Anno | 2015 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Stefano Obino |
Attori | Vinicio Capossela . |
Uscita | martedì 19 gennaio 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,47 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 gennaio 2016
Diretto da Stefano Obino, Nel paese dei coppoloni è ambientato nei luoghi in cui l'ispirazione letteraria e musicale di Capossela è diventata realtà.
CONSIGLIATO SÌ
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Alta Irpinia, oggi. Nato nel '65 in Germania da emigranti della provincia di Avellino, il cantautore Vinicio Capossela, in vesti di viandante contemporaneo, racconta alla macchina da presa il proprio ritorno in quel territorio, alla ricerca appassionata di persone e musica: da catturare, decriptare, rielaborare.
Nell'immaginazione dello sceneggiatore Capossela, i coppoloni sono gli abitanti del paese di Cariano, investiti di un'aura divina perché situati in alto, più vicini al cielo ma anche alle intemperie, e perciò costretti a coprirsi bene la testa. Poi, per traslato, il termine si estende a tutti quelli che hanno dovuto lasciare quella terra per riscattarsi dalla miseria e mettersi a servizio di fabbriche e guerre. Il titolo è quindi solo la scintilla di un'opera originale e seducente, al quale sta stretta ogni classificazione di genere, nonostante l'evidente prossimità al documentario etnografico.
Già felicemente complice di Andrea Segre nel contesto greco di Indebito, Capossela si conferma grande affabulatore e trasformista. E con questo film si mette letteralmente allo specchio, si confronta rispettoso con l'epica dei propri avi e con se stesso, per farne nuova materia.
Il film di Stefano Obino segue la traccia del romanzo Il paese dei coppoloni (Feltrinelli, 2015), scritto dallo stesso musicista con una lingua corposa e affilata, antica e terragna: sono racconti di mito ancestrale, storie di emigrazione, riti agresti. Da questo riprende dodici "stazioni": Il viandante, Le mammenonne, Ciccillo, L'aufido Ofato, La ferrovia, Il paese dell'eco, Matalena, Sicuranza, Testa di Uccello, I sentieri della Cupa, La Banda della Posta, Gli sposalizi. Paesaggi e persone inscindibili dalla creazione delle Canzoni della Cùpa (il nuovo disco di Capossela, in uscita a marzo). Non è una sorpresa ritrovare sul grande schermo una tale stratificazione di sensi e spunti: più volte riconosciuta dal Club Tenco, l'opera di Vinicio Capossela, che ha da poco toccato i 25 anni di attività, possiede notoriamente una poetica riconoscibile, una cura particolare per la parola e trova ispirazione nella forza universale della letteratura. Ma è comunque una bella sorpresa, soprattutto in tempi in cui l'uscita di film musicali "evento" in sala è spesso sinonimo di marketing discografico.
Frutto di una meditata lavorazione, Nel paese dei coppoloni infatti ibrida musica e storia, prende come guida e interprete il suo protagonista e lo illumina attraverso il filtro della cultura contadina, di cui egli stesso sente il richiamo potente. Il punto di vista della macchina da presa ha la stessa curiosità attenta di Capossela: scovare l'invisibile dietro il visibile, accendere la visione a partire dalla materia (qui principalmente i canti della tradizione, comuni ad ogni cultura), intercettare le stratificazioni del tempo, il linguaggio della Natura. Ci sono gli elementi naturali - fuoco e acqua, vento e pioggia, luce e buio, terra e cielo, uomo e animale - e ci sono le vite e le facce di tanti "cristiani" umili e mitici al tempo stesso, quelli rimasti dopo il terremoto del 1980. Che oggi vivono, in un contrasto stridente, tra la vecchia, "fondativa", ferrovia e quelle modernissime pale eoliche che spezzano l'orizzonte.
Cairano è paese vicino a Calitri, luogo d'origine del padre di Capossela, nonché quartier generale dello Sponz Fest, manifestazione artistica da lui ideata nel 2013 e alla creatività del quale si deve una delle immagini più potenti del film: la trebbiatrice/nave volante che il cantante e polistrumentista cavalca come un nuovo Don Chisciotte senza lancia.
Di certo Nel paese dei coppoloni, che pure ne distilla i brani tra una scena e l'altra, non è mero veicolo promozionale del disco di inediti in arrivo. Le canzoni anzi sono scheletro e correlativo oggettivo delle immagini. Prova ne è anche l'uso parco di momenti d'impetuoso live, nello stile teatrale e generoso del performer di "Ovunque proteggi", presi dall'ultimo tour. Il film accompagna e contestualizza cioè il nuovo lavoro discografico ma è corpo a sé, sorta di saggio di antropologia che, utilizzando in modo funzionale le immagini d'archivio home made (i matrimoni, la costruzione della ferrovia), si concede la libertà di molteplici registri, rincorrendo la molteplicità espressiva e la curiosità linguistica del suo autore/protagonista: ripreso al tavolo di casa, in scorci di epopea western, o in momenti di canto e socializzazione. Dove questi ultimi sanciscono la separazione drammaticamente perduta tra tempo del lavoro e tempo della festa. Nel paese dei coppoloni quindi è oggetto filmico peculiare per la profondità con cui intreccia locale e globale, ricerca musicale e indagine storica e esistenziale (scandita da tre interrogativi ripetuti dalla voce di Vinicio: "Chi siete? A chi appartenete? Cosa state cercando?").
Devo ringraziare Vinicio Capossela per questo documentario narrato e cantato, ma soprattutto profumato degli odori di paese , di terra di foglie di acqua pulita, di vino e cibo,e di quel saporito sugo di braciola per condire gli ziti ,con cui va perfettamente a nozze.Il film è un motivato ritorno alle radici un ritrovare il senso antico di cantare e fare musica ,Vinicio ha documentato con belle [...] Vai alla recensione »
LEMMANIA-NOSTALGIA-ALGIA. Sing Sing: un'eco che sfreccia fra i binari ruggenti e che risuona nella mente del viandante per indicargli il cammino e ricondurlo a casa. A quella terra matrigna che" il diverso abbatte" ed allontana ma che richiama a sé per senso di appartenenza. Quella del protagonista è la voce ruggente, ostinata e lupina di Vincenzo , quello che [...] Vai alla recensione »