raffele
|
domenica 22 maggio 2016
|
quelle vite fragili, pericolose
|
|
|
|
Due donne scollegate dal senso comune, ma coinvolte nella realtà quanto basta per combinare un mare di guai e correre rischi terribili. Se Virzì e la Archibugi volevano penetrare con tenerezza e rispetto questo mondo sofferente, provocando sorriso e commozione, ci sono riusciti. L'hanno fatto con pennellate misurate, senza concentrare la storia solo sulla sottolineatura della cattiveria umana che sfrutta le persone fragili, permettendo di capire come lo schianto degli affetti, in una persona troppo vulnerabile, possa esitare in tragedia, lasciando intuire quali mondi possano esserci dietro certi occhi cupi, smarriti. E l'hanno fatto senza inserirsi in quel filone stucchevolissimo e stupidissimo, di certa letteratura dell'antipsichiatria secondo la quale eliminando farmaci, medici, infermieri queste persone rinascerebbero a nuova vita.
[+]
Due donne scollegate dal senso comune, ma coinvolte nella realtà quanto basta per combinare un mare di guai e correre rischi terribili. Se Virzì e la Archibugi volevano penetrare con tenerezza e rispetto questo mondo sofferente, provocando sorriso e commozione, ci sono riusciti. L'hanno fatto con pennellate misurate, senza concentrare la storia solo sulla sottolineatura della cattiveria umana che sfrutta le persone fragili, permettendo di capire come lo schianto degli affetti, in una persona troppo vulnerabile, possa esitare in tragedia, lasciando intuire quali mondi possano esserci dietro certi occhi cupi, smarriti. E l'hanno fatto senza inserirsi in quel filone stucchevolissimo e stupidissimo, di certa letteratura dell'antipsichiatria secondo la quale eliminando farmaci, medici, infermieri queste persone rinascerebbero a nuova vita. (il più recente è forse “Si può fare”, con Bisio, che pure a tratti garbato e divertente, con un cenno di onestà intellettuale sulla tragica morte di uno dei protagonisti, prospetta la scoperta che la sofferenza fosse dovuta alla terapia). Ben congegnate nell' “on the road” le apparizioni delle persone che hanno segnato le due vite, e sono state segnate da esse.Tutte credibilissime, perché pensate sul verosimile piuttosto che sull'incarnazione dei cattivi, anche i tetri genitori di Beatrice. Parrebbe ben documentato l'abbozzo di certi profili clinici. Leggiadra l'evocazione di Thelma e Luise, grandi la Bruni Tedeschi e la Ramazzotti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffele »
[ - ] lascia un commento a raffele »
|
|
d'accordo? |
|
alessandro
|
domenica 22 maggio 2016
|
il più bello di virzì!
|
|
|
|
Anche questa volta Virzì riesce a sorprendere il pubblico! "La pazza gioia" si può considerare il più riuscito rispetto alla solita commedia/dramma (eccezione del Capitale Umano) di Virzì. E' un film pieno di tristezza, ma anche di speranza, che forse non ci sarà mai. E' la storia di due donne "pazze" che, insieme alla loro tristezza e malinconia, scappano dalla casa di cura dove inizialmente si trovavano. Questo è un film che ha un ritmo tutto suo, ma nonostante ciò fa si che lo spettatore non si annoi. Questo film è un insieme di episodi, di bravate, che si collegano uno con l'altro. Queste due donne che affianco a loro hanno sempre avuto delle persone che non le hanno aiutate a sufficenza o che hanno abusato di loro.
[+]
Anche questa volta Virzì riesce a sorprendere il pubblico! "La pazza gioia" si può considerare il più riuscito rispetto alla solita commedia/dramma (eccezione del Capitale Umano) di Virzì. E' un film pieno di tristezza, ma anche di speranza, che forse non ci sarà mai. E' la storia di due donne "pazze" che, insieme alla loro tristezza e malinconia, scappano dalla casa di cura dove inizialmente si trovavano. Questo è un film che ha un ritmo tutto suo, ma nonostante ciò fa si che lo spettatore non si annoi. Questo film è un insieme di episodi, di bravate, che si collegano uno con l'altro. Queste due donne che affianco a loro hanno sempre avuto delle persone che non le hanno aiutate a sufficenza o che hanno abusato di loro. Da sottolineare la sceneggiatura dell'Archibugi insieme a Virzì. Film lieto fine con finale sorprendente e... inaspettato. Film assolutamente da non perdere!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alessandro »
[ - ] lascia un commento a alessandro »
|
|
d'accordo? |
|
alex2044
|
domenica 22 maggio 2016
|
la pazza gioia ?
