mariastrale
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venerdì 3 giugno 2016
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fantasticum
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mariastrale
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venerdì 3 giugno 2016
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boys....cry!!!
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La vecchia che dichiara tra 4 mura di voler "essere se stessa" (amare carne giovane) e per questo concederà l'affidamento della figlia (quasi inesistente nel film) al marito. che sacrificio.... ma chi ha scritto sta cosa ha mai visto Boys don't cry?
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rinogaetanoforever
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lunedì 25 aprile 2016
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l'amore senza schemi prestabiliti
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Con un rigore e una dolcezza registica notevoli,l'amore fuori dai soliti schemi prestabiliti,è visto come una malattia,ma è semplicemente vivere sè stessi in modo libero
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francesco2
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mercoledì 30 marzo 2016
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chi possiede chi
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E' tornato, Todd Haynes, sul luogo del delitto -non- consumato, in senso
cronologico e geografico). Dopo oltre un decennio, sarebbe semplice dire che ha
rifatto"Lontano dal Paradiso", e chi scrive era il primo ad avanzare questo dubbio.
Se andiamo oltre, tuttavia, possiamo cominciare dal flashback che
precede la narrazione: qualcuno ha parlato di un' "arte della visione" da parte di
Therese , che probabilmente non è un alter-ego del regista, ma più verosimilmente
una commessa che intraprenderà un percorso lavorativo nell'ambiente del giornalismo,
connesso all'arte del fotografare.
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E' tornato, Todd Haynes, sul luogo del delitto -non- consumato, in senso
cronologico e geografico). Dopo oltre un decennio, sarebbe semplice dire che ha
rifatto"Lontano dal Paradiso", e chi scrive era il primo ad avanzare questo dubbio.
Se andiamo oltre, tuttavia, possiamo cominciare dal flashback che
precede la narrazione: qualcuno ha parlato di un' "arte della visione" da parte di
Therese , che probabilmente non è un alter-ego del regista, ma più verosimilmente
una commessa che intraprenderà un percorso lavorativo nell'ambiente del giornalismo,
connesso all'arte del fotografare.
Il suddetto flashback, comunque, ci introduce aello scambio di ruoli al quale assisteremo:
all'inizio gli archetipi appaiono rispettati, la bionda "femme fatale" da una parte, la bruna
schiva(ta?) dall'altra. Ma quest'ultima sembra considerare il fidanzato come una
"seconda scelta", forse perché colta alla sprovvista dai sentimenti per Carol. Sarà
lei stessa ad autodefinirsi qualcuno che prende amore senza preoccuparsi di
corrisponderlo, venendo consolata dal nuovo amore con una rassicurazione:
quest'ultima è come una "debolezza" da chi appare più forte.
I diversi tipi di amore ", allora, sono un marchio distintivo di "Carol". Non solo, per fortuna,
nel senso più"banalmente" lesbico. L'amore è anche quello paterno o materno, pure nel
senso di "lotta", come si evince dopo il ritrovamento della pistola che introduce dubbi e
turbamenti proprio in un momento di apparente "stabilità", e costituisce una nuova tappa
per Therese: altro che il fossile nella "Stanza del figlio" di Moretti. Un "altro amore"
potrebbe essere quello del marito, cui viene fatto notare che, quando minaccia di ricorrere
con la moglie agli estremi giudiziari, la considerapraticamente un oggetto di sua proprietà.
Il già citato finale, allora, si carica di una doppia ambiguità: non conosceremo mai la
decisione definitiva, ma in più non sapremo mai quale delle due protagoniste "possiede"
veramente l'altra, vista la marcia lenta ed inesorabile della donna più giovane verso l'altra.
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petramajlingova
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domenica 20 marzo 2016
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carol: un film elegante e profondo, un capolavoro
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Ho adorato il libro, ed avevo paura che il film potesse non essere all'altezza del racconto di P. Highsmith. Todd Haynes è stato invece bravissimo; con tanta delicatezza ed eleganza ha riportato sullo schermo questa bellissima storia d'amore,un autentico vero e proprio colpo di fulmine tra due persone così diverse, in un'epoca difficile per alcuni aspetti. E poi cosa dire di Cate Blanchett? Sembra che sia uscita direttamente dal libro della Highsmith; è perfetta, è lei , lei è Carol!
Questo film parla solo d'amore, un sentimento universale che ci riguarda tutti. E quindi l'amore bisogna solo viverlo e non catalogarlo, non serve.
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Ho adorato il libro, ed avevo paura che il film potesse non essere all'altezza del racconto di P. Highsmith. Todd Haynes è stato invece bravissimo; con tanta delicatezza ed eleganza ha riportato sullo schermo questa bellissima storia d'amore,un autentico vero e proprio colpo di fulmine tra due persone così diverse, in un'epoca difficile per alcuni aspetti. E poi cosa dire di Cate Blanchett? Sembra che sia uscita direttamente dal libro della Highsmith; è perfetta, è lei , lei è Carol!
