alejazz
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domenica 20 gennaio 2019
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un bravo germano scelto da un saggio veronesi
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Giovanni Veronesi racconta la società Italiana dal punto di vista di un uomo semplice con la storia di Ernesto (Elio Germano).
Il film sembra richiamare la retorica fantozziana: così come il ragioniere Fantozzi era visto e considerato il fanalino di coda dalla società che lo circondava, così Ernesto da ragazzo ha sempre condotto una vita condizionata dalle scelte degli altri anziché dalle sue.
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Giovanni Veronesi racconta la società Italiana dal punto di vista di un uomo semplice con la storia di Ernesto (Elio Germano).
Il film sembra richiamare la retorica fantozziana: così come il ragioniere Fantozzi era visto e considerato il fanalino di coda dalla società che lo circondava, così Ernesto da ragazzo ha sempre condotto una vita condizionata dalle scelte degli altri anziché dalle sue.... proprio come succede all'ultima ruota del carro, soggetta alla trazione e al movimento delle ruote che la precedono.
Del lavoro di Veronesi ci sarebbe molto da dire ma mi soffermo su alcuni aspetti principali.
Narrazione. È riuscito a inserire nella storia di Ernesto (che va dagli anni '60 fino al 2013) tanti aspetti storici (l'uccisione di Aldo Moro, la protesta a Bettino Craxi, l'ascesa di Berlusconi), culturali (il Maurizio Costanzo Show, l'influenza politica), tecnologici (l'avvento dei videogame come il Commodore, l'arrivo dei primi cellulari, le videoconferenze) hanno segnato l'Italia.
Cast. Troviamo un cast ricco e interessante con alcune colonne portanti del cinema italiano come Alessandro Haber e Massimo Wertmuller. Virginia Raffaele piace sempre anche da attrice, però oltre il ruolo di personaggio secondario non va...ancora non ha la stoffa da attrice pura. E ho visto anche una Alessandra Mastronardi "insipida" alla quale si attribuisce un ruolo principale ma a parer mio ha ancora molta strada da fare.
Interpreta Angela (la moglie di Ernesto) la quale non prende mai posizione, sconnessa quasi dalla realtà che la circonda, si fa trascinare da tutti (anche se astemia beve) e infine subisce l'ira del marito senza reagire...
Sarà forse lei la vera ultima ruota del carro?
Infine, apprezzo la sovrapposizione della prima e ultima scena del film: la prima utile per suscitare interesse allo spettatore e agganciarsi all'inizio della storia (la passione per il calcio di Ernesto), l'ultima per lasciare allo spettatore il senso di tutto.
Cosa mi è piaciuto:
L'intreccio cronaca storica e narrazione
Cast
Interpretazione di Germano
Cosa non mi è piaciuto:
Interpretazione di Mastronardi
La fotografia in alcune scene poteva essere migliore
Consigliata la visione a tutti
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marco petrini
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mercoledì 18 novembre 2015
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una vita
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Non penso che lo si possa definire certo un capolavoro. Offre lo spaccato di una vita quasi normale, al limite della banalità (tranne la fine) di un cittadino italiano, immerso negli ultimi quarantanni della vita nel nostro paese. Poteva essere meglio, certo, ma anche la storia della nostra nazione, dove il protagonista è immerso, poteva essere più esaltante. Non lo è, siamo passati di male in peggio, ed il film lo fa trascorrendo nell'arco temporale. Quadretto tipico raccontato nel solito modo da Veronesi. Elio Germano si merita un voto di ampia sufficienza, un po' meno Ricky Memphis; assolutamente poco esaltante la prova della Alessandra Mastronardi (sa fare molto meglio), che ha la verve recitativa di un attaccapanni! Eppure credo che sia attualmente una delle attrici giovani più interessanti, ma, evidentemente, incidenti di percorso possono sempre avvenire.
