La bottega dei suicidi |
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Un film di Patrice Leconte.
Con Bernard Alane, Isabelle Spade, Kacey Mottet Klein, Isabelle Giami, Jean Paul Comart.
continua»
Titolo originale Le magasin des suicides.
Animazione,
durata 85 min.
- Francia, Canada, Belgio 2012.
- Videa
uscita venerdì 28 dicembre 2012.
MYMONETRO
La bottega dei suicidi
valutazione media:
2,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Guardabile grazie alle piccole cose...di LynetteFeedback: 800 | altri commenti e recensioni di Lynette |
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giovedì 18 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La storia è ambientata in una cittadina francese, ai giorni nostri, dove la vita di tutti è deprimente e senza speranza a causa della crisi. Non c'è più nulla da fare, nessuna possibilità di un futuro migliore, alla gente non rimane altro da fare che ricorrere al suicidio. Per questo motivo, solo una famiglia se la cava bene: i Tuvache, propietari della "Bottega dei Suicidi", dove tutti possono trovare l'occorrente per trapassare comodamente in casa propria (uccidersi in ambiente pubblico è vietatissimo). Gli affari del negozio sono alti, ma tutto viene messo a rischio quando la signora Tuvache dà alla luce il suo terzogenito: Alen, un bambino che non condivide la visione triste e cupa della sua vita come la sua famiglia.
Dopo aver finito di vedere questo film, sono rimasta decisamente perplessa. Ho avuto la sensazione che Leconte avesse in mente un progetto originale e geniale, ma non sapesse come svilupparlo. Di questo ne hanno risentito molto sia la sceneggiatura e che i personaggi: la prima è abbastanza banale, e riempita eccessivamente di canzoni lunghe e prive di ritmo. Spero solo sia colpa del doppiaggio italiano. Un vero peccato per i personaggi. Avevano davvero un grande potenziale (come l'idea iniziale del film) ma sono stati resi blandi e vuoti da un povero dialogo e una personalità appena accentuata. Non sono mostrati molto i rapporti tra i membri della famiglia, e non è stato neanche esplorato il motivo per cui Alen è felice mentre i suoi famigliari no. Si percepisce che tra il bambino e gli altri c'è una certa distanza, ma a questo i produttori non danno molta importanza, concentrandosi invece sulle canzoncine o sulla fila di gente che va a suicidarsi. Inoltre in alcuni punti, le azioni dei personaggi sono o inutili o prive di senso (perchè alla fine il padre vende la crêpe al cianuro, se per metà film mostrava rimorso per aver condotto degli innocenti al suicidio?).
Nonostante tutto questo, il messaggio finale ci insegna che i momenti più bui si possono affrontare grazie alle piccole gioie che la vita ci regala. Lo stesso, si possono apprezzare le piccole cose che rendono guardabile questo film, non solo l'idea di partenza; ma anche lo stile grafico, la critica alla società odierna e la morale 'la vita è preziosa, non bisogna buttarla'.
VOTO: 6,25
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