iiiiii
|
sabato 4 giugno 2016
|
bellissimo, un capolavoro!
|
|
|
|
Ottima Paolo Virzì che si conferma uno dei migliori registi italiani del momento. Ci fa ricordare la commedia dolce amara del periodo neo-realista, i registi mai dimenticati del nostro passato cinematografico. In certi momenti ricorda Ettore Scola, in certi altri ha qualcosa di Monicelli, un mix di qualità italiche.
Con "La Pazza Gioia" però Virzì supera se stesso, riesce ad andare ancora più in profondità, per scuotere lo spettatore, con una sensibilità e con un empatia rara in un occhio maschile.
Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti sono perfette, mai una sbavatura, mai un momento di noia, entrambe bravissime sia singolarmente, ma soprattutto insieme...coppia azzeccatissima.
E' sempre bello vedere la nostra Toscana al cinema, quelle riprese della passeggiata di Viareggio ricordano tanto anche Luigi Zampa in "Frenesie dell'Estate".
[+]
Ottima Paolo Virzì che si conferma uno dei migliori registi italiani del momento. Ci fa ricordare la commedia dolce amara del periodo neo-realista, i registi mai dimenticati del nostro passato cinematografico. In certi momenti ricorda Ettore Scola, in certi altri ha qualcosa di Monicelli, un mix di qualità italiche.
Con "La Pazza Gioia" però Virzì supera se stesso, riesce ad andare ancora più in profondità, per scuotere lo spettatore, con una sensibilità e con un empatia rara in un occhio maschile.
Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti sono perfette, mai una sbavatura, mai un momento di noia, entrambe bravissime sia singolarmente, ma soprattutto insieme...coppia azzeccatissima.
E' sempre bello vedere la nostra Toscana al cinema, quelle riprese della passeggiata di Viareggio ricordano tanto anche Luigi Zampa in "Frenesie dell'Estate".
Paolo Virzì riesce a farci ridere, sorridere, ma anche piangere.
Bravo, 10 e lode!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iiiiii »
[ - ] lascia un commento a iiiiii »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
venerdì 3 giugno 2016
|
la collaborazione virzì-archibugi dà ottimi frutti
|
|
|
|
LA PAZZA GIOIA (IT, 2016) diretto da PAOLO VIRZì. Interpretato da VALERIA BRUNI TEDESCHI, MICAELA RAMAZZOTTI, VALENTINA CARNELUTTI, ANNA GALIENA, MARCO MESSERI, TOMMASO RAGNO, BOB MESSINI, SERGIO ALBELLI, MARISA BORINI
Villa Biondi è una clinica di Pistoia dove vengono ospitate donne affette da disturbi psichiatrici. Fra loro c’è Beatrice Morandini Valdirana, divorziata, in custodia giudiziaria perché ritenuta, al pari di gran parte delle altre ospiti, socialmente pericolosa, caratterizzata da una logorrea inarrestabile e da megalomania, il che le fa dispensare consigli alle altre donne senza che ciò le permetta di creare nessuna amicizia.
