doni64
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martedì 23 ottobre 2012
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..come definirlo?..film decisamente discreto
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Film commedia con un cast d'eccezione..attori molto noti che recitano in modo appena sufficente la loro parte..un benigni alquanto mediocre con battute poco iriniche.Insomma un film nel complesso inutile,mal recitato e supratutto mediocre..
[+] allora mediocre, non discreto....
(di sergiolino63)
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the movies
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domenica 14 ottobre 2012
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il cinepanettone americano è peggio dell'originale
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Dopo aver visto questo film mi domando come bravi attori italiani (vedi Benigni,Albanese,Scamarcio,Tiberi,Mastronardi) ma anche stranieri (Cruz,Einberg,Baldwin) siano finiti in questo cinepnettone firmato Woody Allen. Le storie sono noiose, Woody Allen ritorna come attore nel ruolo che sa fare meglio e che sa di visto e rivisto. Il cinepanettone,anche se è uscito ad Aprile/Maggio sa comunque di tale e preferisco di certo quello di De Sica . La cosa comunque che mi fa più arrabbiare e che questo film di Allen viene dopo "Midnight in Paris" ,un film bello (che tra l'altro ha ricevuto l'Oscar alla migliore sceneggiatura) e l'incapacità di Allen di scrivere un bella storia per una così bella città, Roma.
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gabriella
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giovedì 20 settembre 2012
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una foto sfocata
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Da Roma con amore, è la frase banale con cui si scrivono i saluti agli amici in una banale cartolina dalle vacanze, così come banale sembrerebbe essere questo film, anche se porta l’autorevole firma di Woody Allen e sicuramente, dopo aver visto il suo delizioso “Midnight in Paris, che oltretutto inizia con un reportage sulla capitale francese ,si rimane davvero attoniti da quest’ultimo lavoro. Forse l’ormai ottantenne regista comincia a dare segni di stanchezza, forse nel suo girovagare per l’Europa è rimasto deluso dalla città eterna, o forse è semplicemente inciampato nei classici luoghi comuni cui vengono etichettati gli Italiani, Vorrei pensare che la cartolina con i saluti sia il regista stesso a inviarla a una città che ben poco conserva dei suo glorioso passato,o quando Cinecittà era una vera r propria industria di film , dove venivano girati Kolossal sia italiani che stranieri, fino alla “Dolce vita” di Fellini , regista che ha amato visceralmente Roma, non solo nella sua bellezza, ma anche nelle sue zone oscure, un luogo dove si muore e si nasce mille volte, una città che si rigenera continuamente, una Roma ruffiana, che non gliene frega niente, festosa e fracassona, ma generosa e con il cuore grande di una mamma.
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Da Roma con amore, è la frase banale con cui si scrivono i saluti agli amici in una banale cartolina dalle vacanze, così come banale sembrerebbe essere questo film, anche se porta l’autorevole firma di Woody Allen e sicuramente, dopo aver visto il suo delizioso “Midnight in Paris, che oltretutto inizia con un reportage sulla capitale francese ,si rimane davvero attoniti da quest’ultimo lavoro. Forse l’ormai ottantenne regista comincia a dare segni di stanchezza, forse nel suo girovagare per l’Europa è rimasto deluso dalla città eterna, o forse è semplicemente inciampato nei classici luoghi comuni cui vengono etichettati gli Italiani, Vorrei pensare che la cartolina con i saluti sia il regista stesso a inviarla a una città che ben poco conserva dei suo glorioso passato,o quando Cinecittà era una vera r propria industria di film , dove venivano girati Kolossal sia italiani che stranieri, fino alla “Dolce vita” di Fellini , regista che ha amato visceralmente Roma, non solo nella sua bellezza, ma anche nelle sue zone oscure, un luogo dove si muore e si nasce mille volte, una città che si rigenera continuamente, una Roma ruffiana, che non gliene frega niente, festosa e fracassona, ma generosa e con il cuore grande di una mamma..
