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emyliu`
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domenica 10 gennaio 2016
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capolavoro saffico retrò
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, il film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili.
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, il film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili. Carol ha una dolcissima bambina, che adora e vuole crescere, ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che l'ha spinta verso un matrimonio di copertura per assecondare le convenzioni dell'epoca, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino all'epilogo, sfociando in una drammatica rinuncia.... Il film ha una struttura narrativa ciclica, aprendosi con una scena del finale per poi narrare la storia in un evocativo flashback circolare, riagganciandosi poi al finale iniziale per concluderlo. Tutto incentrato sui primi piani del bel viso e del seducente portamento di Cate Blanchett che, tra i tanti ruoli fin'ora interpretati, qui è alla sua massima forma espressiva, molto probabilmente da Golden Globe e da Oscar come migliore attrice. Le scene d'amore saffico sono di rara eleganza, così come ogni singola inquadratura, in una impressionante ricostruzione storica anni 50, con una fotografia magistralmente virata. Tutto in questa pellicola sembra funzionare, senza una benché minima sbavatura, senza un benché minimo difetto, proprio come il corpo dell'angelica e conturbante Therese che accende di inquieto desiderio la raffinata Signora Carol. Ma non è certo quella erotica la prima chiave di lettura, seppur gli sguardi delle protagoniste sprigionino sensualità da ogni alogenuro d'argento, come nelle fotografie che la talentuosa commessa si diletta a scattare a Carol. Oltre all'intimismo di una passione tutta al femminile, c'è un'accurata ricerca socio-politica che rende questo film, non solo esteticamente, perfetto.
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emyliu`
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domenica 10 gennaio 2016
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melodramma saffico retrò, estetico e politico
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ll film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili.
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ll film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili. Carol ha una dolcissima bambina, che adora e vuole crescere, ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che l'ha spinta verso un matrimonio di copertura per assecondare le convenzioni dell'epoca, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino all'epilogo, sfociando in una drammatica rinuncia.... Il film ha una struttura narrativa ciclica, aprendosi con una scena del finale per poi narrare la storia in un evocativo flashback circolare, riagganciandosi poi al finale iniziale per concluderlo. Tutto incentrato sui primi piani del bel viso e del seducente portamento di Cate Blanchett che, tra i tanti ruoli fin'ora interpretati, qui è alla sua massima forma espressiva, molto probabilmente da Golden Globe e da Oscar come migliore attrice. Le scene d'amore saffico sono di rara eleganza, così come ogni singola inquadratura, in una impressionante ricostruzione storica anni 50, con una fotografia magistralmente virata. Tutto in questa pellicola sembra funzionare, senza una benché minima sbavatura, senza un benché minimo difetto, proprio come il corpo dell'angelica e conturbante Therese che accende di inquieto desiderio la raffinata Signora Carol. Ma non è certo quella erotica la prima chiave di lettura, seppur gli sguardi delle protagoniste sprigionino sensualità da ogni alogenuro d'argento, come nelle fotografie che la talentuosa commessa si diletta a scattare a Carol. Oltre all'intimismo di una passione tutta al femminile, c'è un'accurata ricerca socio-politica che rende questo film, non solo esteticamente, perfetto.
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categ
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sabato 9 gennaio 2016
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un film inconsistente
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Premetto che ho trovato i costumi, la fotografia, la ricostruzione dell'epoca e la recitazione ottimi; detto questo però, tutto crolla: la storia non ha spessore, è piatta, scialba e non ha nulla da dire....scontata e a tratti persino fastidiosa. Anche lo scavo psicologico non è di fatto un approfondimento, si limita ad un volo superficiale e assolutamente atteso......non ne vale proprio la pena!!!
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enzo70
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sabato 9 gennaio 2016
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una impossibile storia d'amore
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Il tema dell’omosessualità è molto ricorrente nella cinematografia degli ultimi anni: poco trattato, però, il rapporto femminile. Carol, Cate Blanchett, è una sofisticata e ricca donna newyorkese; ha una figlia, ed un matrimonio precipitato a seguito della scoperta della propria omosessualità; Therese, Rooney Mara, è una commessa di un grande magazzino, ha un uomo pazzamente innamorato di lei che vorrebbe sposarla ed un giornalista che la corteggia. Le due donne si incontrano in un grande magazzino e scocca l’amore, quello vero, che va oltre i sessi, rotto dalle resistenze della società degli anni cinquanta.