[+]
LA PAZZA GIOIA (IT, 2016) diretto da PAOLO VIRZì. Interpretato da VALERIA BRUNI TEDESCHI, MICAELA RAMAZZOTTI, VALENTINA CARNELUTTI, ANNA GALIENA, MARCO MESSERI, TOMMASO RAGNO, BOB MESSINI, SERGIO ALBELLI, MARISA BORINI
Villa Biondi è una clinica di Pistoia dove vengono ospitate donne affette da disturbi psichiatrici. Fra loro c’è Beatrice Morandini Valdirana, divorziata, in custodia giudiziaria perché ritenuta, al pari di gran parte delle altre ospiti, socialmente pericolosa, caratterizzata da una logorrea inarrestabile e da megalomania, il che le fa dispensare consigli alle altre donne senza che ciò le permetta di creare nessuna amicizia. Un giorno arriva nella casa di cura Donatella Morellini, giovane donna magrissima, depressa e piena di lividi, che suscita immediatamente le simpatie di Beatrice. Le due col tempo diventano amiche, malgrado l’enorme abisso che c’è fra le loro personalità. Donatella confessa all’amica di avere un figlio che le è stato tolto dopo un processo che l’ha riconosciuta non in possesso delle facoltà mentali e dunque non in grado di allevarlo, e che adesso vive presso una coppia sposata che l’ha adottato. Decisa a risolvere i problemi ed entrambe e stanca dell’incomprensione generale che le aleggia attorno, un pomeriggio Beatrice prende un’iniziativa pazzamente strampalata e coinvolge la compagna in una fuga in autobus che porterà le due donne a passare giorni e giorni in giro per la Versilia, fra discoteche e ristoranti, dedicandosi al divertimento fine a sé stesso, infrangendo un sacco di leggi e sentendosi libere dall’oppressivo controllo sociale esercitato dagli operatori della clinica. Verranno poi riprese e condotte di nuovo sotto osservazione, ma il loro sfrenato desiderio di libertà incondizionata non sarà stato un totale buco nell’acqua. Girato in Toscana fra Livorno, Viareggio (anche durante il Carnevale), Montecatini Terme, Campi Bisenzio, Capannori, Ansedonia e la provincia di Pistoia. Le riprese son durate otto settimane. Vale soprattutto per il binomio Bruni Tedeschi-Ramazzotti: un’intesa eccezionale, che permette ad entrambe le attrici di estrarre tutti i loro assi nella manica e di costruire una recitazione di coppia tecnicamente perfetta, che bilancia la loquacità violenta e distruttiva della prima con la ritrosia introspettiva della seconda; e per gli spettatori che osservano e giudicano la recitazione, l’effetto finale è straordinario. Per chi ama le citazioni meta-cinematografiche, il film di Virzì (sposato con la Ramazzotti dal 2010, di nuovo insieme anche sul lavoro sei anni dopo La prima cosa bella) fonde l’amicizia viscerale fra sconosciuti (virata però al femminile) de Il sorpasso con la ricerca della libertà individuale, sfrenata e lesiva per gli altri di Thelma & Louise, benché poi il regista riesca a percorrere un sentiero artistico del tutto originale, che non nasconde i lati contraddittori e controversi per il tema psichiatrico, ma adduce motivazioni ottimistiche per quanto riguarda il superamento delle difficoltà esistenziali, mostrando una simpatia tutt’altro che utilitaristica anche per quei personaggi che, ad un primo acchito, dovrebbero adempiere ad un ruolo negativo (le suore e i medici della clinica, la madre pettegola e severa di Beatrice, l’ex fidanzato manesco e burbero di Donatella). Incontra sostanzialmente i limiti della pellicola on the road nel suo stile più classico, sebbene le derivazioni moderne non facciano altro che contribuire ad accentuarne i punti deboli, ma la struttura narrativa nel suo complesso ne risente solo relativamente, dato che l’impianto è fondato prima di tutto sulla bravura degli interpreti (in particolar modo Messeri e la Galiena, per quanto le loro parti risultino risicate, riescono comunque a sfoderare le loro consuete e innegabili doti, per quanto riguarda il primo soprattutto il suo spigliato aplomb e la seconda il suo innato umorismo sottile e tagliente). I suoi principali meriti, in sintesi, vanno dunque al gioco di squadra quasi perfetto fra le due protagoniste, ad un copione essenziale ma comunque ricco di spunti e sfumature interessanti e agli aspetti tecnici che vengono curati con una decenza ben più che decorosa. Virzì, già con Il capitale umano, aveva mosso le sue critiche (per altro lucidissime e giustissime) al modo italiano di trattare tutto quell’insieme di cose che risultano ostiche e invise alla cosiddetta "gente normale", in quel caso argomenti inerenti ad un ambito economico e quindi prettamente materialistico, mentre per quel che concerne La pazza gioia (nel suo genere e a suo modo, un piccolo, imperdibile capolavoro di nicchia) il discorso si estende alla materia psichiatrica. Ma la benzina che lo alimenta è fatta di uno humour irresistibile che non si prende troppo sul serio e che fa giocoforza ragionare su temi spinosi e controversi sui quali è bene che il cinema, non solo quello italiano ma lui specialmente, continui a produrre film. Naturalmente di qualità e che sappiano affrontare queste difficili ma importanti questioni con un’importanza ragguardevole. E l’opera in questione, evitando di ricattare sentimentalmente lo spettatore, centra in pieno il bersaglio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
redpa
|
giovedì 2 giugno 2016
|
virzì un genio del nostro cinema
|
|
|
|
La forza del film è in una sceneggiatura perfetta senza la minima sbavatura. Così la storia è i suoi personaggi ti entrano dentro e ti emozionano.
