steffa
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lunedì 27 aprile 2020
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blade runner
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quando vidi la prima volta Blade Runner negli anni '80 pensai di avere di fronte un filmetto come tanti (all'epoca rientrava nel genere d'azione), dopo anni invece iniziai a rivalutarlo ed apprezzarlo fino a considerarlo un vero capolavoro, detto questo, ho come l'ipressione che per questo sequel stia accadendo esattamente il processo inverso, la prima visione mi ha davvero colpito, mentre già dopo due anni inizia a non trasmettermi più nessuna sensazione, si basa troppo sulle scene ad effetto, e la storia trapela commercialità un po dappertutto, e poi davvero troppa violenza superflua; in ogni caso più che discreto ma molto molto lontano dall'avvicinarsi al capolavoro
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pierod
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martedì 21 aprile 2020
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inutile e noioso
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Sceneggiatura: prevedibile e retorica. Recitazione: solo Harrison Ford rasenta la sufficienza. Scenografia: da videogame di basso livello. Musica: soporifera. Regia: ma c'era un regista? Giudizio complessivo: ottimo se consumato in caso di insonnia, ci si addormenta profondamente dopo un quarto d'ora dall'inizio.
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francesco
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mercoledì 8 aprile 2020
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non merita una stella ma la do..
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Do una stella perché recensioni così buone non descrivono un film insipido.
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dandy
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mercoledì 30 ottobre 2019
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il non umano più umano.
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Villneuve gira sia un sequel che una sorta di rilettura del film di Scott,e non trasfigura,anzi.Nell'originale(ambientanto 2 anni dopo l'uscita di questo) si badava al ritmo e ai colpi di scena,nella natura di un noir fantascientifico,mentre qui a prevalere è il ritratto non solo del protagonista(antieroico dall'inizio)ma anche e soprattutto dalla metropoli in cui vive.Una metropoli che rispetto a quella del film di Scott a dispetto dell'incommensurabile progresso tecnologico(a Las Vegas si trovano Elvis Presley,Frank Sinatra e Marilyn Monroe resuscitati digitalmente) risulta ancora più alienante e desolatamente inumana(anche se tra K e la fidanzata ologramma Joi c'è una struggente relazione basata su sentimenti autentici).
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Villneuve gira sia un sequel che una sorta di rilettura del film di Scott,e non trasfigura,anzi.Nell'originale(ambientanto 2 anni dopo l'uscita di questo) si badava al ritmo e ai colpi di scena,nella natura di un noir fantascientifico,mentre qui a prevalere è il ritratto non solo del protagonista(antieroico dall'inizio)ma anche e soprattutto dalla metropoli in cui vive.Una metropoli che rispetto a quella del film di Scott a dispetto dell'incommensurabile progresso tecnologico(a Las Vegas si trovano Elvis Presley,Frank Sinatra e Marilyn Monroe resuscitati digitalmente) risulta ancora più alienante e desolatamente inumana(anche se tra K e la fidanzata ologramma Joi c'è una struggente relazione basata su sentimenti autentici).Ed oltre al classico discorso della totale assenza di umanità in chi gestisce la tecnologia e di ciò che programma,il regista cerca il legame con il film originale mediante un'abile colpo di scena,giocato sia sull'identità di K(data per scontata dopo la sua scoperta iniziale)sia sul rientro in scena di un personaggio cardine del prototipo.Ed azzecca lo stile lento,dilatato,asettico in qualche modo,che ingloba anche i pochi momenti d'azione.Ottime le scenografie e la fotografia scura.Memorabili le scene della "morte" di Joi,l'incontro tra Deckard e Rachel(creata sfruttando unicamente le sequenze con Sean Young del film di scott)e il finale sospeso.5 nomination e 2 Oscar(fotografia ed effetti speciali).Un'operazione che in molti hanno criticato per la solita lesa maestà,ma di fatto tutt'altro che commerciale,più metafisico e filosifo,nel rispetto del romanzo di Philph K. Dick.Volendo,la versione aggiornata dell'originale.
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acre
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sabato 5 gennaio 2019
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riserve sulla recensione
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Volevo solo esprimere la mia riserva sulla recensione di Montefalcone: l'utilizzo continuo di terminologia per addetti ai lavori rende difficile la comprensione complessiva.
Per il resto, pur non essendo un esperto di cinema, si sa che i sequel hanno vita difficile...
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zoomhifi
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lunedì 20 agosto 2018
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da dimenticare.....
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Dopo tanta attesa siamo andati a vedere questo sequel del grande capolavoro di Scott. Devo dire che non mi ha trasmesso nessuna emozione rispetto il primo film. Tranne i primi 20 minuti il film ha una trama confusa . Secondo me non avevano idee. Si belli effetti audio visivi e fotografia.... Ma di questo non Senegal può fare un successo. Film mediocre e basta .nulla a che vedere con il primo film. Chi decanta questo film non sa neanche di cosa stiamo parlando.ha preso 2 Oscar solo perché non c'era alternativa . Quest anno non e uscito un film degno di nota.....
