elgatoloco
|
lunedì 13 dicembre 2021
|
un film intelligentemente problematico
|
|
|
|
"Bridge of Spies"(Steven Spielberg, sceneggiatura di Matt Charman e Ethan e Joel Coen, 2015)tratta della vicenda di un avvocato incaricato della(molto problematica)difesa della spia sovietica Rufolf Abel, che viene dapprima condannato a trent'anni(pochi, secondo i fanatici difensori dell'ordine "only american"). Simao negli anni della Guerra Fredda e l'avvocato in queastione subisce intimidazioni continue, anche in fase di revisione processuale e tutto si svolge secondo canoni previsti dallo "svolgimento storico"fino a quando nella convulsa vicenda storica, appunto, si apre la possibilità di uno scambio con il pilota di un areo spia USA, tale Francis Gary Powers, catturato dai sovietici.
[+]
"Bridge of Spies"(Steven Spielberg, sceneggiatura di Matt Charman e Ethan e Joel Coen, 2015)tratta della vicenda di un avvocato incaricato della(molto problematica)difesa della spia sovietica Rufolf Abel, che viene dapprima condannato a trent'anni(pochi, secondo i fanatici difensori dell'ordine "only american"). Simao negli anni della Guerra Fredda e l'avvocato in queastione subisce intimidazioni continue, anche in fase di revisione processuale e tutto si svolge secondo canoni previsti dallo "svolgimento storico"fino a quando nella convulsa vicenda storica, appunto, si apre la possibilità di uno scambio con il pilota di un areo spia USA, tale Francis Gary Powers, catturato dai sovietici. UN vero e proprio successo diplomatico per l'avvocato, che inanella successi continui, dopo una vicenda difficile, intricata, dove tutti i riconoscimento arrivano"ex post", non a caso... Decisamente un film che riconosce , appunto, a posteriori sia quanto era nel clima della"cold war", sia quanto toccava poi ai singoli protagonisti, anche involontari, della vicenda. Raramente un film riesce ad essere , in altri termini, così efficace nella rappresentazione di come eventi"macro.storici"possano influire sulla vita dei singoli, di persone che, di per sé, non vorrebbero affatto necessaraiemnte essere coin volte in tali vicende, come qui l'avvocato in questione(Donovan di cognome, reso pienamente, potremmo dire"al massimo grado", da Tom Hanks), con tutti i pericoli che tale vicenda comporta per sè e per i propri familiari, trattandosi di spionaggio a livello estremo, tra l'altro, in un luogo"caldissimo"quiale era la DDR(Deutsche Demokratische Republik. Repubblica Democratica Tedesca), che rappresentava il fulcro della contesa, in una zona assolutamente"clou"del conflitto tra le due superpotenze dell'epoca. Certo, non mancavano le testimonianze scritte:oltre a quelle dell'avvocato Donovan stesso, ma anche il grande scrittore Truman Capote aveva trattato il tema, pur non potendo disporre, all'epoca, di tutti i testi e di tutte le informazioni che sarebbero emerse in epoca decisamente successiva agli anni della guerra fredda e del conflitto specifico. Certo, non si può dire che la sceneggiatura dei Coen Brothers e di Charman non sia notevolissima, in quanto anzi essa ha fatto un lavoro notevolissimo, fornendo a SPielberg, che ci stupisce sempre, che parli dlela Shoah o invece di science fiction, o anche dei prigioniere giapponesi negli States, riuscendo a coniugare poesia e rilettura della storia. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
sabri92
|
martedì 8 ottobre 2019
|
ottimo film!
|
|
|
|
Il Ponte delle Spie fotografa - in maniera eccellente - quella che fu una delle tante realtà della Guerra Fredda, nel secolo scorso. E lo fa raccontando la storia - del tutto reale - di James Donovan, un avvocato di New York, già collaboratore di Robert Jackson, Procuratore Capo durante il celeberrimo Processo di Norimberga. James Donovan, appunto, si trova coinvolto, suo malgrado, in una vicenda che prende il via dall'arresto di Rudolf Ivanovic Abel, spia al servizio dell'Unione Sovietica. Da difensore dell'imputato eccellente, il legale finisce per assumere un ruolo delicatissimo: quello di negoziatore. Compito da svolgere addirittura a Berlino, con controparti decisamente ostiche come l'Unione Sovietica e la Repubblica Democratica Tedesca.
