johnford
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lunedì 23 maggio 2016
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on the road come thelma e louise
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DUE DONNE CON LA PSICHE FRAGILE SCAPPANO DA UN AMBIENTE SERENO IN CUI VENGONO COCCOLATE E PROTETTE E SI CATAPULTANO DI NUOVO NEL "MONDO CHE STA FUORI VILLA BIONDI" IN CUI CREDONO DI POTER RITROVARE LA FELICITA' E LA LIBERTA'.
DOPO ATTIMI DI SPENSIERATEZZA DOVRANNO MISURARSI CON UNA UMANITA' PATOLOGICAMENTE EGOISTA, AGGRESSIVA E APPROFITTRATRICE.
DELUSE, TORNERANNO SUI LORO PASSI, NELL'UNICO LUOGO IN CUI POSSONO RITROVARE COMPRENSIONE, AMICIZIA, AFFETTO E PROTEZIONE.
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dinoroar
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lunedì 23 maggio 2016
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qualità a "km zero"
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Inutile riassumere la trama. Tanti applausi per un cast bravissimo, un'idea forte, una realizzazione altrettanto ben confezionata. In un pugno di Km fisici, infiniti e tortuosi percorsi mentali; complessi, talvolta tragici e allo stesso tempo, come spesso lo è la tragedia, comici. L'ho sentito accostare a Thelma e Louise, ma il paragone non mi convince. Mentre nel più blasonato film americano, si percepisce da subito l'ineluttibilità di un tragico destino ed una insana voglia di autodistruzione, nel film di Virzì, pur toccando punti apparentemente senza ritorno, si ha sempre la percezione che le due protagoniste abbiano dentro di loro la forza di un riscatto .
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Inutile riassumere la trama. Tanti applausi per un cast bravissimo, un'idea forte, una realizzazione altrettanto ben confezionata. In un pugno di Km fisici, infiniti e tortuosi percorsi mentali; complessi, talvolta tragici e allo stesso tempo, come spesso lo è la tragedia, comici. L'ho sentito accostare a Thelma e Louise, ma il paragone non mi convince. Mentre nel più blasonato film americano, si percepisce da subito l'ineluttibilità di un tragico destino ed una insana voglia di autodistruzione, nel film di Virzì, pur toccando punti apparentemente senza ritorno, si ha sempre la percezione che le due protagoniste abbiano dentro di loro la forza di un riscatto ... parziale ma pur sempre riscatto, ed unite nella loro diversità. le protagoniste del fil di Virzì, si salvano reciprocamente traendo forza da profondi punti di condivisione, piuttosto che spingersi al suicidio. Applausi!
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zarar
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lunedì 23 maggio 2016
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inno alla gioia
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In un bel film, Virzì ci dice che si salva solo chi difende il suo diritto ad essere se stesso, a difendere il suo diritto alla libertà, ai sentimenti, agli affetti, ad una porzione di gioia. E non conta che sia un reietto, e uno tra i più disperati reietti, un “matto”. Era il tema dell’indimenticabile “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, un romanzo/film che Virzì – non per caso - dice di aver molto amato. A seguito della decisione di un giudice, due donne diversissime tra loro, Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), signora di buona famiglia che è finita in un giro di truffe e ha dilapidato un patrimonio per amore di un volgare delinquente e Donatella (Micaela Ramazzotti), una povera cubista che, sola e abbandonata, ha tentato il suicidio/omicidio con il suo amatissimo bambino, sono state affidate ad una comunità terapeutica per un possibile recupero.