|
|
|
|
La pazza gioia è un gran bel film . Lo si guarda con simpatia , tenerezza , un po' di malinconia . Raramente si sorride . Paolo Virzì ha fatto forse il suo film più bello e certamente il più partecipato ed anche più intimo e convincente . Ci ha messo il cuore , l'anima , tralasciando ogni forma di cinismo . La pazzia è trattata con leggerezza e delicatezza . Risparmiando allo spettatore ogni forma di ipocrisia e respingendo la lagna di considerazioni un po' banali tipo : come è bella la pazzia , come è divertente la pazzia . No la pazzia non è bella ed è molto faticosa per chi la subisce o che la fa subire .
[+]
La pazza gioia è un gran bel film . Lo si guarda con simpatia , tenerezza , un po' di malinconia . Raramente si sorride . Paolo Virzì ha fatto forse il suo film più bello e certamente il più partecipato ed anche più intimo e convincente . Ci ha messo il cuore , l'anima , tralasciando ogni forma di cinismo . La pazzia è trattata con leggerezza e delicatezza . Risparmiando allo spettatore ogni forma di ipocrisia e respingendo la lagna di considerazioni un po' banali tipo : come è bella la pazzia , come è divertente la pazzia . No la pazzia non è bella ed è molto faticosa per chi la subisce o che la fa subire . Infatti il film ci mostra due esseri umani malati e sofferenti . Che cercano nella fuga momenti di gioia che però saranno sempre episodici e molto brevi e che solo nella scena finale strapperanno loro un sorriso pieno di complicità . Le due protagoniste sono bravissime , spettacolare e spumeggiante Valeria Bruni Tedeschi , più intima e sofferente Micaela Ramazzotti . Simpatico il cameo di Anna Galiena e molto spiritoso quello della madre , anche nella realtà , della Bruni Tedeschi . Un po' meno convincenti alcuni attori di contorno ma è un peccato molto veniale . Anche formalmente il film è apprezzabile . Girato molto bene . Ambientato in posti molto gradevoli e la descrizione degli avvenimenti è chiara e illuminata da una fotografia solare e molto vivace . Alcune citazioni filmiche denunciano inoltre la cultura cinefila di Virzì . Fino a portarlo a rendere omaggio ad un suo collega italiano , altrettanto bravo , con la scena del pranzo nel ristorante di lusso . Giusto anche la forma nel cinema è importante . Bravo Virzì , l'esame è superato ed anche alla grande . Si esce dal cinema commossi ed anche un po' malinconici ma contenti di aver visto un film bellissimo .
[-]
[+] ma come raramente si sorride?
(di no_data)
[ - ] ma come raramente si sorride?
|
|
[+] lascia un commento a alex2044 »
[ - ] lascia un commento a alex2044 »
|
|
d'accordo? |
|
giulio vivoli
|
domenica 22 maggio 2016
|
la strana coppia
|
|
|
|
TEMA DI LA PAZZA GIOIA
Ogni regista ha un luogo di elezione nel quale esprimere il proprio cinema con facilità fresca e spontanea : per Virzì è sicuramente la Toscana di Livorno e dintorni, quella di Ovosodo e La Prima Cosa Bella, con le sue arie di provincia italiana dalle atmosfere popolari e i personaggi stralunati. La Pazza Gioia è un road movie sospeso tra commedia surreale e melodramma corale, tra satira classista e cinema d’ impegno sociale, che si snoda da Montecatini a Viareggio e puntata all’Argentario, con protagonista un’improbabile coppia di donne ospiti di una comunità di recupero per malati di mente: le bravissime e compenetrate Valeria Bruni Tedeschi, mitomane narcisista di origini altolocate e Micaela Ramazzotti, ragazza rozza e fragile con alle spalle una giovane vita segnata da abbandoni e depressione.
