gattoquatto
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mercoledì 3 gennaio 2024
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una regia ispirata, con un approccio artistico
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È un film che amo molto, e l'ho visto più volte.
Da appassionato di fotografia provo un senso di appagamento nel lasciarmi trasportare dal flusso delle immagini, che sembrano una sequenza infinita di inquadrature fotografiche (lo stile, al contempo sofisticato e delicato, richiama alcuni autori a me cari, Saul Leiter prima di tutti). Estetica e narrazione si intrecciano, richiamandosi continuamente l'un l'altro. Il gusto per la bellezza, la raffinata cura formale, l'eleganza e la delicatezza sono elementi predominanti sia dal punto di vista estetico, sia nello sviluppo della trama. Tutto è più sussurrato che affermato, gli sguardi hanno più peso delle parole, e la colonna sonora ben si amalgama nell'insieme contribuendo a definire le emozioni.
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È un film che amo molto, e l'ho visto più volte.
Da appassionato di fotografia provo un senso di appagamento nel lasciarmi trasportare dal flusso delle immagini, che sembrano una sequenza infinita di inquadrature fotografiche (lo stile, al contempo sofisticato e delicato, richiama alcuni autori a me cari, Saul Leiter prima di tutti). Estetica e narrazione si intrecciano, richiamandosi continuamente l'un l'altro. Il gusto per la bellezza, la raffinata cura formale, l'eleganza e la delicatezza sono elementi predominanti sia dal punto di vista estetico, sia nello sviluppo della trama. Tutto è più sussurrato che affermato, gli sguardi hanno più peso delle parole, e la colonna sonora ben si amalgama nell'insieme contribuendo a definire le emozioni. L'america degli anni '50 è filtrata attraverso questa lente, e la sceneggiatura (che contiene richiami continui all'arte fotografica, tanto che una delle protagoniste è anch'essa un'abile fotografa) racconta la nascita e l'evolversi della passione amorosa tra due donne, avvolta da un corollario di legami affettivi, presenti, passati, in divenire o in dissoluzione, con il corredo di tutte le tipiche inflessioni emotive umane: tenerezza, grazia, dolcezza, passione ma anche dolore, rabbia, rancore, vendetta. È un film tutto femminile, e i personaggi maschili fanno solo da contorno senza mai risultare accattivanti. C'è tuttavia (e paradossalmente) una visione molto classica della femminilità, più aggraziata che carnale, più astratta che materiale, e questo nonostante l'indubbio vigore del carattere interpretato dalla magnifica Cate Blanchett.
Ma io credo che l'obiettivo del film non sia tanto quello di stimolare una critica sociale, quanto piuttosto la descrizione di un contesto umano con l'approccio dell'artista, senza fornire giudizi o spiegazioni precostituite. Proprio come potrebbe accadere con uno scatto fotografico. E non mi importa se forse qualche aspetto poteva essere meglio approfondito, meglio cesellato: la bellezza non deve per forza corrispondere alla perfezione.
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lina tisana
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venerdì 3 giugno 2022
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perchè hanno tagliato la scena della foratura
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Più che un commento, desidererei sapere perchè hanno tagliato la scena in cui Carol e Therese hanno forato la ruota dell''auto e vengono aiutate dal detective. Questa scena l''ho vista nelle clip e non capisco perchè l''hanno tolta.
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paolp78
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mercoledì 22 dicembre 2021
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più estetica che sostanza
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Questa pellicola diretta da Todd Haynes si segnala per l’eccezionale cura formale che più di qualunque altro elemento finisce per caratterizzare l’opera.
Gli ambienti ed i costumi dell’America anni ’50 impressionano davvero per accuratezza e ricercatezza; in merito deve dirsi che negli ultimi anni ad Hollywood si sono girate numerose pellicole che hanno realizzato con impeccabile rigore quest’operazione di riproduzione di epoche passate, pertanto il risultato raggiunto in questo caso non deve essere considerato un’eccezione assoluta, tuttavia non si può non rimarcarne la sensazionale e spettacolare riuscita.
