piperindia
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sabato 15 ottobre 2011
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critico, beffardo, sarcastico e profondo
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Penn non è 1 attore ma 10 messi insieme. grande personaggio sembra uscito da south park,toccante, sarcastico ad ogni battuta. fresca e geniale la regia di sorrentino con grandi primi piami. pienone in sala
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giocrim
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sabato 15 ottobre 2011
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sorrentino, che delusione...
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"This must be the place". Per quanto mi riguarda è uno dei più brutti film degli ultimi 15 anni. Pretenzioso fino all'inverosimile, inquadrature e frasi ad effetto gettate qua e là a casaccio degne del peggiore degli episodi di Ken il Guerriero. Sceneggiatura ridicola e piena di incongruenze. Attori che recitano personaggi dallo spessore della carta velina, incoerenti e mal diretti, da un regista che, probabilmente inebriato dall'odore dei dollaroni sperperati dalla produzione, ha dimenticato cosa vuol dire dirigere un film. Per finire, il tema più serio del mondo, l'olocausto, trattato con una tale superficialità ed ignoranza da fare impallidire. Pessimo.
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brian77
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sabato 15 ottobre 2011
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this must be the turkey
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Non scherziamo, a Cannes è stato un evento solo per i quotidiani italiani...
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(di claudia_dam)
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(di lorry)
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francesca50
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sabato 15 ottobre 2011
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film che lascia il segno!
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UN FILM DA VEDERE E DA RIVEDERE! L'interpretazione di Sean Penn è una delle migliori. Il suo è "un personaggio", intenso e profondo e nello stesso tempo originale di quelli che ti fanno riflettere sull'importanza dell'amore.
Non dico altro perché ogni parola di troppo potrebbe sciupare una visione che va gustata in maniera intima e personale...
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pietro germi
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venerdì 14 ottobre 2011
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superficiale, volgare, scolastico, ideologicamente
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SUPERFICIALE, VOLGARE, SCOLASTICO, IDEOLOGICAMENTE BRUTTO.
Torno a casa orripilato. Lessi una biografia di Galeazzo Ciano ove lo storico così lo descriveva: vestiva e si atteggiava come i benestanti borghesi della provincia italiana pensavano vestissero e si muovessero i Lords a Londra… senza mai essere stati a Londra e senza mai avere conosciuto o visto un Lord. Paolo Sorrentino è un provinciale piccolo piccolo, come Galeazzo Ciano.
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SUPERFICIALE, SOLO SCOLASTICAMENTE BEN FOTOGRAFATO.
Avete presente il sogno di tutti i fighetti, di sinistra sì, ma con molto denaro pariolino in tasca, di vivere l’America di cartolina, la sequenza pur suggestiva di immagini tipiche dell’America di cui l’italiano provinciale non può comprendere la testimonianza semiologica del vivere selvaggio e terribilmente e spietatamente competitivo della società americana, tanto, ma tanto diversa dall’Europa? Ovviamente… “on the road” (oddioooo, già mi squaglio dall’emozione!) con splendide fotografie di bionde camioniste tatuate, in California con lo sfondo delle pianure infinite, dei deserti, dei bar popolati da sguardi duri, di visi anglosassoni rugosi e tagliati “dal godimento di chissà quante mille esperienze estreme”? Insomma, occorre tener presente i tipici film degli anni ’80 con Christian De Sica e Jerry Calà, tipo: “Vacanze in America”, con l’immancabile whisky, la slot machine, etc.
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SUPERFICIALE, VOLGARE, SCOLASTICO, IDEOLOGICAMENTE BRUTTO.
Torno a casa orripilato. Lessi una biografia di Galeazzo Ciano ove lo storico così lo descriveva: vestiva e si atteggiava come i benestanti borghesi della provincia italiana pensavano vestissero e si muovessero i Lords a Londra… senza mai essere stati a Londra e senza mai avere conosciuto o visto un Lord. Paolo Sorrentino è un provinciale piccolo piccolo, come Galeazzo Ciano.
