La bottega dei suicidi

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Un film di Patrice Leconte. Con Bernard Alane, Isabelle Spade, Kacey Mottet Klein, Isabelle Giami, Jean Paul Comart.
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Titolo originale Le magasin des suicides. Animazione, durata 85 min. - Francia, Canada, Belgio 2012. - Videa uscita venerdì 28 dicembre 2012. MYMONETRO La bottega dei suicidi * * - - - valutazione media: 2,32 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
linus2k venerdì 26 aprile 2013
una catastrofe di bottega Valutazione 1 stelle su cinque
67%
No
33%

Lo dico subito: "La bottega dei suicidi" è uno dei peggiori film d'animazione che abbia visto in tutta la mia vita! L'attesa era di una animazione per adulti, una storia noir che avrebbe potuto guadagnare dal disegno quel tono di poesia che solo il disegno sa aggiungere, e dalla Francia mi attendo ormai un cinema d'animazione di grandissima qualità. Gli ingredienti c'erano tutti: un storia che partiva da una situazione fortemente d'attualità, la depressione e la crisi, condita con humor nero di una bottega che vende metodi per suicidarsi dove lavora una famiglia scura e triste stravolta dall'arrivo di un bambino felice di vivere. Diciamo che Burton avrebbe fatto carte false per una trama così, ma Leconte non è Burton, e si vede in maniera eclatante! La trama è sconnessa, sconclusionata, manca di passaggi chiave e risolve tutto con una superficialità che ha dell'irritante, condita da musichette di musical di quint'ordine che avrebbero fatto chiudere a Broadway già alla seconda serata (brutte, cantate male, sciatte e praticamente prive di musica). [+]

[+] scusal... (di animasapien)
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bia27 mercoledì 2 gennaio 2013
il nerissimo rimedio anticrisi di patrice leconte Valutazione 3 stelle su cinque
71%
No
29%

Patrice Leconte ha abituato il pubblico alla stravaganza delle sue pellicole, sempre caratterizzate da un tocco estroso, certamente unico, d'altra parte è stato "l'uomo dietro la macchina da presa" di film come "Il marito della parrucchiera" e l'indimenticabile "La ragazza sul ponte", l'esordio nell'animazione non poteva dunque essere da meno. "La bottega dei suicidi" si presenta quindi con le carte giuste: una trama originale, una grafica accattivante, dei personaggi costruiti con stile e perfino degli inserti canterini. La storia è quella di una cittadina cupa e fumosa, dove dominano i toni del grigio e del nero, tanto fra le facciate dei palazzi, quanto fra i cuori abbattuti degli abitanti, per le cui anime afflitte il negozio più in voga è la bottega di Monsieur Touvache e consorte, un pittoresco e coloratissimo negozietto dove la stramba coppia vende assieme ai due pargoli "materiale per suicidi": cordame per cappi, veleni, pallottole, katane, gas, benzina e quanto la creatività umana in fatto di trapassi abbia potuto partorire. [+]

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sisma mercoledì 3 aprile 2013
soggetto interessante, ma realizzato male... Valutazione 1 stelle su cinque
71%
No
29%

A volte sembra difficile poter giustificare le idee, le motivazioni e soprattutto i propositi che spingono a produrre un’opera artistica, di qualsiasi genere sia. Si può dire che la bottega dei suicidi avesse un soggetto interessantissimo con il quale si sarebbe potuto girare un buon film, ma in pratica l’idea è stata sviluppata in modo imbarazzante. Personalmente, quando guardo un film ho sempre il desiderio di capire cosa mi voglia dire, che messaggio mi voglia inviare, di cercare elementi che nel caso esso sia poco interessante me lo possano salvare da una valutazione negativa. Purtroppo, pur cercando dei lati positivi che potessero riabilitarmelo, mi sono ritrovato di fronte ad un brutto film, termine che uso rarissimamente, che notavo come non sapesse dove andare a parare, realizzato in modo inconcludente senza giustificare i diversi passaggi, fracassone e spigoloso. [+]