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Non penso che lo si possa definire certo un capolavoro. Offre lo spaccato di una vita quasi normale, al limite della banalità (tranne la fine) di un cittadino italiano, immerso negli ultimi quarantanni della vita nel nostro paese. Poteva essere meglio, certo, ma anche la storia della nostra nazione, dove il protagonista è immerso, poteva essere più esaltante. Non lo è, siamo passati di male in peggio, ed il film lo fa trascorrendo nell'arco temporale. Quadretto tipico raccontato nel solito modo da Veronesi. Elio Germano si merita un voto di ampia sufficienza, un po' meno Ricky Memphis; assolutamente poco esaltante la prova della Alessandra Mastronardi (sa fare molto meglio), che ha la verve recitativa di un attaccapanni! Eppure credo che sia attualmente una delle attrici giovani più interessanti, ma, evidentemente, incidenti di percorso possono sempre avvenire. Bello l'intervento di Haber, sempre più immedesimato a interpretare pittori stralunati, maestri disadattati o personaggi non del tutto centrati!! Si vede che questi ruoli gli si adattano particolarmente.
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goldiewilson
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giovedì 19 marzo 2015
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ottima recitazione, film un pò troppo ambizioso
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Innanzitutto grande Germano come al solito, a suo agio nei ruoli "proletari", come già visto in Padroni di casa e La nostra vita. Splendido nell'esprimere il dolore nella scena del funerale dell'amico pittore. A questo giro mi è sembrato che la sua profondità interpretativa sia ulteriormente cresciuta. Che possa raccogliere l'eredità di quell'Alberto Sordi che subiva gli eventi ed il potere come in Un borghese piccolo piccolo e Detenuto in attesa di giudizio? Poco da dire su Memphis, che ha una ed una sola faccia e recitazione, e di solito gli va pure bene che è adatta al ruolo che gli viene proposto... L'altra tizia, di cui ignoro il nome (quella che è una delle amanti di Rubini) è vulcanica, una sorta di Tosca d'Aquino che se la tira in modo caricaturale.
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Innanzitutto grande Germano come al solito, a suo agio nei ruoli "proletari", come già visto in Padroni di casa e La nostra vita. Splendido nell'esprimere il dolore nella scena del funerale dell'amico pittore. A questo giro mi è sembrato che la sua profondità interpretativa sia ulteriormente cresciuta. Che possa raccogliere l'eredità di quell'Alberto Sordi che subiva gli eventi ed il potere come in Un borghese piccolo piccolo e Detenuto in attesa di giudizio? Poco da dire su Memphis, che ha una ed una sola faccia e recitazione, e di solito gli va pure bene che è adatta al ruolo che gli viene proposto... L'altra tizia, di cui ignoro il nome (quella che è una delle amanti di Rubini) è vulcanica, una sorta di Tosca d'Aquino che se la tira in modo caricaturale. Mastronardi sempre molto espressiva e convincente. Solo che il tempo di stendere due lenzuola ed ha già ceduto alle avances di Germano. Tutto ok ma vorremo goderci il corteggiamento, visto che è un tratto tipico (ed uno dei più belli)dell'italianità, la capacità di fare sentire una donna unica e assolutamente desiderabile.
Parlando della storia, trovo invece che sia un po' pretenziosa, una sorta di La meglio gioventù in versione Alla bell'è meglio...
Proprio in via Caetani dovevano essere quel giorno Germano ed il suo patriarcalissimo padre? Scontato che si parlasse di Berlusconismo, il filo dopo il socialismo craxiano è tutt'altro che invisibile, ed è elementare da seguire e da anticipare. Azzeccato il finale, che vale tutto il film. Efficace la descrizione di un'Italia in cui allo status, preteso o reale, si accompagna sempre una più o meno accentuata arroganza, ed in cui un certa predisposizione al servilismo assicura al potente di turno atti di prostrata riverenza senza dover fare nulla. Basta mantenere il distacco e sfoggiare un simbolo di potere, sia esso una stilografica d'oro, un abito sartoriale o una motocicletta tedesca. Germano rappresenta l'Italia onesta, fedele a sé stessa, che non vuole fare il grande salto perché sa già che non lo si fa senza barare o senza venir meno alla propria rettitudine.
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ultimoboyscout
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lunedì 2 marzo 2015
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l'italia vista da un uomo.
