nudles
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martedì 20 gennaio 2009
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baz appena sulla linea di galleggiamento
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Sono passati più di 8 anni da Moulin Rouge, l'attesa era tanta. Ancora una volta, quando ci si aspetta molto, quando si è in trepida attesa per un evento così enfatizzato dai media, si hanno delle delusioni. E una mezza delusione è stata. Il film è tutto sommato godibile, ma scontato, incapace di colpire la ns. sfera emotiva, cose già viste, da Luhrmann ci aspettavamo qualcosa che ci facesse saltare dalle poltroncine, che ci emozionasse e fatto parlare per settimane; ma non è stato così.
Prima di tutto la seconda parte dell'opera è a mio avviso inutile, tutto il periodo bellico della storia è avulsa e disarticolata rispetto al nucleo centrale della vicenda. La sceneggiatura non caratterizza opportunamente i personaggi, qualche attore è fuori posto o la sceneggiatura non gli ha permesso di incidere nella trama.
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Sono passati più di 8 anni da Moulin Rouge, l'attesa era tanta. Ancora una volta, quando ci si aspetta molto, quando si è in trepida attesa per un evento così enfatizzato dai media, si hanno delle delusioni. E una mezza delusione è stata. Il film è tutto sommato godibile, ma scontato, incapace di colpire la ns. sfera emotiva, cose già viste, da Luhrmann ci aspettavamo qualcosa che ci facesse saltare dalle poltroncine, che ci emozionasse e fatto parlare per settimane; ma non è stato così.
Prima di tutto la seconda parte dell'opera è a mio avviso inutile, tutto il periodo bellico della storia è avulsa e disarticolata rispetto al nucleo centrale della vicenda. La sceneggiatura non caratterizza opportunamente i personaggi, qualche attore è fuori posto o la sceneggiatura non gli ha permesso di incidere nella trama. Peccato perchè la storia è buona, la Kidman è sempre splendida forse un pò troppo gigioneggiante nella prima parte, inadeguato è Jackman attore dal fisico scolpito, ma inespressivo, il personaggio di Carney richiedeva ben altra interpretazione. Eppure i presupposti c'erano tutti per fare un ottimo film, il paesaggio australiano, la transumanza dei 1.500 capi di bestiame attraverso il deserto, la tracotanza di Carney con i suoi vili attentati, il perfido Fletcher, la simpatia dell'ubriacone Kipling, la catarsi di lady Sarah, la tenerezza pe il piccolo Nullah, l'esoterismo scatenato da King George, possibile che con tutti questi ingredienti poco o nulla abbia sollecitato le nostre corde emotive? Che non sia rimasto nulla da ricordare con piacere di questo film? Magnifica è la scena della mandria fermata sul ciglio del precipizio dai poteri del piccolo Nullah, ottima l'interpretazione dell'aborigeno David Gulpilil nel ruolo di King George, gustosa la caratterizzazione di Jack Thompson nel ruolo di Kipling Flynn, ma è troppo poco. La verità è che questo film è stato rovinato da una sceneggiatura superficiale, Lhurmann ha poche colpe è e rimane un grande regista, dotato di grande gusto cinematografico ma non è stato asservito adeguatamente dagli elaboratori dello script che non hanno sfruttato a dovere le sue idee. Era difficile ripetere i fasti di Moulin Rouge, ma tutti sono rimasti in parte delusi non tanto dal film in se stesso, ma quanto dall'occasione mancata in quanto le premesse c'erano tutte e la storia potenzialmente poteva generare un film bellissimo.
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ciccio capozzi
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martedì 20 gennaio 2009
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un monumento alla nazione-continente australia
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“AUSTRALIA” di BAZ LUHRMAN; USA-AUSTRAL., 08. 1939: Lady Ashley prende possesso della tenuta del marito alle soglie dell’Outback australiano. Conduce una mandria al porto, scontrandosi con un altro grande allevatore e affronta l’invasione giapponese. Il regista, anche produttore del film, ha inteso erigere, in forma di film, un monumento alla nazione-continente che gli ha dato i natali. Come ad altri famosi attori aussies sparsi nel mondo e presenti a Hollywood. Tra cui i due protagonisti, N.Kidman e H.Jackman, che non deludono, quanto alla presenza scenica e al glamour che ci si aspetta da loro. Anche se fin troppo stereotipati: abbastanza ridicola è stata la scena della doccia in pretto stile macho-pubblicitario di Jackman.
