Hotel Lux

Film 2011 | Commedia 110 min.

Regia di Leander Haussmann. Un film con Michael Herbig, Jürgen Vogel, Thekla Reuten, Alexander Senderovich, Valeriy Grishko. Cast completo Genere Commedia - Germania, 2011, durata 110 minuti. - MYmonetro 2,96 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 31 ottobre 2011

Fra spie e delatori, veri ocmunisti e impostori, Hans, attore comico della Berlino nazista, interpreta il ruolo della sua vita all'Hotel Lux. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,

Consigliato sì!
2,96/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,91
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
Cinema
Trailer
Cabaret per dittatori europei che omaggia la commedia brillante americana.
Recensione di Edoardo Becattini
sabato 29 ottobre 2011
Recensione di Edoardo Becattini
sabato 29 ottobre 2011

Nella Germania del 1933, una coppia di comici, Hans Zeisig e Siggi Meyer, costituisce l'esibizione di punta di un cabaret berlinese. Il loro numero consiste in un'imitazione satirica di Hitler e di Stalin, tollerata dai gerarchi delle SS solo perché inserita fra una serie di sketch antisemiti sugli stereotipi ebraici. Dei due commedianti, Zeisig è un dongiovanni che sogna l'industria dorata di Hollywood, del tutto disinteressato alla politica e al colore del regime per cui deve recitare. Meyer, al contrario, è di origini ebree ed è un militante per il partito comunista. Quando viene chiamato a diventare attivo rivoluzionario contro il regime hitleriano, Meyer non si tira indietro e lascia Zeisig a recitare da solo. Ma nel momento in cui i dirigenti nazisti si irritano di fronte all'ennesima gag sul Führer, anche quest'ultimo decide di fuggire da Berlino e cercare rifugio temporaneo a Mosca. Alloggiato presso l'Hotel Lux, sede di accoglienza di tutti i rifugiati comunisti, Zeisig viene scambiato per l'astrologo ufficiale di Hitler e costretto a predire il futuro del regime a Stalin in persona.
All'interno di quell'ampio corpus di film dedicati al nazismo, sono molte le storie incentrate sul rapporto fra arte e regime. Alla base di questo connubio, non c'è solo il fatto storico che i totalitarismi novecenteschi sono stati i primi a scoprire il potere persuasivo del linguaggio delle immagini, ma anche il dato essenziale (e a tratti inquietante) che i grandi dittatori siano stati di fatto grandi commedianti.
Hotel Lux rientra in questa linea, ma decide di percorrerla attraverso uno script spurio e disarticolato che contamina l'ampio respiro del romanzo storico con i sussulti della risata, e uno stile visivo che riesce ad essere al contempo una ricostruzione sontuosa e una brillante e fantasiosa rivisitazione degli eventi. Senza troppa polvere di stelle e compiaciute cadute nel vintage, il film omaggia apertamente Il grande dittatore e Vogliamo vivere mantenendosi in una dimensione di confine fra la tragedia reale della storia e il mondo oltre lo specchio della trasfigurazione artistica.
È al carisma del protagonista che viene demandato il compito di suturare questa discontinuità. Attore sotto un doppio regime, l'Hans Zeisig di Michael Bully Herbig è una versione sorniona e scapestrata del Mephisto di Klaus Mann: un commediante a tutti i costi, capace di uscire indenne da ogni situazione grazie a un animo da mattatore indomabile e una buona dose di fortuna. Il suo personaggio è in fondo meno bravo nell'arte della battuta che in quella della dissimulazione, e così è per il film, che, per quanto le trovate del film abbiano meno estro e vivacità rispetto ai loro alti modelli degli anni Trenta, ne rappresentano comunque una buona imitazione, una sorta di legittima falsificazione della storia e dei suoi protagonisti (fra cui anche i famosi von Ribbentrop e Molotov del celebre patto di non belligeranza che anticipò l'invasione della Polonia nel '39). Tale idea della dissimulazione dietro la simulazione, della pantomima dietro la finzione, è in fondo quel che rende tutto sommato godibile e "burlesco" questo moderno cabaret d'antan.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 30 ottobre 2011
renato volpone

Pesante parodia della Germania nazista e della Russia di Stalin. Forse non siamo ancora pronti a ridere di un pezzo di storia che ha inciso dolorosamente nell'animo di milioni di persone. Le ricostruzioni dei personaggi e degli ambienti forse meriterebbero degli approfondimenti, ma la sceneggiatura, volutamente grossolana non lascia spazio a ripensamenti: si poteva evitare.

winner
miglior colonna sonora
Roma Film Festival
2011
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