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fabio
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venerdì 3 agosto 2018
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prolisso
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Bella confezione ma si è ampliato troppo e alla fine si è perso tutto.
Da vedere solo se appassionati del genere .
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markym
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sabato 14 luglio 2018
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gran film
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Non è certo come l originale , ma basta ammirare le scene , i paesaggi ecc per capire il lavoro che ha fatto Villeneuve
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elgatoloco
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domenica 24 giugno 2018
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l'enigma esisteht,
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Ormai di Philip Dick rimangono solo i personaggi(id est"umani versus replicanti")ma, complessivamente, l'imprinting di Ridley Scott("Blade Runner"classico del 1982) c'è ancora e"Blade Runner 2049"di Dennis Villeneuve ne prende lo spunto, immaginando un'epoca nella quale l'orrore c'è ancora, con dei replicanti ormai in condizione semi.piratesca ma comunque ancora attivi...La busqueda, la detection, la ricerca investigativa insomma sono ancora presenti come anche la ricerca di quanto non avrebbe dovuto essere ma è stato, comunque... Grande intelligenza visiva, accurata scelta di musiche, equamente(una scelta?)divise, singificativamente, tra Elvis Presley e Frank Sinatra, una fotografia iconograficamente interessantissima di Roger Deakins, certamente ispirata dallo stesso regista Villeneuve, erede- nella differenza, certo-di Scott, dove l'essenza del film, ossia la dicotomia tra "realtà" e "apparenza", "reale"e"virtuale"emerge decisamente meglio che in tanti tomi, complessivamente ripetitivi, di filosofia e sociologia o anche di teoria dei mass-media, ovviamente.
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Ormai di Philip Dick rimangono solo i personaggi(id est"umani versus replicanti")ma, complessivamente, l'imprinting di Ridley Scott("Blade Runner"classico del 1982) c'è ancora e"Blade Runner 2049"di Dennis Villeneuve ne prende lo spunto, immaginando un'epoca nella quale l'orrore c'è ancora, con dei replicanti ormai in condizione semi.piratesca ma comunque ancora attivi...La busqueda, la detection, la ricerca investigativa insomma sono ancora presenti come anche la ricerca di quanto non avrebbe dovuto essere ma è stato, comunque... Grande intelligenza visiva, accurata scelta di musiche, equamente(una scelta?)divise, singificativamente, tra Elvis Presley e Frank Sinatra, una fotografia iconograficamente interessantissima di Roger Deakins, certamente ispirata dallo stesso regista Villeneuve, erede- nella differenza, certo-di Scott, dove l'essenza del film, ossia la dicotomia tra "realtà" e "apparenza", "reale"e"virtuale"emerge decisamente meglio che in tanti tomi, complessivamente ripetitivi, di filosofia e sociologia o anche di teoria dei mass-media, ovviamente. Decisamente, da un punto di vista ontologico, questo cinema(SF, se si vuole)e/o la letteratura cyberg (Gibson et alii)scavano molto profondamente dal punto di vista ontologico-più o meno la funzione svolta, a suo tempo, dai film di Luis Bunuel (anni Sessanta e Settanta), da quelli di Antonioni, stesso periodo(penso a"Blow-up". Solo che negli anni Duemila "avanzati"le possibilità offerte dalla tecnologia sono tali e tante da spiazzare, da rallegrarci per la ricchezza di mezzi a disposizione. Poi, quanto agli interpreti: l'"opposizione"tra Ryan Gosling e Harrison Ford viene ad essere sempre interessante e creativa più di quanto si potese immaginare"ante eventum", la presenza di Robin Wright, Ana de Armas, Sylvia Hoeks e altri/e fa in modo che il film abbia accelerazioni impreviste e creative in modo ulteriore. Altro tema di fondo è(ed era nel film di 36 anni fa, il"capostipite"il rapporto aperto quanto problematico tra presente e passato. El Gato
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ferr
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sabato 16 giugno 2018
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un cliché dopo l'altro..
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non vale decisamente la pena di essere visto: i personaggi sono piatti, la linea narattiva scontatissima e manca qualsiasi analisi interiore o dibbattito sulla società, dubbi etici, riflessioni sul rapporto uomo-tecnologia.. manca tutto è un giallo un po' banalotto con una tecnologia futura improbabile, poco realistica e comunque applicata male. Si salvano forse un paio di scene che risprendono fedelmente l'ambietazione del film dell'82. uno spreco di tempo e lo penso veramente di pochi film.
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