Questo film parla solo d'amore, un sentimento universale che ci riguarda tutti. E quindi l'amore bisogna solo viverlo e non catalogarlo, non serve.
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luca scial�
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giovedì 17 marzo 2016
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film raffinato
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New York, Natale 1954. La facoltosa e raffinata Carol entra in un negozio di giocattoli per acquistare una bambola alla figlia, suscitando l'attrazione della commesa Therese. In entrambe si risvegliano dormienti e oppresse tendenze omosessuali, che sfoceranno in un'irresistibile attrazione da tenere nascosta in una società ancora non pronta.
Todd Haynes torna sulle tematiche già affrontate in Lontano dal Paradiso, sebbene questa volta a trasgredire sia una donna e non un uomo come invece nel precedente. Ma in entrambi i casi i protagonisti lo hanno fatto andando contro i valori dominanti, il proprio quotidiano. Film comunque raffinato, mai volgare, nè sessualmente eccessivamente esplicito.
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New York, Natale 1954. La facoltosa e raffinata Carol entra in un negozio di giocattoli per acquistare una bambola alla figlia, suscitando l'attrazione della commesa Therese. In entrambe si risvegliano dormienti e oppresse tendenze omosessuali, che sfoceranno in un'irresistibile attrazione da tenere nascosta in una società ancora non pronta.
Todd Haynes torna sulle tematiche già affrontate in Lontano dal Paradiso, sebbene questa volta a trasgredire sia una donna e non un uomo come invece nel precedente. Ma in entrambi i casi i protagonisti lo hanno fatto andando contro i valori dominanti, il proprio quotidiano. Film comunque raffinato, mai volgare, nè sessualmente eccessivamente esplicito. Si concede solo una sequenza trasgressiva, pur sempre mantenendo un tocco di classe. Grazie anche al fisico sensuale ma al contempo delicato e fine delle splendide Cate Blanchett e Rooney Mara. Che ci offrono un nudo degno di un dipinto d'arte classica. Ma anche un'interpretazione per tutto il film degna della loro fama, fatta di espressioni eloquenti e sguardi intensi.
La pellicola inizia dove finisce e finisce dove inizia. Rievoca qua e là classici di Hollywood come Quelle due e Viale del tramonto, ma anche il più recente La vita di Adele.
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francy99
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sabato 5 marzo 2016
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bellissimo
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Raffinato, Elegante, Sublime, un film stupendo.
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degiovannis
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venerdì 26 febbraio 2016
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dalla parte delle donne
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Condivido la recensione della Gandolfi ed è proprio a margine delle sue riflessioni che voglio sviluppare le mie. E' vero, la Newyork degli anni '50 è ricostruita nelle sue strutture rigide e meccaniche (ricostruita molto bene, bisogna dire), anche se la condizione sociale dei protagonisti è medioalta, anzi forse proprio per questo (Carol infatti è ricca e Therese, pur essendo una commessa, programma un viaggio in Europa con il suo fidanzato). Tuttavia lo spettatore si immedesima in questa ambientazione e finisce per dimenticare che essa è datata, perché i meccanismi sociali ed economici sono quelli di sempre. Prendiamo alcuni dettagli: il negozio di giocattoli delle scene iniziali. Con poche inquadrature il regista ci dice molte cose: usi e costumi di quel tempo, ma anche i rapporti interni al personale.
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Condivido la recensione della Gandolfi ed è proprio a margine delle sue riflessioni che voglio sviluppare le mie. E' vero, la Newyork degli anni '50 è ricostruita nelle sue strutture rigide e meccaniche (ricostruita molto bene, bisogna dire), anche se la condizione sociale dei protagonisti è medioalta, anzi forse proprio per questo (Carol infatti è ricca e Therese, pur essendo una commessa, programma un viaggio in Europa con il suo fidanzato). Tuttavia lo spettatore si immedesima in questa ambientazione e finisce per dimenticare che essa è datata, perché i meccanismi sociali ed economici sono quelli di sempre. Prendiamo alcuni dettagli: il negozio di giocattoli delle scene iniziali. Con poche inquadrature il regista ci dice molte cose: usi e costumi di quel tempo, ma anche i rapporti interni al personale. La capocommessa sopporta a malapena l'atteggiamento un po' 'svagato' di Therese, ma proprio questo atteggiamento introduce alla sua curiosità per la cliente fascinosa e per la predisposizione all'avventura. Therese è quindi fuori dagli schemi, quelli a cui è legato il fidanzato, anche se illuminato ed aperto culturalmente. Lo stesso dicasi per Carol. Il suo disagio e la disaffezione nei confronti del marito nascono (oltre che dalle sue inclinazioni sessuali) anche, o soprattutto, dal fatto che il marito l'ha sempre trattata come soprammobile e bambola, utile alla floridezza degli affari di famiglia.