Cosa è rimasto di lei, adesso? Una Roma con i suoi fantasmi, prigioniera di un presente che non contempla un futuro, non più palcoscenico del mondo, ma un teatrino ambulante di saltimbanchi, che fanno uscire il bel canto solo sotto la doccia. Se Allen guarda Roma da una prospettiva nostalgica, rimpiangendo e ricordando Fellini, in ogni caso il suo rimane un film malriuscito e se in Midnight in Paris è riuscito a rendere la ville lumiere ancora più bella sotto la pioggia, sicuramente è riuscito a rendere Roma ancora più tristemente caricatura di sé stessa.
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donsiegel33
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mercoledì 22 agosto 2012
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noioso
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peccato forse l'dea era carina....... ma il film noia mortale....battute scontate, inquadrature di Roma degne di una guida turistica di serie C, si salva solo benigni che sa fare il pupazzetto, e il maestro che nel suo episodio dimostra la sua genialità.
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kobalt
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domenica 29 luglio 2012
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film banale, superficiale e piuttosto svogliato.
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Woody Allen è un regista stanco, intrappolato nei cliché da lui stesso creati. To Rome with love è un film scontato, recitato perlopiù malamente (alessandro tiberi e alessandra mastronardi su tutti) che si gioca su degli episodi che sanno talvolta di surreale (demenziale) e talvolta scadono puramente nel banale. il soggetto è piuttosto superficiale e la sceneggiatura, affatto approfondita, rende lo scorrere del film pesante e permea ogni dialogo di una vacuità tanto noiosa quanto irritante. l'episodio di benigni, che mi è parso, inizialmente, quello potenzialmente più interessante, è mal giocato e perde ogni senso nel finale, quello di tiberi e mastronardi è puramente demenziale, superficiale nel ritrarre una coppia (che sembra direttamente uscita da un ambiente bigotto e "provincialista" oramai inesistente quanto "antiquato") i cui "problemi" (se così si possono definire) sembrano più atti a giustificare la visione alleniana del tradimento piuttosto che una vera e propria analisi dello stesso.
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Woody Allen è un regista stanco, intrappolato nei cliché da lui stesso creati. To Rome with love è un film scontato, recitato perlopiù malamente (alessandro tiberi e alessandra mastronardi su tutti) che si gioca su degli episodi che sanno talvolta di surreale (demenziale) e talvolta scadono puramente nel banale. il soggetto è piuttosto superficiale e la sceneggiatura, affatto approfondita, rende lo scorrere del film pesante e permea ogni dialogo di una vacuità tanto noiosa quanto irritante. l'episodio di benigni, che mi è parso, inizialmente, quello potenzialmente più interessante, è mal giocato e perde ogni senso nel finale, quello di tiberi e mastronardi è puramente demenziale, superficiale nel ritrarre una coppia (che sembra direttamente uscita da un ambiente bigotto e "provincialista" oramai inesistente quanto "antiquato") i cui "problemi" (se così si possono definire) sembrano più atti a giustificare la visione alleniana del tradimento piuttosto che una vera e propria analisi dello stesso. l'unico episodio vagamente piacevole ai miei occhi è quello con alec baldwin ed ellen page, tuttavia anche questo rimane nel più banale standard di woody allen. lascio fuori, per buon cuore, un giudizio dell'episodio in cui compare allen, che raggiunge picchi di banalità, demenzialità e irrealtà degni di un cinepanettone, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche che intercorrono tra i personaggi, totalmente e assolutamente improbabili. ovviamente un fim mal riuscito non decreta la caduta di un caposaldo del cinema come allen, semplicemente sembra che questo film sia stato fatto controvoglia, senza idee. aspettiamo la resurrezione.
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laurie074
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domenica 15 luglio 2012
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nessuna nota dolente....
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woody Allen geniale e paradossale come al solito stuzzica le debolezze tutte italiane che questo film mette in scena magistralmente come in una favola di esopo, e gli attori non potevano che essere bravi per la necessità di rendere gioie e miserie con ironica e intelligente efficacia. Mi è piaciuto moltissimo.
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chamber 237
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venerdì 22 giugno 2012
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minore, ma sempre un allen.