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SUPERFICIALE, SOLO SCOLASTICAMENTE BEN FOTOGRAFATO.
Avete presente il sogno di tutti i fighetti, di sinistra sì, ma con molto denaro pariolino in tasca, di vivere l’America di cartolina, la sequenza pur suggestiva di immagini tipiche dell’America di cui l’italiano provinciale non può comprendere la testimonianza semiologica del vivere selvaggio e terribilmente e spietatamente competitivo della società americana, tanto, ma tanto diversa dall’Europa? Ovviamente… “on the road” (oddioooo, già mi squaglio dall’emozione!) con splendide fotografie di bionde camioniste tatuate, in California con lo sfondo delle pianure infinite, dei deserti, dei bar popolati da sguardi duri, di visi anglosassoni rugosi e tagliati “dal godimento di chissà quante mille esperienze estreme”? Insomma, occorre tener presente i tipici film degli anni ’80 con Christian De Sica e Jerry Calà, tipo: “Vacanze in America”, con l’immancabile whisky, la slot machine, etc. O forse sarebbe meglio dire: sotto il vestito, niente! Perfette le inquadrature suggestive, da tramonto nelle cartoline, scolastiche e… da saggio semestrale al Centro Sperimentale di Cinematografia… ma il contenuto?
2.VOLGARE E IDEOLOGICAMENTE BRUTTO. E’ volgare l’assenza di un messaggio nobile; quello che c’è, non lo è. Sorrentino miscela un facile cocktail con elementi convenzionali e abusati: l’artista mentalmente sbrindellato dal troppo sballo trentennale ma presentato come avanguardista del progressismo morale e civile e vestito come Lady Gaga o una drag queen, ovviamente… “eroica” pecora nera di una famiglia serissima, ovviamente “ebraica” (elemento suggestivo: chissà perché “l’ebreo” nei films è sempre un santo laico dell’Occidente, come ora lo è diventato da morto Steve Jobs,) e che nobilita e giustifica, santificandolo, il proprio trentennale sprezzante rifiuto della convenzionalità borghese della famiglia, con un atto di presunta difesa della dignità familiare su cui per 30 anni ha voluto sputare sentendosi immensamente superiore in virtù della esaltante iattanza della propria gioventù, strumento della iconoclastica ideologia di ribellione esclusivamente materialistica del godimento costante e totale della sensualità corporea. Da un artista così progressista (e che rappresenta l’Autore Paolo Sorrentino!) giunto alle vette somme della civiltà del pensiero e del vivere civile e liberale ci si aspetterebbe che superi gli anni di piombo dell’odio acritico che di per sé santifica chi lo eserciterebbe contro ultra 90enni, ex nazisti quando avevano 20 anni… ma viene da domandarsi: quando sti’ 90enni fra qualche anno non ci saranno più, come si farà a rilegittimare costantemente la propria giustificazione al comando del mondo monoculturale? Non con l’odio si può ritrovare se stessi e ci si libera di incubi trentennali… ma il protagonista sì. E’ un messaggio brutto, violento, da eterno sessantottino con la pancetta della mezza età; quale differenza ci potrebbe essere fra il protagonista e un Cesare Battisti, io non lo so. Se l’America è davvero come è rappresentata, landa popolata da personaggi tutti strani e immersi completamente nel materialismo più spensierato… ma spero che non sia così.
3.IL PROTAGONISTA. In tutto il film ha 2 espressioni: uno stralunato nevrotico, e uno stralunato nevrotico; lavoro più da bravo caratterista che da grande attore, ma certo, coi soldi e la sponsorizzazione del grande motore di ricerca planetario perchè accontentarsi di un caratterista?
SI CONFERMA L’INCAPACITà DEGLI AUTORI ITALIANI DI SINISTRA ALLA DRAMMATURGIA; tutto scade sempre nella commedia o nel grottesco o nel realismo sentimentale; inoltre, è più facile raccontare Hotel California che il disastro della vita degli Italiani in Italia.