Come dimostrano gli incassi quando un film è bello la gente corre a vederlo ed è falso che il film
di qualità può vivere solo con le sovvenzioni.
Lunga vita a Virzì che non tradisce mai il proprio pubblico.
|
|
[+] lascia un commento a redpa »
[ - ] lascia un commento a redpa »
|
|
d'accordo? |
|
alexs80
|
giovedì 2 giugno 2016
|
la normalitá della follia
|
|
|
|
Beatrice è una donna logorroica che ha conosciuto il benessere prima di innamorarsi perdutamente dell'uomo sbagliato. Donatella è una ragazza madre a cui è stato tolto il figlio. Sono queste le due "solitudini" che si incontrano nel nuovo film di Paolo Virzí "La pazza gioia". E dal loro incontro nasce un'amicizia consolatoria che sará la salvezza per entrambe. Non era facile raccontare la malattia mentale in un road movie capace anche di far ridere di gusto. Virzí ci è riuscito in pieno, con una delicatezza ed una capacitá di raccontare le donne più unica che rara. Quelle che la societá etichetta come matte (solo perchè non allineate al modo di fare comune) sono le uniche a provare sentimenti veri, circondate da un mondo egoista e meschino incapace di comprendere la debolezza e la fragilitá altrui.
[+]
Beatrice è una donna logorroica che ha conosciuto il benessere prima di innamorarsi perdutamente dell'uomo sbagliato. Donatella è una ragazza madre a cui è stato tolto il figlio. Sono queste le due "solitudini" che si incontrano nel nuovo film di Paolo Virzí "La pazza gioia". E dal loro incontro nasce un'amicizia consolatoria che sará la salvezza per entrambe. Non era facile raccontare la malattia mentale in un road movie capace anche di far ridere di gusto. Virzí ci è riuscito in pieno, con una delicatezza ed una capacitá di raccontare le donne più unica che rara. Quelle che la societá etichetta come matte (solo perchè non allineate al modo di fare comune) sono le uniche a provare sentimenti veri, circondate da un mondo egoista e meschino incapace di comprendere la debolezza e la fragilitá altrui. Alla fine resta un senso di speranza: si puó essere felici acquisendo una maggiore consapevolezza di se stessi. Qual'è il senso della vita? Cos'è la felicitá? Forse la risposta è dall'altra parte di un cancello che tutti dovremmo varcare almeno una volta nella vita per vedere le cose con occhi diversi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alexs80 »
[ - ] lascia un commento a alexs80 »
|
|
d'accordo? |
|
redpa
|
giovedì 2 giugno 2016
|
il genio cinematografico di virzì
|
|
|
|
Una sceneggiatura perfetta degna di un grande narratore.
Personaggi compiuti, tempi della narrazione centrati al secondo.
Virzì è un genio del cinema italiano. Uno dei pochi.
Gli incassi dimostrano che la qualità è premiata anche al botteghino e toglie
gli alibi a coloro che pensano di essere geni incompresi.
|
|
[+] lascia un commento a redpa »
[ - ] lascia un commento a redpa »
|
|
d'accordo? |
|
dhany coraucci
|
martedì 31 maggio 2016
|
nella gioia anche più pazza non c’è gioia
|
|
|
|
Come tutte le (rare) opere complesse, questo film ha molte chiavi di lettura. La mia è che nella gioia, anche la più pazza, non c’è gioia. Poi vi si può vedere anche tante altre cose. Una variazione sul tema “Thelma & Louise”, una commedia con qualche nota amara, un intenso ritratto della femminilità, una storia commovente. Per me c’è sempre poco da stare allegri quando si indagano certe forme di disturbo mentale o di disadattamento, anche se qui siamo in una villa dolce, piena di sole e di belle piante. O certe forme di solitudine. O certe forme d’amore distruttivo. Poi è vero che nasce una gioia in un rapporto intenso tra due donne distanti da tutti e da tutti allontanate.
