giorgio47
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venerdì 3 gennaio 2014
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un film brutto!
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Di questo film posso solo dire che è brutto al limite del sopportabile e che a leggere alcune critiche viene da pensare se io ho visto un altro film!
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dott. manhattan
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domenica 15 dicembre 2013
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e allora?
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Film incolore, insipido e noioso. Il regista attraverso gli occhi di una persona semplice racconta gli ultimi 40 anni di storia dell'Italia che fanno da sfondo al racconto della vita del protagonista e della sua compagna. L'inizio è promettente ma proseguendo nella visione, tra uno sbadiglio e l'altro, ti domandi dove voglia arrivare il regista, quale messaggio voglia comunicare, la risposta finale è: "BOH!?" Man mano che la storia prosegue, mentre ti domandi: "ma perche non sono andato a vedere Thor 2?" puoi godere del pessimo trucco che nel corso del film invecchia gli attori. Più che ad un film sembra di assistere ad una fiction. Unica nota positiva gli attori, tutti magistrali.
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Film incolore, insipido e noioso. Il regista attraverso gli occhi di una persona semplice racconta gli ultimi 40 anni di storia dell'Italia che fanno da sfondo al racconto della vita del protagonista e della sua compagna. L'inizio è promettente ma proseguendo nella visione, tra uno sbadiglio e l'altro, ti domandi dove voglia arrivare il regista, quale messaggio voglia comunicare, la risposta finale è: "BOH!?" Man mano che la storia prosegue, mentre ti domandi: "ma perche non sono andato a vedere Thor 2?" puoi godere del pessimo trucco che nel corso del film invecchia gli attori. Più che ad un film sembra di assistere ad una fiction. Unica nota positiva gli attori, tutti magistrali.
Al termine del film ti domandi: "e allora?"
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kowalski86
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venerdì 6 dicembre 2013
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evviva il made in italy
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Ottmo film italiano. Veronesi non sbaglia nulla (o molto poco) e confeziona un film ben fatto e curato, bella fotografia e colonna sonora azzeccatissima. La vera forza del film è negli attori, tutti bravissimi, sopratutto Haber e Germano. Haber eccezionale nella sua interpretazione, coinvolgente e mai banale. Di Germano che dire, a mio parere il migliore attore italiano attualmente. Film piacevole assolutamente da vedere. Bravi tutti.
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maria
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venerdì 6 dicembre 2013
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un salto di qualità
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Temevo la solita commedia più o meno gradevole o più o meno sfilacciata. Ho trovato invece un film serio, interessante, che, nonostante qualche superficialità nella sceneggiatura e in alcuni aspetti tecnici, riesce a costruire personaggi intensi e a toccare senza retorica e senza presunzione vari aspetti della storia italiana, con alcuni momenti di grande intensità.Nella rappresentazione di queste persone semplici che, pur sfiorando un mondo corrotto e alle prese con mille problemi, riescono a non perdere l'innocenza, Elio Germano eccelle e gli altri non sfigurano. Finale un po' patetico e buonista. Nell'insime, Veronesi ha fatto un salto di qualità, non sappiamo se abbia la possibilità di andare oltre ma, almeno per una volta, ci ha fatto anche pensare.
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canni82
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giovedì 5 dicembre 2013
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ce ne fossero di ernesto in giro!!!!
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....essere onesti e brave persone nella vita non significa essere l'ultima ruota del carro!!! Bravo Veronesi
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fabiofeli
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domenica 1 dicembre 2013
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vita ordinaria di un uomo tranquillo
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L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi
Ernesto (il bravissimo Elio Germano) è un ragazzo romano come tanti con un destino già segnato; si sente ripetere fin da piccolo dal padre autoritario (Massimo Wertmuller), che lui occupa l’ultimo posto nell’universo. Il suo destino pare già scritto: lavorerà con il padre come tappezziere e come factotum nel restauro di appartamenti, col dovere di prendersi il maggior carico di fatica. Ma per fortuna non tutto il tempo è monopolizzato dal duro genitore; in uno dei momenti di libertà Ernesto corteggia Angela (Alessandra Mastronardi), una bella ragazza che fa la colf nello stesso palazzo nel quale lavora il giovane. I due si fidanzano, si sposano e presto arriva l’erede, che si presume seguirà le sorti del padre nel lavoro e nella passione per la squadra di calcio della Roma.