Sempre sul piano formale è apprezzabilissima la fotografia, soprattutto per la scelta delle luci e della messa a fuoco che sono studiate proprio per valorizzare l’ambientazione anni ’50, a cui risultano adattissime.
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Questa pellicola diretta da Todd Haynes si segnala per l’eccezionale cura formale che più di qualunque altro elemento finisce per caratterizzare l’opera.
Gli ambienti ed i costumi dell’America anni ’50 impressionano davvero per accuratezza e ricercatezza; in merito deve dirsi che negli ultimi anni ad Hollywood si sono girate numerose pellicole che hanno realizzato con impeccabile rigore quest’operazione di riproduzione di epoche passate, pertanto il risultato raggiunto in questo caso non deve essere considerato un’eccezione assoluta, tuttavia non si può non rimarcarne la sensazionale e spettacolare riuscita.
Sempre sul piano formale è apprezzabilissima la fotografia, soprattutto per la scelta delle luci e della messa a fuoco che sono studiate proprio per valorizzare l’ambientazione anni ’50, a cui risultano adattissime.
Ottima la recitazione di tutto il cast, ma specialmente delle due protagoniste Cate Blanchett, all’ennesima grande performance, e l’emergente e bravissima Rooney Mara: le due interpreti riescono a cogliere e valorizzare i tratti essenziali e più caratterizzanti dei rispettivi personaggi, restituendoli in modo superbo al pubblico.
Come in sue precedenti pellicole, Haynes pone al centro della narrazione questioni afferenti la sfera sessuale dei personaggi, che si intrecciano con il riconoscimento dei propri diritti civili: in questo senso l’opera veicola un messaggio di importante impegno sociale, risultando apprezzabile e ben riuscita in questo.
Meno pregevole invece il ritmo della narrazione, eccessivamente blando; la storia non viene presentata in modo sufficientemente accattivante e non riesce ad attrarre a pieno l’attenzione del pubblico, che resta affascinato solo dalla perfezione formale della pellicola, non riuscendo invece ad empatizzare con i personaggi, alle cui sorti resta sostanzialmente indifferente.
Ottimo finale, molto ben girato da Haynes e valorizzato dalla felice scelta di legarlo all’inizio della pellicola tramite la riproposizione della medesima scena vista da due diverse visuali.
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sergio
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giovedì 22 ottobre 2020
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avventure di una moglie annoiata
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Moglie annoiata seduce una ragazza alle prime armi. La invita al ristorante, le fa regali costosi, si vanta di lei con le amiche, la scarrozza in macchina, la porta in gita fuori città. E poi, ovviamente, ci va a letto (in uno squallido motel). Come da copione, al mattino la fanciulla si sveglia in compagnia di una "conoscente" lasciata dall'amato bene per calmarla, consolarla e rispedirla all'ovile. Il tutto condito da immancabile lettera lacrimosa densa di insegnamenti da maestro Zen, palesemente finalizzata a togliersela dai piedi. Se l'avesse fatto un uomo staremmo già urlando all'oppressione patriarcale, allo sfruttamento della gioventù lavoratrice da parte del ricco borghese adultero e predatore, alla mercificazione della donna nella società capitalista, alla crisi del maschio bisognoso di ostentare la propria virilità e i propri soldi, all'eterno Peter Pan immaturo e corruttore di ragazzine.
