Titolo originale | Le magasin des suicides |
Anno | 2012 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Francia, Canada, Belgio |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Patrice Leconte |
Attori | Bernard Alane, Isabelle Spade, Kacey Mottet Klein, Isabelle Giami, Jean Paul Comart Pierre-François Martin-Laval, Laurent Gendron, Pino Insegno, Fiamma Izzo D'Amico, Luca Baldini, Maria Laura Baccarini, Umberto Broccoli, Gabriele Lopez, Alex Polidori. |
Uscita | venerdì 28 dicembre 2012 |
Distribuzione | Videa |
MYmonetro | 2,41 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 30 gennaio 2015
Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2012, un esilarante film animato in 3D. In Italia al Box Office La bottega dei suicidi ha incassato 77,7 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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La crisi sembra senza fine, la città è un crogiuolo di persone sole, imbottigliate nel traffico, ogni cosa è oggetto di multa, persino il suicidio sulla strada pubblica, tutto è grigio e triste. Solo un luogo è ancora frequentatissimo, colorato e più vitale che mai: la bottega dei suicidi di Mishima Touvache e famiglia. Qui, tra corde, veleni, funghi letali e lamette affilate, ognuno può trovare il modo di scrivere con successo la dolce e rapida fine di una vita fallimentare. E gli affari vanno alla grande, almeno fino a quando Lucrèce Touvache non dà alla luce il suo terzogenito: un bambino che è l'incarnazione inaspettata della gioia di vivere.
Nonostante l'humour noir sia nato in Francia, dalle provocazioni surrealiste di Bréton, il luogo dove è cresciuto meglio è indubbiamente il suolo inglese, nella letteratura come al cinema. Il film di Patrice Leconte, suo malgrado, non fa che dimostrarlo.
La libertà espressiva concessa dalla tecnica animata è ben sfruttata: senza esagerazioni, il disegno alleggerisce le dinamiche più macabre e dà ritmo agli eventi all'occorrenza, specie quando il piccolo Alan decidere di scuotere le coscienze dei suoi famigliari e prende l'iniziativa alla lettera. Il tratto guarda invece all'immaginario visivo di Sylvain Chomet, il più amato ed esportato degli animatori francesi, senza però possederne la poesia dei dettagli né il romanticismo amaro. Anche le figurine grottesche di Burton sono senza alcun dubbio ben presenti nella mente di Leconte e collaboratori, ma la filosofia che muove i due registi non potrebbe essere più difforme. Basti pensare ai "diversi" burtoniani, figure solitarie, outsider loro malgrado, che non hanno paura di dialogare con l'aldilà e per questo appaiono strani e oscuri in un contesto di entusiasti di massa: qui, al contrario, la gente è delusa e sofferente, "andarsene" è una soluzione di moda e il diverso è il bimbo che sorride e non si perde d'animo. Troppo in breve, però, la black comedy, che per definizione dovrebbe avvolgere la sala nel malessere e suscitare il riso come un esorcismo, lascia il posto ad un elogio nemmeno troppo giustificato (narrativamente, s'intende) della bellezza di vivere e di fare le bolle di sapone. I teschi che in Burton sarebbero diventati simboli di un diritto all'individualità e di uno scomodo essere "contro", finiscono per dar forma alle dolcissime crêpes dei Touvache e volume ai loro affari, mentre le tristi canzonette monocordi che non danno tregua al film cambiano di soggetto ma restano tristi allo stesso modo.
Modificando il finale rispetto al romanzo firmato da Jean Teulé, Leconte rivendica infine apertamente la volontà di cambiare radicalmente disegno alla favola dolceamara di partenza, ma sono troppe le lacune di sceneggiatura perché non ci si senta un po' truffati. Tuttavia, a meno di non trapassare, nessuno si aspetti di venir rimborsato.
Lo dico subito: "La bottega dei suicidi" è uno dei peggiori film d'animazione che abbia visto in tutta la mia vita! L'attesa era di una animazione per adulti, una storia noir che avrebbe potuto guadagnare dal disegno quel tono di poesia che solo il disegno sa aggiungere, e dalla Francia mi attendo ormai un cinema d'animazione di grandissima qualità.
