Titolo originale | Der Staat Gegen Fritz Bauer |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Lars Kraume |
Attori | Burghart Klaußner, Ronald Zehrfeld, Sebastian Blomberg, Jörg Schüttauf, Lilith Stangenberg Laura Tonke, Götz Schubert, Cornelia Gröschel, Dani Levy, Michael Schenk, Stefan Gebelhoff, Robert Atzorn, Matthias Weidenhöfer, Nikolai Will. |
Uscita | giovedì 28 aprile 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Cinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,33 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 aprile 2016
Mentre la giovane Repubblica federale vuole lasciarsi alle spalle il periodo nazista, un uomo combatte per portare in tribunale gli autori dei crimini di guerra. In Italia al Box Office Lo Stato contro Fritz Bauer ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 245 mila euro e 101 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Germania 1957. Il procuratore generale Fritz Bauer scopre che Adolf Eichmann, un ex tenente colonnello delle SS che si è reso responsabile della deportazione di massa degli ebrei, si nasconde a Buenos Aires. Bauer, ebreo, sin dal suo ritorno dall'esilio in Danimarca sta cercando di portare in tribunale gli autori dei crimini di guerra perpetrati durante il Terzo Reich. Un'impresa che si sta rivelando impossibile di fronte a uno Stato che è fermamente determinato a censurare il suo terribile passato. Diffidando del sistema giudiziario tedesco, Bauer contatta il Mossad, il servizio segreto israeliano, commettendo così il reato di alto tradimento.
Non fatevi ingannare dal luogo di nascita di Lars Kraume (Chieti). Il regista è cresciuto a Francoforte sul Meno e appartiene a quella generazione di quarantenni tedeschi che non intende mettere in archivio il passato per quanto ciò possa risultare scomodo. Perché in questa occasione non siamo posti di fronte tanto all'efferatezza dello sterminio quanto piuttosto al desiderio di dimenticare il più in fretta possibile quanto accaduto. A dodici anni dalla fine del conflitto la Germania sta risorgendo anche sul piano economico e volgere lo sguardo all'indietro non è gradito alle autorità che sono disposte anche a far sì che uno dei più gelidi organizzatori dell'Olocausto resti in libertà.
Chi ha visto The Eichmann Show, che ricostruisce le fasi delle riprese del primo processo a un criminale nazista visto in tutto il mondo, sa quanto il tenente colonnello delle SS non abbia mai mostrato il benché minimo cedimento emotivo. Bauer invece vuole che si ceda alla ragion di Stato e decide di correre più di un rischio. Anche perché è un omosessuale dichiarato e sa bene che questo (in quegli anni) peserà sulla bilancia dei giudizi e degli insulti che gli giungeranno da parte di chi è interessato a far sì che la sua inchiesta si areni.
Burghart Klaussner presta a Bauer non solo un'aderenza fisica quasi gemellare ma soprattutto la pervicace ostinazione di un uomo che non persegue la vendetta ma che non può e non vuole arrendersi dinanzi a 'principi superiori' che di superiore non hanno nulla. Giungendo fino all'estremo per cui, chiedendo aiuto ai servizi segreti israeliani per la cattura (il processo si tenne a Gerusalemme) incorre così nel reato di alto tradimento entrando nel campo dell'assurdo giuridico: chi fa catturare un criminale che aveva lucidamente programmato i viaggi della morte verso i campi è considerato un 'traditore' perché, dinanzi alla renitenza delle proprie autorità si è rivolto a quelle di un altro Paese.
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Un coraggioso film prodotto dalla Germania che mette a nudo tante verità nascoste del pubblico e del privato, obbedendo a quanto raccomanda il procuratore generale Fritz Bauer,un ebreo tornato dall’esilio in Danimarca, interpretato in maniera superlativa da Burghart Klaußner,”Non ti piegare mai alla tirannia”. Una magnifica prova della guerra occulta e diplomatica tra la Germania, dopo il conflitto [...] Vai alla recensione »
La gente contro Fritz Bauerè un film eccezionale, ricco di suspence, colpi di scena, mistero, curiosità storica, psicologica di un personaggio sconosciuto che è però un eroe ignoto. Fritz Bauer non solo è un procuratore generale tedesco, ma è anche un ebreo, omosessuale, integerrimo, solitario, geniale. Un uomo spezzato.
