Titolo originale | Slipstream |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Anthony Hopkins |
Attori | Anthony Hopkins, Stella Hopkins, Christian Slater, John Turturro, Michael Clarke Duncan Lisa Pepper, Christopher Lawford, Kevin McCarthy, Aaron Tucker, Fionnula Flanagan, Lana Antonova, Lindsay Barth, Marshall Barth, Dean Bitter, Gene Borkan, Donna G. Earley, Charlie Edwards, Jennifer Anne Franklin, Mónica García, Saginaw Grant, Gavin Grazer. |
Uscita | venerdì 9 maggio 2008 |
Distribuzione | Delta Pictures |
MYmonetro | 2,55 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 aprile 2009
Uno sceneggiatore sta lavorando a un film ma i personaggi cominciano ad invadere la sua mente. Al Box Office Usa Slipstream - Nella mente oscura di H. ha incassato 6 mila dollari .
CONSIGLIATO NÌ
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Uno sceneggiatore sta lavorando a un film ma i personaggi che sta creando cominciano a invadere la sua mente.
Questa è probabilmente la trama più breve pubblicata su mymovies ma chi scrive sente come dovere il non 'descrivere' il film per non privare lo spettatore del 'lavoro' (anche faticoso) che Hopkins si aspetta da lui. A una non più tenera età l'attore/regista gira finalmente il suo film più personale presentato in Concorso al 60° Festival di Locarno. Qualcuno, rileggendo eventualmente dopo la visione queste righe, non concorderà avendo trovato nel film innumerevoli echi di 'altro' cinema. È vero (si può parlare di Stone, di Lynch, dei Coen) ma sta anche in questo la libertà di Hopkins che riesce a realizzare un film che porta in sé tutto il cinema di cui si è nutrito (e di cui è stato in parte protagonista) trasformandolo in un'ossessione creativa di cui il più volte citato L'invasione degli ultracorpi diviene metafora esplicita.
Hopkins ci precipita in una serie di scatole cinesi che scaturiscono dalla mente di un dio minore: lo sceneggiatore. Il quale decide sì della vita e della morte dei personaggi partoriti dalla sua creatività ma, al contempo, è costretto poi ad abbandonarli nelle mani di altri (produttore, regista, attori, tecnici). Anche da questo può essere suscitato il delirio narrativo che conserva sempre però una sua logica che può essere 'rivisitata' con tempi da record nel finale (non perdetevi i titoli di coda). Hopkins continua a essere affascinato dai misteri della mente umana, dai link che si creano nel pensiero e tra questo e la realtà che a volte rischia di sconnettersi. Ci regala un film difficile, un'opera che alcuni considereranno pretenziosa e altri invece apprezzeranno proprio per il coraggio di un uomo di spettacolo che non si rifugia nei canoni tradizionali del cinema narrativo ma si getta a capofitto nella complessità della sperimentazione.
Uno sceneggiatore viene a discutere e confrontarsi con i personaggi del film che sta scrivendo. Un ingarbugliamento totale che si slega un poco alla fine. In pratica il soggetto è bellino (anche se si era già visto) ma la realizzazione è davvero brutta. All'inizio non si spiega nulla e ci metto tantissimo per non decollare mai.
HO VISTO QUESTO FILM PROPRIO IERI SERA...DEVO DIRE CHE NON HA SODDISFATTO LE MIE APETTATIVE, HO INIZIATO A GUARDARLO, A META' FILM OLTRE A NON CAPIRCI NULLA, AVEVO ADDOSSO L'AGITAZIONE. GIUNTI ALLA FINE, HO CAPITO IL TUTTO, MA SOLO PERCHE' AVEVO LETTO LA TRAMA, ALTRIMENTI CI AVREI CAPITO POCO O NIENTE. IL PROBLEMA CHE A MIO PARERE, E' UN FILM MOLTO LENTO A ABBASTANZA NOIOSO, NON SI CAPISCE NULLA.