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[+] film che lascia il segno!
(di francesca50)
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(di antoniovoto)
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spike
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venerdì 14 ottobre 2011
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ottimo
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Film di scrittura: ottima la sceneggiatura, mai scontata, più che dire verità lascia spazi aperti di riflessione... Film di regia: la macchina da presa non è dove sarebbe stato più facile metterla... Film di interpretazione: Sean Penn ci offre un personaggio straordinario, ottimo anche anche il resto del cast. Colonna sonora grandiosa: Sorrentino non delude nell'abbinamento di immagini e musica. Non è un capolavoro perchè la trama non è il pezzo forte, sconta qualche inverosimiglianza... (non faccio spoiler). Un film da vedere, Sorrentino si conferma il regista italiano più interessante.
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marezia
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giovedì 13 ottobre 2011
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attesa spasmodica? bah...
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A me PERSONALMENTE (a differenza di come la pensa il mio amico Zappoli) non è che abbia entusiasmato. Vedendo l'ottimo Sean Penn con trucco e parrucco non ho potuto non ricordare IL SUBLIME Cillian Murphy nel MAGNIFICO "Breakfast on Pluto" e la preferenza è andata indubiamente a quest'ultimo. Forse andrebbe lasciato in lingua originale ma, si sa, in italia si doppia tutto...
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spike
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sabato 8 ottobre 2011
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atteso
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Il film più atteso di questo mese (se non dell'intera stagione). Il trailer promette bene... Ho letto che il film esce negli USA in dicembre ( uscita tecnica ) per poter partecipare agli oscar, ora mi chiedo: la candidatura può essere per il miglior film (è stato girato in inglese quindi potrebbe partecipare come miglior film) o per il miglior attore...?
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martalari
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mercoledì 5 ottobre 2011
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ottimi dialoghi, strepitosa fotografia
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CERTO IL MANIFESTO...
Un film antimarketing, per la scelta della foto e per il titolo, due elementi che confondono, c'e' un manifesto posizionato su una strada dove passiamo ogni giorno e tutti si chiedono "che film sara?"
GRANDI DIALOGHI....
Dietro quel manifesto c'e' tanto.
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CERTO IL MANIFESTO...
Un film antimarketing, per la scelta della foto e per il titolo, due elementi che confondono, c'e' un manifesto posizionato su una strada dove passiamo ogni giorno e tutti si chiedono "che film sara?"
GRANDI DIALOGHI....
Dietro quel manifesto c'e' tanto...tanti spunti che emergono dai dialoghi del protagonista Sean Penn che nella sua carriera ha fatto di tutto, stavolta e' un ex pop star, ormai cinquantenne ricco e annoiato...
"Lei confonde la depressione con la noia" una delle prime frasi che fanno capire tante cose.
LA VERA FORZA DEL FILM SONO I DIALOGHI,IN OGNI INCONTRO DELL'EX POPSTAR CON LE PERSONE CHE INCONTRA (TUTTI SCELTI PERFETTAMENTE, GRANDI ATTORI ANCHE SE NON FAMOSI) C'E' TUTTA LA SOCIETÀ' DI OGGI
SHOW MUST....
Nel film di Sofia Coppola. "Somewhere" il divo annoiato e solo, era stato chiamato per partecipare ai telegatti..qui alla popstar viene offerta la partecipazione agli Mtv music awards dopo 20 anni di addio alle scene...ma lui ha chiuso definitivamente con la musica. Nel film della Coppola c'e' il legame padre/figlia da recuperare, nel film di Sorrentino c'e' un viaggio alla scoperta di quello che non ha mai visto e di quello che non ha mai provato e vissuto veramente perche' distratti da Sex,Drug and Rock N' Roll e dallo show che deve sempre continuare "(this) ..show must go on" diventa qui "this must be the place"..