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L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi
Ernesto (il bravissimo Elio Germano) è un ragazzo romano come tanti con un destino già segnato; si sente ripetere fin da piccolo dal padre autoritario (Massimo Wertmuller), che lui occupa l’ultimo posto nell’universo. Il suo destino pare già scritto: lavorerà con il padre come tappezziere e come factotum nel restauro di appartamenti, col dovere di prendersi il maggior carico di fatica. Ma per fortuna non tutto il tempo è monopolizzato dal duro genitore; in uno dei momenti di libertà Ernesto corteggia Angela (Alessandra Mastronardi), una bella ragazza che fa la colf nello stesso palazzo nel quale lavora il giovane. I due si fidanzano, si sposano e presto arriva l’erede, che si presume seguirà le sorti del padre nel lavoro e nella passione per la squadra di calcio della Roma. La vita di Ernesto nella casa di Borgo Pio a ridosso del Cupolone si consolida quando una ferrea raccomandazione gli procura il famigerato “posto fisso”, che, come si suole dire, di soldi ne dà pochi e maledetti, ma subito. Gli incidenti di percorso sono le amicizie di Ernesto, “il toscano” (Ubaldo Pantani) e Giacinto (Ricky Memphis), che però non riescono a indurre il giovane a macchiarsi di furto. “Per queste cose non ci sono tagliato” esclama il giovane; ma si fa convincere a lasciare il posto fisso per un faticoso lavoro di traslochi, durante il quale Ernesto conosce un pittore geniale (Alessandro Haber), unico amico positivo della sua vita. Ancora le deleterie amicizie trascinano Ernesto in una società gestita da Fabrizio (Sergio Rubini), un personaggio senza scrupoli che imbastisce disonesti traffici nel sottobosco del potente partito socialista di Bettino Craxi. Presto vanno in galera Fabrizio e l’amico di Ernesto, che però risorge come un’araba fenice con una casacca nuova di zecca, pronto a condurre Ernesto sotto l’ala protettrice della nascente Forza Italia. Di nuovo sembra tutto facile: spunta persino un gratta e vinci che frutterebbe una cifra sufficiente a “sistemare” per sempre Ernesto. Ma ancora brutti tiri del destino sono in agguato e per una seconda volta – la prima occasione è stata fornita dalla giusta ribellione al padre – Ernesto esce dai gangheri, rischiando di compromettere per sempre il legame più bello della sua vita.
La trama della pellicola di Veronesi, che secondo la critica è la migliore prova del regista, è incentrata sulla descrizione della vita di un uomo comune, un mite personaggio simile a quello di John Wayne nel bel film “Un uomo tranquillo”. Gli altri personaggi sono tratteggiati discretamente, sia il padre che la moglie, o il pittore e gli amici maneggioni. Meno convincente l’inserimento di filmati d’epoca della Tv che citano fatti salienti o di minore importanza della storia italiana senza aggiungere un peso significativo e decisivo alla vicenda. Il film decolla veramente solo grazie alla grande capacità recitativa di Elio Germano, che rende credibile e gradevole il personaggio dell’onesto Ernesto e fa lievitare il valore della storia raccontata. Proverbiale l’onestà della gente umile: italiani brava gente; così, come per gli inglesi, c’è sostanziale identità tra Ernesto e Onestà, grazie all’opera di Oscar Wilde “The importance of being Earnest”.
Valutazione ** 1/2
FabioFeli
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djfilippo
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domenica 1 dicembre 2013
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andatevi a mangiare una bella pizza...!
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Ancora con questi film italiani...! Andate a zappare la terra...! Se questo è recitare Ovvio che non l'ho visto!
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micol68
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domenica 1 dicembre 2013
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si può fare di più
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Un ottimo cast, spunto indovinato, ma alla fine si esce dalla sala con in bocca il sapore di un'occasione colta a metà. Peccato Veronesi, l'ambizione c'era, e si vede, ma il risultato è inferiore alle aspettative. Comunque un Elio Germano strepitoso (come sempre), una misurata Alessandra Mastronardi e un sempre efficace Haber non ci fanno rimpiangere le due ore trascorse in sala.
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esuberante sognatrice
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mercoledì 27 novembre 2013
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emozionante
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Prima di tutto devo elogiare un fantastico e insuperabile Elio Germano, un attore versatile capace di interpretare qualsiasi ruolo gli venga proposto. Il film racconta l' Italia dagli anni '60 fino ai giorni nostri tramite gli occhi di una persona comune, gli occhi più veri della società. Il film scorre in modo piacevole, fa ridere e nello stesso tempo fa riflettere su di noi e sulla nostra nazione. A mio parere il film di Veronesi più riuscito. Ammetto di aver avuto qualche perplessità prima di andare a vederlo per l'enorme delusione che mi aveva comportato il film "Genitori e figli-agitare prima dell'uso" di Veronesi ma è anche vero che con Elio Germano niente può essere scontato.
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Prima di tutto devo elogiare un fantastico e insuperabile Elio Germano, un attore versatile capace di interpretare qualsiasi ruolo gli venga proposto. Il film racconta l' Italia dagli anni '60 fino ai giorni nostri tramite gli occhi di una persona comune, gli occhi più veri della società. Il film scorre in modo piacevole, fa ridere e nello stesso tempo fa riflettere su di noi e sulla nostra nazione. A mio parere il film di Veronesi più riuscito. Ammetto di aver avuto qualche perplessità prima di andare a vederlo per l'enorme delusione che mi aveva comportato il film "Genitori e figli-agitare prima dell'uso" di Veronesi ma è anche vero che con Elio Germano niente può essere scontato.
Bravi anche gli altri attori, cito in particolare Ricky Memphis, il "furbetto" della situazione e Alessandra Mastronardi la moglie comprensiva di Ernesto.
Ernesto e Angelina sono una coppia di altri tempi e durante tutto il film, grazie alla bravura dei due attori, ho ammirato questo loro legame fatto di amore e soprattutto fiducia.
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cavedano
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lunedì 25 novembre 2013
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deluso
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Sono rimasto deluso dal film, potenzialmente poteva essere un grande storia ma alla fine rimane ben poco. Ottima, come al solito l'interpretazione di Elio Germano.
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