Harragas

Un gruppo di giovani algerini si prepara al viaggio clandestino verso la costa spagnola. Prima della travagliata partenza, uno di loro 'brucia' i documenti e si suicida, scatenando il caos tra gli amici pronti a salpare. Al posto suo si imbarcherà la coraggiosa sorella, e un losco criminale senza scrupoli che vede, nella traversata del Mediterraneo, l'unica fuga possibile per evitare il carcere.
'Harragas' è un termine spagnolo di origine araba che denuncia la condizione degli immigrati clandestini provenienti dai paesi arabofoni. La pratica di bruciare i propri documenti è pragmatica e simbolica: è l'unico modo per evitare il rimpatrio e, allo stesso tempo, rappresenta lo stacco netto dal passato, l'abbandono della propria identità. La voglia di dimenticare l'Algeria, la povertà e la sofferenza che ha procurato ai ragazzi in procinto di andarsene, è la conseguenza di un dolore soffocante che non permette alle generazioni più giovani di costruire e pensare a un futuro. Il film di Allouache, che si è occupato di immigrazione già nei lavori precedenti, rappresenta l'occasione rara di scoprire l'odissea dei clandestini, raccontata e sviscerata nei minimi dettagli. La voce narrante del giovane Rachid ci svela i pensieri più profondi, attorcigliati e confusi, aggrappati al sogno di una luce lontana che brilla al di là del mare, al di là delle onde. C'era il rischio di diventare retorici, di cadere in false accuse o facilonerie patetiche ma, grazie a una solida struttura narrativa, lineare e asciutta, l'enfasi non trova spazio per esprimersi. Bastano poche immagini per rappresentare il dramma: c'è un momento nel film in cui tutti si siedono a terra, tra le dune e gli scogli della costa algerina, a guardare l'orizzonte, una linea dritta in fondo che separa povertà e ricchezza, morte e vita. Ma che nasconde anche l'incertezza dell'arrivo a destinazione.
Dopo aver ascoltato le parole sconsiderate dei politici o la cronaca drammatica degli ultimi sbarchi in Italia, Harragas offre l'opportunità di accogliere l'opinione dei veri protagonisti di questi assurdi viaggi verso la speranza, spesso finiti in tragedia (la conta dei morti dei titoli di coda parla chiaro). La preparazione del viaggio poggia su parole sussurrate, appuntamenti segreti all'oscurità complice della notte, su valigie improvvisate e grossi giacconi per resistere al freddo in mare aperto. Se la meccanica - e disumana - organizzazione criminale arraffa soldi non rischia la vita (ma vedremo come il destino sia imprevedibile in questo caso), dall'altra parte c'è l'equipaggio, variamente distinto in studenti benestanti, poveri e analfabeti, insoddisfatti tutti della vita in Algeria, uniti dallo stesso magro destino. Un ritratto della società algerina, fatta anche di persone che mettono in gioco tutto pur di tentare di migliorare la propria vita. 