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Moglie annoiata seduce una ragazza alle prime armi. La invita al ristorante, le fa regali costosi, si vanta di lei con le amiche, la scarrozza in macchina, la porta in gita fuori città. E poi, ovviamente, ci va a letto (in uno squallido motel). Come da copione, al mattino la fanciulla si sveglia in compagnia di una "conoscente" lasciata dall'amato bene per calmarla, consolarla e rispedirla all'ovile. Il tutto condito da immancabile lettera lacrimosa densa di insegnamenti da maestro Zen, palesemente finalizzata a togliersela dai piedi. Se l'avesse fatto un uomo staremmo già urlando all'oppressione patriarcale, allo sfruttamento della gioventù lavoratrice da parte del ricco borghese adultero e predatore, alla mercificazione della donna nella società capitalista, alla crisi del maschio bisognoso di ostentare la propria virilità e i propri soldi, all'eterno Peter Pan immaturo e corruttore di ragazzine. Ma dal momento che a farlo è una donna la cosa passa per il colmo del romanticismo. E a ragione, perché - con buona pace delle femministe - il romanticismo non è altro che prostituzione. Cioè l'eccitazione di sperimentare il potere del proprio corpo vedendo a cosa è disposto a spingersi l'Altro per possederlo. E se una volta l'Altro era il sesso opposto, ora che le differenze di sesso sono state abolite per avere un po' di romanticismo bisogna sostituirle con la differenza di età..E magari ambientare la storia negli anni Cinquanta per aggiungere un tocco di proibito, qualche ostacolo che permetta alle nostre eroine di fare l'amore e non volgarmente scopare come due ragazzi qualsiasi.
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maria teresa
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venerdì 27 marzo 2020
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realtà dell'anima
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La parola "amore" si spreca, così pure il sostantivo "eleganza". La miseria del vivere servita in forme così seducenti da emarginare completamente il tema della perversione che la "maturazione dei tempi" coarterà perfino in "diritto".Ognuno in fondo sa quale sia un percorso autentico, ed è quel sapere che è l'avversario inesorabile di ogni sventurata illusione..
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maria teresa
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martedì 17 marzo 2020
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drammi misconosciuti
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Film semplicemente penoso dove la sventura si ammansisce con la"dolcezza di sguardi", l vesti belle gesti raffinati. Si fa appello alla beltà, come i rotocalchi patinati la concepiscono. Ma la bellezza è ben altro: ha la verità con sè, ed è profondamente odiata perchè ha a che fare con l'anima, che non abita alla superficie dell'essere umano. ed esige un rispetto che il regista non sembra conoscere.
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silver90
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lunedì 16 marzo 2020
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film culto per cuori impavidi
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Alcuni hanno paragonato questo film ad altri come La vita di Adele o Freeheld, che sono un vero e proprio manifesto dell’amore saffico e della lotta contro l’omofobia. Carol è, all’opposto, un racconto in filigrana della complicità di un amore speciale, elettivo, tra due donne molto diverse tra loro. Primo, perché Todd Haynes indaga i sentimenti femminili attraverso una narrazione intima e silenziosa, in cui anche i piccoli gesti, come una mano sulla spalla, trasudano delicatezza e sensualità. Secondo, perché a interpretare Carol, la protagonista, è una Cate Blanchett magnifica e sensuale, che si muove dentro una pelliccia color miele e un matrimonio con un uomo non (più?) amato. Dall’altro lato del bancone, troviamo Therese Belivet, una giovane commessa che lavora in un grande magazzino e sogna ancora di innamorarsi, anche se non della persona che avrebbe immaginato.