Patrice Leconte ha abituato il pubblico alla stravaganza delle sue pellicole, sempre caratterizzate da un tocco estroso, certamente unico, d'altra parte è stato "l'uomo dietro la macchina da presa" di film come "Il marito della parrucchiera" e l'indimenticabile "La ragazza sul ponte", l'esordio nell'animazione non poteva dunque essere da meno. "La bottega dei suicidi" si presenta quindi con le carte [...] Vai alla recensione »
A volte sembra difficile poter giustificare le idee, le motivazioni e soprattutto i propositi che spingono a produrre un’opera artistica, di qualsiasi genere sia. Si può dire che la bottega dei suicidi avesse un soggetto interessantissimo con il quale si sarebbe potuto girare un buon film, ma in pratica l’idea è stata sviluppata in modo imbarazzante.
La storia è ambientata in una cittadina francese, ai giorni nostri, dove la vita di tutti è deprimente e senza speranza a causa della crisi. Non c'è più nulla da fare, nessuna possibilità di un futuro migliore, alla gente non rimane altro da fare che ricorrere al suicidio. Per questo motivo, solo una famiglia se la cava bene: i Tuvache, propietari della "Bottega [...] Vai alla recensione »
Nell'insieme mi è piaciuto. È un film che conta non tanto per quel che dice apertamente, ma per quello che lascia trapelare. Roboante e squinternato, non va analizzato secondo criteri di logica o profondità intellettuale, ma nell'ottica di un'allegoria provocatoria, contraddittoria (vedi il finale catartico) e quantomai attuale. Qui non si parla di giovani outsiders in conflitto con il mondo, ma [...] Vai alla recensione »
. Leconte ambienta la storia in una città sinistra e triste - una sorta di incrocio tra il 13° distretto di Parigi e una città qualsiasi della Corea del Nord - in cui l'unica oasi di colore è rappresentata dal negozio per aspiranti suicidi. Le facciate dei palazzi sono minacciose e alte e, di conseguenza, il sole non risplende mai nelle strade, rendendo inquietante [...] Vai alla recensione »
Ieri sera Leconte ed i suoi produttori hanno letteralmente "scippato" a me ed ai miei tre compagni di sventura - che mi pare concordano con la mia seguente stroncatura totale - la speranza di vedere un film d'animazione quantomeno decente. Purtroppo non è stato così: il film delude pesantemente su tutti i fronti. A partire dalla trattazione del soggetto che, in linea [...] Vai alla recensione »
Film d'animazione dove si narra dello stato di depressione e di crisi esistenziale in cui è caduta la maggior parte degli esseri umani che, per risollevarsi e liberarsi dalle loro quotidiane angosce e malesseri, decidono di terminare la propria vita, recandosi nel negozio della famiglia Touvache e cercare qui un modo a loro più confacente di togliersi la vita.
come da punteggio postato: film decisamente mediocre. per non dire noioso, banale, melenso come nemmeno mary poppins avrebbe potuto essere. nessuno si strappi i capelli se non si riesce a trovare questo cartoon nelle sale e nessuno perda mezza giornata come ho fatto io per vedere l'ultimo lavoro del, comunque, beneamato Leconte. adam, il bambino protagonista del film, controcorrente rispetto alla sua [...] Vai alla recensione »
Premetto che ho voluto vedere questo film fin dal primo trailer, e che adoro i film d'animazione. Il primo impatto con "la Bottega dei suicidi" è ottima, i disegni sono belli, l'atmosfera della metropoli in cui domina tristezza e grigio è azzeccata, e le automobili ipertrofiche conferiscono quel tocco futuristico/retrò che adoro. 5 minuti dopo, però, già partono con le canzoni, che accompagneranno [...] Vai alla recensione »
La cosa che più ricorderò di questo film sono gli 85 minuti di vita sprecati guardando un'opera che è stata una deluzione dall'inizio alla fine, sia dal punto di vista della trama, sia da quello tecnico. Partendo dal secondo punto, vanno evidenziate le traduzioni delle canzoni (bastava lasciarle in francese con sottotitoli, è facile, davvero!).
Film decisamente vuoto. Canzoni terribili, probabilmente nella traduzione in italiano diventate pessime. Film vuoto. MI aspettavo molto di piu dal titolo. Un cartone per adulti! il risultato finale un cartone ne' per adulti ne' per bambini.
Non prende mai vita. E ha pure momenti didascalici, terribilmente banali o peggio (addirittura con spottone antifumo senza un minimo di ironia).
