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La politica degli autori: Seth MacFarlane

Il creatore de I Griffin alla regia di Ted 2.
di Mauro Gervasini

In foto una scena di Ted 2.

mercoledì 24 giugno 2015 - Approfondimenti

Ted, lo sapete, è un orsacchiotto particolare. Se corre appresso a Ricciolidoro non è esattamente per coccolarla come si fa nelle favole per bambini. Poi magari si fuma una canna e tracanna un six pack. Sempre in compagnia del sodale Mark Wahlberg. A loro è dedicato uno degli hashtag più celebri del momento: #Rimbombamici.

Quando in passato proposero a Wahlberg di recitare in un film accanto a un orso di peluche zozzone, l'attore riacquistò un po' delle pessime vecchie maniere mandando al diavolo chi gli voleva rovinare la carriera. Si è lasciato convincere dall'agente, alla fine, e per sua fortuna: il primo Ted (2012) ha incassato nel mondo 549 milioni di dollari. Niente male per un film accolto inizialmente con sospetto dai distributori perché il pupazzo si temeva avrebbe respinto il pubblico maturo, mentre bambini e ragazzini erano già tenuti a debita distanza dal minaccioso "Parental Advisory" (il marchietto che in Usa avvisa i genitori dei contenuti espliciti e non adatti ai minori). Dietro l'idea, un uomo solo al comando: Seth MacFarlane. Regista, produttore, doppiatore (con accento tedesco per il personaggio di Krauss in Hellboy - The Golden Army di Del Toro, ad esempio) sceneggiatore comico e disegnatore, noto soprattutto per avere creato I Griffin, ovvero il lato peggiore della più classica famiglia americana. Un po' come se i Bradford sognassero, una volta estinto il mutuo, di far esplodere un palazzo federale con tutta la gente dentro. Non esattamente un programma per bambini, ma comunque a cartoni animati.

Dopo Matt Groening (I Simpson) e la premiata ditta Parker & Stone (South Park), un altro quarantenne in ammollo nell'immaginario anni 80 che recupera un registro, quello demenziale, per fare a pezzi il Sogno americano, raccontando il ventre molle (anzi obeso) di un paese grottesco. Gavetta disegnando Mucca e Pollo (uno dei cartoon più assurdi e divertenti degli anni 90), MacFarlane, classe 1973, ha anche presentato la Notte delle Stelle del 2013, cimentandosi nel difficile ruolo di stand up comedian. Nonostante il primo Ted avesse momenti irresistibili, e in attesa di vedere il secondo capitolo in sala dal 25 giugno (dovrà sfidare l'attuale re degli incassi Jurassic World: quello tra Ted e Indominus Rex sarà il vero scontro di titani...), possiamo dire che nessuno dei film di MacFarlane resterà nella storia del cinema.

Al pari di altri recenti alfieri del demenziale (alcuni del cosiddetto Frat Pack come Stiller, Wilson, Rogen, Galifianakis, Apatow eccetera), anche Seth ama la comicità di grana grossa, basso mimetica e goliardica, dove trionfano doppi sensi sessuali e scorrettezza politica anche piuttosto becera. C'è però un interessante nucleo teorico in alcuni suoi lavori, fin dalle produzioni animate (nel curriculum, oltre a I Griffin, American Dad! e The Cleveland Show), ed è l'interazione tra il personaggio-umano e quello finzionale-animato, senza soluzione di continuità, culminata nella performance tra MacFarlane stesso e Ted, ologramma creato dalla CGI, alla cerimonia degli Oscar.

Come se il regista per primo credesse alla verità di quell'invenzione scenica, effetto speciale con cuore, anima, voce e personalità. In un immaginario ormai preistorico c'erano il ventriloquo e il suo pupazzo; di solito quest'ultimo, privo di freni inibitori, sublimava quel che il primo non poteva dire pena l'esclusione sociale. Ora il pupazzo pare più vivo dei vivi, "esce" dallo schermo, interagisce con un creatore che non ha dubbi sulla sua reale esistenza. Pensate solo se lo stesso esperimento l'avessero fatto con Chucky...

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