[+]
Il Ponte delle Spie fotografa - in maniera eccellente - quella che fu una delle tante realtà della Guerra Fredda, nel secolo scorso. E lo fa raccontando la storia - del tutto reale - di James Donovan, un avvocato di New York, già collaboratore di Robert Jackson, Procuratore Capo durante il celeberrimo Processo di Norimberga. James Donovan, appunto, si trova coinvolto, suo malgrado, in una vicenda che prende il via dall'arresto di Rudolf Ivanovic Abel, spia al servizio dell'Unione Sovietica. Da difensore dell'imputato eccellente, il legale finisce per assumere un ruolo delicatissimo: quello di negoziatore. Compito da svolgere addirittura a Berlino, con controparti decisamente ostiche come l'Unione Sovietica e la Repubblica Democratica Tedesca. A tale proposito, bellissima la ricostruzione della parte orientale della metropoli tedesca, ancora semidistrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e con edifici fatiscenti.
In generale, davvero da apprezzare la sceneggiatura, la fotografia e l'ottima interpretazione di Tom Hanks. Addirittura magistrale quella di Mark Rylance, non per nulla premiato con l'Oscar, nel 2016, come migliore attore non protagonista. E naturalmente un plauso alla regia, con uno Steven Spielberg che, dopo lo stratosferico Schindler's List del 1995 e il più che discreto Lincoln del 2012, continua a dimostrarsi abie ed ispirato nei lavori di genere storico.
Qualche pausa nel ritmo ed un paio di dialoghi sostanzialmente inutili non fanno diminuire la valutazione complessiva, che rimane altissima.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sabri92 »
[ - ] lascia un commento a sabri92 »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 18 novembre 2018
|
hai paura? no, serve a qualcosa?
|
|
|
|
E' un buon film del 2015, dato recentemente in TV, con la regia di Steven Spielberg e tratto da una vicenda reale relativa alla guerra di spie tra USA e URSS. Nel 1957 il colonnello del KGB Abel alias Fisher in codice "Mark" che da parecchi anni dirigeva la rete di spie sovietiche in USA, a seguito di defezione del suo vice venne arrestato dal FBI, le prove contro di lui erano schiaccianti e venne processato e condannato a 30 anni di carcere. Nel 1960 un aereo spia UE americano guidato da Francis Powers veniva abbattuto nei cieli sovietici e il pilota condannato a 10 anni. Nel 1962 vennero scambiate a Berlino le due spie e insieme uno studente americano arrestato dalla polizia comunista preché aveva cercato di far fuggire la fidanzata attraverso il muro di Berlino che divideva la parte Est ( Germania Comunista) con quella occidentale
La figura centrale del film è l'avvocato Donovan (Tom Hanks) noto civilista di New York che viene incaricato, malgrado la sua inesperienza nel penale, dall'Ordine degli avvocati di difendere Abel per assicurargli un giusto processo.