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Alcuni hanno paragonato questo film ad altri come La vita di Adele o Freeheld, che sono un vero e proprio manifesto dell’amore saffico e della lotta contro l’omofobia. Carol è, all’opposto, un racconto in filigrana della complicità di un amore speciale, elettivo, tra due donne molto diverse tra loro. Primo, perché Todd Haynes indaga i sentimenti femminili attraverso una narrazione intima e silenziosa, in cui anche i piccoli gesti, come una mano sulla spalla, trasudano delicatezza e sensualità. Secondo, perché a interpretare Carol, la protagonista, è una Cate Blanchett magnifica e sensuale, che si muove dentro una pelliccia color miele e un matrimonio con un uomo non (più?) amato. Dall’altro lato del bancone, troviamo Therese Belivet, una giovane commessa che lavora in un grande magazzino e sogna ancora di innamorarsi, anche se non della persona che avrebbe immaginato. In una brumosa New York di fine inverno del 1952, avviene l’incontro fra le due donne, acceso da un fugace scambio di sguardi, proseguito in un locale davanti a un aperitivo e concluso con una fuga verso Ovest, in nome della libertà di cui entrambe sono alla ricerca. Proprio nella seconda parte, il film mette il turbo alle emozioni e ci racconta della sensualità di un amore tutto al femminile, smascherato da un marito che non accetta l’omosessualità della moglie. Dal momento che entrambe non sono padrone di sé stesse né del loro destino di innamorarsi l’una dell’altra, lo snodo del melodramma indicherebbe che anche le cose belle sono destinate a finire; tanto più che Carol è una donna matura e padrona di sé stessa, sebbene sposata a un uomo benestante che minaccia di sottrarle la figlia per dubbia condotta morale, mentre Therese (una perfetta Rooney Mara), nasconde dietro il viso angelico l’inquietudine acerba della sua età e che pian piano vediamo sbocciare sullo schermo. Haynes mette alla berlina attraverso la prima l’ipocrisia di una società in cui, come è stato giustamente sottolineato, l’omosessualità era considerata come una condanna o osservata con disprezzo, mentre lascia intravedere attraverso la seconda una ribellione intima e prossima oramai ad affiorare oltre la superficie e la coltre di neve che avvolge il paesaggio nordamericano: un paesaggio spoglio, che mette al centro solo l’amore e la passione travolgente, capace di sfidare anche il perbenismo e le convenzioni sociali di un’epoca. La loro e la nostra. Nonostante un ritardo di dodici anni, Carol si candida ad essere un film culto, in cui, aldilà dell’indiscussa perfezione formale ed estetica, ogni inquadratura è piena di calore e amore. Un vero gioiello del cinema, che chiunque, cinefilo o no, saprà apprezzare, in quanto va oltre i tempi e sa parlare al cuore delle persone con struggente semplicità.
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elgatoloco
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mercoledì 11 dicembre 2019
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carol higsmith senza hitchcock
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Quando si pensa a Patricia Highsmith , grande scrittrice, si pensa soprattutto alle trasposizioni filmiche operate da Hitchcock, giustamente, Esiste, però, anche un lato più nascosto e meno"dark"della scrittrice, quello legato ai sentimenti e alla loro complessità, che per es.questo film, "Carol"(2015, Todd Haynes , sceneggiatura di Phyllis Nagy)rende, traendo spunto dal rommanzo del 1952"THe Price of Salt"della scrittirce britannica, in cui i temi essenziali sono :A)un rapporto tra due donne(di cui una sposata, l'altra fidanzata, di età diveerse), in un'epoca in cui l'omosessualità(i rpaporti della Highsmith furono quasi unicamente lesblici)era un tabù, particamente assoluto(Gran Bretagna vittoriana, ancora memore della clamorosa condanna di Oscar Wilde); B)il ricordo, che all'amore e agli amori si lega inodo asoslutamente indelebile, come petaltro le recenti e recentissime scoperte in campo neuroscientifico dimostrano in modo praticamente assoluto, dopo che ciò era stato-se vogliamo-intuito in modo "totale"dalla psicanalisi.
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Quando si pensa a Patricia Highsmith , grande scrittrice, si pensa soprattutto alle trasposizioni filmiche operate da Hitchcock, giustamente, Esiste, però, anche un lato più nascosto e meno"dark"della scrittrice, quello legato ai sentimenti e alla loro complessità, che per es.questo film, "Carol"(2015, Todd Haynes , sceneggiatura di Phyllis Nagy)rende, traendo spunto dal rommanzo del 1952"THe Price of Salt"della scrittirce britannica, in cui i temi essenziali sono :A)un rapporto tra due donne(di cui una sposata, l'altra fidanzata, di età diveerse), in un'epoca in cui l'omosessualità(i rpaporti della Highsmith furono quasi unicamente lesblici)era un tabù, particamente assoluto(Gran Bretagna vittoriana, ancora memore della clamorosa condanna di Oscar Wilde); B)il ricordo, che all'amore e agli amori si lega inodo asoslutamente indelebile, come petaltro le recenti e recentissime scoperte in campo neuroscientifico dimostrano in modo praticamente assoluto, dopo che ciò era stato-se vogliamo-intuito in modo "totale"dalla psicanalisi. La regia è attenta a valorizzare giustamente la sceneggiatura, tutto è assolutamente "preordinato", ma in maniera intelligente , mai meccanica e le due interpreti prinicpali, Cate Blanchett e Rooney Mara sono più che all'altezza dei loro ruoli, in un film delicato, veramente"british"(sempre che, ma chi scrive ritiene di sì, l'aggewttivo abbia ancora un senso), in un cast comunque decisamente capace di rendere ogni sfumatura di quanto richiesto. El Gato
