Grazie al regista Sollima, figlio d'arte, vissuto e cresciuto alla miglior scuola che è quella del praticantato, tanto da non accorgersi dell'assenza Accademica, visto i risultati sin qui ottenuti. D'altronde cosa c'è di meglio della pratica?
Grazie anche al titolo che delinea bene l'argomento, infatti il significato della parola Suburra, ( Sub-Urbe, luogo malfamato, teatro di illegalità, di crimini e di immoralità), prende per mano portandoti dentro a quella magnifica città che è Roma, piena di intrighi e poteri, che pur essendo rappresentata per il male che vi si svolge, la fantasia pur essendo grande, non riesce mai a superare la realtà. Purtroppo.
Il racconto prende un lasso di tempo di otto giorni del novembre 2011, partendo da un politico, (Favino) che si concede una serata particolare, così tanto particolare da finire con il morto accanto, (una giovane prostituta), dando così inizio a una sequela di reati, omicidi ed illegalità, che ben dimostrano l'ambiente in cui tali sventure vedono luce. Il regista ha ben sottolineato l'ambiente sia con la musica che con la sceneggiatura, facendo risaltare una Roma mai azzurra, bensì sempre sotto grandi piogge che per un senso sporcano e insozzano, per l'altro lavano, portano via tutto.
E infatti oltre alle grandi piogge è sempre presente il Tevere, questo mitico fiume che tante ne ha viste e tante ancora ne vede e sicuramente dovrà vederne.
Impressiona anche la qualità del cast impegnato nel film, tutti all'altezza, comprese le parti minori, ma che fa risaltare a mio avviso l'interpretazione di Claudio Amendola, nel referente delle Famiglie, (Cosa Nostra), così calmo, giudizioso, intelligente e sobrio, da dare al personaggio interpretato, il vero spessore del garante mafioso che tutto può e tutti può raggiungere. Film da vedere, che può far riflettere, e che comunque dà sicuramente lustro alla cinematografia Italiana, sempre grande sia nelle interpretazioni sia nella narrativa. Grazie Sollima, e buona visione al cinema. Pisiran.
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