[+]
E' un buon film del 2015, dato recentemente in TV, con la regia di Steven Spielberg e tratto da una vicenda reale relativa alla guerra di spie tra USA e URSS. Nel 1957 il colonnello del KGB Abel alias Fisher in codice "Mark" che da parecchi anni dirigeva la rete di spie sovietiche in USA, a seguito di defezione del suo vice venne arrestato dal FBI, le prove contro di lui erano schiaccianti e venne processato e condannato a 30 anni di carcere. Nel 1960 un aereo spia UE americano guidato da Francis Powers veniva abbattuto nei cieli sovietici e il pilota condannato a 10 anni. Nel 1962 vennero scambiate a Berlino le due spie e insieme uno studente americano arrestato dalla polizia comunista preché aveva cercato di far fuggire la fidanzata attraverso il muro di Berlino che divideva la parte Est ( Germania Comunista) con quella occidentale
La figura centrale del film è l'avvocato Donovan (Tom Hanks) noto civilista di New York che viene incaricato, malgrado la sua inesperienza nel penale, dall'Ordine degli avvocati di difendere Abel per assicurargli un giusto processo. Donovan esercita con coscienza il suo lavoro, facendo evitare la sedia elettrica ad Abel, attirandosi così l'odio dell'opinione pubblica. L'altra figura centrale del film è l'impenetrabile. ma in fin dei conti saggio Abel (Mark Rylance) che affronta imperturbabile l'arresto e la detenzione.Successivamente Donovan viene informalmente incaricato dal governo di condurre le trattative per lo scambio dei prigionieri che grazie alla sua abilità andranno a buon fine. Il film è costruito in modo solido, teso e avvicente per lo spettatore pur evitando una grossolana suspence, un film senza fronzoli che affronta varie tematiche. La più importante è che ognuno ha diritto ad una difesa adeguata (anche il più grande criminale), tale pricipio è quello che caratterizza la civiltà occidentale fin dall'epoca romana quando Roma creò i tribunali con accusa e difesa e un terzo come giudice e se l'accusato non poteva difendersi c'era la figura dell'advocatus ("chiamato presso") per assisterlo. Tom Hanks fa un'interpretazione eccezionale, gli basta una smorfia per far capire una situazione pur avendo come tutti i grandi attori alti e bassi, qui si esprime ai massimi livelli.
Altrettanto bravo è Mark Rylance attore inglese teatrale con diverse incursioni nel cinema (Dunkirk, Ready Player one) che prese l'Oscar come migliore attore n.p. per avere reso in modo magnifico l'imperturbabile e preparato colonnello. Si comprende la preparazione che avevano queste spie, non per nulla un altro ex colonnello del KGB è lo "zar" della Russia.
[-]
[+] che spreco di parole
(di emmeci)
[ - ] che spreco di parole
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
inesperto
|
giovedì 15 novembre 2018
|
un bel film.
|
|
|
|
Pur trattando di spie, non è un film di spionaggio: infatti, ci si capisce qualcosa... Nel momento in cui ad un avvocato americano (il sempre ottimo Tom Hanks) viene affidata la difesa d'ufficio d'una spia sovietica, il film ci rivela il mediocre tratto mentale dominante dell'americano medio; medio in senso lato, e non di cultura media: infatti, l'ottusità colpisce dall'illustre magistrato al modesto pendolare della metropolitana. Il ruolo che questo avvocato viene ad assumere nell'evolversi della trama acquisisce sempre maggior significato ed importanza, arrivando a trattare ufficiosamente per il governo USA, in territorio DDR, con emissari di quest'ultima e dell'URSS.
[+]
Pur trattando di spie, non è un film di spionaggio: infatti, ci si capisce qualcosa... Nel momento in cui ad un avvocato americano (il sempre ottimo Tom Hanks) viene affidata la difesa d'ufficio d'una spia sovietica, il film ci rivela il mediocre tratto mentale dominante dell'americano medio; medio in senso lato, e non di cultura media: infatti, l'ottusità colpisce dall'illustre magistrato al modesto pendolare della metropolitana. Il ruolo che questo avvocato viene ad assumere nell'evolversi della trama acquisisce sempre maggior significato ed importanza, arrivando a trattare ufficiosamente per il governo USA, in territorio DDR, con emissari di quest'ultima e dell'URSS. Consigliabile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a inesperto »
[ - ] lascia un commento a inesperto »
|
|
d'accordo? |
|
elibook
|
mercoledì 14 novembre 2018
|
il ponte delle spie.
