Sono rimasta perplessa una volta letto, prima dei titoli di coda, che questa coinvolgente storia è vera. Perplessa perchè affascinata morbosamente dall'interiorità di Christopher Mccandless, tanto da idealizzarlo e non riuscire a credere nella sua reale esistenza.
Una volta finito il film ho sentito il desiderio di scappare. Da chi, da cosa non l'ho ben chiaro ma di certo un influsso irrefrenabile primitivo ha pervaso la mia anima. Segno che Penn ha colpito il bersaglio.
Ha creato un " cassetto" di emozioni che è bastato aprire per far sentire un pò di vita nella triste esistenza quotidiana e ripetitiva della società moderna.
Il tema predominante è il ritorno alla natura, al selvaggio che è effettivamente il luogo da cui tutto è nato, le nostre origini. La ricerca della vera felicità non poteva che partire da li.
Il film ci mostra come si possa essere felici senza nulla in tasca, senza niente addosso, ma solo col proprio essere e ci mostra come la solitudine possa essere maggiormente di compagnia che dei genitori ciechi di fronte al dolore dei figli, come possa essere più loquace di una folla.
Ho molto apprezzato la suddivisione del viaggio del protagonista in diversi capitoli, che scandiscono parti diverse dell'iter e che hanno regalato a Christopher emozioni diverse. Ritengo significativo il fatto che lui abbia legato in modo molto stretto con persone appena conosciute che hanno saputo essere più presenti di persone con cui ha convissuto per 23 anni. Persone che hanno cercato di capirlo, di ascoltarlo, che sono riuscite a viverlo intensamente. Malinconica e coinvolgente la narrazione della sorella, con spunti riflessivi interessanti. E' in particolar modo quando i personaggi parlano con se stessi che si sente la profondità della situazione e sembra di vivere un'angoscia, un vuoto interiore, un'ansia, mista a una gioia indescrivibile.
Un applauso va a Emile Hirsch, protagonista assoluto di 148 minuti di pellicola. Il suo viso si è dimostrato più loquace delle sue parole e la sua professionalità disarmante. Il suo vuoto, la sua fuga dalla realtà e la sua gioia sono divenuti sentimenti vivi, reali, e sono riusciti ad arrivare allo spettatore come un fiume in piena.
Un grande elogio inoltre va alle ambientazioni e alla fotografia. Davvero di gran qualità.
Unico neo, a mio avviso, l'eccessiva lentezza della narrazione che in alcuni punti toccava addirittura la noia.
Una scena di forte impatto è la morte di Christopher. Dopo avventure incredibili tutto finisce in maniera semplice. Niente l'ha ucciso in gravi situazioni, neanche un orso a 3 centimentri. Un errore dato dalla ciecità della fame, una pianta velenosa e il cerchio si chiude, il viaggio finisce. Il viaggio non aveva comunque più senso perchè proprio prima di morire, guardando le nuvole, egli assapora la tanto cercata felicità. Ed è un sorriso la sua ultima parola. Anche se per poco lui avrà vissuto realmente, più di quanto tutti noi crediamo di vivere.
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reiver
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venerdì 22 febbraio 2008
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ciao rambina
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Forse è la tua recensione che mi piace di più.Si percepisce immediatamente il fatto che il film ti ha colpito,forse turbato addirittura.Più giù c'è la recensione di Andrea,se vuoi puoi darci un'occhiata,c'è anche un mio commento.
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lilli
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sabato 23 febbraio 2008
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x maryluu
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Ciao Maryluu, ho letto alcune tue recensioni (tra l'altro alcune di film che adoro)e mi sono piaciute molto, come questa. Complimenti. Non ho ancora visto il film ma lo farò presto: sentire "parlare" da tutti voi di questa storia mi ha fatto tornare in mente il desiderio che aveva il "giovane Holden" di scappare via (desiderio di libertà che veniva "stroncato" ed ostacolato dalla mentalità di chi lo circondava) e mi ha fatto "riassaporare" il grande senso di libertà che mi regalò, alcuni anni fa, la lettura di "Sulla strada". Ciao, a presto
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maryluu
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sabato 23 febbraio 2008
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grazie lilli
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Grazie Lilli. Sei gentilissima. Questo film a mio avviso inonda lo spettatore di emozioni, inconsciamente perchè risveglia impulsi primitivi: libertà, fuga, contatto con la natura. A me personalmente, come ho scritto, è piaciuto molto. Ti consiglio di vederlo. Ciao! Alla prossima! :)
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andrea
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sabato 23 febbraio 2008
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per lilli su on the road
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Ti riferisci al romanzo "On the road" di Kerouac? Me ne hanno parlato molto bene...