[+]
Come tutte le (rare) opere complesse, questo film ha molte chiavi di lettura. La mia è che nella gioia, anche la più pazza, non c’è gioia. Poi vi si può vedere anche tante altre cose. Una variazione sul tema “Thelma & Louise”, una commedia con qualche nota amara, un intenso ritratto della femminilità, una storia commovente. Per me c’è sempre poco da stare allegri quando si indagano certe forme di disturbo mentale o di disadattamento, anche se qui siamo in una villa dolce, piena di sole e di belle piante. O certe forme di solitudine. O certe forme d’amore distruttivo. Poi è vero che nasce una gioia in un rapporto intenso tra due donne distanti da tutti e da tutti allontanate. Ma la profondità del loro dolore a me ha quasi tolto il fiato. E si ride, per carità, perché è talmente pazza la ricchezza e il mondo in cui i ricchi vivono. E si piange perché Senza Fine di Gino Paoli è davvero una canzone tristissima. E ci si incanta davanti a due attrici superlative. E’ un film meraviglioso, mi ha fatto stare male in quel modo che alla fine stai bene, un po’ come la gioia che non è poi così pazza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dhany coraucci »
[ - ] lascia un commento a dhany coraucci »
|
|
d'accordo? |
|
paola d. g. 81
|
martedì 31 maggio 2016
|
bellissimo
|
|
|
|
Più che un film, la Pazza Gioia è un'esperienza emozionale, che ti lavora dentro per giorni e giorni.
Virzì non sbaglia un colpo e con questo bellissimo lavoro, intenso e drammatico ma intrinsecamente positivo, si dimostra ben all'altezza di un tema delicato e profondo come quello legato al disagio mentale, reso ancora più complesso dal fatto che qui si tratta in particolare dell'universo femminile e dei molteplici risvolti della psiche e dei rapporti umani.
Virzì è un regista che ama le donne, le capisce, le abbraccia, senza paura e senza morbosità. Saper parlare di donne e delle relazioni fra donne non è sicuramente facile per un uomo, ma Virzì ci è riuscito benissimo, senza sbavature, senza eccessi patetici, creando un film che fa commuovere, sorridere, riflettere sul "guazzabuglio del cuore umano" di cui parlava Manzoni.
[+]
Più che un film, la Pazza Gioia è un'esperienza emozionale, che ti lavora dentro per giorni e giorni.
Virzì non sbaglia un colpo e con questo bellissimo lavoro, intenso e drammatico ma intrinsecamente positivo, si dimostra ben all'altezza di un tema delicato e profondo come quello legato al disagio mentale, reso ancora più complesso dal fatto che qui si tratta in particolare dell'universo femminile e dei molteplici risvolti della psiche e dei rapporti umani.
Virzì è un regista che ama le donne, le capisce, le abbraccia, senza paura e senza morbosità. Saper parlare di donne e delle relazioni fra donne non è sicuramente facile per un uomo, ma Virzì ci è riuscito benissimo, senza sbavature, senza eccessi patetici, creando un film che fa commuovere, sorridere, riflettere sul "guazzabuglio del cuore umano" di cui parlava Manzoni.
Qui non si tracciano confini netti tra malattia e salute, normalità e follia, cattiveria e bontà, ma si distingue solo fra chi sa amare e chi non sa amare, sia fra i "pazzi" che fra i "normali".
E le due meravigliose protagoniste, con la forza della loro strana e commovente amicizia, si dimostrano capaci di amare e quindi di salvarsi.
Strepitosa la Bruni Tedeschi, la Ramazzotti convince meno, ma nel complesso il loro sodalizio è indimenticabile. Colonna sonora e fotografia da premio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paola d. g. 81 »
[ - ] lascia un commento a paola d. g. 81 »
|
|
d'accordo? |
|
fabry08
|
lunedì 30 maggio 2016
|
non convince!!
|
|
|
|
Premetto che Virzì è uno dei miei registi preferiti ma questa volta non mi ha convinto! L ultimo Capitale Umano è stato fantastico! mi aspettavo tanto anche questa volta leggendo le critiche invece...
Sceneggiatura debole ed ogni tanto si perde con situazioni che si evolvono anche in maniera assurda e poco credibile!