|
|
|
|
Molto ben fatto come ogni prodotto di Spielberg. Manca pero' in modo patologico di vera tensione. Lo si guarda, e' piacevole ma fondamentalmente sciatto. Spielberg mostra ancora una volta tutta la sua inadeguatezza nel realizzare lavori che dovrebbero toccare le corde dell'animo. A tratti grottesco ha piu' l'aria di una farsa che lo spessore che avrebbe meritato. I suoi migliori lavori restano i sogni e fantascienza. C'e' la vita in gioco ma non lo si avverte mai come ci si aspetterebbe. Schindler's list .. li mi resi conto che non e' capace di sondare e trasmettere le vibrazioni dell'animo umano. I minuti finali valgono pero' da soli il prezzo del biglietto anche se andare al cinema oggi e' purtroppo parte della preistoria.
|
|
[+] lascia un commento a elibook »
[ - ] lascia un commento a elibook »
|
|
d'accordo? |
|
emmeci
|
mercoledì 14 novembre 2018
|
ridateci lo spielberg di indiana jones
|
|
|
|
In breve: tecnicamente é ottimo, Spielberg sa fare il suo mestiere e non ci sono dubbi; un lavoro ben retribuito non si rifiuta e spero sia questo che ha spinto i Cohen a contribuire ad una sceneggiatura a dir poco banale e a tratti ridicola (e non mi parlino di storia vera...); ho giá dovuto soffrire con il soldato Ryan dova i fatti storici sono trattati con un'accuratezza intollerabile anche per un cartone animato.
Per fortuna Spielberg é ritornato a fare cinema per sognatori, divertente e indiscutibilmente molto piú intenso come Ready player one. Viva Indy!
|
|
[+] lascia un commento a emmeci »
[ - ] lascia un commento a emmeci »
|
|
d'accordo? |
|
greatsteven
|
sabato 3 febbraio 2018
|
scambio distensivo in un clima (quasi) infuocato.
|
|
|
|
IL PONTE DELLE SPIE (USA, 2015) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da TOM HANKS, MARK RYLANCE, AMY RYAN, ALAN ALDA, AUSTIN STOWELL, SCOTT SHEPHERD, JESSE PIEMONS, DOMENIC LOMBARDOZZI, SEBASTIAN KOCH, EVE HEWSON, DAKIN MATTHEWS
Nel 1957 la tensione fra URSS e USA è alle stelle. Una spia russa, il colonnello Rudolf IvanoviČ Abel, emigrato negli States, viene catturato e sbattuto in cella da agenti dell’FBI. Il giudice Mortimer Barsey ne desidera la condanna a morte perché nemico giurato dei sovietici, ma occorre un mediatore fra le due superpotenze. Lo si trova nell’avvocato specializzato in assicurazioni James D. Donovan, che accetta di difendere al processo Abel, per nulla preoccupato della sua attuale condizione, benché non abbia mai avuto esperienze passate di difese di spie straniere.
[+]
IL PONTE DELLE SPIE (USA, 2015) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da TOM HANKS, MARK RYLANCE, AMY RYAN, ALAN ALDA, AUSTIN STOWELL, SCOTT SHEPHERD, JESSE PIEMONS, DOMENIC LOMBARDOZZI, SEBASTIAN KOCH, EVE HEWSON, DAKIN MATTHEWS
Nel 1957 la tensione fra URSS e USA è alle stelle. Una spia russa, il colonnello Rudolf IvanoviČ Abel, emigrato negli States, viene catturato e sbattuto in cella da agenti dell’FBI. Il giudice Mortimer Barsey ne desidera la condanna a morte perché nemico giurato dei sovietici, ma occorre un mediatore fra le due superpotenze. Lo si trova nell’avvocato specializzato in assicurazioni James D. Donovan, che accetta di difendere al processo Abel, per nulla preoccupato della sua attuale condizione, benché non abbia mai avuto esperienze passate di difese di spie straniere. Donovan conosce l’agente della CIA Hoffman, col quale inizialmente i rapporti son tesi per ragioni politiche e giuridiche, dopodiché la collaborazione forzata ma efficace fra i due si appiana. All’udienza la sentenza di morte viene commutata in trent’anni di carcere per Abel, sebbene Donovan, costituzionalista