Heli

Film 2013 | Drammatico

Anno2013
GenereDrammatico
ProduzioneMessico
Regia diAmat Escalante
MYmonetro 2,52 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Amat Escalante. Un film Genere Drammatico - Messico, 2013, - MYmonetro 2,52 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 maggio 2013

In un piccola città messicana, Heli deve trovare suo padre misteriosamente scomparso. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,

Consigliato nì!
2,52/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,40
PUBBLICO 3,17
CONSIGLIATO NÌ
Il messicano Escalante guarda al cinema di Reygadas ma non ne possiede né l'ironia né la visionarietà.
Recensione di Marianna Cappi
giovedì 16 maggio 2013
Recensione di Marianna Cappi
giovedì 16 maggio 2013

La dodicenne Estela vive con suo padre, il fratello Heli, la giovane moglie di Heli e il figlio di pochi mesi, in una casetta di due stanze in una regione povera del Messico centrale. Innamoratasi di Beto, un diciassettenne recluta di polizia che vorrebbe sposarla e portarla via, Estela gli permette di nascondere un pacchetto di cocaina in casa propria. Ma la polizia si presenta a reclamare il maltolto e la famiglia di Heli viene travolta da una spirale senza fine di violenza.
Il film si apre sul volto tumefatto e sanguinante di un ragazzo di cui ancora non conosciamo il nome, schiacciato dall'anfibio di un militare, ed è subito chiaro che stiamo per assistere ad un racconto di forza e d'impotenza, che non comprende né il concetto di giustizia né quello di pietà. Nel caso, però, non ci fossimo fidati abbastanza dell'immagine iniziale, presto giunge un altro messaggio, direttamente dalla voce di un personaggio: "aprite bene gli occhi, così non vi perdete nulla", e seguono la tortura, le percosse infinite, il frontale dei genitali di uno dei protagonisti spruzzati d'alcool etilico e incendiati.
Scrive e dirige Amat Escalante, il quale mira evidentemente ad inserirsi nel solco del cinema crudissimo del suo connazionale e coproduttore Carlos Reygadas ma di Reygadas non possiede né la visionarietà né l'ironia.
Il risultato è un film irrimediabilmente freddo, vuoto, insistito, che tortura in certa misura lo spettatore, non solo perché lo costringe ad uno spettacolo senza sconti, rigorosamente in tempo reale, ma soprattutto perché non sa far altro che rincarare la dose della stessa minestra di orrore e disgrazia. L'accumulo, sempre più prevedibile, di conseguenze nefaste ai danni dei personaggi principali, con l'aggiunta di un paio di spietate incursioni sugli animali, anziché servire la causa del film, ne mina progressivamente la credibilità e la forza.
Mentre i ragazzini spiaggiati sul divano guardano con gli stessi occhi e partecipano allo stesso modo delle immagini dei videogiochi "beat 'em up" e dei colpi reali inferti nel loro salotto, Escalante ci chiede di credere al suo film di fiction come ad una reale denuncia del cuore nero del Messico rurale, della corruzione della polizia e del caos che regola i rapporti umani e famigliari, ma la narrazione non è abbastanza vitale e pulsante per spingerci a farlo. La soluzione finale, poi, prevede una modalità di riscatto che lascia persino ideologicamente perplessi.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 23 giugno 2016
gianleo67

Quando il fidanzato della giovane sorellina nasconde dei pacchetti di cocaina sottratti ad un cartello messicano in casa sua, il giovane Heli decide di liberarsene gettandoli nel deserto dello sperduto villaggio messicano in cui vive insieme alla moglie ed al figlio ancora piccolo. La vendetta dei trafficanti sarà terribile e rischia di schiantare la sua famiglia in una spirale di violenza [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Natalia Aspesi
La Repubblica

Appeso per le braccia a un gancio, un cerotto sulla bocca, gli spaccano lentamente la schiena a colpi di pala, poi gli buttano alcol sul pene e gli danno fuoco. L'uomo non può urlare, solo agitarsi. Nella stanza tre ragazzini guardano indifferenti, dalla cucina sbircia una donna. È una lunga scena di violenza insopportabile del primo film in concorso, dolorosissimo, Heli, del giovane messicano Amat [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Siamo alla periferia di Guanajuato, città natia del regista, dove un povero operaio, coinvolto senza colpa in una faccenda di droga, si risolve nel vuoto delle istituzioni a farsi giustizia da solo. Immerso in un suggestivo paesaggio riarso e arcaico, recitato da non attori (poco espressivi, per la verità), il film racconta il Messico come un mondo di violenza sempre pronta a esplodere.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Fin dove può arrivare il cinema in nome della denuncia? Escalante giura di non aver inventato nulla. Operaio e padre di famiglia, Heli commette un errore fatale nella sua regione sperduta. Trova due sacchetti di coca in casa e li distrugge. Non sa che li aveva messi li il fidanzato sbirro di sua sorella per pagare le nozze. Segue rappresaglia dei corpi speciali corrotti che sequestrano Heli, sorellina [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Heli è un giovane operaio che vive col padre, la moglie, il bimbetto e la sorella dodicenne Estella in qualche parte del Messico, lavorando nella vicina fabbrica. Da quando è nato il piccolo non riesce a fare l'amore con la moglie, che lo respinge. La sorella esce con un ragazzotto più grande che fa parte di un gruppo militare della polizia, danno la caccia ai narcotrafficanti ma sono probabilmente [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Abbiamo letto tutto "Zero Zero Zero" di Roberto Saviano, che dedica molte pagine ai narcotrafficanti messicani. Questa tortura non la ricordavamo. Schiena massacrata di botte - alla presenza dei ragazzini che sono invitati a fare la loro parte, ma preferiscono i videogiochi. Poi giù le mutande, benzina sul pisello, fiammifero per accendere il barbecue.

NEWS
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domenica 26 maggio 2013
Giancarlo Zappoli

Qualche volta accade e in questa occasione è accaduto: i premi assegnati dalla Giuria di un grande festival come è Cannes trovano un consenso certamente maggioritario. Il merito va senz'altro ai giurati ma anche a chi li ha scelti.

winner
miglior regia
Festival di Cannes
2013
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