LA STORIA
Il film racconta di un uomo ex popstar che vive in una casa grande quanto una reggia dove vaga senza stimoli e dove vive con la moglie, con una cucina con sopra scritto "cuisine" con lunghe stanze bianche... UN'EX DIVO che va in giro truccato come uno dei Cure vivendo nella completa noia a volte riconosciuto dalla gente a volte ridicolizzato, non parla con il padre da 30 anni che non ha mai accettato le sue scelte artistiche,ma un evento lo portera' a fare un viaggio alla ricerca di un criminale nazista rifugiatosi molto lontano....
E in questo viaggio succedera' di tutto ma soprattutto incontrera' tante persone (tutti straordinari attori scelti benissimo), ognuno di loro interagendo con Sean Penn apparentemente debole scatenera' continua emozione, ogni dialogo fotografera' la societa' di oggi.
UNA DELLE FRASI "MITICHE"
"Qui nessuno lavora piu' tutti fanno qualcosa di artistico" una delle grandi frasi del film, una pellicola che vive molto di questi dialoghi scritti da Sorrentino e Contarello sempre efficaci e mai scontati.
OTTIMA FOTOGRAFIA
Un film d'autore confezionato come un film hollywoddiano con una fotografia pazzesca, poi Sorrentino non si risparmia mai di muovere la macchina da presa con panoramiche e carrelli continui che si tratti di riprendere una finestra o un uomo in macchina.
DUE FILM IN UNO...
Nella prima parte conosceremo il mondo (vuoto) di una popstar ormai (quasi) dimenticata nella seconda parte dopo la partenza da Dublino (dove vive) a New York (dove vive il padre) il film cambia velocità' grazie alla "missione" del protagonista, quella di trovare il criminale nazista e la curiosità' dello spettatore sarà sempre più forte : "e' questo quello che vuole? Ci riuscirà? Chi sono le persone che incontra? Andrà' avanti nel viaggio o si fermerà? Cosa succederà'?"
Tra le scene più emozionanti quelle del bambino,anche lui scelto benissimo come la madre, ogni attore anche se non famoso (oltre a Sean Penn e Frances McDormand) e' perfetto, Sorrentino riesce a rendere un credibile interprete anche David Byrne nel ruolo di se stesso (grandissima colonna sonora). Bellissimo il dialogo tra i due (Penn/Byrne) quando Penn evidenzia la differenza tra "artista" e "popstar" o la battuta sul duetto con Mick Jagger al bambino.
Un film totalmente diverso da quello che immaginate, di base c'e' il viaggio di un uomo non comune e solo all'apparenza debole alla ricerca di un criminale, ma il grande pregio del film sono i dialoghi mai improvvisati o scontati ma sempre azzeccati.
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martalari
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mercoledì 5 ottobre 2011
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ottimi dialoghi e una grande fotografia
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ottimi dialoghi, strepitosa fotografia e l'orgoglio di poter finalmente dire che anche gli Italiani possono fare film per Hollywood
CERTO IL MANIFESTO...
Un film antimarketing, per la scelta della foto e per il titolo, due elementi che confondono, c'e' un manifesto posizionato su una strada dove passiamo ogni giorno e tutti si chiedono "che film sara?"
GRANDI DIALOGHI.
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ottimi dialoghi, strepitosa fotografia e l'orgoglio di poter finalmente dire che anche gli Italiani possono fare film per Hollywood
CERTO IL MANIFESTO...
Un film antimarketing, per la scelta della foto e per il titolo, due elementi che confondono, c'e' un manifesto posizionato su una strada dove passiamo ogni giorno e tutti si chiedono "che film sara?"
GRANDI DIALOGHI....
Dietro quel manifesto c'e' tanto...tanti spunti che emergono dai dialoghi del protagonista Sean Penn che nella sua carriera ha fatto di tutto, stavolta e' un ex pop star, ormai cinquantenne ricco e annoiato...