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Vita, lavoro, avventure e guai di un onesto italiano medio, traslocatore e autotrasportatore romano che attraversa l'Italia degli ultimi quarant'anni, un Paese in continuo cambiamento. Veronesi lascia Filmauro per realizzare assieme a Warner Bros un film popolare col quale riflettere sulla storia nostrana, puntando su una storia vera, quella di Ernesto, uomo puro e un po' ingenuo. Il film racconta di come sia diventata l'Italia, un Paese oltre la crisi di nervi, un Paese che ha smarrito l'etica, la professionalità e la responsabilità verso la società. La pellicola è un biopic anche se non racconta la vita di un personaggio famoso, bensì quella di Ernesto Fioretti, un Italiano come tanti che nella sua vita ha svolto tantissimi mestieri: autista, tappezziere, traslocatore, cuoco d'asilo.
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Vita, lavoro, avventure e guai di un onesto italiano medio, traslocatore e autotrasportatore romano che attraversa l'Italia degli ultimi quarant'anni, un Paese in continuo cambiamento. Veronesi lascia Filmauro per realizzare assieme a Warner Bros un film popolare col quale riflettere sulla storia nostrana, puntando su una storia vera, quella di Ernesto, uomo puro e un po' ingenuo. Il film racconta di come sia diventata l'Italia, un Paese oltre la crisi di nervi, un Paese che ha smarrito l'etica, la professionalità e la responsabilità verso la società. La pellicola è un biopic anche se non racconta la vita di un personaggio famoso, bensì quella di Ernesto Fioretti, un Italiano come tanti che nella sua vita ha svolto tantissimi mestieri: autista, tappezziere, traslocatore, cuoco d'asilo. La sua vita normale (che gran bella cosa la normalità!!!) è il pretesto per buttare un occhio indietro e ripercorrere tappe fondamentali e mai dimenticate del Belpaese, da Aldo Moro al Mundial del 1982, da Craxi a Tangentopoli, fino all'immancabile crisi economica attuale, in un film e un viaggio tutti italiani. Lodevole l'idea meno il risultato nonostante un convincente Elio Germano, il film appare troppo romanzato e i tanti episodi che si susseguono sembrino essere come tante scene isolate e mai legate dal filo delle storie, quella del film e quella reale con la S maiuscola. Il film ha un gusto buonista e un po' populista, l'amaro elogio del perdente non riesce anche se, sia Germano che Ernesto, ne escono vincitori. Una tragicommedia per riflettere su chi eravamo, su come siamo, su come ci siamo diventati e sul perchè ci siamo diventati, un'operazione ambiziosa che mescola politica e nostalgia, indignazione e riflessione morale in cui spicca solo l'uomo irriducibilmente onesto che nonostante le fregature resta attaccato alla famiglia e ai suoi valori, una delle tante ultime ruote del carro che ha mandato e manda avanti l'Italia delle contraddizioni, oggi come ieri.
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cinecinella
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sabato 10 gennaio 2015
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ritorno alla buona commedia italiana
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Commedia intimista tutta italiana, questo è uno dei film più riusciti di Veronesi. Lo sguardo è rivolto alla storia del personaggio Ernesto, alla sua vita, a sua moglie, ai suoi amici. La trama è scorrevole, molto bella la fotografia. Il regista si sofferma a tratti su alcuni eventi storico politici italiani ma senza indugiare inultimente lasciandoli da sfondo come è giusto che sia, mentre scandaglia ottimamente la psicologia dei personaggi e la loro vita vissuta emozionando lo spettatore grazie anche all'ottima interpretazione di tutto il cast di attori in primis il talentuoso Germano. Ho trovato ottimo anche il montaggio, la pellicola risulta scorrevole e veramente piacevole alla visione.
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Commedia intimista tutta italiana, questo è uno dei film più riusciti di Veronesi. Lo sguardo è rivolto alla storia del personaggio Ernesto, alla sua vita, a sua moglie, ai suoi amici. La trama è scorrevole, molto bella la fotografia. Il regista si sofferma a tratti su alcuni eventi storico politici italiani ma senza indugiare inultimente lasciandoli da sfondo come è giusto che sia, mentre scandaglia ottimamente la psicologia dei personaggi e la loro vita vissuta emozionando lo spettatore grazie anche all'ottima interpretazione di tutto il cast di attori in primis il talentuoso Germano. Ho trovato ottimo anche il montaggio, la pellicola risulta scorrevole e veramente piacevole alla visione.