Mi sono molto sorpreo che un cartone si incentri in parte alla morte (Figurarsi al suicidio), a me è piaciuto il film (nonostante la trama), non per il tema del suicidio, ma per i tentativi dell'ultimogenito ad migliorare la situazione in città ed convinviere la sua famiglia in cui la trama si capisce sono "pro" al suicidio a convincierli he la vita è bella [...] Vai alla recensione »
Senza aver visto nient'altro del suddetto regista,senza farmi influenzare da altri giudizi e basandomi solo sulle mie sensazioni devo dire che mi è piaciuto molto tutto. In primis dai disegni e dai colori scelti, attuali e pertinenti per la trama; successivamente ripeto ho continuato ad apprezzarlo anche per altre sfaccettature. L' ho trovato attuale nei contenuti ovviamente adattati [...] Vai alla recensione »
Io sono il vero animasapien, ed ho da poco scopetro questa recensione a mio nome; volevo solo sapere CHI HA FALSIFICATO IL MIO ACCOUNT SCRIVENDO RECENSIONI A MIO NOME. A me il film è piaciuto e non scriverei mai roba simile (la mia unica recensione è quella di monkeybone, più qualche commento quà e là). Quindi esorto il colpevole a farsi avanti dato che VOGLIO sapere [...] Vai alla recensione »
Assolutamente mediocre. Forse in mano a Burton sarebbe potuto diventare un quasi capolavoro, ma purtroppo di Tim Burton non c'è traccia. Insopportabili le canzoni che ti accompagnano lungo tutto il film. Una commedia nera che dura 10 minuti e si trasforma in lunga agonia a prescindere del messaggio che in qualche modo si voleva trasmettere e che si può anche condividere. Me [...] Vai alla recensione »
Decisamente brutto come film immagine tetre che potrebbereo sconvolgere un bambino non approvo assolutamente la scelta di volerlo fare come cartone animato. Per poi non parlare di come è stato fatto imaggine poco nitida(in un cartone animato come anno fatto bho) scritte non leggibili o immensamente grandi ecc...... in questo film perartro la depressione te manda già dai disegni ,frasi [...] Vai alla recensione »
Un bel cartone animato con giudizi troppo severi,vuoi dalla critica, vuoi dal pubblico. Quando si è in salute nessuno vuole morire, quando uno sta male altrettanto. Aimè nessuno è eterno e se morire ci rende tristi una nascita ci riaccende il piacere della vita. Si muore di vecchiai, si muore di malattia, si muore per un incidente o ci si ........ BUONA VISIONE credo che tra un po di tempo non mancherò [...] Vai alla recensione »
Macabro film d'animazione francese ambientato in un mondo molto triste dove tante persone decidono di farla finita; è qui che viene in soccorso la bottega dei suicidi, un negozietto di una famiglia Adams dei giorni nostri che dà gli "ultimi" consigli alla gente che vuol farla finita, soddisfatti o rimborsati, tutto procede bene per la famigliola, ma la nascita del terzo [...] Vai alla recensione »
Film carino, sicuramente di gusti difficili, la storia poteva essere sviluppata meglio. Un film che si incentra sul cupo di questa crisi che sta attraversando il mondo, una crisi economica ma sopratutto una crisi esistenziale. In questi casi come accade nella triste realtà che stiamo vivendo la gente più disperata che ha perso la propria voglia di vivere mette fine alla propria vita, si suicida. Vai alla recensione »
Molto bella la grafica: ho notato, e ciò mi ha colpita molto, alcuni rimandi (naturalmente resi con stile "fumettistico") a Picasso, De Chirico e Dalì.. Però ha solo questo!!! Pessima la storia: molto monotona e scontata e a tratti troppo ostentata. Orrende le parti musicali: sembrano tutte uguali.. e per la qualità dei testi e della musica sono nettamente troppo [...] Vai alla recensione »
Dal trailer mi era sembrata una buona idea, ma mi sono decisamente diovuto ricredere dopo aver visto l'intero film: innanzitutto ciò che non si poteva vedere dal trailer erano le tantissime canzoni che cantano più o meno tutti e che anche a chi piacciono (a me no, a meno che non valgano veramente la pena, vedi Aladdin per esempio!) non possono assolutamente non essere sembrate troppe; [...] Vai alla recensione »
