un rischio riprendere in mano film che hanno fatto la storia per crearci dei sequel o prequel. Ero molto diffidente a riguardo, ma sono stato smentito. il regista Denis Villenueve si dimostra all'altezza creando un film degno del predecessore con una storia ben scritta e interpretata, lunga ma coinvolgente, senza esagerare con violenza ed azione ma preferendo aggiungere scene che nulla aggiungono alla trama del film ma vanno ad integrare ed implementare il mondo di blade runner composto di buio, tecnologia, neve, solitudine, fumo e malinconia.
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alesimoni
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giovedì 12 ottobre 2017
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missione compiuta agente k
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La prova era davvero ardua e i fan di tutto il mondo erano terrorizzati: sarà una boiata?!Confrontarsi con un'opera del genere che ha sicuramente inciso sulla cultura e sulla visione di futuro di una generazione e mezza avrebbe impaurito chiunque, ma Villeneuve è stato all'altezza e ha fatto un gran film. Dal punto di vista scenografico, degli interni e delle architetture possiamo tranquillamente parlare di un capolavoro: scene sensazionali illuminate da una fotografia cupa grigia o tendente a un rosso fantastico a seconda delle situazioni. Anche qui è presente la visione di un ecosistema compromesso dall'attività antropica, con enormi discariche, assenza di vita e l'unico albero visto come una reliquia: mai messaggio fu più attuale visto l'era in cui viviamo.
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La prova era davvero ardua e i fan di tutto il mondo erano terrorizzati: sarà una boiata?!Confrontarsi con un'opera del genere che ha sicuramente inciso sulla cultura e sulla visione di futuro di una generazione e mezza avrebbe impaurito chiunque, ma Villeneuve è stato all'altezza e ha fatto un gran film. Dal punto di vista scenografico, degli interni e delle architetture possiamo tranquillamente parlare di un capolavoro: scene sensazionali illuminate da una fotografia cupa grigia o tendente a un rosso fantastico a seconda delle situazioni. Anche qui è presente la visione di un ecosistema compromesso dall'attività antropica, con enormi discariche, assenza di vita e l'unico albero visto come una reliquia: mai messaggio fu più attuale visto l'era in cui viviamo. La sceneggiatura: anche qui risultato credibile, sono riusciti a riallacciarla bene al film originale e ne segue una tutta sua che si inserisce bene nel filone della filosofia dickiana. Il personaggio di K è scritto molto bene e in generale ben rappresentata la voglia di autodeterminarsi e il prendere coscienza di sé del mondo dei replicanti. Anche il personaggio di Joi è una buona idea, anche se sembra una copia (in ologramma) della voce di Her di Spike Jonze. L'unica cosa che mi è piacita meno e da cui mi aspettavo tanto è il personaggio e l'interpretazione di Jared Leto : dal trailer pensavo a un qualcosa di unico invece il suo "cattivo" non è affatto approfondito e reso accattivante. Domanda finale: Stelline deve veramente stare nella cupola o ci è stata messa per proteggerla?!
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edenartemisio
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giovedì 12 ottobre 2017
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l'antico codice degli umani
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Lo aspettavamo in tanti questo Blade Runner 2049. Certo il confronto con il precedente, un capolavoro assoluto, era inevitabile. Sembra, però, che il secondo abbia retto molto bene e sono molti che l'hanno apprezzato con entusiasmo, ritenendo che abbia tutte le carte in regola per stare allo stesso livello del film del 1982, col solo limite, se così si può dire, "di non essere il primo" e, per questo motivo, di essere carente di originalità. Eppure la stessa critica, non sempre benevola con i sequel, si è mostrata favorevole.
Vale anche la pena osservare che, nonostante le azioni si svolgano in un'atmosfera simile, una Los Angeles in un futuro sempre più inquietante e buio, il cuore della storia è diverso.
