Ispirato al racconto di Stephen King, "Colorado Kid", Haven (ogni lunedì su Steel alle 21 è un mistery drama ambientato in una cittadina dove accadono eventi soprannaturali. Protagonista è Audrey Parker, un'agente dell' FBI arrivata a Haven per risolvere un caso. La serie è stata prodotta tra gli altri da Shawn Piller e Lloyd Segan, già produttori del tv show La zona morta tratto da un romanzo di King. Piller e Segan, che abbiamo incontrato al MIPCOM, hanno spiegato come hanno interpretato le parole di King e come hanno lavorato con il grande autore.
Avete avuto un approccio differente nello sviluppo de "La zona morta" e di "Haven"?
Ne La zona morta ci siamo trovati di fronte a un libro completo, che consideravamo una bibbia. Era una sorta di mondo di Stephen King ricreato. In ogni episodio potevamo inserire dei personaggi che potevano convivere in quell'universo. Da Carrie a Christine a Cujo. Haven è solo ispirato a "Colorado Kid", poiché è un racconto breve.
Che elementi avete mantenuto?
I misteri. Il fatto che in questa cittadina avvenissero fatti inspiegabili. Infatti l'agente dell'FBI l'abbiamo introdotta per risolvere o cercare di risolvere questi misteri.
E qual è stata la reazione di Stephen King alle modifiche rispetto all'originale?
King è stato coinvolto nel progetto e ha dato l'ok sugli sceneggiatori, sul regista dell'episodio pilota, e sul cast. Alla fine era molto soddisfatto del risultato. E anche noi abbiamo tirato un sospiro di sollievo.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare su un'idea nata dalla penna di una delle icone dell'horror e del mistery?
Il vantaggio principale è che esiste una massa critica di fan molto numerosa. Lo svantaggio è che i suoi appassionati sono molto esigenti e quindi non puoi deluderli. Se poi deludi anche King, allora finisci morto in qualche suo libro (ride).