[+]
TEMA DI LA PAZZA GIOIA
Ogni regista ha un luogo di elezione nel quale esprimere il proprio cinema con facilità fresca e spontanea : per Virzì è sicuramente la Toscana di Livorno e dintorni, quella di Ovosodo e La Prima Cosa Bella, con le sue arie di provincia italiana dalle atmosfere popolari e i personaggi stralunati. La Pazza Gioia è un road movie sospeso tra commedia surreale e melodramma corale, tra satira classista e cinema d’ impegno sociale, che si snoda da Montecatini a Viareggio e puntata all’Argentario, con protagonista un’improbabile coppia di donne ospiti di una comunità di recupero per malati di mente: le bravissime e compenetrate Valeria Bruni Tedeschi, mitomane narcisista di origini altolocate e Micaela Ramazzotti, ragazza rozza e fragile con alle spalle una giovane vita segnata da abbandoni e depressione. Il loro sodalizio apparentemente privo di comuni punti di contatto servirà ad entrambe a confrontarsi con l’ Altro psicoanalitico e a mettere in discussione il proprio mondo con tutte le sue incertezze: la loro fuga follemente estemporanea e irresponsabilmente leggera è un viaggio iniziatico fuori dalle cure medicinali e le terapie ordinarie previste dalla sanità e dalla legge; è un percorso di ricerca e riconciliazione interiore sui luoghi e le circostanze che hanno segnato le loro vite inquiete e sofferte, popolato di genitori assenti ed egoisti, ex mariti risposati e diversamente squallidi, e anche un figlio perduto e ritrovato, che dà il senso ultimo e compiuto all’intero film. Divertente e commuovente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giulio vivoli »
[ - ] lascia un commento a giulio vivoli »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 22 maggio 2016
|
la follia è solo esibizione della debolezza umana
|
|
|
|
Raramente oggi capita di vedere al cinema un bel film. Paolo virzì ci ha fatto questo dono, agli appassionati e non.
La commedia rocambolesca è messa su grazie al fenomenale apporto di un attrice come la Bruni Tedeschi non tanto attenzionata dal cinema italiano e dai suoi registi (lo è invece in Francia) e dalla Ramazzotti già in passato
presente con vesti di personaggi border line, ma anche grazie ad altri attori in ruoli diversi (es. la psicologa, il personale che assiste gli ospiti nella casa famiglia in cui vivono in terapia per volere della custodia giudiziaria).
La storia è un crescendo di emozioni che si alternano nella visione di parti leggere e di quelle più intense che riescono a strappare le lacrime anche alle persone più dure di cuore.
[+]
Raramente oggi capita di vedere al cinema un bel film. Paolo virzì ci ha fatto questo dono, agli appassionati e non.
La commedia rocambolesca è messa su grazie al fenomenale apporto di un attrice come la Bruni Tedeschi non tanto attenzionata dal cinema italiano e dai suoi registi (lo è invece in Francia) e dalla Ramazzotti già in passato
presente con vesti di personaggi border line, ma anche grazie ad altri attori in ruoli diversi (es. la psicologa, il personale che assiste gli ospiti nella casa famiglia in cui vivono in terapia per volere della custodia giudiziaria).
La storia è un crescendo di emozioni che si alternano nella visione di parti leggere e di quelle più intense che riescono a strappare le lacrime anche alle persone più dure di cuore. Il ricovero in una comunità terapeutica fà si che due donne con problemi psicologici si incontrano al di fuori del vero mondo dei pazzi che è quello esterno alla comunità. Lì trovano buoni sentimenti, l'amicizia, la solidarietà, la dignità di persone umane persa nello svolgimento della normale vita a fianco di mariti e di famiglie disagiate malgrado le ricchezze possedute. La grande Bruni Tedeschi è paragonabile alla Dorothy del film Nemo di qualche anno fa, o anche al cappellaio matto di Alice. La ramazzotti incarna benissimo il ruolo della donna depressa e instabile ma che si aggrappa all'unico filo di speranza vitale che è reincontrare il figlio che le è stato sottratto con decreto e , una volta accaduto, all'amicizia ritrovata nella casa terapeutica. Grande Virzì nella scelta della citazione del film di Ridley Scott degli anni '90,eccezionali varie scene, tra le quali ricordo lal'inizio della fuga delle due donne quando è ad attenderle un autobus di linea, quando è lo stesso spettatore complice a spingere le due donne a fuggire, belle le scene della Ramazzzotti immersa nell'acqua con il bimbo nel tentativo di togliersi la vita, bella la scena dell'incontro tra lei e suo figlio in spiaggia, tutto fà intravedere un mondo che ancora c'è, fatto di bontà e di buoni sentimenti, un grande grido di speranza per le nuove generazioni.Tutti fuggono da qualcosa per cercare un pò di felicità, non importa dove, può essere anche nel giardino di casa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
lbavassano
|
domenica 22 maggio 2016
|
l'eccellenza rara della sceneggiatura
|
|
|
|
Non sono molti i film che, nonostante la sovraesposizione mediatica, nonostante i trailer eccessivi che temiamo abbiano svelato ogni scena, ogni snodo della narrazione, riescono comunque a sorprenderci. Un film sul disagio, sicuramente, e sui rapporti umani che tale disagio acuiscono o possono, più raramente, lenire. Ma soprattutto, per come l'ho visto io, un film sulla babele dei linguaggi da cui siamo parlati, da cui siamo agiti, con cui cerchiamo di colmare le nostre lacune. Sulla difficoltà di trovare le parole che consentano una comunicazione autentica.