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luc
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sabato 23 febbraio 2008
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on the road è noioso
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jack kerouac, neal cassady, william burroughs, figli di papà (e omosessuali), "alternativi" dal congruo conto in banca. in on the road succedono pochissime cose, pochissimo sesso. molto meglio bukowsky, anche se il 99 per cento delle sue "avventure" erano prostitute prezzolate.
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lilli
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sabato 23 febbraio 2008
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x andrea,luc e maryluu
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Sì Andrea, mi riferivo ad "On the road" di Kerouac.Lo lessi al liceo e mi piacque anche se, come dice Luc, sicuramente è "noioso"(Luc e su che è un bel libro!!) se lo rapportiamo ad un libro di quel "mattacchione" di Bukowsky(Luc però Bukowsky in "Post office"-correggimi se sbaglio, è una domanda-si sposa con una tipa anche di un ceto sociale elevato o mi confondo?). Maryluu grazie del consiglio, spero di riuscire ad andare al cinema domani. Baci a tutti.
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luc
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domenica 24 febbraio 2008
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x lilli su buk
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ho letto 30 libri di buk e non mi ricordo della tipa socialmente elevata. conosco a memoria la sua biografia e di donne non prostitute ne ha avute solo due, quando era già anziano e aveva già fatto un certo successo. post office non è il suo migliore: prova "compagno di sbronze" e "taccuino di un vecchio porco". ho letto altre cose di kerouac, non riesce ad acchiapparmi, dipinge come avventurose situazioni che per me sono all'acqua di rose.
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lilli
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domenica 24 febbraio 2008
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buk
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Luc più tardi vado a sfogliare il libro perchè mi ricordo di questo particolare..magari mi sbaglio(non ti arrabbiare ma il guaio di questo genere di libri è che avendo quasi una non-trama sono difficili da ricordare)."Compagni di sbronze"me lo consigliò un mio amico una volta.Però non ce l'ho..non che non possa acquistare un libro però a casa ne ho talmenti tanti che mi dispiace vederli sempre"chiusi",accordo quasi sempre loro la precedenza:ogni tanto ne prendo uno.Il commento su Kerouac mi ha fatto ridere.
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lilli
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domenica 24 febbraio 2008
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per luk l'amico di buk :)
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Allora..si tratta di Joyce(che mi fa pensare a James) che Buk descrive così:"aveva lunghi capelli biondi ed era un bel pezzo di carne fresca e soda.Allora non lo sapevo,ma aveva anche un sacco di soldi" poi più giù "Poi Joyce mi chiese di sposarla.Che cazzo,pensai,perchè no?tanto ormai ero cotto"..(che tipo!)poi vabbè descrive le "gioie" coniugali e aggiunge "suo padre e suo nonno avevano più soldi,terra,laghi,riserve di caccia di tutti loro (gente del posto)messi insieme." Ho sempre pensato che Joyce fosse esistita..quindi è inventata?Credevo fosse un libro autobiografico anche se nel libro lui(Buk) è Henry Chinaski.
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luc
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domenica 24 febbraio 2008
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dovrei rileggere post office..
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..per stabilire se joice possa essere la sua prima moglie MOLTO idealizzata. ma quando mai una californiana riccona si sarebbe messa con un ubriacone, brutto, che si sparava tutti i soldi ai cavalli e povero (almeno fino ai 55 anni)? ho un quaderno con annotate una cinquantina di frasi famose di buk. buk poetico: "hai le punte dei capezzoli che puzzano perfino più degli stronzi di cane umidi al vento di ponente", buk ecologista: "pini e pini e laghi e pini, aria fresca, niente traffico, che noia", buk sul cristianesimo: "il tempo degli assassini si è lasciato scappare l'Assassino più grande che sia mai esistito, per poco non riuscivamo a pizzicargli il Figlio", buk sul femminismo: "quando decideranno di andare a lavare le automobili, di mettersi dietro all'aratro, di pulire le fogne o di farsi sparare nelle tette nell'esercito, io me ne starò volentieri a casa a lavare i piatti e a togliere la lana dai tappeti fino alla noia".
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