Speravo meglio da un titolo del genere, sono rimasto decisamente deluso!
mamma mia!! ma cosa si era fumato hopkins per fare un film del genere??? è asslutamente senza senso, riesci a capire qualcosina solo alla fine di questo lento, noioso ed insensato film, e lo capisci solo a tua libera interpretazione. francamente da un cast del genere mi aspettavo mooolto di più!! già dopo i primi minuti mi saliva il nervoso perchè non si capiva nulla di [...] Vai alla recensione »
“Are we in a movie?” wonders Felix Bonhoeffer, the addled, decrepit screenwriter played by Anthony Hopkins in his experimental satire “Slipstream.” “Everything’s a movie,” snaps Bette Lustig (Fionnula Flanagan), an actress in the troubled film Felix has been desperately rewriting. She and Felix have been languishing along with the unhappy cast and crew on the project’s dilapidated set in the Mojave [...] Vai alla recensione »
Anthony Hopkins è un grandissimo attore. E come molti interpreti di successo prima o poi desidera prendere in mano la macchina da presa. E lo fa parlando di cinema, come se esso invadesse la sua mente. Il risultato è un film sperimentale, cerebrale (anche visivamente), complesso e affascinante. A qualcuno "Slipstream" potrebbe sembrare pretenzioso, ma Hopkins è sincero, e lo vuole dichiarare con un [...] Vai alla recensione »
Viaggio nella mente dissociata di un attore. Sembra il saggio digitale di un quattordicenne fumato, tra flash termici e insert psichedelici. E invece ha fatto tutto Sir Tony (musiche comprese). Il risultato respinge, ma anche no: è un UFO inclassificabile come ormai se ne vedono pochi. DISCRETO - PER CHI? Da ViviMilano, maggio 2008
La spiazzante terza regia di Anthony Hopkins – anche attore, compositore delle musiche e, per la prima volta, sceneggiatore – è tutt'altra cosa rispetto al precedente August. Slipstream racconta di Felix Bonhoeffer e della troupe al lavoro sul film da lui scritto, intitolato Slipstream, ossia lo scivolare nei ricordi delle nostre vite precedenti. I molti personaggi però, nonostante gli ottimi attori [...] Vai alla recensione »
La terza regia di sir Anthony Hopkins, dopo Dylan Thomas e August (dallo Zio Vania Cechov), per un film spiazzante che rompe le convenzioni narrative per liberare i cortocircuiti dell'animo umano. Hopkins, sceneggiatore, regista, autore delle musiche, quasi montatore, è anche interprete nei panni di Felix Bonhoeffer, uno sceneggiatore che comincia a perdere le coordinate, si sovrappongono la realtà [...] Vai alla recensione »
Anthony Hopkins è un personaggio spiazzante, dopo avere diretto un paio di film, Dylan Thomas e August (dallo Zio Vania di Chechov), eccolo avventurarsi in un lavoro che sembra riproporre una versione adulta e inquietante di Alice nel paese delle meraviglie. Hopkins ha scritto il film, lo dirige, è anche autore delle musiche, ha affiancato il montatore, praticamente lo ha prodotto (con la moglie Stella [...] Vai alla recensione »
Nel suo terzo film da regista Anthony Hopkins, che ha firmato anche la sceneggiatura e la colonna sonora, interpreta uno sceneggiatore che riscrive continuamente un film, finché il mondo reale non comincia a confondersi con le sue fantasie. Un progetto sperimentale, che potremmo definire il Mulholland drive di Hopkins. Ma il film di Lynch, a cui questo pasticcio deve molto, è di gran lunga superiore. Da [...] Vai alla recensione »
Anthony Hopkins, carico di gloria come attore, torna per la terza volta alla regia. Dopo «Dylan Thomas: viaggio di ritorno», dedicato a quel poeta nato con lui nel Galles, e dopo «Augustus», rielaborazione di «Zio Vania» di Cechov. Non solo questa volta si è scritto anche il testo, che poi ovviamente ha interpretato, ma ha composto le musiche, ottenendo che sua moglie, l'attrice Stella Arroyane, oltre [...] Vai alla recensione »
Per nulla buonista, Anthony Hopkins dice: «La vita è caos». Lui a Hollywood si sente come Gulliver a Lilliput, perciò vuol mostrare dove conduca adeguarsi all'idiozia, perché è di massa. Ma la sua Slipstream («Scia») - passata per il Festival di Locarno - si seguirebbe se il tocco fosse come quello di Peter Sellers. Invece modello di Hopkins è Dennis Hopper e, per farlo capire, ha girato Slipstream [...] Vai alla recensione »