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In un bel film, Virzì ci dice che si salva solo chi difende il suo diritto ad essere se stesso, a difendere il suo diritto alla libertà, ai sentimenti, agli affetti, ad una porzione di gioia. E non conta che sia un reietto, e uno tra i più disperati reietti, un “matto”. Era il tema dell’indimenticabile “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, un romanzo/film che Virzì – non per caso - dice di aver molto amato. A seguito della decisione di un giudice, due donne diversissime tra loro, Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), signora di buona famiglia che è finita in un giro di truffe e ha dilapidato un patrimonio per amore di un volgare delinquente e Donatella (Micaela Ramazzotti), una povera cubista che, sola e abbandonata, ha tentato il suicidio/omicidio con il suo amatissimo bambino, sono state affidate ad una comunità terapeutica per un possibile recupero. Sullo sfondo, la temutissima minaccia del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario. Beatrice è logorroica, mitomane, perpetuamente agitata e pronta a intromettersi negli affari di tutti, un suo modo patologico di esprimere una espansiva affettività; Donatella è impenetrabilmente chiusa nella sua disperazione. Beatrice ‘adotta’ Donatella, di cui intuisce la sofferenza estrema. Il film è la storia di una loro breve fuga dalla comunità, cominciata per caso per iniziativa dell'irrefrenabile Beatrice, giusto per darsi un po’ alla pazza gioia, e trasformatasi via via in una resa dei conti col passato, in una nuova consapevolezza e in un forte attaccamento reciproco, che farà bene a tutte e due. La fuga di Beatrice e Donatella, novelle Thelma e Louise, mescola la loro ‘pazzia’ con pazzia del mondo in un folle carosello, e mostra che tra una follia e l’altra, tra presunti savi e presunti matti, le due protagoniste in fondo sanno che cosa vogliono, vogliono cose sacrosante (libertà, un po’ di felicità, l’amore di un figlio), e se sono ‘diverse’ perché prive di freni inibitori, sono felicemente ‘diverse’ soprattutto perché mettono a nudo il loro cuore senza difese, al di là di qualsiasi ipocrisia o perbenismo. E c’è chi è pronto ad approfittarsene, ma anche chi capisce. E dunque Beatrice e Donatella, a differenza di Thelma e Louise, forse ce la faranno. Virzì torna alle origini con un ambiente stratoscano, che però non ha nulla di strapaesano: un ambiente che è, come sempre nei suoi film, paradigma di un macrocosmo in cui albergano cattiveria e follia, ma anche, senza illusioni e senza retorica, spiragli di umanità, di tolleranza e di riscatto. Di qui un mix felice di commedia e dramma, di umano e troppo umano, magistralmente governato dal regista e dalle due bravissime attrici protagoniste.
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jujitsu
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lunedì 23 maggio 2016
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deep inside
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Una storia incredibilmente razionale e che potrebbe essere il palco della realtà quotidiana di centinaia di persone, ogni giorno, qui in Italia e che pure non è raccontata in maniera strappalacrime, ma con molto garbo e riservatezza. Una vicenda che non è costruita per farti piangere ma che inevitabilmente lo fa, entrandoti dentro, spostando gli organi interni fino a posizionarsi all’altezza del cuore. Già dalla primissima scena si capisce la potenza registica del film, fatto veramente bene, con due protagoniste “over the top”, senza difetti, e con una splendida sceneggiatura, ripeto, assolutamente realistica. Quello che si vede nella pellicola è una disperazione travolgente, cosi cruda che dovrebbe farci pensare tutti quanti e farci diventare più buoni e disponibili verso il prossimo e in generale verso quelle persone cosi fragili come Donatella e Beatrice, vittime della cattiveria umana.
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Una storia incredibilmente razionale e che potrebbe essere il palco della realtà quotidiana di centinaia di persone, ogni giorno, qui in Italia e che pure non è raccontata in maniera strappalacrime, ma con molto garbo e riservatezza. Una vicenda che non è costruita per farti piangere ma che inevitabilmente lo fa, entrandoti dentro, spostando gli organi interni fino a posizionarsi all’altezza del cuore. Già dalla primissima scena si capisce la potenza registica del film, fatto veramente bene, con due protagoniste “over the top”, senza difetti, e con una splendida sceneggiatura, ripeto, assolutamente realistica. Quello che si vede nella pellicola è una disperazione travolgente, cosi cruda che dovrebbe farci pensare tutti quanti e farci diventare più buoni e disponibili verso il prossimo e in generale verso quelle persone cosi fragili come Donatella e Beatrice, vittime della cattiveria umana.
Scusate ma do 5 stelle!
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no_data
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lunedì 23 maggio 2016
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perché inutili paragoni ?
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ben venga che ci siano Virzi, Garrone Sorrentino, Mainetti e altri ancora. Il cinema italiano sta bene anzi benissimo proprio perché offre, tra le sue grandi qualità , una diversità di stile e di soggetto mai proposta fino adesso, per la più grande “pazza gioia” dei cinefili .
il film è riuscito in tutto e per tutto, ma non saprei esprimere il piacere che mi ha procurato la magnifica interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi. Straordinaria, mi sembra poco.