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Una vecchia gloria (Baldwin), il re del cinema italiano (Benigni), numerose comparse di casa nostra (Albanese), due "ospiti fissi" (Cruz, Davis), due giovani star (Eisenberg, Page) ed il ritorno davanti allo schermo di Allen. Questo è uno dei motivi per cui si può considerare riuscito il film di Woody. Purtroppo la storia con la Cruz e Albanese è mediocre, mentre le cose migliori sono la parte di Benigni e soprattutto la gag della doccia. Bravissimo Benigni e anche la Page, adattissima al cinema di Allen, perciò speriamo divenga la nuova Keaton-Farrow-Johansson.
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transatlanticism
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giovedì 14 giugno 2012
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to rome with disappointment
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Non so bene da dove cominciare per poter esprimere il mio parere su questo film...Sono andata a vederlo, cercando di non essere prevenuta( ben sapendo che la visione Americana del nostro paese è fin troppo distante dalla realtà..), ma con la consapevolezza che "Midnight in Paris" seppur non essendo una meraviglia, riesce a raccontare Parigi senza cadere nell'ovvia guida turistica.
Fin dalle prime inquadrature però, To Rome With Love, si dimostra tutt'altro film. Allen sembra essere convinto che Roma sia rimasta uguale a quella degli anni 50- 60, non solo nella tipica descrizione romantica della città ma anche nei suoi abitanti. Le ragazze e le donne italiane sembrano uscite da un film di Fellini! (Per favore!!!! ).
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Non so bene da dove cominciare per poter esprimere il mio parere su questo film...Sono andata a vederlo, cercando di non essere prevenuta( ben sapendo che la visione Americana del nostro paese è fin troppo distante dalla realtà..), ma con la consapevolezza che "Midnight in Paris" seppur non essendo una meraviglia, riesce a raccontare Parigi senza cadere nell'ovvia guida turistica.
Fin dalle prime inquadrature però, To Rome With Love, si dimostra tutt'altro film. Allen sembra essere convinto che Roma sia rimasta uguale a quella degli anni 50- 60, non solo nella tipica descrizione romantica della città ma anche nei suoi abitanti. Le ragazze e le donne italiane sembrano uscite da un film di Fellini! (Per favore!!!! ). A quanto pare secondo Woody, nessuna di noi è a conoscenza dell'esistenza di Jeans, t-shirt o scarpe da ginnastica di qualunque tipo, preferendo abiti larghi e fiorati e naturalmente fazzoletto in testa per le donne leggermente più adulte. Per non parlare del fatto che i romani sembrino tutti dei buzzurri in confronto a loro "SoCool" Americani, e mi viene davvero da chiedermi se Allen sappia che sta girando a Roma, città del 2012 con quasi 3 milioni di abitanti, e non nel 1953 in un borgo sperduto sulle colline di una qualche regione qualsiasi (e non credo che neanche all'epoca le persone fossero davvero cosi..).
A parte ciò, le varie storielle non reggono, sono noiose e con una morale che forse solo Woody può condividere. Peccato per gli attori, alcuni davvero bravi. Penelope Cruz e Benigni sono bravissimi ma neanche con la loro bravura riescono a risollevare in qualche modo due personaggi (con allegate linee narrative) che non hanno da comunicare niente al pubblico. Bravi anche Jesse Eisenberg e Ellen Page, relegati però in una trama davvero poco al di sopra del ridicolo. Non commento neanche l'epidodio con Allen come protagonista, perchè è semplicemente incommentabile (lirica sotto la doccia??????????? ma perchèèèèèèèèèèèèè?) .
Ero molto contenta che un regista come lui potesse ambientare un suo film a Roma, perchè è una città bellissima e che molto volte è fin troppo snobbata dal cinema straniero, ma ora spero che meno persone possibile vedano la sua "versione" della città.