Il macabro attira sempre e la sala era piena di gente in cerca di orrori e curiosità, ma qualcuno ha abbandonato prima della fine del film. E’ un cartone animato che racconta di un piccolo negozio che, in una società in crisi e depressa, dispensa metodi infallibili per aspiranti suicidi. I metodi sono illustrati con dovizia di particolari, ad esempio quello del sacchetto di plastica [...] Vai alla recensione »
Preceduto dal divieto ai minori di diciotto anni, poi revocato, l'esordio nell'animazione del regista di Il marito della parrucchiera è arrivato ieri in sala. Protagonista è una assai bizzarra famiglia, il signor Touvache e consorte, che con l'aiuto dei figli mandano avanti la loro bottega anch'essa piuttosto strana. Sugli scaffali ordinati, infatti, i Touvache sfoggiano tutto ciò che occorre per suicidarsi [...] Vai alla recensione »
Dopo tante inutili polemiche, tutti possono per fortuna recuperare il cartoon anti-natalizio «La bottega dei suicidi» firmato dal regista noto per ben altre performance «dal vivo» Patrice Leconte. Sormontato idealmente dall'epigrafe «Se la tua vita è un fallimento, fai della morte un successo», il film tratto da un romanzo di Jean Teulé è una deliziosa incursione europea nei territori paradossali che [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film in uscita quest'anno è un cartoon che par poco definire insolito. Tanto da sconcertare la Commissione per la revisione cinematografica che, nei giorni scorsi, aveva imposto al film il divieto ai minori di 18 anni (poi ritirato, su ricorso del distributore Videa). In una città lugubre e tinta di grigio, sotto la morsa della crisi economica, la frequenza dei tentativi di suicidio è di uno [...] Vai alla recensione »
Tristezza soffocata dal cemento, la gente non vuole più vivere, eppure in mezzo allo sconforto c'è chi fa cassa: "La Bottega dei Suicidi", che Mishima (omonimo del poeta giapponese che fece harakiri) e Lucréce Tuvache gestiscono con i figli. Il segreto del successo? Porte aperte a depressi cronici e disperati con tutto quel che serve per farla finita, e così l'attività del negozio va di lusso.
La bottega dei suicidi comincia con toni decisamente cupi, con l'andare avanti dei minuti si colora lentamente di rosa, il che non è necessariamente un segno di buona salute. L'emorragia d'inchiostro rosso finisce per rendere anemico un film che per la maggior parte del tempo è comunque interessante e (a momenti) perfino sorprendente. In una città grigia e verticale, che deve molto a Parigi e a New [...] Vai alla recensione »
Patrice Leconte ha commosso il mondo - quello più radical chic, almeno - con Confidenze troppo intime e aveva nel suo curriculum un paio di gioielli come L'uomo del treno e La ragazza sul ponte. È sempre stato un cineasta raffinato, a volte oltre il limite della leziosità, e bravo nel restituire al pubblico le emozioni che quest'ultimo desiderava sentire.
Un film francese di animazione. Che, contemporaneamente, è anche un musical. Con un'altra singolarità, che è scritto e diretto da un regista fra i più apprezzati del cinema francese, Patrice Leconte, come basterebbero a confermarlo "Il marito della parrucchiera" e "Ridicule", nei Novanta, e, in anni più recenti, "L'uomo del treno" e "Il mio migliore amico".
Il protagonista di questo inquietante e coraggioso film francese d'animazione, «La bottega dei suicidi», diretto da Patrice Leconte, si chiama, non a caso, Mishima Touvache ed è proprietario di un negozio in cui sono in vendita strumenti utili per un suicidio sicuro e sbrigativo. Il richiamo, tutt'altro che vago, al grande scrittore giapponese Yukio Mishima, morto suicida nel 1970 nella più teatrale [...] Vai alla recensione »
La proiezione al Festival di Cannes era blindata: niente giornalisti, solo scolaresche, spiegò l'inflessibile addetto. Il giorno dopo, le polemiche; non tutti i bambini avevano gradito, qualcuno era scoppiato a piangere. Lo scandaletto è tornato in mente quando abbiamo letto del divieto ai minori di diciotto anni, accompagnato dai commenti di chi perlopiù il film l'aveva sentito raccontare.