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mattopolis
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lunedì 23 maggio 2016
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in perfetto equilibrio (mentale)
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Poteva essere un film patetico oppure grottesco visto il tema trattato...invece non è così:grazie alle bravissime attrici e alla brillante sceneggiatura e regia, la pazza gioia è un film commovente e divertente allo stesso tempo leggero ma emozionante, surreale ma plausibile...insomma è davvero un film assolutamente consigliato per il perfetto equilibrio che mantiene per tutta la durata...compreso il finale che riesce a suo modo ad essere un lieto fine nonostante le avversità delle due improbabili amiche.
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pier71
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lunedì 23 maggio 2016
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correte nei cinema!!
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Finalmente un film degno di chimarsi tale e di uscire in sala. Divertente e delicato, schizzato e commovente. Brava la Ramazzotti ma è Valeria Bruni Tedeschi che regge tutta la baracca: fragile, bella, incontenibile: un uragano. Marco Messeri sempre superlativo, toccante. Sì, stavolta Virzì azzecca quasi tutto. Averne.
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stefano73
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domenica 22 maggio 2016
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al femminile
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Paolo Virzì non sbaglia un film e questa volta fa un viaggio nell'universo femminile all'interno di una comunità di recupero. La storia di queste due pazienti psichiatriche in fuga vi farà ridere e piangere assieme. Bravissima la Valeria Bruni Tedeschi insieme a tutto il cast.
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barone di firenze
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domenica 22 maggio 2016
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eccezionale
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Bella la location, la mia Toscana, bella la fotografia, bella la colonna sonore anche se vintage, gli attori bravi, le due attrici protagoniste stupende, Virzì ha colpito ancora come il buon vino toscano più invecchia più migliora. Da vedere senza parlare della trama andatevelo a vedere, mi rammenterete
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maurizio meres
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domenica 22 maggio 2016
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due grandi attrici,per un film bellissimo
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Film di una completezza unica,il bravissimo Virzi ormai grandissima certezza del cinema italiano,fonde in un unico pensiero, gioie,drammi e un complesso di disagio esistenziale,in una giostra di vita fatta di battute vere,spontanee,la pazzia anzi chiamiamolo disagio mentale diventa amore,voglia di vivere e tante verità,perché tutto ciò che si dice nel film e autentica realtà .
La tematica della sceneggiatura vuole far capire quanto sia importante per queste persone l'amore degli altri,nel film Virzi coglie attimi d'amore anche sulle persone che loro incontrano,e soprattutto di aiuto,in alcuni momenti il loro disagio mentale diventa un aiuto reciproco, il tutto inquadrato come vero problema sociale con pochissimo supporto delle istituzioni e indifferenza di chi dovrebbe nelle strutture dare un aiuto soprattutto morale,tranne qualche eccezione ,fortunatamente esiste il grande impegno sociale di centri che con il loro impegnò riescono nel dare tanto amore per queste persone,molto rimarcato dal regista.
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Film di una completezza unica,il bravissimo Virzi ormai grandissima certezza del cinema italiano,fonde in un unico pensiero, gioie,drammi e un complesso di disagio esistenziale,in una giostra di vita fatta di battute vere,spontanee,la pazzia anzi chiamiamolo disagio mentale diventa amore,voglia di vivere e tante verità,perché tutto ciò che si dice nel film e autentica realtà .
La tematica della sceneggiatura vuole far capire quanto sia importante per queste persone l'amore degli altri,nel film Virzi coglie attimi d'amore anche sulle persone che loro incontrano,e soprattutto di aiuto,in alcuni momenti il loro disagio mentale diventa un aiuto reciproco, il tutto inquadrato come vero problema sociale con pochissimo supporto delle istituzioni e indifferenza di chi dovrebbe nelle strutture dare un aiuto soprattutto morale,tranne qualche eccezione ,fortunatamente esiste il grande impegno sociale di centri che con il loro impegnò riescono nel dare tanto amore per queste persone,molto rimarcato dal regista.
Grandissime le due interpreti del film,una Ramazzotti sempre più brava con quel suo modo,dolce spontaneo da vera attrice ,la Bruni secondo il mio punto di vista è stata superlativa,reputo la sua interpretazione una delle migliori che abbia mai visto,la sua completezza in questo film rasenta la perfezione recitativa,merito senza dubbio del regista nel valorizzarla.
Film senz'altro da vedere,vero cinema Italiano in un neorealismo moderno,dove attraverso le verità di due donne che dicono quello che pensano senza ipocrisie diventa quasi una liberazione per lo spettatore portandolo ad una riflessione di quello che la vita potrebbe essere.
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