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archipic
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mercoledì 6 giugno 2012
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i soliti... intrusi
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Evito di fare commenti su come Allen ha voluto raffigurare la città di Roma... lo lascio ai romani (io non lo sono). Mi limito a commentare questo insulso film che non si capisce cosa abbia voluto raccontare e/o rappresentare. Non si capisce se il taglio che ha voluto dare alla sceneggiatura sia di critica feroce verso l'Italia (in stile Sofia Coppola nel suo orribile Somewhere, tanto per intenderci) o sia semplicemente ironico: comunque il sapore risulta amaro. 4 insulsi episodi per raccontare che cosa? il nulla. Eppure a me Allen è sempre piaciuto molto, ma questa volta mi sa che l'ha fatta fuori dal vaso. Stereotipi a go go, ma di quelli anni '50. Ma ancora ci vedono così all'estero? O, forse, Allen ha iniziato la sua parabola discendente verso la demenza senile? L'episodio di Benigni è quello più inquietante; mass media beceri, processioni dietro l'angolo, la rincorsa alla nullità del giorno scaricata, poi, quello successivo.
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Evito di fare commenti su come Allen ha voluto raffigurare la città di Roma... lo lascio ai romani (io non lo sono). Mi limito a commentare questo insulso film che non si capisce cosa abbia voluto raccontare e/o rappresentare. Non si capisce se il taglio che ha voluto dare alla sceneggiatura sia di critica feroce verso l'Italia (in stile Sofia Coppola nel suo orribile Somewhere, tanto per intenderci) o sia semplicemente ironico: comunque il sapore risulta amaro. 4 insulsi episodi per raccontare che cosa? il nulla. Eppure a me Allen è sempre piaciuto molto, ma questa volta mi sa che l'ha fatta fuori dal vaso. Stereotipi a go go, ma di quelli anni '50. Ma ancora ci vedono così all'estero? O, forse, Allen ha iniziato la sua parabola discendente verso la demenza senile? L'episodio di Benigni è quello più inquietante; mass media beceri, processioni dietro l'angolo, la rincorsa alla nullità del giorno scaricata, poi, quello successivo. Insomma, è un film che non mi ha dato nulla. Credo non lascerà tracce dietro di sè.
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maverik82
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venerdì 1 giugno 2012
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leggere molti commenti...
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premetto volevo vederlo essendo rimasto stregato da midnight in paris, ma già il trailer mi fece storcere il naso.... i primi commenti qui letti subito dopo l'uscita confermarono la mia sensazione, ora a settimane di distanza torno a darvici una occhiata, e vedo ke i commenti negativi sono aumentati, ma in contrasto da altri che lo portano a considerarlo capolavoro... ecco come uno di voi commentatori ha abilmente descritto la categoria, lo riporto qui nel concetto di "così detti cineastri" ovvero quelle persone cui basta vedere la firma di un regista per definirlo capolavoro...io mi affido alla democrazia del voto popolare quindi lo vedrò in sfida con me stesso sapendo essere stato avvisato sulla sua qualità.
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premetto volevo vederlo essendo rimasto stregato da midnight in paris, ma già il trailer mi fece storcere il naso.... i primi commenti qui letti subito dopo l'uscita confermarono la mia sensazione, ora a settimane di distanza torno a darvici una occhiata, e vedo ke i commenti negativi sono aumentati, ma in contrasto da altri che lo portano a considerarlo capolavoro... ecco come uno di voi commentatori ha abilmente descritto la categoria, lo riporto qui nel concetto di "così detti cineastri" ovvero quelle persone cui basta vedere la firma di un regista per definirlo capolavoro...io mi affido alla democrazia del voto popolare quindi lo vedrò in sfida con me stesso sapendo essere stato avvisato sulla sua qualità... molti commenti spudoratamente di parte solo perche il film è di allen rispondo con una citazione del grande maestro Salvador Dalì: l'artista mise in paratica una strana collezione: collezionava "merde" in barattolo di artisti, agli artisti ke lo conoscevano o lo andavano a trovare chiedeva di regalargli una bella merda da conservare, questo perche'? secondo una sua teoria tutto quello che è produzione di un artista è di per se un opera d'arte, quindi anche la "merda" di artista è arte e merita di essere collezionata come un quadro ouna scultura.
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