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elgatoloco
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giovedì 16 maggio 2019
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todd haynes realizza l'opera della highsmith
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Dopo Hitchcock, Clément, Wenders, Cavani, qualche altro, è Todd Haynes ad affrontare un libro di Patricia Highsmith, scrittrice importante ben al di là del semplice genere"noir", realizzando questo"Carol"(2016), film decisamente convicente, che rende in pieno la problematica dell'autrice americana, scomparsa ormai più di vent'anni fa. Decisamente oltre la condizione gay, che la Hoismith peraltro viveva personalmente, pur se la scrittrice(qui resa perfettamente)ha dato alla lotta contro l'emarginazione delle donne e degli uomini gay, dei transgender etc.ben più di quanto non abbiano fatto tutti i"gay pride"del mondo, spesso persino controproducenti, Haynes, con l'aiuto di due interpreti straordinarie(di Cate Blanchett conosciamo il talento straordinario, mentre Rooney Mara si dimostra in questo film, comunque dopo alcune prove già notevolissime, interprete raffinatissima, capace di quell'espressività psicologica che a molti attori(a molte attrici)manca.
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Dopo Hitchcock, Clément, Wenders, Cavani, qualche altro, è Todd Haynes ad affrontare un libro di Patricia Highsmith, scrittrice importante ben al di là del semplice genere"noir", realizzando questo"Carol"(2016), film decisamente convicente, che rende in pieno la problematica dell'autrice americana, scomparsa ormai più di vent'anni fa. Decisamente oltre la condizione gay, che la Hoismith peraltro viveva personalmente, pur se la scrittrice(qui resa perfettamente)ha dato alla lotta contro l'emarginazione delle donne e degli uomini gay, dei transgender etc.ben più di quanto non abbiano fatto tutti i"gay pride"del mondo, spesso persino controproducenti, Haynes, con l'aiuto di due interpreti straordinarie(di Cate Blanchett conosciamo il talento straordinario, mentre Rooney Mara si dimostra in questo film, comunque dopo alcune prove già notevolissime, interprete raffinatissima, capace di quell'espressività psicologica che a molti attori(a molte attrici)manca. Basterebbero le scene finali, quelle dell'avvicinamento al tavolto di Carol nel club per dimostrare l'intensità che quest'interprete sa rendere, talento rarissimo, in realtà, se consideriamo la"media"(concetto certo flou)delle e degli interpreti "normali"o meglio che affollano gli schermi anche in questo periodo. Degli interpreti maschili non vale la pena discorrere in dettaglio: sono comunque bravi, anzi bravissimi, anche per il coordinamento registico notevolissimo, ma questo è un film in primis e assolutamente femminile, dove la presenza maschilee risulta non certo pletorica(sarebbe una sciocchezza affermarlo)ma senz'altro accidentale. Le sequenze di amore saffico sono tra le più pervasivamente delicate che ssi siano mai viste al cinema. El Gato
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fabio
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giovedì 21 febbraio 2019
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una lenta storia di cambiamenti
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Aggettivi come elegante e raffinato ben si addicono a quest'opera. La presenza di Cate Blanchett è fondamentale.
Solo lei poteva far vivere un personaggio così ambiguo e sfuggente.
Non è un film di denuncia, almeno non sembra essere questo l'aspetto più importante.
Il film è più intimo e segue il percorso che porterà la giovane co-protagonista a compiere la scelta.
Lo fa concedendosi il tempo, indugiando sugli sguardi, i silenzi, le inquadrature di scorcio.
Sono due donne diverse, per età, estrazione sociale, temperamento; provengono da mondi diversi.
L'amore stravolgerà le loro esistenze per sempre.
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