convinto, non sia d’accordo col magistrato sopracitato né con altri colleghi anti-sovietici. Nel frattempo parte un’operazione dell’Esercito Americano contro i cieli della Germania dell’Est, durante la quale, dopo che è stata organizzata, il pilota venticinquenne Patrick Gary Powers fa un incidente col suo aereo, precipita da esso e viene incarcerato dai tedeschi comunisti. Poco dopo, uno studente americano, Frederick Prier, che ha avuto l’idea malsana di studiare economia sovietica nella Repubblica Democratica Tedesca ed è dunque dalla parte sbagliata del Muro di Berlino in via di edificazione, viene anch’egli imprigionato dai germanici sotto l’influenza della sfera statunitense. A Donovan non resta che fare una cosa, come anche Hoffman gli spiega: andare a Berlino e proporre uno scambio, ossia rilasciare Abel ai sovietici in cambio di Powers, che ritornerà negli States. Controvoglia e mentendo alla famiglia (Donovan è sposato con tre figli), il giureconsulto affronta il rigido inverno berlinese e contratta con due colleghi teutonici di opposte fazioni (Schisslin, asservito alla RFT, e Fögel, agli ordini della RDT). Le intenzioni di Donovan sarebbero quelle di scambiare Abel non solo con Powers, ma anche con Prier, ma nessuno dei due avvocati è disposto ad ascoltare le sue motivazioni, e dello stesso parere è anche Hoffman, che lo accompagna nel viaggio in Germania. Buscatosi un raffreddore e dopo aver conosciuto la famiglia sovietica di Rudolf Abel, Jim, grazie al suo fervore e al suo non tirarsi indietro mai, ottiene ciò che desiderava, ma con una condizione: Abel li raggiungerà sul ponte di Glienicke (che dà il titolo al film) e verrà scambiato con Powers, mentre Prier verrà liberato altrove e restituito ai suoi connazionali. Ma alla fine tutto si risolve per il meglio: Powers e Prier ritornano in patria assieme nello stesso momento, mentre Abel, appassionato di pittura, ringrazia il suo difensore regalandogli il ritratto che gli fece dietro le sbarre. Donovan, tornato a casa, cade addormentato poco prima che la sua famiglia, che lo credeva a pescare a Londra, apprende dal telegiornale della sua straordinaria impresa, che ha evitato morti e spargimenti di sangue e l’ha trasformato in un eroe della giustizia, benché non abbia mai agito come rappresentante ufficiale degli USA, in quanto semplice funzionario e perché imbrigliato da poteri al di sopra di lui. Un kolossal storico che vanta la sceneggiatura di Matt Charman e dei fratelli Coen (e il loro apporto, in quanto a credibilità, si sente!) in cui Spielberg ribadisce un punto fermo della cultura del suo paese: l’individuo ancorato ai suoi valori e a quelli della nazione fin dall’epoca della sua fondazione, nonostante ognuno remi nella direzione opposta alla sua. Donovan è un brillante e pacato avvocato, estraneo alla violenza e sempre disposto alla diplomazia, ma il suo agire gli attira addosso odio veemente, incredulità e disprezzo. Con la conseguenza finale che, poi, questi sentimenti negativi si tramutano in un apprezzamento gigantesco per il suo operato, ben superiore al suo ruolo ma non al di là delle sue potenzialità, magari in un primo momento nascoste ma secondariamente pronte ad emergere con forza morale. La vita quotidiana dei servitori della giustizia è un modo che regista e sceneggiatori adoperano per immortalare un momento drammatico della guerra fredda e fotografarlo nella sua intima (quint)essenza. Il 69enne regista, alla sua quarta e penultima collaborazione con Hanks, descrive pure il dualismo interno ad ogni conflitto, non per forza armato, come detto anche dalle battute del copione: da