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jackiechan90
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venerdì 26 dicembre 2014
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il forrest gump italiano
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Una storia semplice ma ben realizzata giocata tutto sulla bravura degli attori(su tutti Elio Germano). Una storia che abbraccia un periodo preciso della nostra storia (dagli anni 60 fino ai primi anni 2000) con un protagonista che potrebb essere uno qualunque delle persone vissute in quell'epoca. Un'anti-biopic oppure un biopic dove i sensazionalismi, gli accenti tragici ed epici, le trovate melodrammatiche lasciano spazio alla spontaneità, alla naturalezza e all'umiltà di chi vive attraversando (e sapendo di attraversare) la Storia. Per questi apsetti si potrebbe accostare il perosnaggio di Ernesto a una sorta di Forrest Gump "de noantri"(mi si permetta il romanismo data anche l'evidente paesaggio del film).
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Una storia semplice ma ben realizzata giocata tutto sulla bravura degli attori(su tutti Elio Germano). Una storia che abbraccia un periodo preciso della nostra storia (dagli anni 60 fino ai primi anni 2000) con un protagonista che potrebb essere uno qualunque delle persone vissute in quell'epoca. Un'anti-biopic oppure un biopic dove i sensazionalismi, gli accenti tragici ed epici, le trovate melodrammatiche lasciano spazio alla spontaneità, alla naturalezza e all'umiltà di chi vive attraversando (e sapendo di attraversare) la Storia. Per questi apsetti si potrebbe accostare il perosnaggio di Ernesto a una sorta di Forrest Gump "de noantri"(mi si permetta il romanismo data anche l'evidente paesaggio del film). Ottima la luce sgranata che fa sembrare il film un filmino amatoriale, come quelli che si facevano una volta delle vacanze, e i dialoghi spesso al limite del cinismo dei personaggi che gravitano attorno al mondo del protagonista(da sempre marchio di fabbrica del regista toscano). Film godevole che commuove e fa pensare,nonchè ottimo affresco storico di un'epoca più prossima che remota.
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camillo triolo
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domenica 23 novembre 2014
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il banale nel cinema banale dei nostri giorni.
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Se il cinema italiano non può fare di meglio e non può dare di più, non è detto che dobbiamo per forza mettere una stellina in più, ne che dobbiamo sforzarci di trovarvi significati e pregi che non ci sono.
Ancor più banale e ridicolo è il tuffarci in voli pindarici di vuoti osanna per un film che definire mediocre e fargli un immeritato complimento.
Volerne giustificare la messa in opera è ardua, vana ed impossibile impresa, come la ricerca della sirenetta nella discarica di pattume.
Altrettanto inutile è ricercare in sfumature di colore o in prestazioni passabili di qualche attore l'elogio di un filmetto totalmente inutile ed insignificante.
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Se il cinema italiano non può fare di meglio e non può dare di più, non è detto che dobbiamo per forza mettere una stellina in più, ne che dobbiamo sforzarci di trovarvi significati e pregi che non ci sono.
Ancor più banale e ridicolo è il tuffarci in voli pindarici di vuoti osanna per un film che definire mediocre e fargli un immeritato complimento.
Volerne giustificare la messa in opera è ardua, vana ed impossibile impresa, come la ricerca della sirenetta nella discarica di pattume.
Altrettanto inutile è ricercare in sfumature di colore o in prestazioni passabili di qualche attore l'elogio di un filmetto totalmente inutile ed insignificante.
Mi addolora dover scrivere questo, ma in questa totale assenza di idee e progetti validi, sarebbe meglio ed auspicabile che il cinema italiano si prendesse qualche anno sabbatico,sperando che col tempo cominci a risorgere.