[+]
Non sono molti i film che, nonostante la sovraesposizione mediatica, nonostante i trailer eccessivi che temiamo abbiano svelato ogni scena, ogni snodo della narrazione, riescono comunque a sorprenderci. Un film sul disagio, sicuramente, e sui rapporti umani che tale disagio acuiscono o possono, più raramente, lenire. Ma soprattutto, per come l'ho visto io, un film sulla babele dei linguaggi da cui siamo parlati, da cui siamo agiti, con cui cerchiamo di colmare le nostre lacune. Sulla difficoltà di trovare le parole che consentano una comunicazione autentica. Un film molto ben scritto, come da anni troppo raramente in Italia, capace di alternare comicità e dramma, e poesia, senza forzature e stridori. Due splendide interpreti, forse nel ruolo della vita, comunque in un ruolo che segna un momento importante nel loro percorso.
Qualche dubbio però sul finale: c'erano almeno un paio di occasioni in cui concludere la narrazione. La scelta buonista di proseguirla a mio parere l'ha indebolita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lbavassano »
[ - ] lascia un commento a lbavassano »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 22 maggio 2016
|
un capolavoro
|
|
|
|
Rappresentazione della pazzia, dello stare fuori dalla società civile, dell'inquietudine e del malessere di vivere. Film estremamente curato nei dettagli, con una recitazione da oscar per entrambe le protagoniste. Non c'è un dialogo banale, una scena affidata al caso, non ci sono stereotipi. E' stato accostato a Thelma e Louise, ma non ha nulla in comune, a parte il fatto che sono due donne le protagoniste (ricorda piuttosto Qualcuno volò sul nido del cuculo).
Beatrice (Bruni Tedeschi), ex componente del jet set, è logorroica, atteggiata da gran signora, schietta e comica. Condannata per bancarotta fraudolenta, denunciata dal giudice per stalking è innamorata di un personaggio disgustoso ma, seppur pazza, esercita il suo fascino sul suo avvocato.
[+]
Rappresentazione della pazzia, dello stare fuori dalla società civile, dell'inquietudine e del malessere di vivere. Film estremamente curato nei dettagli, con una recitazione da oscar per entrambe le protagoniste. Non c'è un dialogo banale, una scena affidata al caso, non ci sono stereotipi. E' stato accostato a Thelma e Louise, ma non ha nulla in comune, a parte il fatto che sono due donne le protagoniste (ricorda piuttosto Qualcuno volò sul nido del cuculo).
Beatrice (Bruni Tedeschi), ex componente del jet set, è logorroica, atteggiata da gran signora, schietta e comica. Condannata per bancarotta fraudolenta, denunciata dal giudice per stalking è innamorata di un personaggio disgustoso ma, seppur pazza, esercita il suo fascino sul suo avvocato. Donatella (Ramazzotti) è un personaggio struggente. Distrutta dalla sofferenza, tenta il suicidio con il figlio neonato. Il figlio le viene tolto, anche se alla fine riuscirà ad incontrarlo. Le due protagoniste si completano, hanno bisogno l'una dell'altra. Se riusciranno a salvarsi sarà grazie alla loro amicizia. Sono entrambe delle persone disturbate con necessità di cure, ma ciò non vuol dire che siano personaggi da considerare poco o disprezzare. Anzi.
Quando Donatella arriva in comunità, Beatrice finalmente trova qualcuno su cui riporre tutta la sua esuberanza. Riescono a scappare dalla comunutà, soendono un sacco di soldi, combinano un sacco di danni. Ma forse anche risolvono qualche loro problema.
Film estremamente raffinato che tratta temi delicati con molto rispetto.