"Lei confonde la depressione con la noia" una delle prime frasi che fanno capire tante cose.
LA VERA FORZA DEL FILM SONO I DIALOGHI,IN OGNI INCONTRO DELL'EX POPSTAR CON LE PERSONE CHE INCONTRA (TUTTI SCELTI PERFETTAMENTE, GRANDI ATTORI ANCHE SE NON FAMOSI) C'E' TUTTA LA SOCIETÀ' DI OGGI
SHOW MUST....
Nel film di Sofia Coppola. "Somewhere" il divo annoiato e solo, era stato chiamato per partecipare ai telegatti..qui alla popstar viene offerta la partecipazione agli Mtv music awards dopo 20 anni di addio alle scene...ma lui ha chiuso definitivamente con la musica. Nel film della Coppola c'e' il legame padre/figlia da recuperare, nel film di Sorrentino c'e' un viaggio alla scoperta di quello che non ha mai visto e di quello che non ha mai provato e vissuto veramente perche' distratti da Sex,Drug and Rock N' Roll e dallo show che deve sempre continuare "(this) ..show must go on" diventa qui "this must be the place"..
LA STORIA
Il film racconta di un uomo ex popstar che vive in una casa grande quanto una reggia dove vaga senza stimoli e dove vive con la moglie, con una cucina con sopra scritto "cuisine" con lunghe stanze bianche... UN'EX DIVO che va in giro truccato come uno dei Cure vivendo nella completa noia a volte riconosciuto dalla gente a volte ridicolizzato, non parla con il padre da 30 anni che non ha mai accettato le sue scelte artistiche,ma un evento lo portera' a fare un viaggio alla ricerca di un criminale nazista rifugiatosi molto lontano....
E in questo viaggio succedera' di tutto ma soprattutto incontrera' tante persone (tutti straordinari attori scelti benissimo), ognuno di loro interagendo con Sean Penn apparentemente debole scatenera' continua emozione, ogni dialogo fotografera' la societa' di oggi.
UNA DELLE FRASI "MITICHE"
"Qui nessuno lavora piu' tutti fanno qualcosa di artistico" una delle grandi frasi del film, una pellicola che vive molto di questi dialoghi scritti da Sorrentino e Contarello sempre efficaci e mai scontati.
OTTIMA FOTOGRAFIA
Un film d'autore confezionato come un film hollywoddiano con una fotografia pazzesca, poi Sorrentino non si risparmia mai di muovere la macchina da presa con panoramiche e carrelli continui che si tratti di riprendere una finestra o un uomo in macchina.
DUE FILM IN UNO...
Nella prima parte conosceremo il mondo (vuoto) di una popstar ormai (quasi) dimenticata nella seconda parte dopo la partenza da Dublino (dove vive) a New York (dove vive il padre) il film cambia velocità' grazie alla "missione" del protagonista, quella di trovare il criminale nazista e la curiosità' dello spettatore sarà sempre più forte : "e' questo quello che vuole? Ci riuscirà? Chi sono le persone che incontra? Andrà' avanti nel viaggio o si fermerà? Cosa succederà'?"
Tra le scene più emozionanti quelle del bambino,anche lui scelto benissimo come la madre, ogni attore anche se non famoso (oltre a Sean Penn e Frances McDormand) e' perfetto, Sorrentino riesce a rendere un credibile interprete anche David Byrne nel ruolo di se stesso (grandissima colonna sonora). Bellissimo il dialogo tra i due (Penn/Byrne) quando Penn evidenzia la differenza tra "artista" e "popstar" o la battuta sul duetto con Mick Jagger al bambino.
Un film totalmente diverso da quello che immaginate, di base c'e' il viaggio di un uomo non comune e solo all'apparenza debole alla ricerca di un criminale, ma il grande pregio del film sono i dialoghi mai improvvisati o scontati ma sempre azzeccati.
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