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“AUSTRALIA” di BAZ LUHRMAN; USA-AUSTRAL., 08. 1939: Lady Ashley prende possesso della tenuta del marito alle soglie dell’Outback australiano. Conduce una mandria al porto, scontrandosi con un altro grande allevatore e affronta l’invasione giapponese. Il regista, anche produttore del film, ha inteso erigere, in forma di film, un monumento alla nazione-continente che gli ha dato i natali. Come ad altri famosi attori aussies sparsi nel mondo e presenti a Hollywood. Tra cui i due protagonisti, N.Kidman e H.Jackman, che non deludono, quanto alla presenza scenica e al glamour che ci si aspetta da loro. Anche se fin troppo stereotipati: abbastanza ridicola è stata la scena della doccia in pretto stile macho-pubblicitario di Jackman. Ma è nel complesso che il film non funziona. Di fatto è come se fossero tre i film in uno, ognuno non comunicante con l’altro. Il primo è il western dei grandi spazi, incentrato sulla vicenda del trasferimento del bestiame, ostacolato dal cattivo di turno, il bravo e carismatico B.Brown e dai suoi sgherri, tra i quali è da segnalare il più fetente, D.Wenham, e dell’incontro col protagonista. Sono decine i western classici, a partire dal capolavoro “Il fiume rosso” di Howard Hawks (48), direttamente citato, come anche lo è Sergio Leone, che parlano di questo tipo di epopea. E qui è la parte più convincente, paradossalmente più originale del film. Il senso del viaggio, come processo trasformativo è reso in modi cinematograficamente impressionanti, con la lettura degli spazi primigeni, incontaminati e sterminati di quel continente; esso è un andare accompagnato dalla presenza dei nativi, impersonati dalla misteriosa e ben caratterizzata figura di King George, il conosciuto attore aborigeno David Gulpilil. Poi c’è il film del’invasione dei nipponici: e qui siamo nettamente “dentro” “Via col vento”. Il regista voleva mettere in evidenza la nascita dello spirito australiano e del suo distacco dall’Inghilterra, il paese colonizzatore. Il ragionamento storico è giusto: ma è poco compartecipato emotivamente. Il terzo film è quello della “Generazione Rubata”, che è il titolo di un bel film civile australiano sull’argomento, di Ph. Noyce, ma anche la disgraziata e mai troppo deprecata politica (abolita solo nel 1992) di distacco forzato dei figli meticci dalle madri aborigene. Essa è inoltre la cornice narrativa del film, perché è narrato proprio da uno di questi ragazzi, che ne è addirittura il coprotagonista. Le tre vicende si ostacolano, non si concludono e restano narrativamente “appese”. Il film ha comunque incontrato i suoi pubblici, ed è piaciuto per l’ampiezza e la potenza dei sentimenti messi in campo; il piglio epico del regista è sostenuto e credibile.
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gigi
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martedì 20 gennaio 2009
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fantastico
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c'è tutto in questo film davvero grande luhrmann
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ugo
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martedì 20 gennaio 2009
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le persone senza cuore
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paolo t, non hai capito il messaggio del citare il mago di oz. i film si VEDONO CON ATTENZIONE, inutile dire banale e scontato se i film NON SI SANNO VEDERE.
dimmi un pò: hai capito perchè è stato citato il mago di oz? credo proprio di no...
vergogna, il film è davvero bello, consiglio a tutti di andare a vederlo!
bisogna essere senza cuore per chiamare questo film banale e noioso...
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paolo t.
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martedì 20 gennaio 2009
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banale, noioso, stereotipato
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Banale, fatto di ritagli scontati da polpettoni storici. Citazioni senza fantasia, come l'immancabile Mago di Oz. Battutine facili facili. Personaggi stereotipati, con tanto di cattivo dal ghigno facile e buono tutto muscoli. Il tema sociale propagandato, quello delle generazioni perdute, è sfiorato e messo lì solo per scusa. E su tutto, una noia mortale.
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matteo79
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martedì 20 gennaio 2009
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un film che riempie i cuori
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qui c'è tutto, famiglia, amore, morte, politica, storia, guerra. e fa bene al cuore! fa bene all'anima! bellissimo e così sincero, così infantile ma anche così delicato e puro. è un film per i sognatori, per quelli che vogliono lasciarsi trascinare dalla magia. lo voglio rivedere. tutta la sala nella scena finale piangeva, è una cosa molto bella.
bisogna farne di più di film così, di film solo per il cuore, di quelli che ti riempiono di sentimento...
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marcokert
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martedì 20 gennaio 2009
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bellissimo!!
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mi è piaciuto davvero molto. kolossal senza pretese. davvero ben fatto e ben girato.
la prima ora ha lo stile di baz poi però si fa più drammatico e sentito ma non guasta.
io se fossi l'acadey nominerei il piccolo nullah e la strepitosa kidman.
oltre che dare un oscar ai costumi e alla fotografia
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yuri
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martedì 20 gennaio 2009
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bello e sincero.
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spettacolare, bello visivamente e ricco di emozioni.
bravissimo il piccolo walters che interpreta nullah
ma bravi tutto il resto del cast.
questo film meritava più attenzione e una maggiore riflessione. non andava liquidato così.
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doctor mabuse
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martedì 20 gennaio 2009
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controllo
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vi siete accorti che qui uno può postare quanto vuole i propri commenti?
non c'è nessun controllo?
cmq, a me il film è piaciuto molto.
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