Il viaggio verso ovest quindi, che si svolge al femminile sulle orme di quello famoso di Kerouac, conferma agli occhi dello spettatore questa diversità, ma ne chiede al tempo stesso la condivisione, non la condanna, in quanto la realizzazione di sé delle protagoniste passa necessariamente attraverso la presa di coscienza della eccessiva arretratezza dei costumi sociali e culturali. (Il disco di Billie Holliday, regalo di Therese a Carol, è a proposito significativo. L'amica di Carol, che si lamenta del fatto che il marito non apprezza che lei fumi, è un altro indizio di questa arretratezza).
Carol e Therese comunque non ambiscono a cambiare il mondo e non si propongono battaglie di emancipazione: vogliono soltanto vivere la loro storia e cercare di essere felici. Sotto questo aspetto è Carol a decidere per tutti: rinuncerà alla bambina perché si rende conto che non può centrare il bersaglio pieno. Lavorerà, cercando di salvaguardare la sua dignità di donna e vivrà la sua storia d'amore. E tanto basta!
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florentin
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giovedì 25 febbraio 2016
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forse un film 'inutile'
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Bisognerebbe sempre tener presente che per il produttore un film è come un qualsiasi altro prodotto di marketing: deve vendere. E che poi si dovrebbe prescindere, nel valutarne la qualità, dal contenuto.
Qui la qualità estetica c'è, ma la vicenda be'...è molto costruita. Però il mondo è vario e tutto può succedere, anche l'amore a prima vista di una signora ricca e matura per una diciannovenne fresca e disponibile. Siamo però nel campo del compulsivo -il colpo di fulmine- ma nel seguito rallentato, e visibilmente sofferto e pure un po' da spazientirsi perchè te la menano un sacco prima di mettertele finalmente fra le lenzuola, che poi la performance al di là del tocco estetico non pare un granché -algida e senza una goccia di sudore-erano più sexy gli sguardi preparatori che il dopo.
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Bisognerebbe sempre tener presente che per il produttore un film è come un qualsiasi altro prodotto di marketing: deve vendere. E che poi si dovrebbe prescindere, nel valutarne la qualità, dal contenuto.
Qui la qualità estetica c'è, ma la vicenda be'...è molto costruita. Però il mondo è vario e tutto può succedere, anche l'amore a prima vista di una signora ricca e matura per una diciannovenne fresca e disponibile. Siamo però nel campo del compulsivo -il colpo di fulmine- ma nel seguito rallentato, e visibilmente sofferto e pure un po' da spazientirsi perchè te la menano un sacco prima di mettertele finalmente fra le lenzuola, che poi la performance al di là del tocco estetico non pare un granché -algida e senza una goccia di sudore-erano più sexy gli sguardi preparatori che il dopo.
E' una storia di alta società con infinite possibilità economiche dove anche le tribolazioni sessuali possono trovare lenimento in pellicce di visone, auto sempre splendenti, ville glamour, ristoranti di lusso. Insomma: tribolazione nel comfort. Tribolazione , ma insomma , in 50 metri quadri e in latteria forse la cosa si sarebbe risolta prima. Magari finendo in tragedia, ma prima.
Lei la Blanchett è brava -però recita, non mi sembra naturale nel suo conflitto interiore, la ragazzina è più naturale invece e non pare certo una vittima: ci sta.
E' tutto levigato, la foptografia è buona, la colonna sonora adeguatache non copre il parlato, e La scena d'amore?
Film dalla parte delle donne, se posso osare: lei che alla fine per il bene della figlia concede tutto al marito la porta a meritarsi ammirazione. Si stacca poi, più che dal marito dai genitori di lui, di famiglia conservatrice (ma insomma poi loro non hanno tutti i torti con una così,nel senso che non era la prima volta che si mettava con una donna anche da sposata), e comincerà a lavorare (pensate un po' ) nell'amore di lei, ritrovata. 'E vissero felici e contente', sarebbe il caso di concludere. Infatti vanno a vivere insieme.
Erano tempi in cui l'omosessualità era curata dagli psicoterapeuti -quando non come in Inghilterra (vedi il caso del matematico Alan Turing, quello che svelò Enigma), dove venivanno inflitte cure da cavallo con ormoni portando anche al suicidio).
E infine non si capisce come mai certe donne (una volta) belle si facciano violentare dal chirurgo plastico in tal modo: qui il viso della Blanchett è quasi stravolto da zigomi prominenti che sembrano pomelli di una porta. Peccato, e non è la sola, ahimè.
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pablasono
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domenica 7 febbraio 2016
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non sa di nulla
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si può benissimo non vederlo
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