Ricordare Sebastian Blomberg, almeno in Italia è un'impresa da Dio. Ma in Germania è uno degli attori più bravi del momento. Una specie di Scamarcio dalla lingua aspra che si è prestato spesso e volentieri per il ruolo dell'uomo tormentato, ma che è asceso a star quando si è trovato a girare un film horror di chiara matrice televisiva. Sopracciglia grosse, capelli lisci di un colore indefinito, stile emo. È un uomo che al cinema è capace di spaventarti, ma anche di infonderti una grande tenerezza quando dorme, a petto nudo, accanto a suo figlio, proteggendolo con un abbraccio. Un'immagine di amore paterno che ha sciolto i cuori tedeschi e che ha fatto di Sebastian Blomberg ciò che è, vale a dire un attore noto.
Astro nascente della nuova generazione di attori tedeschi, dopo aver frequentato l'acclamato Max Reinhardt Seminar di Vienna, entra nel panorama teatrale imponendosi come membro permanente del Teatro di Basilea, proponendosi ogni tanto anche per qualche ruolo televisivo.
Nel 1999 esordisce nel film tv Dunckel, passa poi alla miniserie televisiva Alma - A Show biz ans Ende (1999) di Paulus Manker, dopo una lunga gavetta televisiva, composta da film tv e telefilm, nel 2000 debutta cinematograficamente accanto a Franka Potente nell'horror Anatomy. Lasciato il suo posto al Teatro di Basilea, continua la sua marcia sul grande schermo con pellicole come Was tun, wenn's brennt? (2001) di Gregor Schnitzler e Väter (2002) di Dany Levy, che poi lo imporrà nel cast della sua commedia più famosa, l'esilarante Zucker!... Come diventare ebreo in 7 giorni (2004).
Dopo Palermo Shooting (2008) di Wim Wenders, Blomberg sarà tra i principali interpreti del film premiato dal pubblico al Festival di Locarno 2015, Lo Stato contro Fritz Bauer, dedicato a uno dei principali eroi tedeschi.