una parte c’è chi provoca o soltanto prospetta catastrofi perché si lascia imbrigliare dalla paura del nemico, il che gli fa perdere ogni lucidità, e dall’altro lato c’è chi mantiene la lucidità e, pur rifiutando il collaborazionismo in senso degradante, si sforza di comprendere l’avversario con intelligenza per raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente. Il collaboratore ultra-ventennale di Spielberg, Janusz Kaminski, anche stavolta non si smente: vince l’Hollywood Film Award 2015 per la sua fotografia vivida cui aggiunge un velo polverulento per permettere allo spettatore di ammirarne la raffinatezza figurativa. Spielberg non ha mai fatto vincere un Oscar ad Hanks, ma anche qui l’attore dà un’interpretazione degna dei suoi trascorsi e da autentico professionista navigato che sa recitare da fenomeno, ma Rylance (Oscar per il miglior attore non protagonista 2016) non gli è da meno: il suo colonnello sovietico che ascolta musica slava alla radio e dipinge mentre è in cella rimane sempre imperturbabile, e quando Donovan gli chiede perché non si allarmi mai, lui risponde, con un misto di ironia e fiducia: «Servirebbe?». Per ben tre volte, il che è quasi umoristico, senza nulla togliere al pathos drammatico che pervade l’opera dalla prima all’ultima sequenza, titoli di coda compresi, in cui vengono spiegate le sorti del pilota Powers, di Abel e specialmente di Donovan, che dopo il ’57 si vide affidare da Kennedy operazioni di portata ancora maggiore, quando vi fu la Baia dei Porci e salvò migliaia di persone che altrimenti sarebbero andate incontro ad una sorte di certo infausta. Efficaci personaggi secondari e uno sguardo sulla legge americana, tedesca e sovietica critico, ma non offensivo: non vengono prese posizioni nette e il nazionalismo è accuratamente accantonato. Le due cose fanno del creatore de Bridge of Spies un genio ormai consolidato che è cresciuto come artista affrontando tutti i generi, ha raccontato nel suo cinema storie vere insieme ad adattamenti da testi letterari e, quel che è meglio, non ha mai baciato una bandiera diversa da quella della settima arte che intende informare, emozionare, commuovere, divertire e far riflettere su temi molto ampi e diversi il pubblico (ormai è doveroso dirlo) internazionale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greatsteven »
[ - ] lascia un commento a greatsteven »
|
|
d'accordo? |
|
francismetal
|
venerdì 10 novembre 2017
|
spielberg pretende troppo da sé
|
|
|
|
Certo, ha fatto un buon film, ha riportato dei fatti, ha cercato di trasmettere un messaggio relativo alla politica e alla storia dell'epoca, ma credere che sia un capolavoro è davvero troppo
|
|
[+] lascia un commento a francismetal »
[ - ] lascia un commento a francismetal »
|
|
d'accordo? |
|
biso 93
|
giovedì 13 ottobre 2016
|
un ponte un poco traballante
|
|
|
|
Il ponte delle spie e' un film del 2016 diretto da Steven Spielberg e basato su una sceneggiatura dei Coen, interpretato da Tom Hanks e Mark Rylance. Il ponte delle spie e' un film solido, sicuramente sopra la media ma a mio parere nn ti fa brillare gli occhi, di lascia guardare ma non ti stupisce e questo per me e' un difetto rilevante. Spielberg e' un maestro ma negli ultimi anni si e' molto commercializzato e strizza molto gli occhi alle famiglie ed ai produttori, purtroppo secondo me nn riesce piu' a farci sognare come fece una volta e questo si riflette nel film. Se fossero stati i Coen a dirigere la pellicola avremmo avuto un film piu' tagliente, piu' cinico e ricco di humor nero, invece qui i toni vengono smorzati e la tensione psicologica nn e' avvertita.