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storyteller mercoledì 5 giugno 2013
vivere felici o andarsene con stile Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Nell'insieme mi è piaciuto. È un film che conta non tanto per quel che dice apertamente, ma per quello che lascia trapelare. Roboante e squinternato, non va analizzato secondo criteri di logica o profondità intellettuale, ma nell'ottica di un'allegoria provocatoria, contraddittoria (vedi il finale catartico) e quantomai attuale. Qui non si parla di giovani outsiders in conflitto con il mondo, ma di un gruppo di ragazzi "normali" che hanno il coraggio di guardare alla vita con un po' di positività; il buonumore può essere contagioso, proprio come la depressione, e non avrebbe senso spiegarne le "origini", non in una storia come questa dove lo svolgimento è lasciato in secondo piano e i personaggi prevaricano la (comunque buonissima) idea di partenza. [+]

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lynette giovedì 18 luglio 2013
guardabile grazie alle piccole cose... Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

La storia è ambientata in una cittadina francese, ai giorni nostri, dove la vita di tutti è deprimente e senza speranza a causa della crisi. Non c'è più nulla da fare, nessuna possibilità di un futuro migliore, alla gente non rimane altro da fare che ricorrere al suicidio. Per questo motivo, solo una famiglia se la cava bene: i Tuvache, propietari della "Bottega dei Suicidi", dove tutti possono trovare l'occorrente per trapassare comodamente in casa propria (uccidersi in ambiente pubblico è vietatissimo). Gli affari del negozio sono alti, ma tutto viene messo a rischio quando la signora Tuvache dà alla luce il suo terzogenito: Alen, un bambino che non condivide la visione triste e cupa della sua vita come la sua famiglia. [+]

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giorg99 martedì 23 luglio 2013
humor nero in un cartoon. Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%


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 Leconte ambienta la storia in una città sinistra e triste - una sorta di incrocio tra il 13° distretto di Parigi e una città qualsiasi della Corea del Nord -  in cui l'unica oasi di colore è rappresentata dal negozio per aspiranti suicidi. Le facciate dei palazzi sono minacciose e alte e, di conseguenza, il sole non risplende mai nelle strade, rendendo inquietante anche l'esterno del negozio. L'interno, invece, è un'attrazione multicolorata e piena di oggetti dal forte appeal. [+]

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flyanto sabato 29 dicembre 2012
quando finalmente ritorna la gioia di vivere Valutazione 3 stelle su cinque
46%
No
54%

 Film d'animazione dove si narra dello stato di depressione e di crisi esistenziale in cui è caduta la maggior parte degli esseri umani che, per risollevarsi e liberarsi dalle loro quotidiane angosce e malesseri, decidono di terminare la propria vita, recandosi nel negozio della famiglia Touvache e cercare qui un modo a loro più confacente di togliersi la vita. Ma nel clima così cupo e senza speranza generale, alla famiglia proprietaria del negozio nasce un bambino, Alan, che, al contrario di tutti gli altri componenti  è allegro e pieno di gioia di vivere. Sarà lui che alla fine, pian piano, riuscirà a fare apprezzare nuovamente la vita a tutta la popolazione, facendole riscoprire le gioie ed i begli aspetti che si possono trovare lungo un'intera esistenza. [+]

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luca salvetti sabato 5 gennaio 2013
una bottega da dimenticare in fretta Valutazione 1 stelle su cinque
48%
No
52%

Ieri sera Leconte ed i suoi produttori hanno letteralmente "scippato" a me ed ai miei tre compagni di sventura - che mi pare concordano con la mia seguente stroncatura totale - la speranza di vedere un film d'animazione quantomeno decente. Purtroppo non è stato così: il film delude pesantemente su tutti i fronti. A partire dalla trattazione del soggetto che, in linea teorica, potrebbe essere anche spunto di interessanti trovate narrative. Trovate che nell'ultima opera di Leconte mancano totalmente restituendoci una narrazione confusa, contraddittoria, senza capo ne coda. A gravare pesantemente sullo sfortunato spettatore arrivano anche i testi ed il doppiaggio in italiano. [+]

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