Le due protagoniste sono brave ma non riescono ad apparire veramente 'pazze? ed il contorno di attori non sono all altezza. (La mamma ricca poi sembrava che leggeva mentre recitava.
[+]
Premetto che Virzì è uno dei miei registi preferiti ma questa volta non mi ha convinto! L ultimo Capitale Umano è stato fantastico! mi aspettavo tanto anche questa volta leggendo le critiche invece...
Sceneggiatura debole ed ogni tanto si perde con situazioni che si evolvono anche in maniera assurda e poco credibile!
Le due protagoniste sono brave ma non riescono ad apparire veramente 'pazze? ed il contorno di attori non sono all altezza. (La mamma ricca poi sembrava che leggeva mentre recitava..) Ambientazioni false e poco vere dal manicomio ad altre location che non mi sono sembrate adatte per creare il clima che s ivoleva...insomma un film che gira intorno a se stesso ma che scopiazzando altri film famosi di fughe ben raccontate non trovo sbocchi in nessuna direzione tante che ad un certo punto quando si capisce nelfinale qual era il segreto di una delle protagoniste si tira un bel fiato di solievo pe l arrivo della fine del film. riprovaci caro Virzì!!
[-]
[+] con quanti "pazzi" hai avuto a che fare?
(di redpa)
[ - ] con quanti "pazzi" hai avuto a che fare?
|
|
[+] lascia un commento a fabry08 »
[ - ] lascia un commento a fabry08 »
|
|
d'accordo? |
|
mari666
|
lunedì 30 maggio 2016
|
follia e fragilità
|
|
|
|
Parlare di follia non è mai semplice,
Molto bello il ruolo degli educatori e dei professionisti che si occupano della cura di queste persone (finalmente).
Donatelal fa tenerezza, ma è chiaro che il suo bambino doveva essere portetto e tutelato.
La famiglia adottiva è eccezionale nel lasciare spazio alla donna per il bene suo e del loro figliolo.
Certo, la fantasia non manca, ma stiamo parlando di un film, non di un documentario.
Le attrici sono eccezionali.
|
|
[+] lascia un commento a mari666 »
[ - ] lascia un commento a mari666 »
|
|
d'accordo? |
|
m. katherine
|
domenica 29 maggio 2016
|
un film da vedere!
|
|
|
|
Film di recente uscita "La pazza gioia" è ambientato in Toscana, in una comunità dove vengono curate donne mentalmente instabili. Racconta la storia di un'amicizia molto singolare tra due pazienti, l'eccentrica Beatrice e la fragile Donatella. Donne con caratteri e storie personali molto diverse unite da un comune "malessere", Beatrice e Donatella approfitteranno di un'uscita con altre pazienti per fuggire assaggiando di nuovo la libertà e vivendo una serie di avventure alla ricerca del figlio di Donatella, dato anni prima in adozione.
[+]
Film di recente uscita "La pazza gioia" è ambientato in Toscana, in una comunità dove vengono curate donne mentalmente instabili. Racconta la storia di un'amicizia molto singolare tra due pazienti, l'eccentrica Beatrice e la fragile Donatella. Donne con caratteri e storie personali molto diverse unite da un comune "malessere", Beatrice e Donatella approfitteranno di un'uscita con altre pazienti per fuggire assaggiando di nuovo la libertà e vivendo una serie di avventure alla ricerca del figlio di Donatella, dato anni prima in adozione.
Virzì offre con questo film uno strepitoso spaccato di vita su quello che è il disagio mentale insinuando il dubbio che la follia può anche derivare da un vissuto di solitudine e mancanza di affettività non solo da un difetto patologico.
Magistrali, a mio parere, le interpretazioni delle due protagoniste principali Valeria Bruni Tedeschi, nei panni della "squinternata" Beatrice, e Micaela Ramazzotti, in quelli della depressa Donatella, ma ottime anche quelle di tutti gli altri attori che ruotano attorno a questa storia ben costruita che alterna momenti estremamente comici ad altri profondamente drammatici.
Un film che nell' avventura di queste due donne richiama, anche se solo lontanamente, un' altra pellicola sulla "fuga femminile" ma davvero godibile e intenso, assolutamente da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a m. katherine »
[ - ] lascia un commento a m. katherine »
|
|
d'accordo? |
|
|