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Lo aspettavamo in tanti questo Blade Runner 2049. Certo il confronto con il precedente, un capolavoro assoluto, era inevitabile. Sembra, però, che il secondo abbia retto molto bene e sono molti che l'hanno apprezzato con entusiasmo, ritenendo che abbia tutte le carte in regola per stare allo stesso livello del film del 1982, col solo limite, se così si può dire, "di non essere il primo" e, per questo motivo, di essere carente di originalità. Eppure la stessa critica, non sempre benevola con i sequel, si è mostrata favorevole.
Vale anche la pena osservare che, nonostante le azioni si svolgano in un'atmosfera simile, una Los Angeles in un futuro sempre più inquietante e buio, il cuore della storia è diverso.
Nella bellissima storia raccontataci nel 1982, ci ha commosso Roy Batty (Rutger Hauer), un replicante, una creatura artificiale, più bella e intelligene dello stesso creatore e perfino con un mondo di emozioni che ne certificano un'umanità piena. Roy non ha scelte da fare, se non quella di combattere per allungare la sua esistenza o almeno per non essere soppresso prima del decorso del suo programmato tempo di vita.
In Blade Runner 2049, l'agente K (Ryon Goslin), replicante di nuova generazione e poliziotto che caccia i rimanenti replicanti ribelli di vecchia generazione, è abituato a fare il suo lavoro e a stare al suo posto, eppure si ritrova a dover fare delle scelte che arricchiscono maggiormente la sua umanità.
Cosa accade se la persona che cerchi è quella che non avresti mai voluto trovare? Cosa accade se un padre, accusato di non essere stato presente, rivela la verità più cruda, ma la sola che possa trovare comprensione. A volte per proteggere la persona amata è necessario rimanerne lontano. Siamo di fronte al paradosso dell'affermazione di un valore attraverso la sua negazione.
L'agente K ora deve fare scelte sempre più difficili e dolorose. Questa volta non siamo soltanto di fronte ad un replicante che ha acquisito le emozioni degli umani, ma di fronte ad un uomo che sa seguire il suo destino obbedendo anche ad una legge morale, ad un codice umano così antico che si perde nella notte dei tempi, la protezione di quel che rimane della sua famiglia.
L'agente K capisce la lezione impartitagli dal vecchio cacciatore e va incontro al suo destino. In silenzio, però. La mancanza di parole intensificano maggiormente la poesia del momento. Le parole non servono più da tanto tempo.
Yupsos
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(di rudy_50)
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ceresfelipe
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mercoledì 11 ottobre 2017
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all'altezza del primo....se non superiore!
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Non bisogna paragonare una fiammeggiante Uno Turbo degli anni 80' con una moderna Ferrari, soprattutto se la Uno ha fatto la storia della nostra giovinezza... perchè il rischio è quello di esprimere un giudizio puramente soggettivo intriso di nostalgia.....
Il risultato è che il voto di questo film è falsato... un misero 2,98 per questo capolavoro, alcuni film di Pierino hanno un voto superiore....CI RENDIAMO CONTO!
Dunque mi rivolgo a tutti i nostalgici che si ostinano a difendere la presunta unicità del primo, quasi fosse un giocattolino infantile a cui si è morbosamente legati:
METTETEVI IN TESTA CHE BLADE RUNNER 2049 NON SOLO EGUAGLIA IL PRIMO, MA LO SUPERA SOTTO DIVERSI PUNTI DI VISTA!
Colpi di scena, trascinamento emotivo, effetti speciali, spietatezza dei cattivi, dialoghi, problematiche sociali tecnologiche e ambientali ecc.
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Non bisogna paragonare una fiammeggiante Uno Turbo degli anni 80' con una moderna Ferrari, soprattutto se la Uno ha fatto la storia della nostra giovinezza... perchè il rischio è quello di esprimere un giudizio puramente soggettivo intriso di nostalgia.....
Il risultato è che il voto di questo film è falsato... un misero 2,98 per questo capolavoro, alcuni film di Pierino hanno un voto superiore....CI RENDIAMO CONTO!