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Il tema dell’omosessualità è molto ricorrente nella cinematografia degli ultimi anni: poco trattato, però, il rapporto femminile. Carol, Cate Blanchett, è una sofisticata e ricca donna newyorkese; ha una figlia, ed un matrimonio precipitato a seguito della scoperta della propria omosessualità; Therese, Rooney Mara, è una commessa di un grande magazzino, ha un uomo pazzamente innamorato di lei che vorrebbe sposarla ed un giornalista che la corteggia. Le due donne si incontrano in un grande magazzino e scocca l’amore, quello vero, che va oltre i sessi, rotto dalle resistenze della società degli anni cinquanta. Il marito di Carol, ancora profondamente innamorato della moglie, capisce che tra le due donne sta per nascere una relazione e chiede al Tribunale l’affidamento in esclusiva della figlia, tacciando la moglie di comportamenti immorali. Carol inizia un intenso viaggio con Therese verso l’Ovest degli States dove la passione esploderà. Todd Haynes è un regista da sempre sensibile ai temi sociali, con gran mestiere, ma Carol è un film con una buona sceneggiatura di base che non riesce mai a decollare, la difficoltà del rapporto tra Carol e Therese trasforma il film in una storia cupa che a volte tracima nella noia. Insomma, anche se la critica ne parla benissimo, dalla parte dello spettatore, che dire, il pubblico è uscito dalla sala abbastanza interdetto.
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emyliu`
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sabato 9 gennaio 2016
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il supremo sguardo saffico di carol
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Siamo ad altissimi livelli di cinematografia d'autore per narrare una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50. Un angelo caduto dallo spazio, così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente, ha una dolcissima bambina ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che la fa sentire attratta da altre donne, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino ad un drammatico epilogo.
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Siamo ad altissimi livelli di cinematografia d'autore per narrare una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50. Un angelo caduto dallo spazio, così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente, ha una dolcissima bambina ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che la fa sentire attratta da altre donne, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino ad un drammatico epilogo.... Il film ha una struttura narrativa ciclica da cerchio che si chiude, cominciando da una scena del finale per poi narrare la storia in flashback. Tutto incentrato sui primi piani del bel viso e del seducente portamento di Cate Blanchett che, tra i tanti ruoli fin'ora interpretati, qui è alla sua massima forma espressiva, molto probabilmente da Golden Globe e da Oscar come migliore attrice. Le scene d'amore saffico sono di rara eleganza, così come ogni singola inquadratura, in una impressionante ricostruzione filmica anni 50, con una fotografia magistralmente virata. Tutto in questa pellicola sembra funzionare, senza una benché minima incertezza, senza un benché minimo difetto, proprio come il corpo dell'angelica e conturbante Therese che accende di inquieto desiderio il supremo sguardo saffico di Carol.
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(di antonio montefalcone)
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maurizio meres
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sabato 9 gennaio 2016
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una storia d'amore
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In una affascinate NewYork inizio anni 50 , s'incontrano due donne una più grande appartenente ad una borghesia apparentemente pulita ma fondamentalmente ipocrita ,l'altra giovane alla ricerca di una propria identità,vulnerabile ma profondamente sensibile nel proprio essere ,tra loro un attrazione fatale le unisce in una ricerca reciproca dei propri sentimenti fatta di compressione ma soprattutto d'amore.
La tematica del film raggiunge in pieno lo scopo principale di come la libertà dell'essere viene ostruita dalla menzogna di un comportamento non idoneo alla moralità,stiamo nel 1952 ma è come se il tempo si sia fermato,lo sviluppo socio culturale negli anni e ancora ancorato nel pregiudizio della moralità ,nel film tuttavia trionfa la libertà di vivere la propria vita.
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In una affascinate NewYork inizio anni 50 , s'incontrano due donne una più grande appartenente ad una borghesia apparentemente pulita ma fondamentalmente ipocrita ,l'altra giovane alla ricerca di una propria identità,vulnerabile ma profondamente sensibile nel proprio essere ,tra loro un attrazione fatale le unisce in una ricerca reciproca dei propri sentimenti fatta di compressione ma soprattutto d'amore.
La tematica del film raggiunge in pieno lo scopo principale di come la libertà dell'essere viene ostruita dalla menzogna di un comportamento non idoneo alla moralità,stiamo nel 1952 ma è come se il tempo si sia fermato,lo sviluppo socio culturale negli anni e ancora ancorato nel pregiudizio della moralità ,nel film tuttavia trionfa la libertà di vivere la propria vita.