Complimenti a Virzì, il miglor regista italiano di questi tempi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
mario nitti
|
domenica 22 maggio 2016
|
5 stelle meritate da tutti: attrici, storia, regia
|
|
|
|
Beatrice, logorroica ospite di Villa Biondi, una comunità per malati mentali, è una mitomane che tratta tutti dall’alto in basso: sempre elegante e curata resta colpita da Donatella, magrissima e tatuatissima donna che ha alle spalle atti di violenza ed è affetta da una profonda depressione[+]
Beatrice, logorroica ospite di Villa Biondi, una comunità per malati mentali, è una mitomane che tratta tutti dall’alto in basso: sempre elegante e curata resta colpita da Donatella, magrissima e tatuatissima donna che ha alle spalle atti di violenza ed è affetta da una profonda depressione e per carpire delle informazioni si finge dottoressa. I due universi di sofferenza si incontrano e si forma un’improbabile rapporto che è difficile definire e che sarà la premessa di un viaggio comune.
Con queste premesse viene da dire: “Non ho peccati da scontare; perché dovrei andare a vedere una roba del genere”?
Tre motivi. Perché è un film con un ritmo incredibile, ma non si impiglia mai nel rischio della lentezza scorrendo veloce, a tratti veramente divertente, a tratti disperatamente commovente, dall’inizio alla fine. Perché le due attrici fanno una gara a chi è più brava: alla fine non si sa chi ha vinto, ma se fossimo in America avremmo due candidate all’Oscar. Semplicemente perché è un film profondo, vero e bellissimo e perderselo sarebbe un peccato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mario nitti »
[ - ] lascia un commento a mario nitti »
|
|
d'accordo? |
|
maracaibo
|
domenica 22 maggio 2016
|
un film che ti da una pazza gioia
|
|
|
|
una pazza gioia per gli occhi, per le orecchie e per la mente. Bellissimo film di Virzì senza mai una sbavatura, senza mai una scena inutile, tutto perfetto. Ti tocca il cuore , la testa , l'anima questa storia di due donne infelici che si danno " alla pazza gioia" . La Bruni e la Ramazzotti dirette come nessuno mai. Qui sono superbe. il miglior film di questo termine stagione. Evviva il cinema. Evviva il cinema italiano.punto e basta!
|
|
[+] lascia un commento a maracaibo »
[ - ] lascia un commento a maracaibo »
|
|
d'accordo? |
|
robroma66
|
domenica 22 maggio 2016
|
garbato e intenso
|
|
|
|
Che bel film, l'ultima creatura di Virzì.
Racconta alcuni giorni di vita di due donne psicopatiche, Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) -ricca e raffinata moglie di un avvocato vicino al potere, e poi precipitata in una relazione distruttiva con un criminale- e Donatella (Micaela Ramazzotti) -psicologicamente fragile, di fatto abbandonata dai suoi meschini genitori, tormentata dal ricordo di un figlio che le è stato sottratto e dato in adozione-.
Dentro "La pazza gioia" ci sono molte cose, tutte raccontate con garbo ed intensità e con un taglio sospeso tra il documentaristico e il sognante.
[+]
Che bel film, l'ultima creatura di Virzì.
Racconta alcuni giorni di vita di due donne psicopatiche, Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) -ricca e raffinata moglie di un avvocato vicino al potere, e poi precipitata in una relazione distruttiva con un criminale- e Donatella (Micaela Ramazzotti) -psicologicamente fragile, di fatto abbandonata dai suoi meschini genitori, tormentata dal ricordo di un figlio che le è stato sottratto e dato in adozione-.
Dentro "La pazza gioia" ci sono molte cose, tutte raccontate con garbo ed intensità e con un taglio sospeso tra il documentaristico e il sognante.
C'è la tenerezza della follia umana, il dramma della patologia psichiatrica, la centralità dell'universo femminile (curiosamente, gli uomini sono marginali e sovente balordi), l'amicizia, la tragicità e l'allegria, la prossimità del baratro, l'ottusità del sistema ma anche la tenace dedizione e simpateticità di alcuni operatori (recte: operatrici). E' un film commovente ed empatico, tutto sommato capace di dare un filo di speranza.
Straordinarie le interpretazioni di Bruni Tedeschi e di Ramazzotti, ottima la fotografia di Vladan Radovic. E poi Virzì è sempre Virzì, anche se qui è più placido ed educato di quanto non siamo abituati a vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robroma66 »
[ - ] lascia un commento a robroma66 »
|
|
d'accordo? |
|
|