Dunque mi rivolgo a tutti i nostalgici che si ostinano a difendere la presunta unicità del primo, quasi fosse un giocattolino infantile a cui si è morbosamente legati:
METTETEVI IN TESTA CHE BLADE RUNNER 2049 NON SOLO EGUAGLIA IL PRIMO, MA LO SUPERA SOTTO DIVERSI PUNTI DI VISTA!
Colpi di scena, trascinamento emotivo, effetti speciali, spietatezza dei cattivi, dialoghi, problematiche sociali tecnologiche e ambientali ecc.....
E' un capolavoro....per favore, fate come me....prima di votare, andatelo a vedere una seconda volta il film...ne vale davvero la pena!
By un fan sfegatato di Blade Runner targato 1982
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ceresfelipe
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mercoledì 11 ottobre 2017
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al pari del re ♚....se non superiore!
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Ho deciso di iscrivermi qui su mymovies proprio perchè non sopportavo l'idea che questo capolavoro di fantascienza avesse soltanto 2,98 come voto! E' imbarazzante, soprattutto considerando che alcuni film inguardabili, abbiano un voto superiore........
Premesso che Blade Runner (il primo) è -anzi era- il mio film preferito per quanto riguarda la fantascienza, non sono affatto d'accordo con chi afferma che questo sequel sia nettamente inferiore al precedente!
Vi elencherò i motivi per cui non solo Blade Runner 2049 è all'altezza del primo, ma addirittura per certi versi LO SUPERA.... [allert spoiler]:
- A livello di effetti speciali, grazie agli attuali strumenti, se lo mangia vivo.
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Ho deciso di iscrivermi qui su mymovies proprio perchè non sopportavo l'idea che questo capolavoro di fantascienza avesse soltanto 2,98 come voto! E' imbarazzante, soprattutto considerando che alcuni film inguardabili, abbiano un voto superiore........
Premesso che Blade Runner (il primo) è -anzi era- il mio film preferito per quanto riguarda la fantascienza, non sono affatto d'accordo con chi afferma che questo sequel sia nettamente inferiore al precedente!
Vi elencherò i motivi per cui non solo Blade Runner 2049 è all'altezza del primo, ma addirittura per certi versi LO SUPERA.... [allert spoiler]:
- A livello di effetti speciali, grazie agli attuali strumenti, se lo mangia vivo....ricordate la scena del bacio con l'ologramma fuso con la prostituta? Ne cito solo una....andiamo avanti
- La trama ha diversi colpi di scena: il primo figlio di replicante, il cacciatore che si ritrova cacciato, la figlia segreta, l'uccisione a sangue freddo di un replicante appena nato ecc......diamine, SEMPRE SUL PEZZO....ritmo serrato
- Coinvolgimento emotivo superiore: non solo si parla di una love story inverosimile e trascinante tra un replicante e un'ologramma, ma addirttura qui si uccidono esseri "viventi" come fossero scarafaggi e il legame PADRE-FIGLIO è qualcosa di travolgente!!
- Il regista tratta svariate problematiche del mondo odierno che ci portano a riflettere costantemente durante il film: scarsità di cibo, cambiamenti climatici, sovrappopolazione, inquinamento, sfruttamento del lavoro minorile, la donna-oggetti, la degenerazione tecnologica, lo scienzato-dio che fallisce miseramente, la guerra a distanza con i droni ecc....
- I cattivi sono molto ma molto più cattivi e spietati del primo: sia il boss Wallace che l'assistente, hanno un aspetto e una spietatezza che spesso rabbrividisce lo spettatore...e mettono anche tanta ansia (le telecamere volanti sue....lo sguardo agghiacciante della tipa)
- Ogni scena viene curata nei minimi particolari, solo per citarvi alcuni esempi, la scena delle statue giganti "simmetriche" vicino all'alveare con la nebbia arancione che ricorda la scritta "blade runner" , mbè solo quella ragazzi.....VALE IL PREZZO DEL BIGLIETTO
Bene, dopo avervi dimostrato brevemente come blade runner 2049 sia all'altezza del primo, se non superiore sotto alcuni aspetti, ora vi dico anche perchè qui ha un voto così basso....