Film strutturalmente perfetto,ambientazione superlativa,dialogato in una recitazione teatrale,dove lo spettatore viene coinvolto e anche affascinato merito anche di un doppiaggio superbo,sceneggiatura molto solida vista la problematica,geniali le scene iniziali e finali, la stessa scena ma vista da angoli opposti o meglio da stati d'animo delle singole interpreti.
Cate Blanchett superlativa,affascinante,bellissima,intrigante,recita alla perfezione il personaggio in una libertà soprattutto espressiva da premio oscar.
Bravissima anche Rooney Mara in quello sguardo infantile con due occhi che recitano,riesce nel dare purezza,bellezza e innocenza.
Film raffinato,vero,libero da pregiudizi,da vedere,e soprattutto da apprezzare per i linguaggi liberatori della libertà della propria dignità.
Inviato da iPad
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irene
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venerdì 8 gennaio 2016
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delusione
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Delusione fortissima per chi si porta nel cuore "Lontano dal paradiso" dello stesso regista. Film piatto e senza emozioni, l'ho sopportato solo per la presenza luminosa della grande Cate.
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cristiana sorrentino
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venerdì 8 gennaio 2016
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una grande donna che non deve ma vuole accettarsi
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Nei giorni di Natale di una New York vintage degli anni Cinquanta, Carol Aird (Cate Blanchett), una donna alto-borghese che sta per separarsi dal marito Harge (Kyle Chandler), con il quale ha una figlia, Rindy, incontra la giovane Therese Belivet (Rooney Mara), commessa insoddisfatta di un grande magazzino nel reparto giocattoli, fidanzata con Richard (Jake Lacy) ma empaticamente distante da tutto ciò che la circonda. Un paio di guanti lasciati per sbaglio (o volutamente?) nel negozio faranno da sipario alla storia tra le due donne, che diventa il pretesto per la costruzione di un personaggio che lascia inevitabilmente il segno.
Con una struttura che rientra certamente nel tipico modello della cinematografia statunitense, caratterizzata da una forte attenzione al contesto, alla scenografia, ai costumi, alla fotografia, alla colonna sonora (raffinata ed emotivamente perfetta), Carol è un dramma al femminile che rompe ogni stereotipo, compreso quello dei film a tematica lesbica in cui siamo quasi sempre stati spettatori di vicende travagliate e sofferte, di rinunce e di scelte contrarie a una natura innata (già a partire da un film come Quelle due con Audrey Hepburn e Shirley MacLaine, del 1962, in cui la paura verso sé stessi e i propri sentimenti si trasforma in un tragico atto di suicidio).
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Nei giorni di Natale di una New York vintage degli anni Cinquanta, Carol Aird (Cate Blanchett), una donna alto-borghese che sta per separarsi dal marito Harge (Kyle Chandler), con il quale ha una figlia, Rindy, incontra la giovane Therese Belivet (Rooney Mara), commessa insoddisfatta di un grande magazzino nel reparto giocattoli, fidanzata con Richard (Jake Lacy) ma empaticamente distante da tutto ciò che la circonda. Un paio di guanti lasciati per sbaglio (o volutamente?) nel negozio faranno da sipario alla storia tra le due donne, che diventa il pretesto per la costruzione di un personaggio che lascia inevitabilmente il segno.
Con una struttura che rientra certamente nel tipico modello della cinematografia statunitense, caratterizzata da una forte attenzione al contesto, alla scenografia, ai costumi, alla fotografia, alla colonna sonora (raffinata ed emotivamente perfetta), Carol è un dramma al femminile che rompe ogni stereotipo, compreso quello dei film a tematica lesbica in cui siamo quasi sempre stati spettatori di vicende travagliate e sofferte, di rinunce e di scelte contrarie a una natura innata (già a partire da un film come Quelle due con Audrey Hepburn e Shirley MacLaine, del 1962, in cui la paura verso sé stessi e i propri sentimenti si trasforma in un tragico atto di suicidio).