[+]
Il ponte delle spie e' un film del 2016 diretto da Steven Spielberg e basato su una sceneggiatura dei Coen, interpretato da Tom Hanks e Mark Rylance. Il ponte delle spie e' un film solido, sicuramente sopra la media ma a mio parere nn ti fa brillare gli occhi, di lascia guardare ma non ti stupisce e questo per me e' un difetto rilevante. Spielberg e' un maestro ma negli ultimi anni si e' molto commercializzato e strizza molto gli occhi alle famiglie ed ai produttori, purtroppo secondo me nn riesce piu' a farci sognare come fece una volta e questo si riflette nel film. Se fossero stati i Coen a dirigere la pellicola avremmo avuto un film piu' tagliente, piu' cinico e ricco di humor nero, invece qui i toni vengono smorzati e la tensione psicologica nn e' avvertita. Ottimi gli attori cosi come la messa in scena e le ricostruzioni storiche. Un buon film ma niente di imperdibile!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a biso 93 »
[ - ] lascia un commento a biso 93 »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
martedì 11 ottobre 2016
|
eccelso spielberg
|
|
|
|
"Bridge of Spies"di Spielberg, oltre ad essere ancora una volta, una dimostrazione della grandezza dell'autore, per la fusione perfetta di elementi(sequenze "d'azione", altre di pura spy-story, drammatiche, di linciaggio gratuito del personaggio avv.Donovan, mediatore, "diplomatico"non ufficiale, di vita familiare turbata, il tutto fuso mirabilmente)è un'esortazione il passato, la storia, ossia quel"da dove veniamo"che è necessario per capire il"dove andiamo", oltre al"chi siamo", eventualmente... Veniamo da un'epoca rozza e violenta, negli States più che in Europa, ma anche in Europa, quella, per es.
[+]
"Bridge of Spies"di Spielberg, oltre ad essere ancora una volta, una dimostrazione della grandezza dell'autore, per la fusione perfetta di elementi(sequenze "d'azione", altre di pura spy-story, drammatiche, di linciaggio gratuito del personaggio avv.Donovan, mediatore, "diplomatico"non ufficiale, di vita familiare turbata, il tutto fuso mirabilmente)è un'esortazione il passato, la storia, ossia quel"da dove veniamo"che è necessario per capire il"dove andiamo", oltre al"chi siamo", eventualmente... Veniamo da un'epoca rozza e violenta, negli States più che in Europa, ma anche in Europa, quella, per es., del"cool war", della guerra fredda, con tanto di maccartismo e anticomunismo fanatico(basti leggere qualcosa sulla"caccia alle streghe", dove persino generali un po'meno conservatori venivano presi per comunisti, dove attori e attrici denunciavano i/le rivali per avere una parte al posto di altri/e), con il linciaggio sempre dietro l'angolo, come qui succede all'avvocato protagonista della vicenda(un Tom Hanks più consapevole che in varie prove precedenti, sia detto per inciso...), con il timore che la diplomazia venga a ptere anche solo scalfire l'"orgoglio nazionale", che il"giardino di casa"possa venir invaso dai"cattivi", individuati sempre da una parte sola... Spielberg, con la sua capacità tecnico-drammaturgica, cioè, viene ad esortarci "alle istorie", sull'onda di Machiavelli, Guicciardini, Foscolo etc., perché, anche se non è mai vista come"magistra vitae" la storia dovrebbe, almeno, farci scattare dentro qualcosa, quando la studiamo, la leggiamo anche solo sfiorandola(nei romanzi, nei film, nei serial), quando ci rendiamo conto che le cose sono come non dovrebbero essere-.come non vorremmo che fossero, ma al tempo stesso ci sentiamo impotenti a cambiarle, comunque inadatti, non abilitati etc... Storie da rileggere, da riconsiderare, soprattutto in questi anni piatti nei quali, con alcune doverose eccezioni, tutto è sostanzialmente amorfo, "anestetizzato", dove la passione sociale sembra dimenticata a favore di mere preoccupazioni materiali, dove la TV e i"nuovi"(ormai vecchi, però...)media sembrano inglobare-mangiare tutto, dando una rappresentazione solo di facciata del reale. Negli States, poi, dove l'ignoranza storico-politica sembra allignare maggiormente che altrove, film così si dovrebbero commentare in famiglia e a scuola, il che peraltro sicuramente non avviene... El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
|