Molte persone qui, leggendo i commenti, si vede come siano eccessivamente innamorate del primo blade runner, e non riescono a staccarsene, come fosse "il gioco dell'infanzia mai più superabile".... visto che avranno 40-45 e ci sono cresciuti.....e allora giù con i paragoni "questo non si assomiglia per niente" "perso lo stile originale"....bla, bla, bla....questo attaccamento morboso che si ha per il primo film, un film stupendo ma ormai superato, vi annebbia la mente e non vi permette di giudicare oggettivamente blade runner 2049 per quello che è: UN CAPOLAVORO
E' come se uno compra la ferrari e dice: "però caspita, quella uno turbo rossa fiammeggiante che avevo a 20 anni era molto più figa..................."
Dai su, lasciate perde.....staccatevi un attimo dai paragoni, dal primo film.....tornate al cinema la seconda volta se necessario (io lo farò, ne vale la pena)...e poi, solo poi
VOTATE
2,98 non si può vede............................
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[+] rivedere sì, ma il "modello"
(di dariobottos)
[ - ] rivedere sì, ma il "modello"
[+] noioso
(di rudy_50)
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dariobottos
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mercoledì 11 ottobre 2017
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meglio per lui che non fosse mai nato
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Si era creata grande aspettativa per questo sequel, che pur con diversi distinguo era stato anticipatamente celebrato dalla critica come degno erede del primo Blade Runner, ma per me è stata una mezza delusione. Riassumendo direi che se il film di Ridley Scott fin dalla sua uscita si è fissato nella memoria collettiva con la sua forza epica e mitopoietica, il prodotto di Denis Villeneuve gioca francamente la chiave del grottesco scivolando spesso nel fantasy.
E' vero che la fantascienza per definizione richiede una dose di fantasia per proiettarsi oltre il reale, ma deve farlo cercando di restare nell'orbita del verosimile, o almeno percepito come tale anche quando le leggi della fisica sono violate.
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Si era creata grande aspettativa per questo sequel, che pur con diversi distinguo era stato anticipatamente celebrato dalla critica come degno erede del primo Blade Runner, ma per me è stata una mezza delusione. Riassumendo direi che se il film di Ridley Scott fin dalla sua uscita si è fissato nella memoria collettiva con la sua forza epica e mitopoietica, il prodotto di Denis Villeneuve gioca francamente la chiave del grottesco scivolando spesso nel fantasy.
E' vero che la fantascienza per definizione richiede una dose di fantasia per proiettarsi oltre il reale, ma deve farlo cercando di restare nell'orbita del verosimile, o almeno percepito come tale anche quando le leggi della fisica sono violate. Siamo troppo educati al fantasy per non capire per esempio che un personaggio come Niander Wallace e l'ambiente assurdo in cui si muove, senza alcuna plausibile giustificazione, appartengono a quel genere. Nel film di Villeneuve si schiaccia poi troppo il pedale dell'estetica post-apocalittica, che nel primo epocale Blade Runner era solo suggerita e impiegata in funzione atmosferica, privilegiando un'estetica cyber-punk.
L'epica del film di Scott si è costruita anche sul commento sonoro struggente e straniante di Vangelis, inarrivabile nella sua capacità di trasferire una storia, visivamente già potente, su un piano superiore di sospensione mitica. Nel sequel la colonna sonora sottolinea semplicemente la parte visiva, e quando riprende certi motivi di Vangelis il risultato diventa troppo scoperto per risultare serio, e porta lo spettatore a dei confronti impietosi.
Insomma, forse questo film aggiunge ben poco alla fantascienza: non è certo una pietra miliare, e forse non ce n'era bisogno.
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