Il film, dalla sceneggiatura scorrevole e ben costruita, si regge quasi totalmente sul personaggio da cui prende il titolo, interpretato da un’affascinante Cate Blanchett che è talmente olimpica da rischiare, ancora una volta (lo aveva già fatto nel recente Blue Jasmine di Woody Allen) di fare ombra a tutto il resto, Rooney Mara compresa, che appare iconicamente un po’ più anonima ma comunque adattissima al suo ruolo. Carol, il cui profilo richiama i ritratti femminili composti ed eleganti di Tamara de Lempicka, è una donna indipendente (la sigaretta sempre accesa che le conferisce una certa sicurezza di sé), che non vuole rinunciare all’amicizia con Abby (Sarah Paulson), sua amante passata, che non si sottrae alla scelta di difendere la moralità della propria identità ma ne prende attivamente parte, prima di tutto per sé stessa. In un contesto in cui l’uomo ha la funzione subalterna di fragile e inerme antagonista, questa grande protagonista sente l’esigenza di riconoscere sé stessa negli atti che compie, fino al punto da rinunciare alla tutela della figlia (un prezzo da pagare sembra esserci sempre) per darsi la possibilità di amare a suo modo. Il suo dramma, che è anche la sua rinascita, si compie nel corso del film intrecciandosi alla storia personale di Therese, il suo ‘piccolo angelo venuto dallo spazio’, una ragazza che, a detta sua, non riesce mai a dire di no agli altri (forse per paura di deluderli), che ha bisogno di riscoprire e di scoprirsi (in più momenti del film vediamo il suo volto riflettersi sul vetro opaco di un’automobile, come se volesse definire se stesso), che non a caso dà spazio alla sua passione per la fotografia proprio nel momento in cui inizia a frequentare Carol.
La storia tra Carol e Therese, che è la storia di una volontà, si consuma e si conserva, in un finale che non giudica e non decreta, ma che questa volontà asseconda lasciandole spazio per un nuovo inizio a cui noi non siamo più invitati ad assistere, nel primo piano di un volto dalle mille sfumature che appartiene a una persona che non ha paura; una persona che, non dovendo ma volendo accettarsi, ha trasformato l’impossibilità in una possibilità reale.
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no_data
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venerdì 8 gennaio 2016
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al di là delle aspettative
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Un film dal ritmo apparentemente lento, ma che nella sua progressione avvolge e cattura l'attenzione. Parole ben dosate e dialoghi mai banali. Ma tutto si gioca sugli sguardi delle protagoniste carichi di significati e su una regia mirabile che fa vivere allo spettatore i sentimenti come fossero i suoi,: l'invaghimento, il senso di abbandono il dolore, la speranza, l'amore.
E' un film che va "oltre". Oltre la storia stessa che racconta, oltre i confini geografici e temporali, oltre la stessa omosessualità che ne costituisce comunque la parte fondamentale.
Le attrici sono il fulcro del film, e assolutemente perfette nei rispettivi ruoli.
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mauradiabolik 78
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venerdì 8 gennaio 2016
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una brutta copia di un film d'autore
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La mia è una voce fuori dal coro, lo so, ma io l'ho trovato scarsino e mediocre. Un film assolutamente hollywoodiano con la pretesa di voler passare per un film del cinema d'autore. Regia poco interessante, la trama potrebbe risultare interessante ma la recitazione delle due attrici protagoniste manca di spessore e di profondità.i sentimenti e le emozioni vissuti dalle due donne-anche nei momenti più tragici- vengono accenati, accarezzati ma manca un certo spessore ed una certa vena introspettiva.belli i costumi e la scenografia ma anche quest'ultina assolutamente "finta" tipica da film americani.finale banale e scontato tipico del "vissero tutti felici e contenti".probabilmente mi aspettavo di più rispetto alle recensioni che avevo letto, sono uscita dal cinema con la sensazione di aver speso male i miei soldi.
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La mia è una voce fuori dal coro, lo so, ma io l'ho trovato scarsino e mediocre. Un film assolutamente hollywoodiano con la pretesa di voler passare per un film del cinema d'autore. Regia poco interessante, la trama potrebbe risultare interessante ma la recitazione delle due attrici protagoniste manca di spessore e di profondità.i sentimenti e le emozioni vissuti dalle due donne-anche nei momenti più tragici- vengono accenati, accarezzati ma manca un certo spessore ed una certa vena introspettiva.belli i costumi e la scenografia ma anche quest'ultina assolutamente "finta" tipica da film americani.finale banale e scontato tipico del "vissero tutti felici e contenti".probabilmente mi aspettavo di più rispetto alle recensioni che avevo letto, sono uscita dal cinema con la sensazione di aver speso male i miei soldi.
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