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alexander 1986
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venerdì 4 aprile 2014
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la buona commedia dei buoni sentimenti
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Ernesto Marchetti (un bravissimo Elio Germano) convive per tutta la vita con il desiderio di smentire la nomea di 'ultima ruota del carro' affibbiatogli da bambino nientepopodimeno che dal padre. Si dà quindi da fare tra mille lavori - uno più improbabile dell'altro - e mette su famiglia a propria volta. La sua piccola vicenda si incastona nel grande scenario dei cambiamenti sociali dell'Italia dagli anni '60 a oggi.
Questo di Veronesi è il tipico film di cui non si può parlare male. E' una commedia con momenti drammatici dosati bene, girata con grande senso del ritmo; scorre che è un piacere. Il cast è quasi perfetto, persino negli inserimenti più improbabili (es. Virginia Raffaele e Ricky Memphis).
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Ernesto Marchetti (un bravissimo Elio Germano) convive per tutta la vita con il desiderio di smentire la nomea di 'ultima ruota del carro' affibbiatogli da bambino nientepopodimeno che dal padre. Si dà quindi da fare tra mille lavori - uno più improbabile dell'altro - e mette su famiglia a propria volta. La sua piccola vicenda si incastona nel grande scenario dei cambiamenti sociali dell'Italia dagli anni '60 a oggi.
Questo di Veronesi è il tipico film di cui non si può parlare male. E' una commedia con momenti drammatici dosati bene, girata con grande senso del ritmo; scorre che è un piacere. Il cast è quasi perfetto, persino negli inserimenti più improbabili (es. Virginia Raffaele e Ricky Memphis). I titoli di coda arrivano quasi con dispiacere.
D'altro canto non si può nemmeno dire troppo bene. E' una commedia italiana del recente filone buonista, impregnata quindi di morali esopee del tipo 'la ricchezza non è tutto', 'il benessere porta corruzione' o 'essere semplici è bello', nonché del solito mantra italico: viva la famiglia e volemose bene. Il papafrancescanesimo da cui siamo dolcemente avvolti. Le vecchie commedie di Sordi, Totò e Villaggio, con la loro caustica ma istruttiva ironia, sono roba passata. L'Italietta di oggi vuole messaggi rassicuranti e svegliarsi serena fra due guanciali.
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gigin1002
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martedì 18 marzo 2014
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cinema italiano che decolla
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Da tre anni a questa parte ho notato un notevole cambiamento (in meglio) del cinema italiano. Questo è uno dei film buoni. Attori ritrovati come Richy Memphis e Valeria Mastronardi.Veronesi racconta (da bambino fino a vecchio) la vita di Ernesto attraversando anche la politica( la fine dei socialisti e l'inizio dell'epoca di Berslusconi),la malattia, la famiglia e la violenza.Continua con il suo recitare, Elio Germano , a sorprendere nei film in cui recita da protagonista. Miglior film in assoluto di Giovanni Veronesi. Il film conclude con una frase geniale"Ernesto ritiene che dalla sua vita bisogna trarre un film"Ottime comparse(Alessandro Haber e Sergio Rubini) o attori non protagonisti che modificano il film in meglio modificandolo in una commedia drammatica che parla anche di arte.
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Da tre anni a questa parte ho notato un notevole cambiamento (in meglio) del cinema italiano. Questo è uno dei film buoni. Attori ritrovati come Richy Memphis e Valeria Mastronardi.Veronesi racconta (da bambino fino a vecchio) la vita di Ernesto attraversando anche la politica( la fine dei socialisti e l'inizio dell'epoca di Berslusconi),la malattia, la famiglia e la violenza.Continua con il suo recitare, Elio Germano , a sorprendere nei film in cui recita da protagonista. Miglior film in assoluto di Giovanni Veronesi. Il film conclude con una frase geniale"Ernesto ritiene che dalla sua vita bisogna trarre un film"Ottime comparse(Alessandro Haber e Sergio Rubini) o attori non protagonisti che modificano il film in meglio modificandolo in una commedia drammatica che parla anche di arte.
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barone di firenze
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giovedì 16 gennaio 2014
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eccezionale
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Storia meravigliosa, si ride e si piange, gli attori Germano, Menphis e la mastonardi hanno recitato da Dio, Haber nella sua parte di artista trucido ha superato se stesso. Film da vedere soldi e tempo speso bene.
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