Il film si inserisce in un filone di analisi ancora aperta di temi scottanti quali la rimozione del passato nazista e il difficile processo di presa di coscienza della Germania, accompagnato da un’epurazione largamente imperfetta in settori cruciali dello stato e dell’industria e quale la specifica vicenda della cattura di Eichmann in Argentina e del suo processo ed esecuzione [...] Vai alla recensione »
la rimozione, il far finta di niente epocale, la rinascita di un paese con 6 milioni di scheletri negli armadi, il benessere che obnubila il passato, l’assedio del sistema che forza le persone a conformarsi … tranne qualcuno: chi per sua natura, coraggio, sedimento del suo passato rischia e lotta strenuamente, e chi, incoraggiato dalla stima per l’altro, dall’afflato che deriva anche dallo stigma comune, [...] Vai alla recensione »
"Der Staat gegen Fritz Bauer"(Lars Kraume, anche autore di soggetto e sceneggiatura, con Oliver Guez, 2015)è un fi,m formidabile , straordinario. Dopo che parte del cinema gemranico è emigrato, pour cause, negli S tates e che Margarethe Von Trotta si limita a film biografici, interessanti, in parte anche apprezzabili su figure varie vome Hildegard von Bingen e altre, questo [...] Vai alla recensione »
Ottimi gli attori per un film che con ritmo instancabile fa riflettere sulla forza degli ebrei nel perseguire la cattura e la sconfitta dei nemici, come ben sottolinea nel discorso finale l'instancabile procuratore Bauer, costi quel che costi! Bella anche la figura del suo aiutante che si sacrifica purché il procuratore possa raggiungere il suo scopo: punire i colpevoli.
Ė davvero una sorpresa scoprire che anche i tedeschi hanno imparato come si fa un film. Ottima sceneggiatura, ottima regia, ottima ricostruzione dell'epoca, ma soprattutto interpreti straordinari. Burghart Klaussner é assolutamente immenso nel tratteggiare il comportamento, i gesti, i tic di un personaggio altrettanto straordinario. Se gli oscar considerassero anche attori non americani [...] Vai alla recensione »
Scritto benissimo, interpretato benissimo, raccontato benissimo. Grazie a questo film ho scoperto che è stato questo coraggioso procuratore tedesco che ha fatto arrestare Eichmann, e che il processo nelle intenzioni del procuratore si sarebbe dovuto tenere a Francoforte, non a Gerusalemme. E questo ci fa amaramente riflettere sul dopoguerra tedesco (e perchè no, anche italiano.
Film dalla sceneggiatura studiata nel minimo particolare, avvincente. Una vera maestria della regia, attori perfettamente immersi nelle parti. E infine, un piccolo pensiero: cosa sta succedendo alla Germania? "Lo stato contro Fritz Bauer" e "Lui è tornato" nello stesso periodo... Forse ora stanno metabolizzato davvero?
I fantasmi si riaffacciano. Non è pensabile che la recente attenzione del cinema tedesco al periodo del post-nazismo (la fase che si estende dall'immediato dopoguerra fino agli anni Settanta, in cui vi furono precise responsabilità governative e imprenditoriali nel nascondere le ferite del passato) sia frutto di un semplice ciclo storico.
È vero che la nuova generazione di registi, quali Giulio Ricciarelli (Il labirinto del silenzio) e Lars Kraume, del qui citato Lo stato contro Fritz Bauer, prende il testimone dalle mani di altri, forse più titolati, cineasti del passato (Rainer Werner Fassbinder e Volker Schlondorff su tutti), che combattevano furiosamente contro lo Stato tedesco e le sue ipocrisie in epoca di forti contrapposizioni ideologiche.
Eppure, anche oggi questi film non escono certo in un contesto pacificato. Se da una parte la political correctness garantisce che non si facciano sconti ai premier e ai governi del passato (per esempio Adenauer in questo caso), dall'altra le storie sembrano incidere su un tessuto sociale vivo e drammaticamente attuale.
La Germania, ma ancora di più l'Europa intera, è attraversata da spasmi populisti e tentazioni autoritarie che sembrano pescare a piene mani in bacini demografici depressi e spaventati dalle ondate migratorie. Che non si tratti di uno scherzo, lo dimostrano gli atti concreti che - dall'Ungheria alla Polonia, dalla Macedonia all'Austria - ad alcuni ricordano spettri del passato.
La Germania tira fuori dall'armadio gli scheletri del suo controverso passato con un film che, analogamente all labirinto del silenzio, torna a parlare del clima di rimozione instauratosi nel Paese nel dopoguerra, vuoi per motivi di Realpolitik, vuoi per il comune desiderio di dimenticare. Ma c'è chi, con testarda fermezza, ricorda e vuole far ricordare: è il procuratore Fritz Bauer impegnato a perseguire, [...] Vai alla recensione »
Non è facile ascoltare la voce dell'acqua: si teme possa rivelare segreti scomodi, verità dolorose di una memoria che non fallisce. Patricio Guzmàn, illuminato documentarista cileno, lo sa bene e non solo si è messo in ascolto" dell'Oceano che lambisce le coste del suo Paese ma con esso ha intrattenuto un dialogo di complicità. Ne è uscito un film-gioiello che in originale ha il titolo di El botòn [...] Vai alla recensione »
Chi ha visto Il labirinto del silenzio lo ha già incrociato. È il procuratore che a fine anni 50 costrinse i tedeschi a riscoprire gli orrori sepolti dei lager. Qui però è tutta un'altra faccenda. Nel Labirinto, quasi un giallo all'americana, Fritz Bauer era la "spalla" di un giovane procuratore ambizioso e ignaro. Qui domina un film molto più realistico che invece sembra un giallo tv teutonico, forse [...] Vai alla recensione »